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Autore: morphological    26/10/2014    2 recensioni
Coraline è nata cieca. La sua vita non è certo meravigliosa, e a volte le piacerebbe sparire, lasciarsi andare, ma non lo fa per i suoi genitori, perché è consapevole del fatto che per loro il dolore sarebbe troppo grande. quindi va avanti, sempre.
Ma tutto nella sua vita cambierà quando andrà a scuola. È il terzo anno di liceo in cui è costretta a cambiare classe, e non spera che i suoi compagni smettano di prenderla in giro o isolarla.
Ma l'animo umano è imprevedibile e lei incontrerà due ragazzi che le faranno cambiare idea sulla vita e le faranno capire quanto sono importanti gli amici.
La felicità, però, non dura per sempre. Un'antica leggenda narra di una ragazza dagli occhi di ghiaccio e i capelli di pece che salverà il mondo egli immortali, quello degli spiriti. Una ragazza senza occhi.
Sarà proprio lei? Coraline non ci crede, ma la vita le riserverà parecchie sorprese.
Intanto due gruppi misteriosi tramano nell'ombra e progettano piani di vendetta, ognuno di essi desidera portare la giovane al cospetto della loro dea.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1 Capitolo - Percepire il mondo

 
E
ra una giornata splendida,  forse la più bella che ci fosse mai stata dall'estate. Nonostante fosse autunno inoltrato e Londra fosse una città abbastanza piovosa, il sole splendeva e gli uccellini cinguettavano allegri. Per strada si era formato un grande tappeto costituito da tutte le foglie secche cadute in quei giorni. La luce filtrava dalla finestra della camera di una giovane inglese, e, incontratasi con le gocce di vetro colorato del caccia spiriti appeso alla finestra, formava tanti piccoli arcobaleni all'interno della stanza.
Ma la ragazza distesa nel letto non poteva vederlo. E non perché stava ancora dormendo e quindi aveva gli occhi chiusi, anche se fosse stata sveglia, non avrebbe potuto beneficiare di quel singolare spettacolo. La giovane Coraline era nata cieca.
Sebbene al primo sguardo sembrasse normale, non appena ti avvicinavi tutto era chiaro: gli occhi sempre semichiusi e il grande pastore tedesco che la guidava per le strade erano tutti segnali abbastanza chiari.
Coraline era, e non solamente per questo piccolo particolare, una ragazza molto speciale: non parlava mai con gli altri, sempre chiusa in se stessa e alle prese con tanti pensieri noti solo a lei, si chiedeva sempre che aspetto avesse il mondo. Nonostante suo padre le dicesse sempre che il mondo era meglio non vederlo, Cora – questo era il suo soprannome – non ne era convinta; per quanto cattivo, il mondo aveva sicuramente un fascino tutto suo.  Eppure, la ragazza non era felice, era triste e sconsolata, senza amici. Ma andava avanti, e il primo pensiero che ebbe non appena suonò la sveglia e si alzò fu: “quest’anno sarà diverso, dovrò impegnarmi affinché lo sia”, non era mai stata così determinata.
Il suo cane, svegliato dal fracasso della sveglia, si riscosse dal sonno e, non appena sentì la mano della ragazza sulla pelliccia, la portò fino alla sedia dov’era posata l’uniforme e poi fino al bagno.
Come ogni mattina, Coraline si lasciò avvolgere dal vapore, che formava calde volute sopra la sua pelle, facendola sentire in pace col mondo, e rimase nella doccia per almeno venti minuti abbondanti. Non appena fu pronta scese le scale e accompagnata da Mamoru, andò in cucina. Guidata dall’abitudine, si diresse verso la prima sedia libera, ovvero quella più vicina alle scale. Sapeva perfettamente che di fronte a sé avrebbe trovato un piatto con fette di pane e marmellata all’amarena e, di fianco ad esso, una tazza con un tè al limone già zuccherato. Prese la tazza fra le mani e gustò un po’ della bevanda, godendosi il calore che scendeva nella gola.
― Buongiorno tesoro. ― le disse suo padre con un tono di voce allegro, quello che aveva solo di mattina presto e quando sua figlia sorrideva. Questo, naturalmente era giusto un tantino difficile, quindi lo conservava solamente durante la prima parte della giornata.
Il signor Smith era un uomo singolare e piuttosto eccentrico, e le sue battute che non facevano mai ridere erano molto conosciute tra la sua cerchia di amici. Molto socievole, stringeva amicizia con estrema facilità, ma nonostante questo non era certo un ingenuo: sapeva quando le persone cercavano di imbrogliarlo.
― Buongiorno anche a te papà. ― rispose Coraline con tranquillità, addentando la sua colazione preferita. ― Vedo che stamattina ti sei svegliati piuttosto contento, come mai?
L’uomo ci rifletté qualche attimo. ― Non lo so con certezza, è solo che da quando mi sono alzato stamattina, sento che quest’anno cambierà tutto.
Charleeze Smith, la madre di Cora, rifilò un’occhiataccia al marito, quasi come per rimproverargli quello che aveva appena detto. ― Sbrigati a mangiare cara, non vorrai far tardi il primo giorno. ― La ragazza, da brava, fece quello che la madre le aveva detto e si diede una mossa, cercando comunque di sentire il gusto di quello che mangiava, una cosa abbastanza complicata quando si va di fretta, ma ci provò lo stesso.
― Vuoi che ti accompagni io? ― Chiese la donna, pur sapendo che cosa la figlia le avrebbe risposto. In fondo tentare non costava nulla.
Coraline alzò gli occhi al cielo. ― Mamma ho sedici anni, sarò pur capace di prendere un autobus!
― E allora sbrigati, perché se resti ancora a casa lo perdi. ― Con queste parole la incitò ad andare.
La giovane allora si alzò e, preso tra le mani il guinzaglio del suo cane, si diresse verso la porta e uscì, beccandosi in pieno volto una sferzata di vento freddo tipico autunnale, leggermente in contrasto con tepore del sole che le scaldava il viso. Prese un bel respiro e si diresse verso la fermata, e con un po’ di fortuna riuscì persino a trovare un posto libero mentre aspettava. Non erano trascorsi nemmeno cinque minuti che percepì accanto a sé lo spostamento d’aria tipico di una persona che si siede accanto a te. La persona in questione si mise a parlare subito. ― Ma quanto è bello questo cane! ― esclamò entusiasta. Dalla voce si capiva che era una ragazza, e da quello eh aveva detto poteva avere circa qualche anno meno di lei, solo una bambina avrebbe detto una cosa del genere con tanto entusiasmo, come se non avesse mai visto un cane in vita sua! ― Posso carezzarlo? ― chiese con la voce speranzosa.
Coraline si girò verso di lei. ― Certamente. ― le rispose con il solito tono atono che usava con gli estranei.
Se Cora avesse potuto vedere la ragazza che le stava di fronte, avrebbe cambiato subito tono. La giovane in questione, non appena vista la situazione della sconosciuta di fianco a lei, era diventata subito rossa come un pomodoro, perfettamente in tinta con il ciuffo riccio di capelli colorati che le copriva un occhio castano. ― S-scusami, io... ― cerò di dire, mentre cercava inutilmente di risolvere la situazione imbarazzante che aveva creato con le sue stesse mani.
Coraline percepì subito quell’improvviso cambio d’umore, e cercò di essere gentile con quella giovane. ― Ehi, tutto a posto?
― S-sì, solo che non credevo che tu... scusami.
― Tranquilla nessun problema. Scusami se ti ho trattato male, è solo che sono un po’ nervosa. ― Subito si maledisse per quelle parole che le erano uscite così di getto. Non aveva intenzione di raccontare tutto quello che le passava per la testa alla prima ragazzina che incontrava. Era pur sempre un’estranea.
L’altra si ricompose in fretta, intuendo che la sconosciuta accanto a lei aveva un carattere piuttosto particolare e che se voleva sapere qualcosa doveva trattarla con i guanti. ― Ti va se ricominciamo? Io sono Roxane, ho sedici anni e oggi inizio il mio primo giorno alla scuola qua vicino!
All’inizio Coraline non credette alle proprie orecchie e, senza naturalmente rendersene conto, arrossì. Subito dopo si ripromise di smettere di provare a dedurre l’età delle persone dal loro comportamento. ― Per me è lo stesso.  ― Quasi non si rese conto di averlo detto.
― Davvero? Ma è fantastico! Pensa: potremo perfino finire in classe assieme, sarebbe un vero segno del destino! ― L’entusiasmo che Coraline aveva notato da subito in Roxane riaffiorò di getto, annullando totalmente nella mente della ragazza la figuraccia che credeva di aver fatto poco prima. Suo malgrado si ritrovò a pensare che non le sarebbe affatto dispiaciuto essere in classe con lei, le sembrava una persona a posto. ― È arrivato l’autobus!  ― annunciò Roxane, ed entrambe si alzarono.
All’inizio Coraline si chiese come faceva una persona che ti conosce da pochi minuti a parlare con tanta disinvoltura. Per lei quella situazione era del tutto nuova, e non sapeva bene come comportarsi. Dopo un po’ però Roxane riuscì a farla sciogliere, aiutandola con tatto a destreggiarsi in quella che era una “normale conversazione da ragazze”. Cora doveva ammettere che non le dispiaceva lasciarsi andare, anzi la trovava una bellissima sensazione. Chissà, magari suo padre aveva ragione quando diceva che quell’anno sarebbe andato tutto meglio.
In poco tempo il bus le portò davanti a scuola, e Coraline dovette mettersi d’impegno per non andare a sbattere contro tutti i ragazzi che affollavano il piazzale dell’istituto e che nella fretta non si erano accorti della sua situazione. Anche se per la ragazza era meglio così; lei cercava semplice contato umano. Questo era molto complicato per una ragazza nata cieca e che era sempre stata vista dagli altri come un’asociale.
Le due camminavano da un po’ quando Roxane si fermò improvvisamente, richiamata dalla voce di qualcuno che la conosceva. ― Roxy! Dove vai? Non avevamo detto di vederci davanti scuola per la manifestazione di inizio anno?
 Coraline in quel momento desiderò sparire dentro il terreno: era ovvio che una come Roxane avesse degli altri amici, e sicuramente non avrebbe perso altro tempo con lei che era una conosciuta per strada. Anche stavolta però la ragazza la sorprese.
― Ciao Jack, scusami mi ero totalmente dimenticata. È che ho conosciuto questa ragazza e avevo deciso di farle compagnia. ― Rispose Roxy a quel ragazzo. ― Ma ora che ci penso te la potrei presentare. Jack questa è Coraline! ― Jack guardò Coraline con molta attenzione, e solo quando vide i suoi occhi comprese la situazione. Si ritrovò a sorridere tra sé pensando quanto la sua amica fosse speciale.
― Molto piacere. ― le disse con gentilezza.
Coraline per un attimo non seppe come reagire a quell’accoglienza tanto calorosa. Non era molto abituata a ricevere tante attenzioni e non le piaceva. Era sempre stata abbastanza invisibile per gli altri, non aveva voglia di mettersi in mostra, desiderava solo andare avanti con tranquillità, senza essere giudicata. O peggio, compatita. Detestava quel tono di voce ricolmo di zucchero che le vecchiette usavano con lei quando faceva qualche domanda circa l’autobus che era appena arrivato. Era una di quelle cose che la faceva andare fuori di testa.
― Il piacere è tutto mio.
 Prima che i tre si ritrovassero a dover affrontare una conversazione in cui nessuno di loro avesse nulla da dire  e, di conseguenza, immersi nel più completo imbarazzo, il preside della scuola si posizionò sul piccolo palchetto che era stato sistemato per l’occasione e si apprestò ad iniziare il discorso di inizio anno.
― Eccoci qua, pronti ad iniziare un altro anno. Per qualcuno di voi sarà l’ultimo, spero che queste persone abbaino saputo trarre beneficio dagli insegnamenti che la nostra scuola cerca di trasmettere; per altri questo non è che l’inizio. Per tutti i nostri nuovi studenti, che trovino quello che cercano, sia questo un talento mai venuto a galla oppure il coraggio di manifestare il talento che già anno! ― E dopo questo commovente e abbastanza scontato discorso, vennero comunicate le classi..
“Quanto vorrei che fosse in classe con me”, era il pensiero fisso nella mente di Roxy mentre osservava Coraline che si sistemava un ciuffo di capelli neri sfuggito dalla treccia dietro un orecchio. Il suo  desiderio più grande era poterla conoscere davvero, aveva una sensazione tanto strana riguardo quella ragazza che voleva fare luce su quel mistero. Sentiva dentro che se loro due fossero diventate amiche sarebbe successo qualcosa di straordinario, ne era sicura.
Proprio di fianco a lei, anche Jack studiava Cora, si chiedeva chi fosse quella ragazza dagli occhi vuoti e i capelli corvini. Era sicuramente molto bella, ma non era quello che faceva pizzicare il collo a Jack, si sentiva come se un istinto radicato in lui gli dicesse di starle lontano. Era proprio lo stesso istinto che gli diceva di mettere quanta più distanza possibile tra Cora e Roxy, per difendere quest’ultima.
Quando il suo desiderio silenzioso si venne esaudito, Roxy ebbe la certezza che qualcuno lassù le volesse davvero bene. Strinse la mano di Cora, che subito si voltò come per guardarla in viso, un’espressione di puro stupore negli occhi. Roxy sorrise alla vista di quello sguardo. “Voglio essere la tua prima amica”
― Muoviamoci, dobbiamo ancora andare in classe! ― esclamò Roxy entusiasta, tirandosi dietro sia Jack che Coraline, tutte e due abbastanza perplessi. Eppure non poterono fare a meno di farsi trascinare, perché quella ragazzina che cambiava il colore del suo ciuffo ogni volta che il colore sbiadiva, era come un tempesta, alle volte buona e altre molto cattiva. Ma sempre ben accolta.
 
 
Mondo Inverso, tramonto del sole rosso, avvento del sole blu.
Sahara camminava per i corridoi del bianco palazzo di sua madre, i piedi nudi che sfioravano appena il pavimento di erba morbida. Indossava una gonna tanto lunga da non fare vedere i piedi, e questo dava la strana sensazione che la giovane stesse galleggiando per aria. Nel suo passo non vi era traccia di incertezza, e nemmeno di ansia: sapeva che cosa sua madre le dovesse dire, e certo non desiderava tenere quella chiacchierata. La sua coscienza, sempre bastian contrario riguardo le sue scelte, le stava dicendo che presto o tardi avrebbe dovuto avere quella conversazione, quindi meglio adesso.
Non appena giunse nella sala del trono il suo cuore perse un battito. A causa della sua discendenza, l’energia contenuta in quel luogo le procurava ogni volta un lieve giramento di testa, e di tanto in tanto anche uno svenimento.
Quel luogo era straordinario: il soffitto a cupola era fatto interamente di vetro, in modo da lasciar filtrare la luce solare per tutte le piante che c’erano. Sua madre aveva un innato pollice verde – se la vogliamo mettere così – e aveva fatto costruire il suo palazzo in modo che in quasi ogni stanza ci fossero delle piante che sbucavano direttamente dal pavimento. Nel castello di Vita tutti i pavimenti erano costituiti da prati dai mille colori, un’erba morbidissima al tatto.
Sahara si avventurò all’interno della sala del trono, cercando         Vita tra tutto quel groviglio di fiori e foglie. La trovò mentre era intenta a far crescere qualcosa. Da una prima occhiata Sahara poté dedurre che si trattava di rose, ma dato che ancora la corolla del fiore non era spuntata non aveva idea di che colore potessero avere.
― Eccoti qua cara. ― disse Vita, dando ancora le spalle alla figlia. I capelli biondi raccolti in boccoli le scendevano sciolti lungo le spalle, e la veste verde come un prato mostrava fiori dai colori in perpetuo mutamento, segno che in quel momento era tanto concentrata da non provare nessuna emozione specifica. Quando Vita creava una vita entrava in una sorta di trance.
― Volevi vedermi? ― in pochi attimi la pinta di rosa fu completata e i suoi fiori diedero pieno sfoggio di sé. Erano tre le rose, una bianca, una viola e una blu, e una piccola gemma rossa che spuntava timida. Sahara conosceva i significati dei colori e dei fiori e si chiese il perché di quella scelta. Le rose significavano femminilità, mentre i colori alludevano ad una nuova vita che nasce, ad un sogno che inizia a realizzarsi, a dei sentimenti intensi e profondi e ad una grande passionalità.
― Sì, desideravo parlare con te. Ma vedo nei tuoi occhi che hai bisogno di una spiegazione per la mia creazione. ― Vita finalmente si voltò e guardò sua figlia negli occhi, un incontro di arcobaleno e miele che faceva scintille. ― È inerente a quello che mi hai tenuto nascosto.  ― nello sguardo di sua madre, Sahara vide soltanto durezza e qualche scintilla di rabbia.
― Io ho fatto solo ciò che ritenevo giusto.
― Nella tua scelleratezza. Sai che cosa vuol dire uno di noi che va a zonzo per il mondo dei mortali? ― in quel momento qualcuno bussò alla porta, interrompendo lo sfogo di Vita, e impedendo ai nuvoloni neri che si erano formati sopra le teste di madre e figlia di riversare su entrambe un potente pioggia.
― È permesso?
― Avanti. ― disse la sovrana.
Dal portone fecero al loro comparsa due ragazze che si tenevano per mano e che subito si diressero verso regina e principessa, esibendosi in due riverenze perfette. ― Ci avete fatto chiamare? ― Domandarono all’unisono.
― Sì, Shirley, Nastya, dovete andare nel, mondo degli umani per una faccenda delicata. Conto su di voi. Ho già chiesto a Luna e Sole se potevate venire, e loro hanno acconsentito, teletrasportatevi, appena sarete giunte lì vi darò istruzioni. ― Entrambe chinarono il capo e svanirono in un vortice colorato.
Sahara, che in tutto questo non aveva potuto far altro che assistere in silenzio, si sentì in dovere di esprimere un’opinione. ― Non dovrei andare io?
― No. E se scopro che tua zia è stata informata saprò a chi mi dovrò rivolgere. ― Detto questo, la Vita in persona si voltò e tornò ai suoi fiori, come per dire che la conversazione era conclusa per lei. Sahara avrebbe voluto continuare a discutere, ma sapeva che non le sarebbe servito a nulla, perciò se ne andò, un sapore amaro nella bocca e una strana sensazione allo stomaco che non seppe spiegarsi.

 
 
Angolo autrice
Eccomi tornata!!
Onestamente non sapevo se sarei mai riuscita a terminare questo capitolo, e invece eccomi qua!! Siate duri nelle vostre recensioni, le negative non mi scandalizzano e aiutano a migliorare!
In questi giorni non aggiornerò tanto spesso perché sono impegnata a scrivere una storia per un concorso di scrittura creativa, quindi mi sa che tornerò tra un po’... ma tranquilli, non vi ho dimenticato!
 
E dato che sto dedicando una canzone di Cytus (un gioco troppo bello per il telefono che vi consiglio di scaricare) eccovi il link della canzone che ho scelto per Coraline, ve ne darò uno per ogni capitolo.
 https://www.youtube.com/watch?v=2NW2wajZD8Y
 
Spero che continuerete a seguire la storia.
Ciaoo!!
 
P.s che ne pensate del nuovo nickname?

 
 
  
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