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Autore: crazyfrog95    27/10/2014    12 recensioni
Tutti odiavano Naruto Uzumaki. Lui era un demone, un mostro, e perciò andava evitato a prescindere. Ma Naruto era molto più che un semplice dodicenne. Un potere ancora più grande del Kyuubi era sepolto in lui, un'abilità perduta da secoli... Con l'aiuto del Terzo Hokage, del buffo Jiraya, dei suoi amici, e magari di... qualcuno di speciale, riuscirà a emergere dal baratro della sua solitudine, e a realizzare il suo sogno?
Salve! Questa storia mi è venuta in mente sintetizzando tutto ciò che non mi piace della storia originale, e modificandolo come piace a me. i protagonisti saranno abbastanza OOC: Naruto sarà più sveglio, Sasuke più amichevole e Sakura meno inutile. È la mia prima storia, ma non vi chiedo assolutamente di essere pietosi nelle recensioni. Anzi, vi chiedo di criticare e farmi presente tutto ciò che secondo voi non va, farò tesoro delle critiche cercando di migliorare. Detto questo, buona lettura :)
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Hiruzen Sarutobi, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Un Nuovo Inizio


 

Naruto era fermo nella luce rossastra del tramonto.
Ormai tutti erano andato via, ma lui rimaneva lì, inginocchiato a fissare quella tomba di marmo bianco, quasi come se il suo occupante potesse risvegliarsi e raggiungerlo da un momento all'altro.

Non riusciva ad alzarsi, benchè sapesse che restare lì non avrebbe riportato indietro il Sandaime, nemmeno Sasuke era riuscito a scuoterlo da quello stato di trance.
Il moro infatti ricordava benissimo quando, anni prima, era lui a trovarsi in quelle condizioni, dopo lo sterminio del suo clan a opera di Itachi. Nessuno riusciva a farlo uscire dal suo guscio, tranne Naruto. Era così che erano diventati amici, e pensava che lui fosse il solo a poterlo risvegliare dal quella fase di lutto.
Ma dovette rinunciare, Naruto non ne voleva sapere. Non voleva accanto nessuno, nemmeno Hinata riusciva ad avvicinarsi a lui.


Era da circa mezz'ora che nessuno si avvicinava, chi per rispetto del suo dolore, chi per altri motivi, e lui non si era mosso. Andarsene per lui avrebbe significato accettare la morte del Terzo Hokage, il primo che gli aveva voluto bene, colui che era stato più vicino ad un nonno per lui.
Nella sua mente, i ricordi dei bei momenti che aveva passato con lui si rincorrevano senza sosta...


*Flashback*

Aveva appena compiuto due anni, e stava spegnendo le candeline.
Hiruzen gli sorrideva, tenendolo in braccio per permettergli di arrivare alla torta, che lui spense con un sorriso. Erano presenti Kurenai, Asuma, Kakashi, Gai e l'altro figlio del Sandaime, con sua moglie e il neonato Konohamaru.

L'unico che non si fidava di Naruto era Asuma.
Non accettava il fatto che quel mostro che due anni prima aveva devastato il villaggio fosse rinchiuso in un bambino così piccolo e dolce, e se ne teneva alla larga.

Quando la festa stava per giungere al termine, Asuma si mise in un angolo per fumarsi una sigaretta. Ma cercando nelle tasche trovò solo l'accendino.
Stava per innervosirsi, quando si sentì tirare la gamba del pantalone. Guardò in basso, e vide il piccolo Naruto vicino al suo piede, che lo guardava con occhi dolci. In mano al piccoletto c'era il suo pacchetto di sigarette, mentre il piccolo glielo porgeva. Evidentemente gli era caduto, e il bambino glielo stava restituendo.

Chinandosi per prenderlo, Asuma ebbe uno strano impulso: prese in braccio il piccolo, e gli fece un sorriso. Nei suoi occhi, le cui palpebre si facevano pesanti per il sonno, non scorgeva nemmeno l'ombra di quel terribile demone che aveva dentro. Da quel momento, Asuma non ebbe più paura di lui. In un angolo, Hiruzen osservava la scena ridacchiando.

*fine flashback*


Era troppo piccolo per ricordarlo, il Terzo Hokage gli aveva raccontato quell'episodio anni dopo, quando si era lamentato con lui del vizio di fumare dello "zio Asuma". Poi, c'era quella volta che aveva iniziato a frequentare l'Accademia...


*Flashback*

Al suo ingresso, i bambini furono presi dai genitori e allontanati il più possibile. Non riusciva a capire cosa succedeva: aveva solo cinque anni, come poteva far loro paura?

«Sandaime, perchè scappano? Sono brutto?»
La domanda era legittima, e Hiruzen la temeva, perchè non poteva rispondervi, ma fu posta in modo talmente infantile che non potè far altro che scoppiare a ridere.
«Ahahahahahah... Ma no, non pensarci, Naruto. Forse hanno capito che sei uno forte, e hanno paura di te! Stai tranquillo, se farai il bravo ti farai degli amici.»
Naruto sorrise, e andò trotterellando dietro il vecchio, diretti verso il banco di iscrizione.

Lungo la strada, alcuni bambini i cui genitori non erano presenti lo osservavano incuriositi, e lui sorrideva a tutti.
La sua attenzione fu attirata da una bambina più piccola, nascosta in un angolino. Aveva i capelli scuri, e gli occhi di uno strano bianco perlato.
Lo guardava con aria timida, e lui le rivolse un sorriso a trentadue denti, che la fece arrossire come un piccolo peperone.

*fine flashback*


Un piccolo sorriso gli sfuggì a quel ricordo. Perfino dalla prima volta che si erano visti aveva iniziato a provare qualcosa per Hinata, e se ne era reso conto solo così tardi...
Se solo ne avesse parlato col Sandaime, forse lui avrebbe saputo spiegargli prima ciò che provava. Quante occasioni sprecate, quante cose che avrebbe voluto dirgli, e ora non era più possibile...


*Flashback*

Era appena tornato a casa dopo aver salvato il maestro Iruka da Mizuki, e restituito il rotolo proibito. Si era messo a parlare senza sosta, sentiva quasi le orecchie del povero Hiruzen chiedere pietà, data l'ora tarda, ma non riusciva a trattenersi: l'esame superato in anticipo in una tecnica sulla quale, peraltro, era in enorme difficoltà, era un evento troppo felice per lasciarlo dormire.
Il Terzo Hokage lo ascoltò finchè il sonno non iniziò a farlo cedere. Quando vide in lui le prime avvisaglie della stanchezza, Hiruzen colse al volo l'occasione.

«Basta così, Naruto. È tardi, e anche se domani non devi più fare l'esame devi comunque alzarti presto, perchè c'è la cerimonia di consegna dei diplomi.»
Naruto lo ascoltò, e si diresse verso la sua camera. Ma prima di sparire dietro l'angolo, volle fare un'ultima domanda al vecchio Hokage.
«Sandaime, credi che riuscirò a raggiungerlo? Riuscirò a diventare forte come il Quarto Hokage?»

Hiruzen si aprì in un sorriso.
«Si Naruto. Non solo so che lo raggiungerai, ma sono sicuro che saprai anche superarlo.»
Non era mai stato più sincero di così in vita sua. In Naruto vedeva la forza e il talento di Minato uniti alla discendenza e al carattere di Kushina. Se avesse perseverato sulla sua strada, nessuno avrebbe mai potuto fermarlo.
Il biondino sorrise, contento di quelle parole, e andò a dormire.

*fine flashback*


Quanti ricordi che si accalcavano nella sua memoria...
Avrebbe potuto passare lì l'intera notte, e avere ancora altro da ricordare. E senza che potesse fermarle, le lacrime iniziarono di nuovo a scendere sulle sue guance. La verità era una sola, e non poteva cambiarla. Il Sandaime se n'era andato, e non sarebbe tornato.
Nel silenzio della sera, quando ormai erano passate molte ore dalla fine del funerale, una voce lo chiamò, talmente inaspettata da farlo voltare di scatto.
«Adesso basta, ragazzo. Rialzati subito.»

Naruto era incredulo. Davanti a lui era in piedi nientemeno che Hiashi Hyuga. La solita aria elegante che lo contraddistingueva era presente, ma stavolta non aveva espressione apatica come al solito, ora esprimeva rabbia e disappunto.
«Tutto il villaggio piange la tua perdita, ma come credi che si sentirebbe il Terzo a vederti così? Non ha sacrificato la sua vita per farti un torto, ma per salvare tutti noi. Con il tuo comportamento, tu getti fango sulla sua memoria.»

Parlò senza alzare la voce, ma il tono chiaro e glaciale con cui pronunciò quelle parole fu talmente tagliente che Naruto smise all'istante di piangere.
Hiashi aveva ragione, il Sandaime non gli aveva insegnato a piangere, ma a combattere. Si rialzò, asciugandosi le ultime lacrime.
«Perdonatemi, Hyuga-sama. Avete ragione, piangendo non lo riporterò indietro. Vi chiedo scusa per avervi fatto assistere a questa scena.»
Si inchinò leggermente, mentre smetteva di singhiozzare.

Lo Hyuga piegò la bocca in un mezzo sorriso, reazione alquanto inaspettata per l'Uzumaki.
«Era esattamente ciò che volevo sentirti dire. Comunque, sono venuto a cercarti per comunicarti una mia decisione. Riguarda la prova a cui avevo intenzione di sottoporti.»
Con quella frase, attirò la totale attenzione del biondo.
«Quando ha intenzione di mettermi alla prova? Avrò bisogno di un po' di preavviso, per prepararmi.»

Ma Hiashi chiuse un attimo gli occhi, stranamente la sua espressione si fece più... divertita?
«Incredibile... Hai sostenuto oggi stesso una battaglia titanica, e nonostante tutto non ti tiri indietro di fronte a un'altra sfida... Questo mi lascia comprendere quanto tieni a mia figlia.»


Riaprì gli occhi, tornando alla sua espressione neutra, che stavolta però tendeva ad una più compiaciuta.
«Ho riflettuto molto, e ho deciso che la prova non è più necessaria.»
Quella frase lasciò di stucco Naruto, che spalancò gli occhi.
«D-Davvero?»

«Si. Per prenderti in considerazione come pretendente per mia figlia...» iniziò a spiegare «...dovevo valutare diversi aspetti: la tua discendenza, il tuo carattere e moralità, i tuoi sentimenti per lei e i suoi per te... E infine avrei dovuto valutare le tue capacità in combattimento.
Affrontarti direttamente era il modo più semplice, ma oggi hai compiuto un'impresa che finirà sui libri di storia. Sei solo un genin, ma hai affrontato e sconfitto da solo un cercoterio, il Tasso Monocoda, e sei vivo per raccontarlo. Un'impresa che io stesso dubito sarei stato in grado di compiere. Inoltre hai padroneggiato alla perfezione le tecniche che resero famoso il Quarto Hokage in tutto il mondo. Non ho più nulla da obiettare, la tua storia con mia figlia ha la mia benedizione.»

Il capoclan si voltò, dirigendosi verso l'uscita del cimitero.
Naruto stava quasi per mettersi a urlare dalla felicità, ma Hiashi si voltò a guardarlo un'ultima volta.
«Sappi però, che se la farai soffrire...»
E attivò il Byakugan, per sottolineare la minaccia
«...te ne farò pentire amaramente...».
L'espressione di pura crudeltà stampata sul volto del capoclan Hyuga lo attraversò da parte a parte.
Naruto normalmente avrebbe rabbrividito, invece in quel momento sorrise, e rispose.
«Non succederà, tengo troppo a Hinata per farle del male.»

Hiashi disattivò la sua abilità innata, e si incamminò verso casa. Sua figlia avrebbe fatto i salti di gioia a quella notizia.
Mentre lo seguiva con lo sguardo, Naruto vide Jiraiya e Tsunade, fermi al cancello del cimitero, che gli fecero segno di avvicinarsi.
Lui si girò un'ultima volta verso la tomba del Terzo Hokage.
"Non ti deluderò, Sandaime. Diventerò Hokage, e renderò onore alla tua memoria."


Si avvicinò ai due Sannin, deciso a lasciarsi alle spalle il dolore. Jiraiya prese la parola.
«Naruto, prima di combattere contro Orochimaru, il Terzo Hokage ci ha chiesto di occuparci di te. Come se ce ne fosse stato bisogno, noi ti vogliamo bene, l'avremmo fatto comunque. Perciò, perchè non vieni a stare con noi? Possiamo vivere insieme... come una famiglia.»

Famiglia.
Quella parola fece venire un brivido a Naruto. Per quanti anni aveva desiderato averne una? L'unica famiglia che aveva avuto fino a quel momento erano stati il Sandaime come nonno e Asuma come zio.
Ma con loro era diverso. Loro due erano il suo padrino e la sua madrina, e ormai per lui erano come una madre e un padre (anche se Tsunade la chiamava nonna, per abitudine).

«Ma certo! Dov'è che andiamo a vivere?»
L'entusiasmo e la felicità erano difficilmente contenuti nella voce. A quel punto intervenne Tsunade.
«Hai mai sentito parlare della Villa Sannin?»
Al cenno negativo del biondo, Tsunade spiegò al biondo di cosa si trattava, aggiungendo che lei e Jiraiya vivevano lì da quando erano tornati al villaggio.

«Io e Jiraiya siamo già sistemati, e c'è un piano completamente libero, che prima era di Orochimaru. Puoi usarlo tutto per te, e puoi arredarlo e decorarlo come più ti piace, dato che immagino già che faccia farai quando vedrai lo stile di arredamento di Orochimaru... Allora, andiamo?»

E con un sorriso, i tre si avviarono verso la casa dove avrebbero vissuto come una famiglia, la famiglia che Naruto non aveva mai avuto, e che ora lo accoglieva a braccia aperte.


 


 

   
 
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