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Autore: ClaireTheSnitch    27/10/2014    1 recensioni
Ellie è ordinaria, Ellie non sa cosa l'aspetta. E' come chiunque altro e forse non si presta abbastanza attenzione a chi si concede il rischio della normalità.
"Ellie sbuffò e rigirò tra le mani un braccialetto di stoffa, per poi lanciarlo nel vuoto. Era ora di finirla con i ripensamenti."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II.
Di Natale e dentifricio
Dicembre 1999
 
C’era un sole inusuale, una bella luce chiara e pura che le scaldava le guance e le mani, sotto i guanti di lana un po’ pruriginosa.
Ellie non aveva mai amato l’inverno come quell’anno: sembrava che tutta la famiglia avesse deciso di impacchettare qualche vestito e saltare in macchina per correre a trovarli.
La mamma era di nuovo incinta, e la pancia appena più gonfia sembrava uno scherzo sotto quel vestito orrendo con le renne ricamate che Ellie avrebbe sempre ricordato come “la divisa del Natale”.
Insieme a Joyce, il fratello più grande, Ellie stava cercando di costruire una cuccia di cartone per il cagnolino che finalmente avevano regalato ad entrambi e di cui lei aveva potuto scegliere il nome: Puffy si rotolava su una coperta e scodinzolava a chiunque si avvicinasse.
Ellie aveva sette anni e Joyce undici. Un’età bella, crudele.
 
Ricordava poco di quel periodo, se non quella giornata: la frangetta era cresciuta troppo e le finiva sempre negli occhi, e Joyce l’aveva soprannominata “scopettone”.
Ellie finì di attaccare un’ala del tetto con la colla e corse in bagno per lavarsi le mani. Sin da piccola era stata ossessionata dalla precisione e le piaceva pensare che la sua attitudine per l’estetica fosse nata già allora; pensava spesso che tutte le aspettative dei suoi genitori sul suo brillante futuro da architetto – sfumato poi di fronte alla sterilità di certi insegnanti vecchi e granitici – erano germogliate in quegli anni di inconsapevolezza.
Il bagno era ancora pieno di paraspigoli per bambini piccoli. Ellie si sentiva perennemente all’asilo, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine.
Aprì l’acqua e cominciò a strofinare sulle dita appiccicose, corrugando le sopracciglia. Il suo riflesso allo specchio era nitido nella memoria, come una fotografia appesa sopra al letto.
La porta del bagno era esattamente di fronte a quella della camera di Lilian, la primogenita, che aveva compiuto da poco diciassette anni e sarebbe partita per il college dopo il diploma.
Ellie voleva passare tutto il tempo che poteva con lei: era stata Lilian ad insegnarle ad allacciare le scarpe e pettinare i capelli, no? Se lo meritava.
Uscì dal bagno e si accostò alla porta, preparandosi a saltarle sul letto come faceva sempre. Ellie riusciva a vederla, seduta sul letto con il telefono appoggiato all’orecchio. Aveva un tono di voce un po’ strano, nasale; sembrava stesse parlando con Trevor, il suo fidanzato.
 
- Non puoi farlo, mio padre ti verrà a cercare. Non puoi. Trevor, cazzo! Sei inutile, sei inutile, io aspetto un bambino, non puoi fingere che non sia importante!
Ellie non aveva mai sentito Lilian dire le parolacce. L’unica volta che qualcuno l’aveva fatto, s’era ritrovato in un angolino a scontare una bella punizione.
Preferì allontanarsi e tornare in giardino dagli altri.
- Mamma,- disse, sorridendo, - Anche Lilian avrà una pancia come la tua!
 
Settembre 2013
 
Ellie sospirò e sputò il dentifricio nel lavandino. Dalia, la sua coinquilina, si era trasferita da circa mezz’ora e sembrava persino più taciturna di lei: non c’era dubbio che sarebbero andate d’accordo. Si era sistemata nella stanza più grande e aveva attaccato un grande calendario con diverse date contrassegnate da una crocetta rossa, si era presentata come una studentessa di politica internazionale e aveva tirato fuori un malloppo di libri che a Ellie sembravano terribilmente noiosi.
Dal canto suo, Ellie non riusciva a spiegarsi perché le fosse tornato in mente il Natale del 1999, quando sua sorella Lilian era rimasta incinta. Prendere su di sé delle responsabilità non era mai stato il forte di Lilian.
 
Dopo qualche tempo, si erano abituati all’idea che potesse nascere un altro bambino, ma fu sempre Ellie a trovare Lilian – la mattina di un febbraio gelido e inutile – in piedi accanto al letto, con le cosce grondanti di sangue.












Angolo dell'autrice
La storia inizia a prendere una certa piega! 
Cercate di dirmi cosa ne pensate, sono aperta a critiche e qualunque tipo di consiglio (anche quello di darmi all'ippica).

Buona lettura, anche qui (trovate originali e fandom). 



 
 
   
 
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