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Autore: Kimly    27/10/2014    5 recensioni
Gli anni ad Hogwarts di Fred, George ed Angelina.
Gli anni in cui hanno affrontato battaglie e prove difficili, riuscendo a superarle.
Ma anche gli anni dei cambiamenti e della nascita di sentimenti dapprima sconosciuti.
Questa è la loro storia, la storia del gruppo "F.A.G" e dei loro amici.
[Personaggi principali: Fred e George Weasley, Angelina Johnson, Alicia Spinnet, Lee Jordan, Oliver Baston e Katie Bell]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicia Spinnet, Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley, Katie Bell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 47

Lee si passò una mano fra i capelli bagnati, la pioggia che continuava a scendere impetuosa come se non avesse alcuna intenzione di smettere.

Il ragazzo era lì da più di due ore e ricontrollò per la terza volta l'orologio che aveva comprato in un mercatino.

Prima o poi sarebbe dovuta uscire, era quasi ora di cena.

Lee sperò solo di non fare nuovamente fiasco: era da più di una settimana che sgattaiolava fuori da casa di Alicia per cercare qualsiasi posto che gli venisse in mente e finalmente due giorni prima ce l'aveva fatta; ma lei non si era ancora fatta viva e Lee temeva che non sarebbe mai uscita dall'abitazione.

Guardò l'orologio ancora una volta, pronto a tornare a casa, quando vide una figuretta stretta in un mantello nero e rimase lì in attesa di scorgere qualche tratto per riconoscerla.

Quando vide un ciuffo biondo che scappò dal cappuccio, Lee si avvicinò velocemente, sperando di non spaventarla.

Lei, però, estrasse la bacchetta e in men che non si dica se la ritrovò puntata alla gola.

-Lee...- sussurrò Nora Spinnet con il respiro affannoso -Che cosa ci fai qui?-

-Sono venuta a prenderla. A prendere lei e Diana.- rispose lui con un sorriso.

-Come ci hai trovate?- chiese ancora Nora, sconvolta -Non avevamo detto a nessuno...-

-Conosco sua figlia.- disse semplicemente Lee, facendo spallucce -Ho immaginato che si sarebbe nascosta in uno dei posti che avevano significato qualcosa per la sua famiglia. La villa al mare o l'hotel che avete scelto per il primo compleanno di Diana o...-

Nora Spinnet fece qualcosa di incredibile, si spinse in avanti e lo tenne stretto come se non volesse più lasciarlo andare.

Lee capì che quell'abbraccio non era per lui, ma per Alicia e quindi ricambiò la stretta con un sorriso.

-Entriamo.- disse lei, tornando indietro -Sei zuppo.-

La casa all'esterno si notava appena, era grigia, tetra e sembrava quasi dissolversi nel mezzo del cielo plumbeo.

All'interno, invece, era splendida e spaziosa, come ci si aspettava dalla famiglia Spinnet.

Era eccessivamente grande, però, si ritrovò a pensare Lee. Nora Spinnet e Diana dovevano sentirsi quasi minuscole in un'abitazione come quella.

-Dov'è Diana?- chiese Lee, mentre Nora si toglieva il mantello fradicio e lo asciugava con un colpo di bacchetta.

-Sta dormendo di sopra, sorvegliata da Carl.- disse lei, senza nemmeno guardarlo e, agitando la bacchetta, asciugò anche lui -Sarebbe ora che imparassi gli incantesimi più semplici se vuoi sopravvivere.-

Lee alzò gli occhi al cielo, deciso a non discutere proprio in quel momento.

-Non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo andare e subito. Carl può venire con noi se vuole.-

Nora scosse la testa e si sedette su una sedia che Lee prima non aveva notato.

Non si era neanche accorto che si erano spostati verso l'enorme sala da pranzo e, quando lo fece, Lee restò di sasso.

Guardandola con un occhio più attento, l'interno della casa era identico alla vecchia casa di Alicia, quella della sua infanzia, quella che avevano perso la notte che erano stati attaccati e il padre di Alicia aveva perso la vita.

Nora capì lo sguardo di Lee ed abbassò il suo, quasi come se fosse rimasta scottata.

-Carl ha una famiglia ed è così gentile da venire qui ad aiutarmi qualche volta, ma è ora di lasciarlo tornare da loro. Noi siamo delle rinnegate, non voglio che rischi anche lui a causa nostra.-

È così simile ad Alicia, rifletté il ragazzo, udendo le sue parole.

Era così orgogliosa, ma allo stesso tempo così impaurita di mostrarsi fragile e in cerca di conforto che Lee quasi si paralizzò di fronte a quella donna distrutta.

-Come sta Alicia?-

-All'inizio non ha reagito affatto bene, ma siamo riusciti a farla tornare in sé. Abbiamo già perso tante persone, non potevamo perdere anche lei.-

-Vuoi dire che tu sei riuscito a farla tornare in sé.- lo corresse Nora con un mezzo sorriso che di divertito aveva ben poco.

Lee sobbalzò per la sorpresa. Come diavolo faceva a saperlo?

-Beh, il merito è stato di tutti. Ognuno di noi tiene a sua figlia.-

Nora alzò gli occhi per fissarlo con uno sguardo nuovo, come se lo avesse appena incontrato e Lee le avesse detto un qualcosa di curioso e strano, che lei non sapeva decifrare.

Poi si mise in piedi e, senza dire una parola, uscì dalla sala da pranzo, diretta chissà dove.

Lee aspettò talmente tanto che dovette sedersi, ritmando il tempo che trascorreva tamburellando le dita sul tavolo.

Infine, quando oramai aveva perso le speranza, vide Diana sgranare gli occhi alla sua vista e corrergli in braccio.

-Sei arrivato finalmente!- Lee l'abbracciò stretto e le baciò la testa -Lo sapevo che non ci avresti lasciate sole, lo sapevo!-

-Vi riporto da Alicia. Le mancate tanto e tu soprattutto, piccolina.-

-Anche a me manca tantissimo.- Diana aveva gli occhi lucidi e gli diede un rumoroso bacio sulla guancia -Mi siete mancati tutti, Lee, davvero davvero.-

-Diana.- il tono risoluto della madre fece scattare Diana -Contegno, signorina.-

-Scusa, mamma.- Diana fece segno a Lee di metterla giù e lui lo fece; poi la bambina si asciugò gli occhi e si lisciò la gonna, tendendo una mano al ragazzo che la strinse -Possiamo andare ora? Oh, aspetta, devo salutare Carl.-

Carl, che era rimasto lì a godersi la scena per tutto quel tempo, salutò Lee, Nora e infine abbracciò la piccola Diana prima di uscire dall'abitazione, pronto per la Smaterializzazione.

-Avete preso tutto?- chiese Lee, facendo cenno alle sole due valigie che Nora gli stava passando.

-Incantesimo Estensivo Irriconoscibile, se vuoi poi te lo posso insegnare.- rispose la signora con un tono snob che fece accapponare la pelle al ragazzo.

Niente da fare, pensò Lee prima di seguire madre e figlia fuori dalla casa, Nora ed Alicia erano proprio due gocce d'acqua.









Katie uscì dal bagno e passò di fronte alla stanza di Oliver, che aveva la porta aperta e stava preparando le valigie senza usare la bacchetta.

Alicia aveva fatto a tutti un discorso sull'eccessivo uso della magia e Oliver lo stava seguendo alla lettera.

Stava anche piegando i vestiti come i Babbani e Katie si ritrovò a fissarlo, rassegnata.

-Katie!- Oliver si accorse della sua presenza e fece per avvinarsi a lei, che era sulla soglia della porta, ma Katie lo fermò con una mano -No, aspetta, Katie, dobbiamo parlare!-

-Abbiamo parlato abbastanza, anzi da un sacco di tempo non facciamo altro che parlare e parlare e parlare...-

Oliver la raggiunse e le mise una mano sulla bocca.

-Penso di aver capito, basta.-

La ragazza scacciò la mano di Oliver e incrociò le braccia al petto.

-Cos'abbiamo ancora da dirci, Ollie?-

-Non capisco perché tu sia arrabbiata con me. Sto risolvendo le cose! Tu e George potrete stare insieme senza sentirvi in colpa e io non dovrò vedervi sempre felici e innamorati.-

-Questa è la tua soluzione? Scappare dai problemi?- lo rimbrottò lei, furente.

-Cosa vuoi che faccia?- esclamò Oliver, iniziando a camminare nervosamente per la stanza -Vuoi che stia a guardare te e George e struggermi per tutta la vita? Qual è il tuo scopo, vorresti vedermi soffrire per punirmi per sempre? Katie, avrei voluto davvero capire subito i tuoi sentimenti, ma quante volte dovrò dirti che mi dispiace?-

-Pensi che voglia punirti!? Questo... Questo non ha senso!- balbettò Katie, adirata -Non voglio affatto punirti!-

-E allora dimmi cosa vuoi!- urlò Oliver, quasi strozzandosi.

-Non lo so!- ribatté Katie con lo stesso tono.

Entrambi respiravano affannosamente, come se avessero appena finito di correre.

Fu Katie la prima a calmarsi e a dire.

-Non lo so, ma so cosa non voglio. Non voglio che vai a vivere con Nolwenn.-

-Perché?- mormorò Oliver, sedendosi sul letto, in attesa.

-Perché dobbiamo stare tutti insieme. Non puoi essere così egoista. I tuoi sentimenti non sono così importanti ora come ora.-

Oliver alzò un sopracciglio e piegò le labbra.

-Giusto. Devo pensare prima al gruppo, a non urtare i vostri sentimenti.-

Katie annuì, ma Oliver si alzò dal letto e riprese a fare la valigia.

-Grazie, Katie, di avermi mostrato ancora una volta quanto poco tieni a me. I vostri sentimenti sono sempre più importanti dei miei, i tuoi sono più importanti dei miei, ma adesso mi sono stufato.-

-Non volevo dire che non sono importanti. M-mi sono sbagliata. Certo che sono importanti, ma...- Katie si torse le mani, nervosa -Non puoi andare a vivere con Nolwenn, Ollie, non voglio.-

-Non sei più una bambina, non puoi fare i capricci.- disse Oliver, sbuffando -Qual è il vero motivo?-

-Semplicemente non voglio.-

Oliver chiuse la valigia oramai pronta e scosse la testa.

-Senza una motivazione valida non resto, per cui se non hai nient'altro da dire, vai pure. Ho ancora delle cose da sistemare prima di andarmene.-

Katie rimase lì per pochi secondi con un peso allo stomaco che non riusciva a spiegarsi, ma gli diede comunque le spalle e andò via, lasciandolo solo.







Quando Lee entrò in casa, seguito dalla signora Spinnet e da Diana, subito individuò Alicia, intenta a leggere una rivista, accanto a Jared, entrambi seduti sul divano del salotto.

Dall'odore il ragazzo capì che qualcuno stava cucinando qualcosa, molto probabilmente Angelina.

Lei e Fred non avevano ancora chiarito.

-Aliciaaa!!- trillò Diana, lasciando la mano della madre e correndo verso la sorella che, stupita, aveva abbassato la rivista appena in tempo prima di essere travolta dalla piccolina.

-D... Diana.- sibilò Alicia, alzandosi in piedi e prendendola in braccio -Come...?-

-Come siamo arrivati fin qui?- l'aiutò la madre, togliendosi il mantello e tenendoselo stretto -Merito del tuo amico.-

Alicia seguì il cenno della madre e guardò Lee come se si fosse accorta della sua presenza solo in quel momento.

Jared, alzatosi anche lui, abbassò la testa, incapace di commentare quel gesto.

-Ci ha trovate ed è venuto in nostro soccorso. Non so da quanto tempo ci stesse cercando, ma alla fine è riuscito nell'impresa. Certo, devo ammettere che ha una testa dura.- Nora continuava a fissare Alicia -Proprio come mia figlia.-

Alicia raggiunse la madre, continuando a stringere Diana tra le sue braccia, e le prese una mano.

Nora abbracciò entrambe le sue figlie con un sorriso che a Lee e a Jared parve davvero sincero e bello.

-Che sta succedendo?- soffiò Angelina, uscendo dalla cucina con un grembiule tutto fronzoli e un mestolo in mano.

-Angie!- Diana salutò la ragazza con la manina, mentre Angelina lanciava occhiate a Lee per chiedere spiegazioni.

-È una storia lunga.- disse Lee, sorridendo di fronte all'espressione incredibilmente felice di Alicia -Poi ti racconterò tutto.-

Angelina non fece più domande, guardando anche lei Alicia e la sua famiglia ancora strette in quell'abbraccio.









-Non te ne stavi andando?- sbottò Katie, una volta salita sulla terrazza, guardando Oliver appoggiato alla ringhiera.

-Partiamo dopo cena, visto che sono arrivate la mamma e la sorella di Alicia.-

-Non credo che sentirebbero la tua mancanza se partissi ora.- puntualizzò Katie, continuando a stare lontano dal ragazzo che non si era neanche voltato per risponderle.

Guardami, Ollie!”

Oliver, quasi come se l'avesse sentita, si girò e puntò il suo sguardo verso Katie che si paralizzò di fronte a quegli occhi.

-Vuoi davvero litigare ancora? Ne abbiamo già parlato, possiamo salutarci civilmente? Non ci vedremo per un po'...-

Katie non trattenne le lacrime, ma rimase ferma sul posto, stringendosi le braccia come se volesse consolarsi da sola.

-Katie.- Oliver sospirò, confuso -Perché stai piangendo adesso?-

-Sei così ingiusto! Io... Io sono stata innamorata di te per così tanto tempo, tanto tempo...-

-Lo so.-

-No, non lo sai!- urlò Katie, arrabbiata -Non lo sai! Non sai cos'ho provato per tutti quegli anni, quando non mi guardavi neanche.-

-Non è vero che non ti guardavo.- la corresse Oliver, scuotendo la testa.

-Mi guardavi come adesso guardi Diana. Mi vedevi come una bambina piccola alle prese con la prima cotta. E io invece ti amavo davvero, Ollie!-

-Dovevi dirmelo, Katie.- disse lui, triste -Forse le cose adesso sarebbero diverse.-

-No, invece.- Katie non riusciva a frenare le lacrime e i singhiozzi -Quando mi sono dichiarata al San Mungo, ti sei subito tirato indietro...-

-Quante volte ancora vuoi rinfacciarmelo? Ti ho detto che mi dispiace, che se tornassi indietro cambierei le cose, ma non posso farlo. Io...- A Oliver scappò una lacrima e questo fece quasi smettere Katie di piangere -Io avevo paura, va bene? Quando mi hai baciato ho sentito qualcosa, ma temevo che fosse solo un capriccio e che con il tempo avrei potuto ferirti. Non volevo tentare, Katie, perché non potevo perderti; quindi sì, ho preferito mantenere la nostra amicizia, piuttosto che rischiare di farti del male.-

Katie si morse le labbra, asciugandosi gli occhi inutilmente.

-Ecco, vedi come sei? Per questo dico che sei ingiusto!-

-In che senso?-

Katie si avvicinò ad Oliver e prese a spintonarlo, in collera.

-Ero riuscita ad andare avanti!- Una spinta -A dimenticarti!- Un'altra spinta -Ma adesso continui a dirmi cose che... Cose che aspetto di sentirti dire da una vita! Come faccio?- Katie lo spinse ancora più forte, ma Oliver le bloccò le mani per farla calmare.

-Katie...-

-Come faccio a non amarti?- singhiozzò Katie, agitata come mai prima di allora -George è perfetto, come posso fargli questo?-

-Oh, Katie.- Oliver la tirò verso sé e la strinse fra le braccia. Katie tentò di resistergli un paio di volte, prima di lasciarlo fare e farsi stringere -Stai cercando di dirmi che ami? Non ho capito male, vero?

Katie, ancora con le lacrime agli occhi, si ritrovò a ridere, appoggiando la testa sul petto del ragazzo.

-Quanto puoi essere tonto, Ollie?-

-Vorrei solo essere sicuro questa volta.- tentò di giustificarsi Oliver, baciandole il naso.

Katie si alzò in punta di piedi e Oliver si chinò per baciarla e si baciarono per quelle che parvero ore, perché quel bacio, quel momento, entrambi lo avevano aspettato da un sacco di tempo.











George si stropicciò gli occhi e si stiracchiò prima di alzarsi dal letto.

Aveva deciso di riposarsi un po' prima di cena e prima di tentare ancora una volta di chiarire con Fred, che non ancora gli parlava.

E con Katie la situazione era anche peggio, ma George non sapeva cosa potesse dirle per farla stare meglio.

Angelina era la sua migliore amica e il suo primo amore, per cui avrebbe sempre avuto un posto speciale nel suo cuore e nella sua vita.

Non poteva escluderla per far stare tranquilla Katie o non ferire Fred, anche se Fred era suo fratello, una delle due persone più importanti.

L'altra, però, era proprio Angelina.

George sbuffò, sentendosi subito in colpa.

Katie doveva essere una delle persone più importanti, eppure pensava sempre prima a Fred e ad Angelina e sicuramente questo non era normale.

Quando sentì bussare alla porta, George corse ad aprirla e vide proprio Katie, con le guance rosse e gli occhi dello stesso colore, come se avesse pianto e riso allo stesso tempo.

-Pulce, entra.- George la lasciò passare e chiuse la porta dietro di sé -Anche se parzialmente questa è anche camera tua, quindi...-

Katie non sorrise, ma anzi il suo viso si incupì e George capì che qualcosa non andava.

-Cos'è successo?-

-Mi dispiace.- La ragazza abbassò la testa, le spalle le tremavano -Davvero, Georgie, mi dispiace tantissimo.-

George fece per andarle vicino, ma, quando Katie alzò il viso per guardarlo, capì e si sedette lentamente sul letto, sentendosi improvvisamente pesante.

-Qualcosa mi dice che mi stai lasciando.-

Katie non rispose, ma riprese a piangere e George quasi si sentì responsabile di quelle lacrime.

-Indovino? Mi stai lasciando per Oliver.-

-George, io...-

-Non c'è bisogno che mi dici nulla. Te l'avevo detto, ricordi? Sapevo che mi avresti lasciato per lui un giorno, anche se tu eri certa del contrario.-

-Forse tu non mi crederai, ma quella volta ero sincera. Credevo davvero che tu ed io...- Katie si stava torturando il ciuffo con le mani -Ma non pensavo che Oliver... Devo dirti cos'è successo, il vero motivo per cui ti sto lasciando.-

-Oliver ha capito di amarti.-

-Sì.- ammise lei, non comprendendo come George fosse così perspicace -E io amo te, lo sai, ma quando Oliver mi ha detto quelle cose... Non so, George, ci ho pensato tanto in questi giorni e credo che abbiano ragione Fred e Suzanne.-

-Fred e Suzanne?- ripeté George, aggrottando la fronte.

-Esatto.- Katie annuì, sentendosi quasi più sicura -Si possono amare più persone nella vita e anche contemporaneamente, proprio come dice Suzanne.-

-Quindi sono la tua persona “giusta” o “non giusta”, pulce?-

-”Non giusta”.- rispose velocemente Katie -Ma preferisco un'altra distinzione: amore romantico e amore passionale. Tu sei il mio amore passionale. George, tu mi hai fatta crescere, mi hai fatto vivere una meravigliosa storia d'amore e abbiamo incontrato un sacco di ostacoli, ma li abbiamo superati tutti insieme. Io non posso che esserti grata di questo. Oliver... Lui è il mio amore romantico. Siamo sempre stati impacciati riguardo ai nostri sentimenti e, anche adesso, che sappiamo di amarci siamo quasi come due ragazzini. Oliver mi fa sembrare tutto facile, Oliver è la mia oasi felice, ma questo non cambia quello che provo e proverò sempre per te.-

George annuì e Katie continuò.

-Ma ha ragione anche Fred. Alicia mi ha parlato della sua teoria e penso sia vera. Io sceglierei te se non ci fosse Oliver, ti donerai tutta me stessa se ci fossimo solo tu ed io.- La ragazza sbirciò la reazione di George e, vedendo che continuava a fissarla, aggiunse -E so che per te è la stessa cosa. So che non hai mai smesso di amare Angelina, so che tu sei la sua persona “giusta”. Sei il suo amore romantico, Georgie, e non è troppo tardi per stare con lei.-

-Lei è innamorata di Fred.- commentò lui, guardando a terra.

-No, non è vero. Ama anche te. Fidati, posso capirla. Non è facile provare un sentimento così forte per due persone diverse. Ti sembra di impazzire, perché non riesci a comprendere come sia possibile amare così totalmente più di una persona.-

George accennò un sorriso e si alzò dal letto per abbracciarla.

-Per quello che vale, pulce, io ti amo davvero.-

-Anch'io.-

-E in un universo alternativo, un universo senza Angelina ed Oliver, io e te ci saremmo sposati, saremmo stati felici e con una miriade di bambini con il tuo sorriso radioso.- disse George, facendola ridere.

-E i tuoi capelli rossi.- aggiunse Katie, baciandogli la guancia -E sarai sempre la mia spalla.-

-E tu la mia pulce.-

George la liberò dall'abbraccio e Katie divenne paonazza, pronta a dire qualcosa di imbarazzante.

-Non mi pentirò mai del fatto che sia stato tu a farmi diventare donna, George. È il regalo più bello che potessi farmi.-

-Sei stata tu a farmi il regalo più bello in realtà. Mi hai fatto capire quanto ci tenessi a me.-

-Quanto ci tenga.- lo corresse Katie, sfoderando il suo sorriso radioso -E questo non cambierà niente, vero? Saremo sempre confidenti, no?-

-Sempre, pulce.-









-Che ci fai qui?-

Angelina, appoggiata al bancone del negozio, alzò lo sguardo verso il ragazzo e sorrise.

-Ti aspettavo, George.-

Il ragazzo scosse la testa e chiuse la porta del negozio.

-Se questo è il tuo modo di fare pace, Angie, non è divertente. Sono Fred.- rispose lui, offeso -E ti avrò detto cento volte che è pericoloso uscire da soli. Perché diavolo sei venuta fino qui?-

Angelina si tirò su e passò una mano sul bancone.

-Che fine ha fatto Verity? Il locale è lurido.-

-Non ci veniamo più tanto spesso.- spiegò Fred, sistemandosi meglio il berretto sulla testa -Cerchiamo di fare tutte le consegne via gufo per non lasciarvi mai da soli.-

Angelina si aprì in un sorriso e annuì, segno che aveva compreso ogni cosa.

-E non hai risposto alla domanda. Perché sei qui?-

-Dovevo parlarti.-

-Anch'io.-

La ragazza lo fissò, stupita della confessione. Fred, che fino a qualche giorno prima non le avrebbe mai rivolto la parola, finalmente aveva accettato di avere un chiarimento con lei?

-Davvero?- chiosò Angelina, confusa -Pensavo mi odiassi.-

-Anche se volessi, non ci riuscirei, quindi perché tentare inutilmente?-

-Prima tu allora.-

Fred ghignò divertito e alzò gli occhi al cielo.

-Cos'è? Hai paura ad iniziare tu?-

Angelina scosse la testa, notando solo in quel momento che Fred l'aveva raggiunta ed ora erano l'uno di fronte all'altra.

-No, non ho paura, ma vedo che sei turbato e che muori dalla voglia di dirmi qualcosa, quindi avanti. Dimmi.-

-E se non ti dovessi dire proprio niente?- chiese Fred, tamburellando le mani sul bancone e avvicinandosi ancora a lei -Se dovessi solo... fare una cosa?-

-Falla.- rispose sicura Angelina -Se te la senti, falla.-

Fred sorrise e allungò una mano per prendere quella di Angelina che non si tirò indietro; poi annullò la distanza fra loro due e quando si abbassò per baciarla, Angelina di nuovo non si tirò indietro.

Quel bacio era una muta domanda e nel momento in cui Angelina si strinse a lui per baciarlo dolcemente, Fred capì di aver ottenuto una risposta.

Come colpito da un fulmine, il ragazzo la allontanò velocemente, come se all'improvviso si fosse risvegliato da un sogno.

-Scusami, Angie. È solo che io non...-

Angelina sorrise e gli tolse il berretto, non stupendosi di vedere un foro all'altezza dell'orecchio del ragazzo.

-Va tutto bene, George. L'ho sempre saputo che eri tu. Credi davvero che coprire le orecchie e imitare i modi di fare di Fred mi avrebbero fregato?-

-Cosa mi ha tradito?- domandò George, confuso. I fratelli erano molto diversi, ma George aveva studiato per anni le maniere di Fred e gli sembrava di aver interpretato il ruolo alla perfezione.

-Tutto!- rise Angelina, che sembrava imbarazzata -Fred non mi avrebbe mai spiegato il motivo per cui il locale è così malmesso, ma avrebbe continuato a chiedermi perché fossi venuta qui. E non avrebbe mai detto che non vuole lasciarci soli senza usare un tono scherzoso, perché il suo lato dolce è così raro che lo tira fuori solo nei momenti davvero necessari. E, infine, caro George, Fred mi avrebbe baciata senza mai chiedermi il permesso, come invece hai fatto.-

George era sconvolto dal resoconto dettagliato di Angelina. Rimaneva sempre affascinato e impietrito di fronte a quella ragazza, che li conosceva così bene da sapere ogni più piccolo dettaglio del loro carattere.

-Non posso credere che tu abbia pensato che io potessi davvero cadere nella tua trappola! Vi riuscirei a distinguere in ogni momento e in qualsiasi situazione.-

-E allora perché hai risposto al bacio? Non volevi baciare me, ma Fred.- George abbassò lo sguardo, stringendo i pugni -Era un test? Per vedere fino a che punto sarei arrivato?-

Angelina, che non gli aveva lasciato ancora la mano, gli alzò il viso con l'altra e si avvicinò per dargli un piccolo bacio sulle labbra, così delicato e dolce che George quasi arrossì.

-Secondo te, Weasley? Credevo fossi il più perspicace di tutti, George, mi stupisco.- Angelina gli sorrise e lo abbracciò teneramente -Volevo ricambiare quel bacio perché sono innamorata di te.-

-Non ci credo.- mormorò George, quasi paralizzato da quella confessione.

Angelina alzò la testa e lo guardò negli occhi; così simili a quelli di Fred eppure così diversi.

Fred non l'aveva mai guardata con tanta vulnerabilità nello sguardo.

-Fred l'ha capito prima di me e anche Alicia, credo.- spiegò lei, non staccando mai gli occhi da quelli del ragazzo -Ma poi finalmente ci sono arrivata anch'io e a Fred gli si è spezzato il cuore. Amo entrambi, George, davvero.-

-E perché allora vuoi stare con me?- soffiò lui, non capendo.

Katie e Alicia erano diverse, George l'aveva sempre saputo. Loro avrebbe sempre amato Oliver e Lee, anche se Alicia non l'avrebbe mai ammesso.

Sarebbero state felici con altre persone solo in un universo senza Oliver e Lee.

Angelina, però, era un caso a parte.

Lei amava George e suo fratello in maniera totale, senza riuscire a preferire l'uno o l'altro. Non ce l'avrebbe mai fatta, sarebbe stata felice con entrambi in questo universo e tutti e tre l'avevano compreso da tempo.

-Questo sentimento che sto provando per te ora mi sta... divorando!- Angelina rise, imbarazzata -Voglio stare con te adesso, voglio provare a farti felice e a vedere se riuscirai a fare altrettanto.-

-Anche Fred potrebbe renderti felice.-

Angelina annuì, poi prese il viso di George fra le mani e disse.

-Ma è con te che voglio esserlo ora.-

George sorrise e la baciò, stringendola a sé più che poteva.

Era incredibile che la ragazza che aveva desiderato per così tanto tempo fosse finalmente sua.

Era inimmaginabile quello che avevano dovuto affrontare insieme e separati per poi riuscire a trovarsi, ma tutto il percorso che avevano intrapreso li aveva fatti incontrare e, per quel solo momento, Angelina e George riuscirono a godersi quei baci senza pensare all'unica persona che avrebbe sofferto davvero per la loro unione.

La persona che amavano di più al mondo.

Fred.









Quando l'uomo aprì la porta dell'appartamento quasi cadde a terra; la donna, vedendo chi aveva bussato, spinse via l'uomo per stringere il ragazzo che li guardava con occhi tristi.

-Lee! Sei tornato!- disse la madre, abbracciandolo stretto e non trattenendo le lacrime -Finalmente sei tornato!-

La madre lo fece entrare in casa, il padre li seguì, rimanendo in silenzio.

-Come sei cambiato! Sei davvero cresciuto.-

-Grazie, mamma.- Lee guardò il padre, che si sedette sulla poltrona -Mi dispiace di avervi fatto preoccupare. Sono sparito senza dirvi una parola, senza una ragione...-

-Alicia ci ha scritti.- lo interruppe la madre con un sorriso nervoso -Ci ha detto che volevi cercare te stesso e trovare la tua vera strada.-

-Non è andata proprio così.- commentò Lee, imbarazzato e grattandosi la testa -Il vero motivo...-

-Lo sappiamo, Lee.- La madre nuovamente non lo fece finire -Sei nostro figlio e ti conosciamo bene. Sappiamo quanto tu tenga a quella ragazza.-

-Non vi ho mai raccontato niente di me e Alicia.-

-Ma noi abbiamo capito lo stesso.- La madre lanciò uno sguardo al padre e gli fece cenno verso Lee -Su, Martin, coraggio.-

-Papà...- mormorò il ragazzo, triste.

-Vi lascio soli.- disse la madre, uscendo dalla stanza.

-Papà.- ripeté Lee, avvicinandosi a lui e abbassandosi di fronte alla sua poltrona -Mi dispiace tanto, papà, davvero. Quello che ti ho detto prima di andare via... Non pensavo che sarebbero state le ultime parole che ti avrei detto per un sacco di tempo e mi dispiace. Non è vero, papà, non è vero che non voglio diventare come te e non è vero che il tuo lavoro fa schifo. So quanto ti piaccia costruire scope e quanto tu adori quello che fai e quanto impegno tu ci metta. Ho esagerato ed è stata tutta colpa mia. Lo so che volevi darmi un lavoro e farmi maturare, volevi solo aiutarmi ed io sono stato pessimo. Mi dispiace tantissimo, ma finalmente ho trovato la mia strada. So chi voglio diventare e cosa voglio fare.-

Martin Jordan, dopo aver ascoltato tutto il discorso, sorrise e si gettò in ginocchio di fronte a Lee per stringerlo in un abbraccio stretto.

-Lee, non fare mai più una cosa del genere! Non mi interessa litigare con te, non mi interessa che tu soffra per amore, non scappare mai più, Lee. Scappare dai problemi non è mai un'idea geniale. Tua madre era preoccupatissima e io avevo paura di ricevere brutte notizie.-

-Papà...- Lee ricambiò l'abbraccio -Ti voglio bene.-

-Anch'io, Lee.- Il padre si alzò e fece alzare anche il figlio. Poi sorrise e disse -Vieni fuori, Janet.-

Janet Jordan uscì, asciugandosi le lacrime sul grembiule da cucina, e scosse la testa.

-Le mie due teste dure. Quando la smetterete di farmi preoccupare?-

Lee e il padre non ebbero nemmeno bisogno di scambiarsi un'occhiata per dire all'unisono.

-Mai.-





Spiegazioni, varie ed eventuali:

Possiamo chiamarlo capitolo di svolta? George e Katie si sono lasciati, ahimè, mentre Angelina e Oliver finalmente sono riusciti a conquistare la persona che amano.

Ovviamente questo “idillio” fra le due coppie non durerà tantissimo e no, non perché sono sadica xD

Fred è il problema maggiore che Angelina e George dovranno risolvere e non sarà affatto semplice.

Dall'altra parte sarà imbarazzante per Oliver e Katie comportarsi come una coppia innamorata e relazionarsi con i loro amici dopo questo bizzarro risvolto.

Dopotutto il giorno prima Katie era la ragazza di George, quello dopo è la ragazza di Oliver. Sarà moooolto strano xD

Per quanto riguarda Lee, invece, posso solo dire che sta cercando di sistemare tutti i suoi casini.

Aveva questo grosso punto di scontro con suo padre, accennato in un capitolo, che voleva che andasse a lavorare con lui, ma le cose sono state chiarite.

E “salvare” la madre di Alicia e Diana è stata una delle tante azioni che Lee ha fatto, fa e farà per vedere nuovamente Alicia sorridere.

Questo, non c'è bisogno che ve lo dica, creerà fastidio ad Alicia, ma soprattutto a Jared e anche qui vedremo cosa succederà.

Il prossimo capitolo si concentrerà moltissimo sui rapporti del gruppo, in particolar modo la loro amicizia. Sarà davvero salda e forte come dicono?

Perdonatemi per il ritardo, ma a novembre ho gli ultimi due esami prima di partire per l'Erasmus, quindi ho mille cose da fare con la burocrazia della mia università e dell'università ospitante, gli esami da concordare, l'alloggio ecc.

Cercherò di postare -e di scrivere- più capitoli possibili prima della partenza, perché non so quanto sarò libera una volta arrivata lì.

Ringrazio come sempre tutti <3 <3

Un bacione grandissimo :3

   
 
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