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Autore: Lady Lunete    27/10/2014    3 recensioni
Kurtbastian ispirata al film "The Bodyguard" con Whitney Houston e Kevin Costner.
Sette anni nel futuro (indipendentemente da come RIB facciano finire Glee), Kurt è un affermato stilista d'alta moda residente a New York. La sua vita scorre tra schizzi, prove d'abito, passerelle e gli amici di sempre, fino a che non viene preso di mira da uno stalker e Sebastian è lì a proteggerlo.
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Ciao! Evviva, ce l'ho fatta a pubblicare dopo due sole settimane! Avrei due cose da dirvi prima che continuiate con la lettura. In questa fanfiction ho ritenuto canon tutti gli eventi fino alla fine della Quinta Stagione. Ho nominato di sfuggita uno spoiler della Sesta. Per chi li detesta non vi preoccupate, è ben nascosto e distorto. Non so se ne nominerò altri, se così fosse, vi avvertirò all'inizio del capitolo e voi deciderete se continuare (magari ve lo segnerò in qualche modo perchè possiate saltare il passaggio). Per ultimo, cercherò di tenere i capitoli in questa brevità lunghezza. Non aspettatevi mai capitoloni, quindi. Mi dispiace, ma sono sommersa da problemi famigliari. E direi che posterò ogni due settimane circa. Che ne dite?

Capitolo I:

 
Tutti lo stavano guardando, in attesa di una sua reazione, una sua parola.
 
Burt chiese, esitante, “Figliolo? Hai capito?”
 
Kurt annuì, ancora in stato di trance. Jeff si allungò sul divano per prendergli la mano.
 
“Ehi, andrà tutto bene, davvero. Sebastian è uno dei migliori nel suo lavoro. Grazie al suo aiuto io e Nick riusciremo a prenderlo, ne sono sicuro.”
 
Kurt borbottò. “Ma deve per forza stare qui, da me?”
 
Fu Sebastian, stizzito, a rispondergli, “Sai, non avrei mai pensato che tu fossi così ingrato, Kurt. Da come puoi vedere, tuo padre e i tuoi amici,” Sebastian non commentò sull’assenza di Blaine “sono piuttosto preoccupati per te, Nick e Jeff hanno deciso di occuparsi solamente del tuo caso, lasciando quelli che avevano ancora pendenti ad altri loro colleghi, magari meno capaci. E tu sei qui a frignare perché non vuoi dividere questo loft troppo grande per una sola persona, con me?”
 
Kurt lo fulminò con lo sguardo. “Per favore, Sebastian, non fingere che questa situazione non ti dia fastidio. Non insultare in questo modo la mia intelligenza.”
 
“ Insultare la tua intelligenza? Sul serio, Kurt? Questo è il mio lavoro, e non ti permetterò di mettermi i bastoni tra le ruote per stupide rivalità giovanili che tu, evidentemente, non sei ancora riuscito a superare. Perché ho accettato l’offerta di tuo padre sono affari miei, a te non deve importare. Preoccupati piuttosto di non metterti in guai inutili e per l’ultima volta, Kurt. Non. Rendermi. Il. Lavoro. Difficile.” Concluse Sebastian, furioso.
 
Puck si alzò di scatto, posizionandosi di fronte a lui e proteggendo Kurt dalla sua ira.
 
“Attento a come parli, Smythe. Il signor Hummel è ancora in tempo per licenziarti.”
 
Fu Jeff, a parlare in difesa di Sebastian. “Nick ha ragione. Seb è stato uno dei migliori agenti della CIA, prendere questo stalker sarà una passeggiata, per lui. Kurtie,” disse cercando lo sguardo del castano dietro alla schiena del militare “abbiamo davvero bisogno di lui. Tu hai bisogno di qualcuno che stia con te tutto il giorno, non devi restare mai da solo, è fondamentale. Mentre a Nick e a me farebbe comodo avere un uomo in più che ci aiuta. Soprattutto uno con le capacità di Sebastian.”
 
Jesse, seduto accanto a Rachel, notò Kurt scuotere la testa, lo sguardo sconvolto.
 
“Kurt. Qualunque cosa Sebastian ti abbia fatto al liceo… è il passato. Lascialo dov’è. Tu non sei più il ragazzino che eri al McKinley, forse anche Sebastian non è lo stesso che era alla Dalton. Dagli una possibilità.”
 
Dare una possibilità a Sebastian? Chiaramente Jesse non sapeva di cosa stesse parlando. Sebastian era… la Mangusta, l’unico ragazzo che aveva considerato una minaccia per la sua relazione con Blaine. Il ragazzo che alla fine non gliel’aveva portato via. Il ragazzo che dal fondo di una scalinata, lo aveva osservato dire il fatidico ‘sì’ a Blaine, per poi sparire completamente dalla sua vita, e magicamente apparire un’altra volta dopo sette anni, quando ne aveva più bisogno.
 
Kurt, in cuor suo, sapeva perché Jesse avesse detto quel che aveva detto. Se Rachel non gli avesse dato una seconda possibilità, a suo tempo, ora nessuno dei due si troverebbe dove si trova ora. Jesse l’aveva aiutata a rimettere in piedi le New Directions e lei gli aveva dato la forza per lasciare definitivamente l’Ohio e concentrarsi una volta per tutte nello studio.
Durante gli anni, Jesse era maturato e crescendo aveva imparato ad accettare la storia tra Finn e Rachel. Nel presente, Jesse St James era un giovane uomo totalmente innamorato di Rachel Berry; era paziente, accorto, e nonostante i dissapori giovanili, nutriva per Finn un profondo rispetto e non più invidia. Era tutto ciò di cui Rachel avesse bisogno, e per Kurt, una volta messa da parte l’iniziale diffidenza, era diventato un fratello.
 
Inoltre, quando sia Kurt che Puck dimenticavano quanto poco valessero le prime impressioni, era compito suo ricordarglielo.
 
“Se l’unica pecca di questo geniale piano è la convivenza forzata con Smythe, vorrà dire che sarò costretto a sacrificarmi,” disse Kurt, sarcastico.
“Va bene. Sono d’accordo,” concluse con un sospiro.
 E fu sul punto di baciare Santana, quando rovinò la vittoria a Sebastian.
 
“Spero che tu sia davvero bravo come i gemelli Weasley dicono, Fievel. Altrimenti un bel calcio alla Karate Kid di Lima Heights nello scroto non te lo leva nessuno, McCarthy.”
 
* * * *
 
“Sebastian! Non osare attaccare quel vecchio sacco di box alla trave,” urlò Kurt, entrando nella stanza degli ospiti, l’antica camera da letto di Rachel “ricordati che qui tu sei solo di passaggio, è già tanto che ti abbia lasciato mettere tutte quelle stupide telecamere. Non metterti ulteriormente comodo!”
 
Sebastian roteò gli occhi. “Quelle stupide telecamere servono a controllare il via vai quotidiano in questa casa e all’entrata dell’edificio. Non è colpa mia se dopo sette anni tu ancora non ti sei deciso a trasferirti nella Brooklyn perbene, rimanendo a Bushwick. Non si può mai sapere che succederà, soprattutto con uno stalker in giro che ti vuole morto.”
 
“Non è che mica sia il primo,” borbottò Kurt.
 
“Cosa?”, chiese Sebastian distrattamente, alle prese con chiodo e martello.
 
Fu il turno di Kurt, di ruotare gli occhi. “Oh, andiamo Sebastian. Tu sai dove andavo a scuola al liceo. Quale credi fosse l’attività preferita della squadra di football, quando mi incrociavano per i corridoi? Dopo avermi sbattuto contro gli armadietti o gettato nel cassonetto della spazzatura mi auguravano sempre di scomparire dalla faccia della terra.”
 
Sebastian sbattè un paio di volte le palpebre, ammutolito. Non sapeva precisamente se dalla forza di Kurt, o dalla nonchalance con cui parlava di quegli anni di bullismo. Sebastian sapeva benissimo che al suo posto, non avrebbe provato altro che rancore e odio. Ma Kurt non poteva essere più diverso: il suo sguardo era puntato davanti, verso quel futuro migliore che, un giorno, sarebbe arrivato.
 
Il telefono squillò, Kurt corse a rispondere, ma fu preceduto da Sebastian.
 
“Pronto? Sì, Aretha, non era uno scherzo di Lopez. Sto davvero facendo da guardia del corpo di Kurt.” Sebastian sorrise al sentire la ragazza ridere dall’altro capo.
“Sì, è qui accanto a me che cerca inutilmente di farmi un buco in testa con il suo sguardo laser. Sai com’è, può essere chiunque e credo sia meglio che non si ritrovi strane sorprese. Sì, orribile. Prego, Aretha, è stato un piacere,” concluse Sebastian passando il telefono a un infastidito Kurt, che subito scappò in camera sua, chiudendo la porta dietro di sé.
 
Lentamente, Sebastian si avvicinò senza fare rumore per spiare metà della conversazione.
 
La voce di Kurt arrivava attutita da dentro la stanza chiusa.
“Mi ha riempito la casa di telecamere. E proprio prima che tu chiamassi stava facendo un buco sulla trave per appendere un suo sacco da boxe. Ma a che gli serve? Non è che sia chissà quanto muscolo… Cedes! No! Ma ti pare? Assol- Mercedes Jones! Non ci posso credere che tu lo stia insinuando… Ovvio che Sebastian non mi piace! Uffa… raccontami di te piuttosto, come sta andando il nuovo disco?”
 
Sebastian lasciò Kurt a strillare in santa pace e finì di attaccare il suo sacco da boxe. Iniziò ad allenarsi lanciando qualche pugno quando suonò il citofono. Kurt, perso nella sua conversazione con Mercedes, non lo aveva udito, perciò Sebastian controllò nelle telecamere e al vedere chi era, corrucciò le sopracciglia. Lo sguardo serio e calcolatore quando aprì la porta a Blaine Anderson.
 
“Sebastian? Cosa ci fai qui? Kurt dov’è?”
 
“Calmati, Blaine. Kurt è nella sua stanza al telefono con Aretha.”
 
“Aretha? E chi è Aretha?”
 
“Mercedes,” interruppe Kurt. “E’ il soprannome che Sebastian le aveva affibbiato al liceo,”continuò a spiegare per poi aggiungere in direzione della sua guardia “mi ha chiesto di salutarti e ti ringrazia per il paragone.”
 
Sebastian inclinò la testa e osservò come Kurt invitava Blaine nel loft, lo faceva accomodare sul divano e gli preparava il caffè.
 
Qualcosa, nello sguardo di Blaine, innervosì Sebastian che si piazzò su una poltrona osservando la scena davanti a sé, ignorando le occhiatacce di Kurt che lo intimavano ad andarsene. Si compiacque nel pensare che Kurt non potesse dirgli nulla: dopotutto, stava facendo il suo lavoro, anche se ciò significava difenderlo dai suoi stessi amici.

Lady Lunete's Corner! Bene... lasciatemi qualche commento, se vi va, a me fa davvero piacere rispondervi! Lo dirò qui e ritenetelo inciso sulla pietra. Blaine Anderson è il mio personaggio meno preferito della serie (e sto parlando per eufemismi) e per quanto concerne Kurt, la Kurtbastian è la mia OTP (altrimenti perchè scrivo tutto questo a fare). Però, visto che non mi va di litigare con nessuno qui su EFP, cercherò di smorzare il fastidio che provo per Blaine il più possibile, stando attenta a non farmi venire i capelli bianchi, s'intende xD
  
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