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Autore: xingchan    28/10/2014    1 recensioni
Quei ragazzi non erano come tutti gli altri.
Costretti ad affrontare minacce, tumulti interiori e pericoli d'ogni sorta, compresero quanto sia orribile il mondo.
Ma anche quanto può essere straordinario, nonostante tutto.
LingXLan Fan, con accenni ad altri pairing.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Greed, Lan Fan, Ling Yao, May Chang, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Capitolo diciassette
 
 
Non credeva di soffrire così tanto, ancora.
Dopo aver fatto ricoverare Greed d’urgenza, aveva scoperto che il misterioso allievo che aveva accompagnato il maestro Fu era niente meno che Lan Fan. La ragazza era stata colpita violentemente da uno dei malviventi contro cui avevano combattuto; ed i medici le avevano diagnosticato numerose fratture alle costole. Di conseguenza, all’angoscia già devastante per il fratello si era aggiunta altra ansia per quella che ormai reputava la sua fidanzata.
Ma se clinicamente parlando lei era fuori pericolo, lo stesso non si poteva dire di Greed. I medici che si erano occupati di lui lo stavano operando già da quattro ore, e sia lui che la piccola May al suo fianco erano ormai sopraffatti dal timore che il loro fratello non avrebbe superato l’intervento.
Estrarre una pallottola da una clavicola non comportava necessariamente la morte, così gli aveva riferito un infermiere che in quel momento assisteva all’operazione. Ma un’attesa così prolungata per una pratica reputata abbastanza sicura comportava solo una cosa: che Greed aveva avuto delle complicazioni.
Era una parola difficile da inghiottire, e di certo non avrebbe smesso di pulsargli in testa: non finché qualcuno si fosse degnato di uscire dalla sala operatoria per informarlo di qualsiasi cosa stesse accadendo lì dentro.
Per fortuna quei malviventi erano stati presi in custodia dalle autorità; anche Lust, anche lei ferita gravemente, non era scampata dal braccio della legge. Poteva andare tutto per il meglio se non fosse stato che Greed stava lottando per la vita a pochi metri da lui e che una volta dimesso lo avrebbero incarcerato per tentato omicidio.
Sospirò, e voltò lo sguardo verso un’affranta May, vedendo riflessa in lei l’immagine del suo dolore.
La bambina, per quanto si sforzasse di non piangere, non riusciva comunque a trattenere qualche lacrima che si ostinava a rotolare via dalle sue guance arrossate.
Almeno lei non doveva assumere sul suo viso una parvenza di tranquillità, pensò il ragazzo.
“Su, dai. Non piangere, May. Lo hai sentito il medico, no? Sicuramente l’operazione andrà bene, e Greed si rimetterà magnificamente. Sai che è una pellaccia!”
Strinse la sorellina a sé, ma quel che ottenne fu solo un peggioramento. La ragazzina pianse ancora più forte, e Ling era certo che da un momento all’altro le avrebbe fatto compagnia.
Per quanto ancora Greed non sarebbe uscito da quella dannata sala operatoria?
Un Fu dall’espressione affranta comparve in fondo al corridoio, e subito la mente di Ling lo ricondusse automaticamente a Lan Fan. Ma se da una parte avrebbe voluto correre da lei per verificare di persona le sue condizioni, dall’altra era condizionato dalla presenza del nonno della ragazza.
Nonostante la chiamata della sera prima avesse fatto nascere la speranza di una riconciliazione fra maestro ed allievo, ancora non osava proferire la prima parola. Il rischio di un’ulteriore rottura era altissimo, ed ora che c’era in ballo anche il suo rapporto con Lan Fan il suo solo desiderio era di andare il più cauto possibile.
Da quel che aveva imparato dalla sua esperienza di allievo, sarebbe stato il maestro stesso a fissarlo se avesse voluto interloquire con lui.
Come a dar sostanza ai suoi pensieri, l’anziano puntò i suoi occhi indecifrabili proprio in quelli del ragazzo. Ma quest’ultimo non si lasciò intimorire. Concludere quelle faccende in sospeso gli premeva quanto l’attesa per suo fratello.
“May, perché non vai a prenderti qualcosa da bere?” spronò il giovane prima di alzarsi in piedi come ad accogliere tacitamente un confronto con lui.
“Cosa... Cosa voleva dirmi ieri sera?” chiese poi Ling con timore, stropicciandosi le mani nervosamente. Aveva tentato di emettere un suono freddo e distaccato, ma come previsto non ci riuscì.
“Avrei voluto scendere a patti con te, ragazzo.” asserì Fu. “Ma dopo quello che è successo a Lan Fan non credo ritratterò quanto deciso; non dopo che ho avuto la conferma che Greed si invischia con gente poco raccomandabile.”
Sebbene fosse stralunato da quell’affermazione, Ling non lasciò il maestro senza repliche.
“Cosa? Greed non c’entra niente con quelli, non direttamente. La colpa è... di nostro padre.” sussurrò con vergogna, immaginando ogni possibile reazione del suo vecchio insegnante.
Fu aveva paura dell’influenza che Greed poteva esercitare su Lan Fan, e Ling reputava la cosa orribilmente assurda. Tanto più che con quell’episodio accaduto la sera prima Greed aveva poco a che fare personalmente.
“Nostro padre cercava qualcuno con cui consolarsi per la perdita delle sue mogli ed è caduto nella trappola di Lust, lasciandosi soggiogare. Ma Greed non è il tipo che si abbandona in questo genere di cose, tanto meno è malvagio...” disse, tentando di ammorbidire la presa di posizione di Fu. “Che è un po’ strano e asociale non lo metto in dubbio, ma ti assicuro che è una persona leale e onesta.”
“Parli in questo modo perché sei suo fratello...”
“Parlo in questo modo perché lo conosco bene.”
Era la prima volta che ribatteva contrariato a qualcosa che il suo maestro di arti marziali gli diceva, e doveva dire che la cosa lo mandava in subbuglio. Ma non poteva fingere di essere d’accordo quando non lo era, soprattutto quando c’era in ballo la reputazione di Greed.
“Non ti ho mai visto così convinto di te stesso, ragazzo.”
Era l’unica affermazione ad averlo lasciato esterrefatto. Non credeva di apparire così determinato ad un occhio esterno al punto di farsi confessare ciò. Si sentì disorientato, ma la cosa peggiore che lo attanagliava era la convinzione che molto probabilmente Fu non gli avrebbe fatto passare liscia quel contrasto riguardo all’ipotesi che aveva del fratello.
“Io... voglio sapere se potrò ancora frequentare il suo dojo...” chiese poi arrossendo.
Voglio? Non ti è bastato fare l’altezzoso in mia presenza ora, pretendi anche che ti riaccetti come allievo?!”
“Beh...”
Confuso, il giovane Yao non seppe più come replicare. Un’altra parola di troppo e il vecchio insegnante non avrebbe mai più accettato di trasmettergli i segreti del combattimento, e perciò preferì tacere. Abbassò il capo, non sapendo neanche se era più opportuno rimanere nello stesso luogo oppure no.
“Va bene.” asserì Fu, ed il ragazzo scattò ad osservarlo, stupefatto. “Ho potuto notare che hai una volontà di ferro, e non mi dispiacerebbe continuare a farti da maestro, ma devo chiederti un compromesso.”
“Quale?” chiese Ling speranzoso.
“Non dovrai più frequentare mia nipote.”
Il sorriso del giovane Yao morì sul nascere.
“Perché?” domandò esasperato il giovane. “Le ho già detto che Greed...”
“Non importa!” tuonò l’anziano.
“Perché non mi ha detto che il combattente con voi era Lan Fan?”
“Perché molto probabilmente non ti saresti concentrato nella lotta.”
Ling trasalì, ma non proseguì oltre. Ne stava cominciando una vera e propria lite, e in un momento tanto delicato era l’ultima cosa che voleva.
“Il signor Yao?”
Il chirurgo era uscito dalla sala operatoria con aria stanca, provvedendo subito a sfilarsi la mascherina ed i guanti sporchi.
Sporchi del sangue di Greed.
“Sì, sono io!” rispose Ling correndo verso di lui. Nell’ansia i suoi battiti erano diventati più frequenti, ma neanche se ne rese conto.
“Suo fratello è fuori pericolo!” sentenziò felice il medico. Ling lo ringraziò mentalmente per averlo detto senza inutili giri di parole. “Abbiamo estratto la pallottola con poca difficoltà, ma ha perso molto sangue ed abbiamo dovuto fargli una trasfusione.”
“Posso vederlo?”
“Per il momento meglio di no. È ancora sotto sedativi, e non vogliamo che durante il risveglio si affatichi troppo. Ma può stare tranquillo, ragazzo! Può tornare fra qualche giorno.”
Gli diede una calorosa pacca sulla spalla e si volse, ritornando verso la sala operatoria.
“Sta meglio?” chiese Fu dietro di lui.
“Sì. Non vedo l’ora di rivederlo!”
“Io ritornerei da mia nipote, ora.” riprese il vecchio insegnante. Ma Ling lo fermò. Anche se era suo nonno, non aveva il potere di cancellarla dalla sua mente. Ma volle andare incontro a Fu con il capo chino, in modo che almeno quella proposta sarebbe stata accettata.
“Posso avere il permesso di vederla una volta soltanto? Vorrei… dirle addio...”
Quella parola gli fece male quanto una stilettata in pieno petto. Ma non aveva intenzione di mettere a repentaglio ancora una volta la fiducia che il maestro Fu riponeva in lui. Lui aveva fatto lo stesso con lui, quando decise di insegnargli le arti marziali, e per non incorrere nelle sue ire avrebbe rinunciato a Lan Fan, suo malgrado.
A dirla tutta, gli sembrava di non capire più niente. Perché lo stava facendo?
“Va bene, un solo pomeriggio però. Puoi decidere tu quando.”
In tutto quel marasma di sentimenti contrastanti, Ling riuscì a allargare appena le labbra, per poi cadere un’altra volta nel suo incubo ad occhi aperti. Aveva rimandato non sapeva quante volte quell’incontro, perché avrebbe voluto che quel pomeriggio non fosse mai arrivato, cosicché non ci sarebbe mai stato un addio.
Ma per quanto potesse bramare che il tempo si fermasse, non ne aveva purtroppo il potere.
 
***
 
Nei giorni che seguirono, Wu venne a conoscenza di tutti i dettagli. Lust si riprese nel giro di poche settimane ma l’uomo non fece nulla per provare a ricontattarla. Era confuso, non sapeva se sentirla ancora avrebbe comportato ulteriore scompiglio nella sua vita. Senza contare che ora era accusata di tentato omicidio, proprio come poco tempo prima lo era Greed. Grazie alle testimonianze di Dominic e Paninya, il giovane fu sollevato dall’accusa. Ma contrariamente a quanto avrebbe voluto Ling, non si seppe più nulla della banda di malviventi che rapirono May quella sera. Le sue proteste al fine di saperne di più non furono ascoltate, tanto meno poté scoprire come faceva l’uomo in bianco ad emettere tutta quell’energia.
Ma non era di quello che Ling voleva preoccuparsi in quel momento.
Era la prima volta che andava a trovare suo fratello in ospedale, e francamente si sentiva nervoso. Greed era il tipo di ragazzo che odiava farsi vedere indisposto, e spesso preferiva stare chiuso nella sua camera per giorni; sperava solo che non avesse fatto storie anche con gli infermieri.
Ling si era prevenuto portandogli, invece di fiori, solo il libro che sapeva, Greed stava per terminare.
“Come stai?”
“Come dovrei stare? Mi sento... indolenzito... ed imbottito di farmaci.”
Ling lo squadrò con aria triste: cosa non avrebbe dato per vederlo esplodere di energia.
“Comunque spero di poter uscire entro un paio di giorni.”
“Non puoi!”
Greed ridacchiò divertito, sebbene quel movimento gli procurava dolore.
“Voglio farti una domanda! Com'è... dall'altra parte?”
Greed lo osservò fra lo stranito e l’incuriosito. Non che non si aspettasse domande del genere al fratello, ma chiederglielo così, con quella punta pesantemente malinconica nella voce, lo fece rabbrividire.
“Tutto rosso come il fuoco, e nero come la pece. E ci sono tante belle ragazze...” lo disse giusto per tirarlo su di morale, ma Ling non sembrò gradire.
“Con te non si può fare un discorso serio, eh?”
“Ma con me hai fatto un sacco di discorsi seri...” puntualizzò Greed. “Per esempio, quello su Lan Fan appena l’hai conosciuta, o quella volta...”
“Va bene, piantala!” lo interruppe Ling. Nonostante il suo tono giocoso, non voleva toccare quel tasto dolente per lui. Non per il resto di quella giornata, almeno.
“Fra tre giorni ci sarà la recita di May...”
“Lo so...” rispose Greed atono. Dalla sua espressione traspariva chiaramente che ne era dispiaciuto. Ma ancora non riusciva a muoversi senza ricevere delle forti fitte provenienti dalla spalla. “Ci teneva molto che io assistessi, dovrò deluderla come ha fatto papà...”
“No,” rispose il minore “tu glielo hai promesso ed avevi intenzione di andarci sul serio. È stato il corso degli eventi che ti ha impedito di assistere. May lo sa: fidati.”
“A proposito: papà ha chiamato?”
“No, è ancora via.”
 
***
 
Nel frattempo, il Natale si stava avvicinando. I preparativi diventavano via via sempre più intensi: ad ogni giorno che passava le strade si riempivano di gente sempre più carica di pacchetti regalo da mettere sotto l'albero, in attesa della notte della Vigilia.
Tuttavia, l'umore di Ling non era in sintonia con l'atmosfera che lo circondava. Si era organizzato per avere quel pomeriggio libero, così da chiudere per sempre i rapporti con Lan Fan. In quel lasso di tempo si era dato mille volte dello stupido.
Perché lo aveva fatto? Per non perdere entrambi, si giustificò, per poter frequentare ancora il suo maestro che oramai era una sorta di nonno anche per lui. Se avesse continuato a pretendere di frequentare Lan Fan, senza ombra di dubbio Fu gli avrebbe negato anche i suoi insegnamenti.
E così, si era ritrovato senza un perché a cercare un regalo per lei affinché lo custodisse in ricordo, come un qualsiasi ragazzo che doveva farsi perdonare per qualche pecca commessa.
Il problema era che non c'era nulla per cui farsi perdonare. Magari sarebbe stato così semplice.
Se solo tutta quella situazione non si fosse creata, se solo non avesse voluto fare amicizia con Lan Fan nessuno dei due ne avrebbe sofferto. Perché sapeva che Lan Fan era addolorata quanto lui della decisione presa da Fu. Era molto probabile che non avrebbe accettato nulla da lui.
Quel pensiero lo fece fermare nel bel mezzo di un fiume di folla, e lo fece retrocedere.
 
***
 
Oramai, non sapeva più per quanto tempo era relegata in ospedale. Aveva perso la conta dei giorni, purtroppo, ed il telefono non era con lei.
Per la prima volta, Lan Fan non fu pienamente cosciente del tempo che passava. Vedeva solo il giorno e la notte che si alternavano, il sole levarsi e calarsi come se fossero al rallentatore. La mente completamente occupata da poche parole del nonno.
“Vedrai Ling Yao solo una volta ancora.”
Ed il cuore si frantumò. Aveva chiuso gli occhi, desiderando di morire in quel preciso istante.
Dopo alcuni giorni seppe che anche Greed era ricoverato. E decise di andare a vederlo. Non sapeva cosa la spingesse a fargli visita: dopotutto, avrebbe potuto ignorarla, e lei avrebbe fatto una pessima figura.
Il fatto era che aveva bisogno di vedere qualcuno che fosse esente da pregiudizi, e che non gli ricordasse direttamente suo nonno.
Si vestì con semplici jeans e maglietta, faticando a causa dell’ulna incrinata.
Quando bussò lievemente alla sua porta, sentì un pungente timore che le attraversò veloce la testa, ma scemò subito, non appena sentì la voce atona di Greed che invitava ad entrare.
“Ciao.” disse lei. “Scusami, Greed, ma avevo bisogno di compagnia... Se non ti va posso anche andarmene...”
“No, puoi... restare...”
Il giovane rimase molto colpito nel vederla lì. Soprattutto, non sapeva per quale motivo era lì solo per un braccio fratturato. Tuttavia, le indicò gentilmente una sedia su cui accomodarsi, scambiando con lei alcuni piccoli convenevoli prima di proporle di giocare.
“Ho giusto delle carte francesi che mi ha portato Ed l’altro giorno!” sentenziò per metterla a suo agio.
“Purtroppo non so giocare...”
“Te lo insegno io, se vuoi.”
E così passarono gran parte della giornata in questo modo, liberandosi dal mondo e dai brutti pensieri.
Fecero finta che gli ultimi eventi non fossero mai esistiti, che al mondo ci fosse solo una cosa importante, almeno per quel giorno: pura e semplice amicizia.
 

 
   
 
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