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Autore: Underground_    28/10/2014    0 recensioni
Shae non sapeva cosa l'aspettava quando ha conosciuto Brandon e ora non può più tornare indietro.
E voi sareste pronti a fuggire pur di non ferire chi amate?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprì gli occhi. Un viso dolce mi guardava, era tanto familiare eppure io non riuscivo a riconoscerlo… mi accarezzava le guance con le sue mani enormi.
“Ciao piccola Shae… benvenuta al mondo!”
Benvenuta al mondo?! Cosa significava!? Alzai una mano per cercare di allontanarla e notai che era piccola come quella di una neonata. Cosa mi stava succedendo!? Dov’ero e chi era quella donna che mi stringeva tra le braccia?! Avevo paura e, al contempo, ero calmissima. Cos’era quello strano suono? Chi stava ridendo? Girai il viso paffuto e vidi un altro viso, maschile. Gli occhi che sembravano aver visto i secoli passare, il corpo giovane ed aggraziato. Vidi i loro volti cambiare e diventare spaventati, la stretta delle mani della donna sul mio corpo si affievolì e io vidi nei riflessi delle loro iridi che stavo svanendo nel nulla. La mia mano che diventava trasparente e si disintegrava in tanti piccoli frammenti voltanti che, insieme alle schegge che componevano quello che prima era il mio corpo, si staccavano e scomparivano. Una parola si era posizionata sulla punta della mia lingua: “genitori”. Quindi erano loro…loro erano i miei veri genitori…sapevo di essere stata adottata, me ne ero resa conto crescendo che ero completamente diversa sia dall’ uomo che chiamavo papà sia dalla donna che chiamavo mamma. Loro erano entrambi biondi, sembravano due dei greci usciti da un libro. Io ero alta si, ma avevo i capelli scuri e sembravo un nonnulla in confronto a loro.
Il sogno continuò. Mi trovavo nella mia camera da letto nella casa dei miei genitori adottivi. Mia madre era entrata con il viso rosso di rabbia e preoccupazione, mi stava sbraitando contro.
“Hai superato il limite oggi! Ti rendi conto?! Sono le otto di sera! Non ti azzardare mai più a sparire senza avvertire!”
Io ero in lacrime, i sensi di colpa fino alle punte dei capelli. La vidi avvicinarsi e sedersi affianco a me nel piccolo letto.
“Non farmi mai più una cosa del genere… non puoi neanche immaginare quanto mi sono spaventata…”
Mi abbracciò, i suoi capelli profumavano di miele e cadevano soffici sulle spalle. Le sue braccia forti che erano la mia ancora di salvezza. Non mi chiese dov’ero stata perché non ne ebbe il tempo e io sparì nuovamente.
Quando aprì nuovamente gli occhi mi trovavo nel bosco in cui ero stata trasformata. Tutto sembrava stranamente troppo calmo. Non si sentiva un suono, la terra sembrava aver perso ogni colore. Io indossavo i vestiti di quel giorno, ma non avevo nessun morso addosso; da lontano vidi un ombra avvicinarsi a me: era enorme, con fattezze umane. Ricordavo in modo poco chiaro quella figura, ma, riuscendo a vederne solo l’ombra, non riuscivo ad identificarla. E poi tutto avvenne: l’ombra dell’uomo divenne l’ombra di un animale, un lupo che uscì da dietro un albero avvicinandosi acquattato come per puntare una preda. Feci un passo indietro, poi un altro. Più io andavo indietro più lui si avvicinava; continuai ad arretrare finché non inciampai e caddi a terra e lui mi fu addosso. Le fauci spalancate, i denti aguzzi, il suo maestoso corpo addosso e…


Mi alzai di scatto, il sudore ad imperlarmi la fronte: solo uno stupido incubo, un orribile incubo. Dalla finestra entrava la fredda luce della luna. Era notte… per quanto avevo dormito? Che ore erano? Da quanto tempo mi trovavo in quella stanza? Il giorno del morso mi sembrava così distante eppure così vicino…come avevano fatto a trovarmi e chi erano quei ragazzi che si erano presentati a me quando mi ero svegliata la prima volta? Non avevo fame, ne sete, ma mi sentivo profondamente spossata e stanca. Di sicuro a quell’ora tarda nessuno era sveglio tranne me così decisi di tornare a dormire: le mie mille e mille domande avrebbero dovuto aspettare il giorno dopo per ricevere una risposta.
   
 
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