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Autore: libera88    28/10/2014    2 recensioni
"Felicity uscì dal covo, era uno zombie, la luce del giorno le dava fastidio perché dentro aveva il buio, era distrutta, stava perdendo per colpa sua l’amore della sua vita, l’unico uomo che abbia mai amato veramente e per il quale avrebbe dato tutta se stessa." ...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si guardarono negli occhi per qualche istante, poi Felicity si riprese dall’incredulità del momento
-Entrate forza…-
-Grazie Felicity – fece Diggle che poi continuò
-Oliver ha ancora la febbre e dovrebbe riposare ed inoltre non si regge in piedi-
-Portalo in camera mia Diggle, di là in fondo al corridoio-
-Non ce n’è bisogno Diggle, mi basta una sedia – gli fece Oliver – non voglio creare disturbo, riesco a resistere in una sedia, ho passato di peggio –
-ma ora non sei più nel “peggio”, le cose possono andare diversamente  e dal momento che sei venuto qui si fa come diciamo noi – gli rispose Felicity
Oliver a quelle parole rimase colpito, effettivamente nessuno si era mai preoccupato di farlo star meglio del necessario e loro erano li che facevano esattamente quello senza che lui glielo avesse chiesto; Diggle era veramente come un fratello per lui e Felicity, beh Felicity era qualcosa di veramente importante per lui e se ne stava rendendo conto come se si fosse tolto la nebbia dagli occhi che aveva tenuto per troppo tempo, molto probabilmente per non vedere e poi invece tutto diventò chiaro nel suo cuore.
 
Diggle seguì il corridoio e portò Oliver in camera, seguiti da Felicity che li aiutò.
Dopo aver sistemato Oliver..
-Io vado – disse Diggle – per ogni emergenza chiamatemi
Oliver fece un leggero cenno con la testa per rassicurarlo e con lo sguardo lo ringraziò di averlo accompagnato lì
-Non farmene pentire- gli rispose Diggle avendo capito
-Ti accompagno- gli disse Felicity
 
Quando furono davanti alla porta d’uscita…
-Ha insistito che lo portassi qui, altrimenti sarebbe venuto da solo-
-Non ti preoccupare Diggle, è tutto apposto, me ne occupo io-
Diggle guardò Felicity con due occhi dolci, da fratello maggiore e le disse
-Felicity non è colpa tua quello che è successo, non devi sentirti in colpa-
-Diggle sono successe molte cose ultimamente tra me e Oliver, e se io non mi fossi comportata da “egoista” invece di pensare anche a come si sarebbe potuto sentire lui, lui ora non avrebbe rischiato di morire-
-Felcity non sei stata egoista, hai cercato di andare avanti e lui ha preso la sua decisione l’altra notte, poteva scegliere di chiamarci ma non l’ha fatto –
- Hai ragione Diggle ma non riesco a toglirmi la convinzione che se mi fossi comportata diversamente forse tutto questo non sarebbe successo –
-D’accordo Felicity ma sappi che non la vedo nel tuo stesso modo, ti voglio bene e ne voglio anche a lui e nessuno dei due merita questa situazione quindi prendi questo tempo come un opportunità per chiarirvi-
-Lo farò Diggle, grazie, sei veramente speciale, ti voglio bene – e si abbracciarono come due fratelli
-Ora vado, chiamami se hai bisogno-
-Grazie ma non sarà necessario- disse sorridendo e Diggle rispose al sorriso e uscì
 
Felicity chiuse la porta e si appoggiò un attimo ad essa e pensò al da farsi ma sapeva bene cosa in realtà doveva fare, occuparsi di lui e delle sue cicatrici, specialmente quelle dell’anima; era stanca vederlo soffrire e si promise che non sarebbe più successo, la sua vita gli aveva già dato abbastanza sofferenze.
Si diresse verso la camera e quando arrivò si appoggiò allo stipite della porta e guardò Oliver e lui rispose allo sguardo
-Come ti senti?- gli fece lei
-sono stato meglio ma anche peggio- rispose sorridendo e poi continuò – se ti avvicini non mordo mica –
Felicity sorrise e si avvicinò e avvicinandosi vide che stava sudando parecchio e così gli mise la mano sulla fronte
-Oliver hai la febbre alta e la maglietta è fradicia, dovresti toglierla...-
-Non ti preoccupare, resisto-
-No Oliver, non devi resistere, non devi più farlo, devi imparare a chiedere aiuto perché alcune persone vogliono il tuo bene e non lasciarti sopravvivere e basta- disse Felicity con un tono arrabbiato e obbligandolo a togliersi la maglietta tutta bagnata di sudore per la febbre.
Oliver rimase sorpreso da quella strana rabbia che aveva messo nella frase, non si aspettava di contare qualcosa per alcune persone, soprattutto sperava che tra quelle persone ci fosse anche lei.
 
Nel frattempo Felicity si avvicinò al caminetto che aveva in camera e lo accese, poi prese una coperta dall’armadio e la distese sopra a Oliver: Oliver guardò tutto sorpreso quei gesti pieni d’amore che nessuno aveva mai fatto per lui
-Grazie Felicity, ma non sei obbligata a fare tutto questo, perché non mi chiedi perché ho voluto venire qui? In fondo non ti aspettavi questa visita –
-Quando ho ospiti in casa è normale farli sentire a proprio agio- Felicity cercava di dirgli che non lo stava trattando diversamente da come farebbe con altre persone a cui vuole bene ma Oliver, avendo visto le registrazioni, sapeva che lei si sentiva in colpa per l’accaduto e non voleva assolutamente che si sentisse così perché era solo colpa sua se era uscito senza aiuto, certo era arrabbiato ma non era una motivazione valida per agire inconsciamente come aveva fatto.
Oliver comunque non mollò il discorso..
-Felicity non è stata colpa tua – le disse semplicemente fermandola per il polso mentre sistemava la coperta e costringendola a guardarlo
Felicity al tocco della mano Oliver perse un battito, era da tanto che non si toccavano, da quel bacio, e in lei si risvegliò quella sensazione, lo amava.
-Oliver dovevo comportarmi diversamente con te e non l’ho fatto, volevo solo andare avanti ma facendolo non ho pensato a come saresti stato tu e così ho fatto un casino e questo è il risultato- disse guardando l’addome dove aveva la ferita
-Felicity ti avevo allontanato io e non ho mai chiesto  il tuo parere e tu non potevi far altro che continuare a vivere, hai fatto bene, l’altra sera ho agito da stupido e non dovevo ma NON E’ COLPA TUA- le disse scandendo bene le ultime parole
Felicity vide che si stava agitando e viste le sue condizioni non le sembrava il caso di continuare e così.. – Oliver, va bene, ne riparliamo più tardi, ora devi riposare, per il tuo bene e per il mio cuore, ti prego riposati – gli disse Felicity sorridendo dolcemente e rimboccandogli la coperta
-Resterai qui? – le chiese Oliver
-Certo, dove vuoi che vada, prima vado a prepararti una tazza di thè caldo-
Oliver le sorrise – Grazie..- Felicity gli rispose con un altro suo sorriso.
 
Felicity andò in cucina a preparargli il thè, ancora non ci credeva ad avere Oliver nel suo letto ma così era e stava male e lei si sarebbe presa cura di lui, lo amava e in quei giorni aveva capito che per la felicità di lui avrebbe dato  la sua vita perché senza di lui si sentiva vuota e con un pezzo mancante.
Fatto il thè tornò in camera ma quando vi entrò si accorse che Oliver si era addormentato, un sonno profondo, doveva essere veramente sfinito, penò tra sè e sé, si avvicinò a lui, appoggiò la tazza sopra al comodino ed guardandolo con dolcezza gli accarezzò il viso… quanto era bello, forte ma anche fragile, sembrava un bambino mentre dormiva… Felicity però sentì che la sua pelle era fredda, tremava dal freddo,  aveva la febbre alta e il corpo di Oliver aveva necessità di scaldarsi presto per far scendere la temperatura.
Così senza perdere tempo, alimentò con altra legna il caminetto, si tolse i vestiti, rimase in slip e reggiseno e salì sul letto, si distese accanto a lui, si aggrappò a lui in modo da dargli il più calore possibile e rimase lì, a vegliare su di lui…Lo avrebbe fatto per sempre…
 
 
Eccoci qua con un altro capitolo… spero sia di vostro gradimento… Chissà se Oliver si sveglierà… mah… lo vedremo nel prossimo capitolo…
Grazie mille infinite per le recensioni, opinioni… Un bacio, alla prossima…
 
 
  
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