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Autore: Tris Bradbury    29/10/2014    2 recensioni
(AU!Verse) Dean e Sam Winchester vivono a New York, nel vecchio appartamento che il padre, prima di morire, aveva lasciato al figlio minore. Una sera Dean decide di andare a divertirsi in un pub, e complice l'alcool sale sul palco per partecipare alla serata karaoke. Insieme a lui canta un ragazzo che non conosce, ma che pian piano entrerà nella sua vita, Castiel.
Destiel!, accenni Sabriel!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Capitolo non completamente betato, ma... volevo farvi contente. Questo è l'ultimo capitolo pronto che ho, per gli altri dovrete aspettare che Calliope mi dia l'ispirazione.
Sul serio, ho una crisi mistica dello scrittore. Ho in mente i fatti, ma ho paura di correre troppo.
Chi vivrà vedrà, no?

Ci vediamo a fine capitolo, Bitches!

{Tris}




-Cas? Sei in casa?
Dean entrò nell’appartamento di Castiel dopo aver suonato il citofono tre volte, tanto che Gabriel era dovuto uscire esasperato per aprirgli il cancello, ed aver trovato le chiavi sotto lo zerbino ("Che cliché" aveva pensato).
Era tutto buio, fatta eccezione per una piccola luce in fondo al corridoio a destra che Dean si ritrovò davanti. Si erano dati appuntamento alla tavola calda circa un’ora prima, ma Cas non aveva chiamato, e Dean si era preoccupato. Percorse la distanza che lo separava dalla lucina, e varcò la soglia di quella che sembrava la camera di un bambino. Su una poltroncina, alla sua sinistra, il Winchester trovò Castiel che sonnecchiava placidamente, con in braccio un bambino paffuto e biondo, che si succhiava il pollice e lo fissava con insistenza con i suoi grandi occhi azzurri, simili a quelli del suo ragazzo (ancora doveva abituarsi a quell’insieme di parole, il suo ragazzo).
Il piccolo schiuse le labbra, appena focalizzò Dean, togliendosi il dito dalla bocca, ed allungò le braccia per farsi prendere, ridendo, rischiando di far svegliare Castiel. Così il ragazzo prese in fretta in braccio il bambino, stando attento a non fare rumore, e cominciò titubante a dondolarlo, canticchiando “Sweet child o’ mine” dei Guns’n’Roses. Sembrò funzionare, il piccolino infatti sbatté un paio di volte le ciglia cispose, poi sbadigliò agitando le manine. Dean lo mise nel lettino, per poi prendere una coperta e posarla su Castiel, lasciandogli un bacio sulla fronte.
Stava per andarsene, quando sentì un rumore alle sue spalle. Il bambino mugugnava infastidito, stava certamente per mettersi a piangere. Dean non ci pensò su due volte, tornò indietro e prese di nuovo il piccolo fra le braccia.
-Vuoi stare zitto?- sussurrò, toccandogli il nasino con l’indice.- Zio Castiel sta dormendo, non dobbiamo disturbarlo.- e si spostò in soggiorno, sedendosi sul divano, sistemandosi il pargoletto sulle ginocchia.
Osservò attentamente  il nipotino di Cas. Aveva i capelli biondo chiaro, le guance piene e gli occhi azzurri, ma non come quelli di Castiel, come aveva pensato prima. Avevano anche del verde, ed inspiegabilmente, del marrone, come lo zio Gabriel.
-Te lo troviamo un nome, uh?- il Winchester piegò la testa di lato. –Che ne dici di… Jacob?- ridacchiò. –No, fa troppo Twilight.- si grattò la testa pensieroso. -… no, piccolo, non mi viene in mente nulla, per ora.- gli fece il solletico sul pancino scoperto dalla magliettina blu.

Castiel si svegliò alle sette del mattino, di soprassalto. Trovandosi senza il nipote in braccio andò nel panico, senza nemmeno curarsi di avere una coperta addosso. Stava per chiamare la polizia, quando arrivato in soggiorno per prendere il telefonino trovò Dean sdraiato sul divano, addormentato, con il caro nipotino appoggiato sullo sterno, che sonnecchiava. Rimase quasi commosso da quella visione.
-Dean… svegliati.- lo scrollò appena. Dean socchiuse gli occhi, poi sbatté le palpebre velocemente. Mosse appena le spalle, borbottando. –Che ore sono?- biascicò, piegando la testa di lato, guardando Castiel in pigiama e pensando che fosse perfino più carino.
-Le sette… e un quarto.- guardò sull’orologio appeso al muro. –Che ci fai qui?-domandò poi, corrugando la fronte.
-Tu non rispondevi al cellulare, ero preoccupato … il bambino stava per svegliarti … - borbottò, con la voce ancora impastata dal sonno, dicendo cose sconnesse.
-Ho capito, ti serve il caffè.- rise allora Castiel, e prese delicatamente in braccio il nipote, riportandolo nel lettino per fargli continuare il suo sonnellino. Tornò dopo un po’, e Dean non si era ancora mosso dal divano.

-Ezekiel.- disse dopo un po’ Dean, con la bocca piena dei pancake che Castiel gli aveva preparato.
-Che?- l’altro lo fissò perplesso, alzando gli occhi dal giornale.
-Tuo nipote. Potresti chiamarlo Ezekiel.-spiegò, dopo aver preso una forchettata di uova dal piatto.
-Quando ti è venuta in mente questa brillante idea?- ridacchiò, mentre toglieva la posata dalle dita del ragazzo e prendeva un boccone anche lui di colazione.
-Stanotte, mentre cercavo di far appisolare la creaturina.- si massaggiò distrattamente il braccio. –Quel divano è la cosa più scomoda sulla quale abbia mai dormito.- si lamentò dopo un po’, scrocchiando il collo.
-Avresti potuto usare il letto.- gli fece notare il padrone di casa, tirando via il piatto ormai vuoto da sotto gli occhi di Dean per metterlo nel lavello. Il Winchester si alzò e abbracciò Castiel da dietro, appoggiando il mento sulla sua spalla.
-Non sarei mai riuscito ad addormentarmi, sapendoti nella stanza accanto.- gli sussurrò all’orecchio, e Castiel, sentendo il suo alito caldo sul collo, percepì una morsa allo stomaco, oltre alla sua crescente eccitazione.
-Sei sempre così dolce e tenero al mattino?- domandò Cas, voltandosi e prendendosi il primo vero bacio della giornata, soffermandosi qualche secondo sulle sue labbra, per poi avventarsi sul suo collo, lasciando piccoli segni rossi al suo passaggio.
Dean ansimò rumorosamente, per poi bloccarsi, pensando per un attimo che Sam avrebbe potuto sentirli. Ma ricordandosi che non era a casa sua, ma in quella di Cas, si rilassò, mentre si lasciava sfilare la maglietta nera dei Black Sabbath che si era messo la sera prima, e tirando su il ragazzo sul bancone della cucina, facendolo sedere.
-Ieri sera mi sono preoccupato così tanto…- mormorò Dean all’orecchio del suo ragazzo, mentre infilava le mani all’interno della sua casacca del pigiama azzurro a righe, sentendo la sua bocca mordergli il lobo, intrecciandogli le braccia intorno al collo.
-Dovrei addormentarmi più spesso per mettere a letto Zeke, allora…- Castiel si lasciò scappare un gemito, non appena Dean cominciò a disegnare ghirigori con le dita sulla sua schiena tatuata.
Un tonfo proveniente dal piano di sotto fece sobbalzare il Winchester, seguito da altri, più o meno della stessa intensità.
-Cos’è stato?- domandò, e Castiel chiuse gli occhi, serrando le labbra. Dopodiché scoppiò in una fragorosa risata, probabilmente non riuscendo più a trattenersi.
-Non di nuovo!- Cas si affrettò ad infilare le terrificanti ciabatte che aveva di fianco alla porta d’ingresso e ad uscire, imboccando le scale che portavano al piano inferiore. Dean si limitò ad inseguirlo, fortunatamente aveva ancora addosso le scarpe.

Arrivato di fronte all’appartamento di fronte a quello di Gabriel, Castiel bussò alla porta, per poi entrare come se nulla fosse. Il Winchester si limitò a restare sull’uscio, sbirciando all’interno, mentre Cas vagava tranquillamente in boxer e parte superiore del pigiama aperta.
-Balthe! Puoi evitare di fare tutto questo maledettissimo rumore quando fai sesso?- disse, battendo con forza su quella che Dean riteneva fosse la porta della camera da letto. Castiel, dopo essersi sistemato il colletto del pigiama con un gesto fluido,chiuse la porta d’ingresso, afferrò la mano del fidanzato e lo trascinò di nuovo in casa sua per continuare da dove si erano interrotti.



Eccomi! Spero vi sia piaciuto, sebbene non ne sia completamente soddisfatta. Non penso ci sia molto da dire su questo capitolo. Quindi... uhm, speriamo nel ponte del primo Novembre.

{Tris}

 
  
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