Era giunto
un giorno molto importante per James. Infatti il ragazzo avrebbe dovuto
sostenere il provino per diventare Cercatore.
Era molto,
ma molto teso: aveva sognato da molto questo momento, già si immaginava volare
su una bellissima scopa, con il vento tra i capelli arruffati, e afferrare
gloriosamente il boccino!
I provini
si sarebbero dovuti svolgere in un pomeriggio molto piovoso, e James voleva
davvero mettercela tutta. Sirius era già un battitore da poche settimane, ma
non aveva mai giocato; infatti la partita, una delle più importanti, Grifondoro
contro Serpeverde, si sarebbe svolta entro due settimane dai provini per il
Cercatore.
Il ragazzo
dai capelli corvini, spingendosi gli occhiali sul naso, si recò al capo di
Quidditch. Il tempo di mettere piedi fuori dal castello e già era fradicio per
la pioggia; si scostò i capelli appiattiti sulla fronte, e risoluto entrò nel
campo.
Ad
aspettarlo c'erano soltanto quattro persone: Williams, il capitano, una ragazza
piuttosto bassa dai lunghi capelli biondi, occhi neri come il carbone dal
taglio orientale e braccia nervosamente incrociate al petto. E tre aspiranti
Cercatori, due dei quali erano davvero smilzi e mingherlini. Uno di loro
picchiettava nervosamente il piede sul prato, aspettando James.
"Alla
buon'ora, James Potter" mormorò Williams, avvicinandosi al ragazzo.
"Su, iniziamo subito, altrimenti rischiamo di trovarci sepolti in una buca
scavata dalla pioggia" disse nervosamente. "Uno alla volta. Maddison,
inizia tu"
Uno dei
ragazzi mingherlini si fece avanti.
"Sali
sulla scopa" - gli indicò una Comet accanto a lei - "Io libero il
boccino. Attento alla pioggia... del resto, un buon Cercatore deve saper
resistere anche alle intemperie".
Quando il
ragazzo spiccò il volo sulla Comet, Williams liberò il boccino.
Il ragazzo
rischiò più volte di cadere dalla scopa; il manico era piuttosto scivoloso, e
lui non era del resto stabile. Quando finalmente dopo una serie di
"acrobazie" riuscì a prendere il boccino, tornò a terra, e Williams
strinse le labbra, anche se quel gesto si poteva appena vedere a causa della
pioggia fitta.
"Ehm...
ok, Maddison" disse il capitano, strizzandosi i lunghi capelli. "Ora
vediamo gli altri".
James fu
l'ultimo: gli altri due aspiranti Cercatori se la cavarono abbastanza bene,
soprattutto un ragazzo del secondo anno di nome Tony Day. Quando fu il turno di
James, il ragazzo, davanti a una Williams ormai scoraggiata, salì sulla scopa e
afferrò in poco tempo il boccino. Non si era mai sentito tanto bene, e la
pioggia non faceva certo diminuire quella sensazione. Si sentiva libero, libero
di fare tutto quello che voleva.
Quando
scese Williams fece una cosa che non faceva da molto tempo: annuì,
incoraggiante. Si passò una mano sugli occhi, come per liberarsi dalla pioggia,
poi disse:
"I
risultati... beh, non saprei giudicare ora. A dir la verità un'idea ce l'avrei,
ma è una decisione importante, perciò credo che per domani lo saprete".
La ragazza
congedò i quattro con un cenno della mano. James si diresse verso il castello,
felice. Il provino era andato. Non rimaneva che aspettare il responso.
All'improvviso
James sotto la pioggia notò qualcosa. O qualcuno? Un qualcosa che si muoveva
dietro lo spogliatoio del Quidditch.
"Ehi!"
gridò, sovrastando il rumore della pioggia.
La sagoma
si fermò un attimo, poi iniziò a correre verso il castello. Nella pioggia, il
ragazzo riuscì a distinguere solo una cosa.
Qualcosa di
rosso che entrava velocemente dalla porta di Hogwarts.
James
spinse il portone, che si aprì, cigolando, e entrò nell'atrio. Si guardò
intorno, ma non vide nessuno. Nessuna chiazza rossa.
Un abito?
Dei capelli?
O solo uno
scherzo della sua immaginazione?
Non ebbe
tempo per riflettere ancora, perchè fu praticamente travolto dal suo amico
Sirius.
"Allora?
Come va? Come ti senti? Sei stato grande, amico! Bagnato, eh?" disse
ridendo il ragazzo, battendo una serie di pacche sulla spalla di James.
"Se
continui così" iniziò James, fingendo una voce strozzata "Non
arriverò alla prossima partita".
"Ti
hanno preso?" chiese Peter, apprensivo come sempre.
"No..
non ancora" disse James, sghignazzando.
A questo
punto arrivò Remus di corsa "Sei stato grande, James" disse. "Abbiamo
visto tutto dalla finestra. Adesso andiamo, sta arrivando il professore di
pozioni. Dovremmo essere nei nostri dormitori!"
James
annuì. "Sì, mamma" disse ironicamente, poi i quattro si avviatono
verso il dormitorio, ridendo e scherzando tra loro.
Una figura
esile si mosse leggermente nell'ombra. Si tappò la bocca con una mano bagnata.
"Come
mi è saltato in mente.." si rimproverò tra sè e sè. Scosse i lunghi
capelli rossi, diffondendo goccioline di pioggia sul tappeto.
Lily
sospirò, non appena i quattro se ne furono andati. Spalancò i grandi occhi
verdi, e scosse la testa.
Aveva
voluto a tutti i costi assistere al provino di James, era come se una forza
invisibile l'avesse trascinata al campo.
Ma
perchè?
Il
giorno dopo...
"Sapevo
che ce l'avresti fatta, campione" disse Sirius, scompigliando
scherzosamente i capelli a James.
Il ragazzo
era ancora un po' stordito; appena entrato nel dormitorio, dopo aver preso un
bel voto all'interrogazione di Trasfigurazione, era stato accolto da stelle
filanti, scintille rosso-oro nell'aria e stendardi di Grifondoro.
"Ok,
ragazzi, non è la prima volta che prendo un bel voto" si pavoneggiò
scherzosamente James.
Però subito
Sirius si precipitò da lui, seguito a ruota da Remus e Peter. "Amico... ce
l'hai fatta!"
James
all'inizio non capì; poi vide sulle pareti delle sue foto animate che
afferravano il boccino... le grida, gli esulti...
Allora
afferrò.
"Ce
l'ho fatta?" fu la prima cosa che disse.
Remus
annuì, incoraggiante, e subito fu sbalzato via da un'esuberante Tanya Williams
che si precipitò da lui. "Congratulazioni" disse rapidamente,
stringendogli la mano e infilandogli una specie di ghirlanda di boccini di
pezza al collo. "Agli allenamenti, domani, alle sei del pomeriggio"
gli fece l'occhiolino, poi si allontanò e tornò a scherzare con un paio di
amiche.
Sirius gli
diede una gomitata nel fianco "Ma come, conoscevi una tipa così e
non me l'hai presentata?" senza dargli il tempo di rispondere gli fece
un'altra domanda. "Non noti l'assenza di qualcuno?"
James si
guardò intorno. "No... chi?"
La risposta
arrivò immediatamente, evidentemente la bocca era più veloce degli occhi.
Lily Evans,
non era lì.
James fissò
per un po' di tempo la porta del dormitorio femminile; poi scosse la testa, mormorando
tra sè e sè un "Machetenefrega", anche se il suo cuore non diceva
esattamente la stessa cosa, e tornò a scherzare con i suoi tre amici.
Lily, stesa
sul letto del suo dormitorio, si asciugò una piccola lacrima.
Che mi
è preso? Perchè sono andata lì?
Starnutì,
per tutta la pioggia presa, poi si mise a sedere sul letto, tendendo l'orecchio
ai rumori in dormitorio. Aveva convinto Jade e Karen, dicendo loro di avere mal
di testa forte, ed era rimasta lì. Ma forse non era stata una bella idea.
Da soli,
infatti, si viene invasi da fiumi di pensieri, la maggior parte dei quali Lily
cercava invano di scacciare.
Probabilmente
adesso Karen stava civettando con i primi ragazzi che le capitavano a tiro.
Jade, invece...
Lily immaginò
la sua amica dai lunghi capelli neri seduta su un divano, sorseggiando un po'
di succo di zucca, mentre osservava di sottecchi Remus. Era lui che le piaceva,
la ragazza l'aveva confessato a Lily un po' di tempo fa.
Lily,
seduta sul soffice letto del suo dormitorio, si lasciò sfuggire un sorrisetto.
Si, probabilmente stava andando così.
E Potter?
Lily, si rimproverò, cancellati questo nome dalla mente. Una volta e per
tutte.
Il tempo
passava, e ben presto venne il giorno in cui James diveva giocare la sua prima
partita di Quidditch.
Stavolta, a
differenza del giorno dei provini, c'era un bel sole.
I raggi
caldi di marzo riscaldavano il campo, e anche i cuori: James sapeva di farcela:
doveva farcela.
In prima
fila sugli spalti si schierarono Remus, Lily, Karen, Jade e Peter, che appena
vide la rossa arrossì vistosamente. Intanto Sirius e James tentavano di farsi
coraggio a vicenda, negli spogliatoi, e Williams saltellava allegramente da un
giocatore all'altro, dando istruzioni e ridendo.
"Tanya"
le disse ad un certo punto Lesly Havely, una delle Cacciatrici. "Chiudi
quella bocca, per pietà, sono talmente nervosa che potrei strozzarti".
Si aprino
due porte, opposte; e i giocatori di Grifondoro e di Serpeverde fecero il loro
ingresso in campo.
Remus,
Karen e Peter applaudirono sonoramente quando entratono James e Sirius, che
sembravano - anzi, erano - molto spaventati; Jade era troppo occupata a
guardare Remus, Lily invece sembrava persa nei suoi pensieri.
Come ad
ogni partita, dagli spalti si levò una voce. "Ed ecco i giocatori che
entrano in campo! Accogliamo con un grande applauso i giocatori di Grifondoro, Williams, Rood, Havely, Lively, Black, Spinnet e Potter! Un
bell'applauso, signori!"
Dagli spalti rosso-oro si levò un vociare e applausi, che non furono
sovrastati neanche dai "buuuh! buuuh!" di protesta dei Serpeverde.
"E ora i Serpeverde... Black, Black, Walker, Winter, Shell, Lee e
Gray!" disse il cronista con meno entusiasmo.
"Inizia la partita! Havely è in possesso della palla, che le viene
soffiata da Black.... Black si avvia verso il suo traguardo, ormai è a pochi
metri dall'anello... ma ecco Rood che si impossessa di nuovo della palla!
Grandi! Rood si avvicina.. si avvicina..."
L'atmosfera era al culmine, la tensione palpabile.
"E Black para" disse il cronista, esprimendo tutto il
disappunto di cui era capace, e la cosa provocò un brontolio da parte della
McGranitt.
La partita, intanto, andava avanti, e dopo un po' i Serpeverde
conducevano 70 a 40. Tutti i Grifondoro erano molto nervosi; infatti stava per
concludersi la stagione del Quidditch, e quella era l'ultima partita. La
partita che avrebbe determinato la vittoria della Coppa. Serpeverde o
Grifondoro?
James e Gray, il cercatore avversario, volavano l'uno affianco all'altro.
James improvvisamente senti qualcosa di pesante sfiorargli appena la testa, e
la voce di Sirius:
"Attento, amico, questi fanno sul serio! Attento al bolideee!"
James, con una picchiata, schivò appena in tempo un bolide che un
Battitore di Serpeverde aveva scagliato contro di lui.
Il ragazzo si fermò un attimo, raddrizzandosi gli occhiali. E individuò
il boccino.
"Peccato che i provini per cercatore si siano svolti così tardi...
avrei potuto giocare più partite" pensò James per farsi coraggio, intanto
volava verso il Boccino.
Peccato che l'avesse visto anche il cercatore avversario: Gray con una
picchiata saettò verso di lui, e iniziarono a correre verso il boccino... James
tese la mano...
Lily balzò in piedi. Un boato si levò dagli spalti; Remus e Peter
scattarono in piedi, agitando la sciarpa rosso-oro.
Si, James aveva preso il boccino. La sua prima vittoria!
Non si può descrivere la gioia del ragazzo in quel momento; tutti
esultarono, Williams corse ad abbracciare Sirius e James, saltellando e
gridando; Remus, Peter, Karen, Jade e Lily si precipitarono in campo. La rossa
si congratulò con tutti, anche con James... il suo sorriso valeva più di
qualsiasi complimento.
Karen saltellava per il campo, agitando le braccia in aria e gridando
"GRIFONDORO SIAMO I MIGLIORI! SIAMO I MIGLIORI!"
Remus diede una pacca ai due amici. "Sapevo che ce l'avreste
fatta" disse, e Jade annuì alle sue parole, sorridendo timidamente.
James, però, era il più felice. Non si notava molto dai suoi gesti,
dalle sue parole, ma tutti lo sapevano: James era felice.
Era giunto
ormai il mese di giugno; l'anno stava trascorrendo, alla grande per alcuni, un
po' meno per altri.
Tra questi
ultimi si potrebbe citare Peter Minus; ultimamente sembrava inquieto, quasi era
cambiato. Più di una volta era capitato che rispondesse male ai suoi tre amici.
Loro avevano attribuito questa cambiamento agli esami ormai prossimi, ma il
vero motivo era un altro.
Sì, il
motivo era Lily.
A volte
Peter aveva sorpreso James e Lily a scambiarsi sguardi, e quando i loro occhi
si incrociavano, subito prendevano a osservare altro; strano comportamento. Ma
Peter sapeva che quei due si piacevano a vicenda: avevano solo paura di provare
qualcosa di diverso.
Però, per
dirla senza tanti giri di parole, e Peter piaceva Lily.
La ragazza
era sempre gentile con lui: per i compiti, per le lezioni.. per tutto. Però
spesso Peter aveva la sensazione che la rossa lo faceva solo perchè provava una
gran pena: un ragazzino bruttino, preso in giro dagli amici, che non andava bene
a scuola... almeno, lui così si vedeva.
Possibile
che la vita non è mai come quella che vorremmo che fosse?
Per quella
sera, i quattro ragazzi avevano programmato una "gita fuori programma";
c'era la luna piena, e James, Sirius e Peter, nonostante non fossero ancora
Animagi, non se la sentivano di lasciare il loro amico da solo.
Inoltre, da
quando era accaduto l'episodio del lupo mannaro che aveva ferito James, sia
dalla finestra che dal giardino avevano udito, ad ogni notte di luna piena,
degli strani versi provenienti dalla foresta. E poi ogni tanto qualche
professore non faceva a lezione, come era successo la prima volta per la
McGranitt, dicendo che "c'erano dei problemi". E la natura curiosa
dei tre ragazzi, o almeno di James e Sirius, prese il sopravvento:
sarebbero usciti nella foresta.
La giornata
volò, e la sera venne presto: James non riuscì a cenare, quella sera. Gli esami
si erano svolti qualche giorno fa, ma il ragazzo non era preoccupato per i
risultati. No, affatto.
Sirius, dal
canto suo, trangugiò velocemente un po' di pasticcio di carne, lo stesso
pasticcio che Remus stette e rigirarsi stancamente nel piatto per tutta la
durata della cena.
Quando
verso le dieci di sera Remus andò in Infermeria e poi nella Stamberga, i
tre prima finsero un gran mal di pancia ("Accidenti al
polpettone!" furono le parole di Sirius accompagnate a una smorfia di
dolore mooolto convincente davanti al preside), poi andarono in
infermeria. E, alle undici e trenta circa, approfittando della temporanea
assenza di Madama Chips se la svignarono quatti quatti verso la foresta.
Quando
furono fuori, Peter rabbrividì, nonostante fosse giugno e tirasse un'aria
calda. Brividi di paura?
Sirius e
James si guardavano velocemente intorno; il ragazzo dai capelli corvini si
spinse sul naso gli occhiali rotondi, poi puntò la bacchetta pronunciando
"Lumos!", e un fascio di luce illuminò i volti dei ragazzi.
"E
ora?" chiese Sirius.
"Beh,
ora..." rispose James. Non aveva un piano preciso. "Aspettiamo".
Non ebbero
molto da aspettare. Ben presto il silenzio della foresta fu squartato da un
suono molto strano... innaturale.
"Avete
sentito?" sussurrò Peter, stringendosi nella spalle.
James
annuì. "Sì. E non era Remus. Proveniva da là.." e indicò un punto,
nel fitto della foresta.
"A
quanto pare il nostro amico non ci fa attendere molto.. buon segno" disse
ironicamente Sirius, ma si zittì quando ci fu un altro suono, più forte del
precedente. Più vicino.
"oh
oh..." fu tutto quello che disse James, prima che un lupo mannaro sbucasse
da dietro alcuni alberi.
Peter emise
una specie di rantolo, e indietreggiò di alcuni passi.
Il lupo si
avvicinò lentamente ai ragazzi. I denti digrignati, un po' sporchi del sangue
di qualche animale della foresta. Il pelo ritto, gli occhi stralunati,
iniettati di sangue.
"Oh
dio..." mormorò James, rimanendo immobile.
Il lupo
mannaro avanzò ancora verso di loro. Poi piegò leggermente le zampe e spiccò un
balzo verso i ragazzi.
Da quel
momento, James non ricordò nulla distintamente. Solo un grosso lupo che si
avventava su di loro. Ricordava di aver teso le braccia, per difendersi... poi
Sirius si era lanciato contro il lupo.
Peter
era corso verso il castello.
La
porta del castello si era aperta.
James,
da quel momento, non ricorda più nulla.
Sirius
tamburellò nervosamente le dita sul comò dell'infermeria. James, invece, era
seduto sul letto, con un braccio fasciato. Sirius aveva dei lividi sul viso.
Peter era incolume. Ma tutto si era risolto bene.
La
McGranitt, avvolta nella sua vestaglia, era uscita insieme a Silente.
Praticamente, era stato scoperto che era quel lupo mannaro la minaccia di
Hogwarts; i professori spesso organizzavano spedizioni nella foresta per
stanarlo, ma nessuno ci era mai riuscito.
Era un
uomo, scappato dalla propria famiglia e emarginato dalla società. E' stato
portato al San Mungo; starà un po' lì, in attesa della decisione sul suo
futuro.
Arrivò
l'ultimo giorno; gli uccellini cinguettavano nel cielo terso, tanti fiori erano
sbocciati lungo le sponde del lago, la cui superficie era tranquilla e priva di
increspature.
I ragazzi
di Hogwarts trascorsero tutto il tempo fuori al giardino, e in riva al lago.
La sera, ci
fu il consueto cenone di arrivederci e la premiazione. La coppa del Quidditch
andò a Grifondoro, con grande gioia di James e company, mentre quella delle
case a Tassorosso.
"E'
con grande piacere che annuncio che la minaccia di Hogwarts non è più
tale" furono le ultime parole di Silente.
Fu così che
si concluse il secondo anno a Hogwarts di James, Sirius, Remus e Peter.
Sirius,
Peter e Remus erano già tornati a casa da un bel pezzo; invece i genitori di
James tardavano ad arrivare. Il ragazzo si appoggiò a una barriera, incrociando
le braccia nervosamente.
Una mano
gli toccò la spalla; il ragazzo si voltò e si trovò davanti a Lily.
James
sussultò leggermente "Ehm... Evans..." cercò di assumere un tono da
duro "Che ci fai qui?"
Ma davanti
al sorriso timido di Lily abbandonò questo tono.
"I
miei genitori sono qui" mormorò la rossa, e James annuì.
"Beh... a settembre, Evans" disse James.
Lily lo
salutò con la mano, poi si voltò e si allontanò, e James rimase lì a guardarla.
****
Nono
capitolo terminato! Già si vede qualcosa di James/Lily, però metterò più
romanticismo al quinto, sesto e settimano anno XD Grazie a Senda e Sara Potter!
Su, leggete
e seguite questa innocente freccetta ^_^
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