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Autore: Rosalia100689    30/10/2014    1 recensioni
Il legionario Ottavio Sestio Lucullino è un cittadino romano di antica stirpe. Durante i quattro anni di leva obbligatoria (che trascorre tra Britannia e Gallia), il suo pensiero corre spesso a lei: Lidia, serva nella domus di suo padre con cui il giovane è cresciuto e per la quale farebbe di tutto.
La ragazza nasconde però un dolce segreto: Ottavio lo scoprirà solo dopo esser tornato a Roma, mentre ben due tragedie nel volgere di poco tempo incomberanno sui protagonisti… Sullo sfondo di un Impero Romano in piena espansione, antichissimo eppure sorprendentemente simile al mondo moderno, vi presento la mia nuova storia; spero sia apprezzata con tanti commenti!:-)
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
Capitoli:
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Note: Ringrazio tutti i lettori che leggono e seguono questa fan fiction; in particolare Luce_Della_Sera e Maria Laura Darko per le recensioni… Luce_Della_Sera, oltre ad essere la mia best, mi sta dando anche una bella mano nella pubblicazione dei capitoli: questo, in particolare lo sta gentilmente postando dal suo pc mentre io mi trovo in pellegrinaggio a Medjugorje (sono partita il 28-10, tornerò il 03-11) e vorrei ringraziarla sia dell’immenso aiuto che mi sta fornendo, sia d’aver messo questa Fiction tra i suoi Preferiti!XD
Ecco a voi qualche nuovo termine latino, atto ad aiutarvi nella comprensione del seguente capitolo:
Hastati = soldati armati di pesanti spade
Cavalieri = militari a cavallo
Calamo e stiletto = calamaio e pennino
Mos maiorum = i “costumi tradizionali” degli avi
Inizio secunda vigilia = le 21, visto che andava dalle 21 alle 24.
Leves = guerrieri armati di giavellotto. Si trattava solitamente degli uomini più giovani e deboli della 
legione, che non potevano permettersi molto equipaggiamento.
Ps: vi consiglio di accedere anche a questo link,  
http://www.romanoimpero.com/2010/01/le-legioni-romane.html, dove sono presenti anche gli stemmi delle quattro legioni (Legio III Gallica, Legio IX Hispana, Legio I Adiutrix e Legio XVI Flavia Firma) che utilizzerò nella narrazione… Averli trovati casualmente durante una ricerca è stata un’emozione grandissima per me, e ve ne faccio dono!^_^

 
Capitolo 3, parte 2 <> Il contubernum.
 
Dopo aver scritto le sue lettere senza esser stato fortunatamente interrotto da nessuno, Ottavio stava nuovamente raggiungendo la sua tenda, per mangiare una veloce gustatio assieme ai suoi compagni e prepararsi alla lunga ronda pomeridiana, quando delle urla attirarono la sua attenzione e quella di almeno altri dieci milites, tra hastati e cavalieri presenti lì intorno.
Capendo d’un colpo che la lite si stesse svolgendo proprio all’interno del suo alloggio, il ragazzo affidò i suoi preziosi strumenti di scrittura al primo uomo che vide e corse, nel tentativo di placare gli animi.
Una volta dentro, si trovò davanti agli occhi una scena molto caotica: due commilitoni litigavano pesantemente in un angolo, uno si vestiva in tutta fretta per la ronda raccattando pezzi di armature diverse tra loro, suscitando le ire di altri due giovani, ed il decano urlava inascoltato di smetterla immediatamente, altrimenti li avrebbe condotti tutti sotto corte marziale seduta stante!
Disperando ormai di riuscire anche lui a capire qualcosa in quel completo disastro, Ottavio attese qualche istante che le acque si calmassero prima di parlare, ma quando finalmente stava per farlo, si vide rimettere in mano le lettere e gli strumenti di scrittura dall’uomo cui le affidate poco prima, l’ottavo suo compagno d’armi  mancante all’appello ed arrivato solo due prima presso la legione, che col capo chino si presentò al decano, dichiarandosi colpevole d’aver scatenato quel putiferio, scappando poi al primo accenno di baruffa
:- Ecco, io… sono un povero Elvetico e non dovrei trovarmi nel vostro contubernum, bensì tra i Leves, come il legionario romano Eligio Saturnino Eumone mi ha poco gentilmente fatto notare poco fa! – spiegò il poveretto, sull’orlo delle lacrime, calcando la voce su quel “romano” e mostrando il segno di un pugno in faccia.
Facendo allora cenno ad Ottavio di seguirli, il Decano scortò il giovane Elvetico fuori della tenda e lo condusse nel punto discreto e solitario del campo dal quale il legionario romano proveniva, non prima di aver intimato agli altri loro commilitoni di non muoversi dalla tenda, pena la decapitazione senza processo.
Percorsi pochi passi e lasciatosi alle spalle quel bailamme, Valerio mise con fare paterno un braccio intorno alle spalle del suo giovane sottoposto, ancora visibilmente scosso
:- Suvvia, non fare così –gli disse poi, nel tentativo di calmarlo – Eligio sa essere molto duro coi nuovi arrivati, ma conoscendolo…-
:- Non voglio conoscerlo!!!- urlò a quel punto l’altro, interrompendo di fatto il più anziano – sono più romano di lui, io… Ho servito nelle domus dell’Urbe sin da piccolo, e conosco perfettamente il mos maiorum -aggiunse poi, altero- e se i vostri sono così imbecilli da avermi assegnato ad un contubernum per errore, ci sarà pure una ragione, no?-
Visibilmente contrariato da quelle parole, ma ben deciso a restare calmo, per il bene della sua salute mentale nei successivi due anni, Ottavio intervenne in tono fermo e deciso
:- Primo: carissimo… Com’è il tuo nome? Non lo ricordo!-
:- Fiorenzo.-
:- Carissimo Fiorenzo, tra gli alti ufficiali romani non ci sono stolti, e secondo: non lo sai che tutti gli stranieri presenti nelle nostre legioni potrebbero ottenere la cittadinanza romana alla fine del servizio militare, se si comportano bene?-
Allora, l’altero elvetico parve perdere tutta la sua baldanza ed ammise la sua ignoranza in materia, rendendosi istintivamente simpatico ai suoi due compagni d’armi
:- Io… Beh… Non lo sapevo! Civis romanus io, Fiorenzo, un civis romanus dopo solo alcuni anni di permanenza nelle legioni?!- Si illuminò il giovane, per poi rabbuiarsi subito – Ma com’è possibile? Non so nemmeno leggere e scrivere in latino; le lezioni nel contubernum le tiene tutte Eligio a pagamento!- Concluse, con una smorfia che fece ridere i due di gusto
:- Per questo c’è rimedio, caro Fiorenzo: potresti cercare di chiarirti con Eligio, oppure… Ottavio, ma che fortuna tu sia qui- Ironizzò il Decano, avendo forse già premeditato tutto – hai in mano dei fogli, con un calamo ed uno stiletto adeguatamente appuntito; forza, siedi su quelle pietre col tuo nuovo amico e insegnagli almeno i rudimenti della nostra bella lingua latina… Prima però, venite a mangiare qualcosa!-
Non credendo alle sue orecchie, Ottavio fece per replicare, quando il suo comandante lo bloccò
:- Niente ronda pomeridiana per voi, oggi; Fiorenzo non ha colpe, e saprà meritarsi il suo insperato posto nel nostro contubernum, ad Eligio e agli altri non farà male lavorare un po’ più a lungo! Andate dunque a mangiare, adesso, poi potrete avere il pomeriggio libero!-
 
()()()
 
Quando, all’inizio della secunda vigilia, i compagni d’armi di Ottavio e del suo nuovo protetto tornarono nell’accampamento, trovarono i due già nella tenda con un piatto di zuppa in mano, intenti a ridere e scherzare.; Eligio però di scherzare non ne aveva nemmeno la lontana intenzione e, guardando in tralice il giovane patrizio, gli fece cenno di seguirlo.
Obbedendogli senza fretta, l’altro uscì nella notte sorridendo a Fiorenzo
:- Dimmi Ottavio, qual è il tuo problema?- Lo aggredì poi, poco dopo
:- Il mio problema, Eligio? Qua è il tuo, piuttosto: hai trattato molto male Fiorenzo oggi, ed il Decano ti ha giustamente punito!-
:- Non è questo, lo sai bene: le ronde non mi pesano, vorrei soltanto capire perché raccatti sempre le persone peggiori attorno a te: lupae, stranieri…-
Capendo finalmente dove il suo commilitone volesse andare a parare, Ottavio rispose con le parole più pacate che riuscì a trovate
:- Le “persone peggiori” che io mi trovo intorno, Eligio, sono valide esattamente come te e me, anzi, a volte anche più di noi… Tu stesso sei circondato da stranieri, qui nel campo, cui sotto pagamento dai lezioni di latino, mi pare!-
Punto sul vivo, l’altro si affrettò a replicare
:- Tutti coloro che mi pagano le lezioni sono dei liberti, vorrei ricordarti, non poveracci capitati per errore nel mio contubernum! E poi guardati: hai avuto come confidente una lupa e non ne hai mai goduto, quindi l’hai mandata via trovandole un lavoro onesto per prenderti un poveraccio da proteggere… Devi essere impazzito!-
:- Basta così! – Lo frenò Ottavio, a quel punto, stufo di tenersi tutto dentro- Lo sappiamo tutti nel campo che vivi “segretamente” ala greca con Bernardo, perché non hai il coraggio di lasciare tua moglie… Non mi risulta che il tuo amasio sia romano, ma se lo ami, perché ti nascondi?!-
Lasciando il suo commilitone ammutolito ed in preda ai suoi pensieri, il giovane si stava avviando rabbiosamente verso la tenda per tentare di riposare almeno un po’, quando proprio da lì vide il uscire il giovane greco, oggetto dell’ultima contesa; Ottavio lo seguì con lo sguardo e non potè reprimere un moto di tenerezza nel momento in cui Bernardo ed Eligio , mano nella mano, si allontanarono felici nella notte, dimentichi del mondo attorno a loro.
Rasserenandosi di colpo, il romano tornò con aria felice nel suo alloggio, e una volta sdraiatosi sul suo giaciglio, perdonò immediatamente l’amico legionario per le frasi razziste pronunciate poco prima, di certo dettate dallo sconforto di trovarsi imbrigliato in un matrimonio di convenienza nell’Urbe pur amando sinceramente un uomo; ora era pronto anche ad aiutarlo, se gliel’avesse chiesto col giusto spirito.
 

 
Importante: chi mi conosce di persona, sa quanto amore ho nei confronti del mondo odierno, in cui la cosiddetta “globalizzazione” permette ogni giorno la circolazione di genti, merci ed idee di tutti i tipi da un Paese all’altro.
La scelta di ambientare questa FF ai tempi dell’Impero romano rispecchia appunto questo mio amore; nella nostra epoca non abbiamo inventato nulla, anzi!
Molti privilegi (ad esempio le tessere di piombo consegnate ai senatori, che davano accesso gratis a spettacoli teatrali e non solo, di cui parlerò più avanti nella storia) ce li portiamo dietro da sempre, così come da sempre esistono persone totalmente oneste e votate al bene comune, somiglianti ad Ottavio.
Il nostro mondo è però spesso punteggiato da vere e proprie contraddizioni, che ci minacciano direttamente; vorrei pertanto dedicare questo particolare capitolo, in cui Ottavio discute di integrazione, alla memoria di Rahyaneh, una giovane 26enne iraniana, giustiziata tramite impiccagione nel carcere di Teheran cinque giorni fa… Quella poveretta è rimasta in cella cinque anni, pur avendo ucciso l’uomo che la voleva violentare appena 19enne solo come legittima difesa: la giustizia del suo Paese  non le ha creduto, ed ora lei non c’è più.
Per liberarla, tutti i Capi di Stato mondiali (Papa Francesco incluso) avevano fatto appello: non è servito.
Sapete già dove mi trovo, mentre la mia best sta postando questo capitolo, e pregherò per quella giovane musulmana con tutto il cuore presso la Madonna, da cristiana quale sono,  perché la pace, a mio modesto parere, si costruisce anche così! A presto, Devilgirl89.

 
  
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