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Autore: marcoleito    30/10/2014    1 recensioni
Edgar, inizialmente primo consigliere del re, commette gravi crimini di cui non riesce a rendersi immediatamente conto delle conseguenze. Le sue azioni lo inseguiranno per il resto della sua vita, spingendolo in azioni mai pensate di commettere prima di allora.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Capitolo 2 “Come tu sai, amico mio, il re non ci concede molta libertà. I miei uomini sono impazienti di combattere e di mettersi alla prova ma in questa città non accade mai nulla. Hanno rinunciato ad una famiglia per il loro Re che però, a quanto pare, non ricambia questo affetto.” I due stavano proseguendo per la strada del Peccato per poi uscire dalla città attraverso una delle porte secondarie. “Perché ne parli con me e non con il Re in persona? Si è sempre dimostrato comprensivo con il suo popolo, dovresti fare un tentativo.” Edgar era cresciuto in una famiglia ricca e aveva preso il posto del padre nel consiglio appena compiuto il ventesimo anno di età; aveva sempre potuto soddisfare ogni suo desiderio facendo chiacchierate del genere con il re. “Potresti parlarne tu e vedere che cosa ne pensa.” Gregory era molto convincente così Edgar accettò l’incarico. “Ma cosa vuole il tuo esercito in particolare? Cosa possiamo fare per dare ai tuoi uomini l’adrenalina che cercano?” Ormai stavano sorpassando i recinti e presto si sarebbero trovati davanti il ponte per oltrepassare il fiume che separava gli allevatori dagli agricoltori. “Edgar, mi conosci da quando ero piccolo e sai che sono un uomo curioso che cerca qualcosa in più di una semplice vita ad amministrare questa città. Voglio andare oltre il fiume, oltre i campi e scoprire cosa c’è oltre queste mura. Noi non siamo il mondo, sono certo che lì c’è qualcosa che mi aspetta e io voglio esplorarlo.” Gregory era sicuro di se, e trasmetteva questa sicurezza a chiunque gli stesse vicino ma Edgar era un uomo di grande esperienza e non si fece trasportare da questa corrente. Rimase impassibile a fissare i due uomini a cavallo che li aspettavano sul ponte per scortarli in quei campi così ostili. “Ci parlerò. La tua sembra un’idea molto avventata e spericolata ma vedrò cosa posso fare. Non puoi portare un intero esercito verso il buio perché tu credi che ci sia qualcosa.” Il fiume scorreva impetuoso sotto i loro piedi. Il fiume del Monte non era molto grande ma forniva acqua agli animali e ai campi che si trovavano ai suoi argini. Grazie poi a dei piccoli canali per l’acqua, era possibile portare la fonte di ogni vita anche al campo più lontano e questa tecnica aveva permesso di ampliare lo spazio dedicato alla coltivazione. Ormai la discussione era terminata e Gregory passeggiava tranquillamente alle spalle di Edgar mentre entravano nel primo cancello. Gregory aveva mobilitato anche altri 15 uomini che sarebbero arrivati a breve. Nel primo campo trovarono i cereali ma anche un robusto contadino giovane e atletico a sbarrargli la strada, i primi problemi. Edgar aveva tra le mani il suo foglio di papiro dove trascrivere tutti i risultati del controllo, ma al suo fianco portava un pugnale coperto dalla sua tunica da consigliere. “Cosa cazzo volete?” Il contadino si dimostrò molto innervosito e Gregory lo invitò subito a moderare i toni. Edgar invece lo fissava senza aprire bocca. Il contadino urlò parole senza senso verso la casa posta alle sue spalle dove uscirono tre uomini armati di spade artigianali molto scadenti. Alla vista dei nuovi arrivati i soldati scesero dai cavalli, sguainarono la spada e si posizionarono davanti a Edgar. “Non fate un altro passo.” Li intimò Gregory che nel frattempo aveva affiancato il consigliere e teneva la sua spada tra le mani. Edgar, impaurito ma anche elettrizzato dalla vicenda prese il suo pugnale e con sguardo fisso inquadrò i contadini. Tutto rimase fermo, immobile. Uno dei contadini ruppe il silenzio e con un urlo atroce si lanciò sulle guardie poste proprio dinanzi a lui. Partì con la spada alta pronto a sfoderare un fendete quando però la lama di uno dei due soldati si era già infilzata nel suo stomaco. Gli altri rimasero scioccati e si lanciarono anch’essi sui soldati che li uccisero uno ad uno, fendente dopo fendente. Dalle urla strazianti dei contadini furono richiamati i vicini e tutte le famiglie presenti nel raggio di 200 metri. Si stava formando una folla immensa così Gregory decise di battere in ritirata quando una massa di contadini partì all’attacco, strepitando e urlando parole di rabbia e vendetta. I tre soldati fecero muro per il consigliere mentre i contadini continuavano ad avvicinarsi. Erano almeno dieci e il loro numero continuava a salire, richiamando altri uomini dalle retrovie. Erano arretrati fino al ponte che permetteva il passaggio di massimo due persone alla volta, così il loro numero divenne un dettaglio superfluo. I primi contadini si scontrarono contro lo scudo dei due soldati che fecero arretrare l’intera folla. E proprio mentre i due soldati sembravano stanchi e pronti a cedere arrivarono i rinforzi, 14 soldati pronti al combattimento. Ci fu qualche secondo di tira e molla tra la folla e i soldati ma poi tutti i contadini corsero in ritirata. Alcuni caddero per l’eccessiva forza e furono arrestati mentre altri ancora morirono sotto i fendenti dei soldati. I contadini in prima fila, che avevano cercato di invadere la città erano rimasti uccisi dalle spade dell’esercito e i morti contati al termine della rivolta furono 21, con dodici feriti e quattro arrestati. Era la prima rivolta nella storia della città; il primo scontro tra cittadini ed esercito; il primo ma probabilmente non l’ultimo. Così Edgar rientrò a casa, con una nuova esperienza sulle spalle. Non aveva mai visto delle persone uccidere altre persone, non aveva mai visto il sangue zampillare fuori dal corpo come fosse acqua. Appena rientrato a casa, si recò nella stanza dei suoi bambini e li baciò entrambi sulla fronte, iniziando a piangere dall’atrocità dei gesti appena visti.
  
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