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Autore: piperina    30/10/2014    4 recensioni
Un'azione sbagliata porta a delle conseguenze disastrose - e inaspettate. Se c'è un disegno divino, ce n'è anche uno diabolico.
Non era una buona giornata. Decisamente non lo era, e sapeva che non avrebbe potuto far nulla per evitare che la falce della disgrazia si abbattesse su di sé. Del resto, che diritto aveva di lamentarsi? Si era ficcato da solo in quella situazione.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Draco&Hermione -Leather&Libraries'
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Buona lettura!

 

 

 Un giorno il Diavolo venne da me

*Act II*

Gemma

 

 

 

 

 

Non era un mistero ciò che era successo quell’estate. Precisamente, l’estate del 1996 sarebbe stata ricordata per sempre come la Fine della Seconda Guerra Magica e Definitiva Sconfitta di Lord Voldemort.

Solo i babbani ignoravano il grande gesto che il sedicenne Harry Potter aveva compiuto per salvare il mondo, magico e non, mettendo in gioco la sua stessa vita. La ricerca degli Horcrux era stata veloce e serrata, fatta di brevi scontri, fughe dell’ultimo minuto, litigi all’interno del Golden Trio e una buona dose di fortuna.

Harry, dopo aver scoperto di essere l’ultimo Horcrux, aveva rafforzato il presentimento che da settimane gli aveva dilaniato il petto: doveva morire o non sarebbe finito nulla.

Di certo non aveva creduto di poter sopravvivere una seconda volta all’Avada Kedavra, si era sentito davvero fortunato quando i suoi occhi si erano riaperti per davvero e non nel mondo dell’Aldilà. Alla faccia del Prescelto… più che Prescelto di sentiva Raccomandato.

Non amava neanche particolarmente la notorietà, anzi, soprattutto perché in passato gli aveva procurato parecchi problemi. Ma il boato di grida e applausi che ricevette dai suoi compagni appena salito sull’Hogwarts Express dovette ammettere che lo emozionò molto.

Tutti gli studenti che lo vedevano passare nello stretto corridoio, seguito da Ron ed Hermione, gli andavano incontro per ringraziarlo o stringergli la mano. Anche quelli del primo anno, o chi non aveva mai parlato con lui.

Subito dopo la sconfitta di Lord Voldemort, Harry aveva evitato la pubblicità come la peste, decidendo di rilasciare un solo comunicato in cui annunciava la vera fine di tutto, per poi chiudersi non si sapeva dove fino all’inizio della scuola. Anche gli altri due membri del Golden Trio erano stati irraggiungibili, così come l’intera famiglia Weasley.

Quindi, quella sull’Hogwarts Express era la prima apparizione di Harry James Potter in pubblico, pronto a riprendere a pieni ritmi la sua vita.

A fatica raggiunse uno scompartimento vuoto dove già sedevano i membri del Silver Trio: Ginny, Luna e Neville, anche loro assaliti di applausi e abbracci al loro arrivo a King’s Cross e sul treno. Ginny sorrise e fece segno ad Harry di sedersi accanto a lei.

Dopo la fine della guerra si erano allontanati di comune accordo: avevano bisogno di ritrovare una quotidianità persa o, nel caso di Harry, mai avuta. Dovevano tornare ad essere loro stessi, a sorridere, e svegliarsi la mattina senza la paura che potesse essere l’ultima volta, o con il terrore di chiedersi chi fosse morto durante la notte.

Avevano così deciso di rivedersi direttamente sull’Hogwarts Express e ricominciare da zero. Insieme.

«Ciao, ragazzi» salutò Harry, entrando e puntando direttamente a sedersi accanto a Ginevra. Gli era mancata da morire, vederla gli aveva acceso una luce nuova negli occhi.

Ron ed Hermione fecero altrettanto e solo dopo una ventina di minuti abbondanti la gente smise di entrare a salutare, stringere mani o fare fotografie.

«Potter.»

La voce di Draco Lucius Malfoy attirò l’attenzione dei sei ragazzi. Non c’erano arroganza né strafottenza nel suo tono, solo la solita nota strascicata e una buona dose di supponenza che gli veniva dal cuore. Non si sentiva superiore a tutto il mondo, ma neanche alla base della piramide sociale. Sapeva ancora essere odioso quando voleva, faceva scherzi con i suoi compagni e camminava a testa alta e naso all’insù.

L’anno precedente aveva accettato l’aiuto che Silente e il professor Piton gli avevano insistentemente offerto. Si era limitato a fare quanto gli era stato detto e a sperare che Voldemort non riuscisse in nessun modo a trovare i suoi genitori e vendicarsi, come promesso, su di loro.

Fortunatamente era andato tutto bene, il Lord Oscuro era stato distrutto definitivamente e Lucius e Narcissa Malfoy erano ancora vivi e in buona salute. A Draco non importava altro. Il pensiero di diventare depresso e antipatico come Potter, l’Orfano del Mondo, gli aveva fatto venire i brividi.

Mosse un passo all’interno dello scompartimento, restando sull’uscio, e tese la mano in avanti. Harry si alzò e, dopo uno sguardo di intesa, gliela strinse. Non si era fidato subito di lui, anzi, era sicuro che fosse una spia, invece Malfoy l’aveva sorpreso: pur evitando gesti eroici ed un’eccessiva esposizione al pericolo, aveva alzato la bacchetta sui Mangiamorte, combattendo dalla parte giusta.

«Malfoy» rispose al saluto.

Luna sorrise. «Ciao, Draco. È bello vederti qui.»

Lasciò la mano di Potter e spostò l’attenzione sulla Corvonero. Non aveva mai provato a capire quella ragazza, e neanche avrebbe tentato in futuro: viveva in un mondo tutto suo senza infastidire gli altri, anzi, ogni volta che parlava lo faceva ridere per una buona mezz’ora.

«Luna» aveva imparato quasi subito a chiamarla per nome e non per cognome, dato che lei non l’aveva mai chiamato Malfoy. Gli aveva anche sempre rivolto un sorriso cortese, soprattutto sincero.

Ad un certo punto sentì un brivido percorrergli la spina dorsale e mozzargli il respiro in gola. Lo scompartimento fu avvolto da una luce tanto accecante da costringerlo a chiudere gli occhi e portarvi davanti una mano come ulteriore riparo.

Quando li riaprì, quasi instabile sulle gambe, vide che quel fascio di luce si era ridotto ad una piccola sfera bianca, e stava proprio…

Che Salazar mi aiuti! Pensò, guardando Gemma brillare.

…sul petto di Hermione Granger.

Fissò la ragazza con gli occhi sbarrati, sordo alla voce di Potter che gli chiedeva se si fosse sentito male. Nessuno aveva visto la luce, nessuno poteva vedere Gemma.

Nessuno sapeva che quel momento gli aveva rovinato l’esistenza.

«Sto bene» masticò, tornando a guardare il Grifondoro che ancora gli stava davanti.

«Non direi, sembrava che stessi per svenire.»

«Ci vediamo al castello. Buon viaggio» tagliò corto e si allontanò velocemente, con mille pensieri in testa e un macigno grande quanto Hogwarts che gli pesava addosso.

Perché il destino era stato così beffardo con lui? Perché proprio la Granger? Si sentiva sfortunato, estremamente sfortunato. Se avesse saputo che lei era la Custode avrebbe cercato di trattarla meglio in quegli anni.

Invece la sua Custode era proprio la ragazza che aveva insultato per i dentoni, per i capelli a cespuglio, per l’essere una secchiona insopportabile e per essere di origini babbane. Di certo nessuna ragazza si sarebbe volentieri data ad uno che per cinque anni e mezzo l’aveva trattata come una pezza da piedi.

Cinque e mezzo, perché la seconda metà del sesto anno, facendo la scelta giusta, si era avvicinato molto al Golden Trio e aveva smesso di usare i termini Zannuta e Sanguesporco.

Ora la chiamava per cognome, oppure Mezzosangue in tono neutro, che lei aveva imparato a conoscere e per il quale aveva smesso di sentirsi offesa. Aveva definitivamente eliminato Sanguesporco dal proprio vocabolario. Non aveva più parlato del suo non essere una bomba sexy, ma neanche si era profuso in mille complimenti adulatori.

Certo, crescendo era diventata una ragazza carina, nella norma, ma non aveva mai pensato a lei in quel senso, né aveva creduto che proprio lei potesse avere Gemma nel petto.

Dannazione, era fregato, decisamente fregato! Sentì che non sarebbe mai riuscito a recuperare i poteri perduti. Fanculo Lucifero e fanculo le scommesse idiote!

 

 

 

***

 

 

 

Nelle prime due settimane di scuola Draco era stato al suo posto. Si era limitato ad osservare la Granger, annotarsi i suoi orari, quello che mangiava e beveva, gli appuntamenti fissi con la Biblioteca, quanto tempo ci restava in media, a che ore si alzava e a che ora andava a dormire.

Uno stalker, in pratica.

Agire d’impulso tentando un approccio qualsiasi non avrebbe mai funzionato: Hermione era una ragazza intelligente, se si fosse subito mostrato interessato a lei avrebbe sicuramente capito che qualcosa non andava, si sarebbe insospettita e impuntata sul non cedere a lui per nessun motivo.

Per questo aveva deciso di conoscere il proprio nemico prima di agire. Aveva bisogno di un piano, di idee, di sotterfugi da usare per restare da solo con lei il più possibile senza destare sospetti. Doveva sembrare tutto normale, forse con un susseguirsi un po’ anormale di coincidenze una dopo l’altra.

Un paio di volte gli era sembrato di sentirsi particolarmente osservato. Era successo in Biblioteca, sia la prima che la seconda volta. Si era seduto ad un tavolo distante da quello dove stava la Granger, ma in modo che potesse sempre vederla. Forse aveva destato l’attenzione la sua frequentazione eccessiva di quel posto, dove di solito non stava più di due ore, forse era stato beccato ad osservarla una volta di troppo.

Poco male, aveva pensato. Guardare da lontano una ragazza è un modo non invasivo di mostrare il proprio interesse. Pensò di poter usare a suo favore quei due episodi, in modo che l’approccio pratico con la Granger non le sembrasse troppo improvviso e inaspettato.

L’obiettivo principale era uno solo: far sua Hermione Granger prima della fine della scuola, perché fuori da lì non avrebbe mai avuto l’occasione di vederla tutti i giorni.

Fallire dentro le mura scolastiche sarebbe stato un suicidio. Trovare idee e modi di incontrarla casualmente per strada non era affatto facile. Inoltre c’erano gli studi, gli esami da preparare, un eventuale lavoro, e la possibilità che nel frattempo altri ragazzi le si avvicinassero.

No, doveva assolutamente riuscire nella sua impresa prima dei M.A.G.O.

Una cosa positiva della sua situazione era di avere la possibilità di sfruttare quel poco di poteri che gli erano rimasti. Non poteva fare molto, ma ammaliare le persone come facevano i vampiri era un’ottima cosa.

Uno sguardo particolarmente intenso e un po’ di concentrazione erano riusciti a fregare Anthony Goldstein ed Ernie McMillian: per tutto l’anno lui ed Hermione avrebbero fatto insieme le ronde per i corridoi di Hogwarts.

Quello gli avrebbe permesso di trascorrere molto tempo da solo con lei, vedere come reagiva in sua presenza, solo loro due, di sera tardi. Non era molto, ma era un inizio.

E da qualche parte si deve pur cominciare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Next:

«Sì Ginny» rispose meccanicamente, cosa che fece infuriare l’amica: era già la quinta volta che Hermione le diceva “Sì Ginny” mentre stava ancora parlando.

Così, le afferrò la stoffa della camicia e diede uno strattone violento che quasi le fece finire addosso la ragazza, costretta a quel punto a guardare lei e non più Malfoy.

 

 

   
 
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