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Autore: BekySmile97    31/10/2014    0 recensioni
“Ora spiegami perché vuoi raggiungere la zona dell'isola riservata a Calypso.” gli disse guardandolo con un misto di curiosità e malevolenza.
“Perché la gente mormora che si è portata dietro dall'ultimo viaggio due ragazzi trovati nel territorio di Cain e che, sopratutto, uno dei due è un mago...” gli rispose con gli occhi che brillavano di una strana luce.
Nuotando lentamente verso il sentiero sabbioso che partiva da sotto la scogliera, Fain chiese: “Con ciò? Non capisco bene cosa tu voglia fare.”
“Voglio che esprima un mio desiderio.” rispose Dandelion guadagnando la riva.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie da Hydus '
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III: Fine?
 
“Dobbiamo parlare.”
Svegliandosi di soprassalto Fain osservò la ragazza accucciata in un angolo della camera.
“Cosa vuoi Misty?” le chiese sbadigliando. Il sole non era ancora sorto e la stanza era solo vagamente illuminata dalla luce della luna.
“Devi fare attenzione a Dandelion: ho visto il suo futuro quando l’ho costretto a raccontarci del drago…” mormorò Misty, bloccandosi per un attimo ad osservare il ragazzo.
“Cosa gli accadrà?” domandò Fain.
“Non lo vedrai mai più…” disse lei a bassa voce, scomparendo poco dopo come un fantasma mentre, poco lontano, Dandelion si dirigeva come al solito verso la foresta come un ladro.
Nuvole tempestose iniziavano ad addensarsi.
 
La mattina dopo il cielo plumbeo accolse tutti gli abitanti dell’isola che, preoccupati per il cattivo tempo, si diressero in massa nella capanna del capo villaggio.
“Non c’è nulla da temere.” disse questo disperdendo gli isolani. “I festeggiamenti andranno avanti fino alla fine, me lo ha assicurato Calypso.”
“Davvero?” chiese Fain ancora intontito al vecchio che stava rassicurando le ultime persone. Con un cenno gli ordinò di stare zitto e continuò a parlare con i compaesani più cocciuti.
Dopo qualche minuto, quando riuscì finalmente a fare uscire tutti, si girò verso il nipote e gli disse: “Calypso è scomparsa.”
“Cosa?” esclamò Fain. “Perché hai mentito a quelle persone?”
“Meglio una bugia che seminare il panico inutilmente.” rispose il vecchio, sedendosi su una sedia e prendendosi la testa tra le mani. “Non so dove sia finita. Questa mattina, quando mi stavo per coricare dopo quelle ore di preghiere intense, sono arrivati da me tremanti e spaventati quei due ragazzi che si era portata dietro dal continente.”
“Misty e Taron?” domandò il ragazzo, ormai sicuro che quello della sera prima non era stato un semplice sogno.
“Esattamente. Mi hanno detto che Calypso gli aveva ordinato di tornare al villaggio, mentre lei sarebbe dovuta andare su un’altra isola.” continuò il vecchio, ripiegato su se stesso. “Non hanno saputo dirmi cosa doveva fare, ma mi hanno assicurato che avevano compiuto lo stesso giro delle isole fatto la sera precedente quindi rimane un unico posto in cui lei sia potuta andare…”
“L’isola dei draghi!” esclamò Fain. “Nonno, io so cosa doveva fare ma non posso spiegarti ora tutto quello che è successo in questi ultimi due giorni. Devo correre da Dandelion e, fidati di me, stanotte Calypso sarà presente ai festeggiamenti.”
Il vecchio non fece neanche in tempo a ribattere che Fain era schizzato fuori, correndo fino a casa del suo amico; trascinandolo fuori a forza, entrambi si precipitarono più in fretta possibile alla dimora della loro regina.
Spalancando la porta, furono accolti da Misty che, impassibile, gli chiese: “Su quest’isola non vi hanno insegnato a bussare?”
“Non fingerti indifferente a tutto!” esclamò Fain. “So che Calypso è sparita.”
“Cosa?” urlò Dandelion guardando prima il suo migliore amico, poi la maga.
Facendo un cenno d’assenso, Misty disse: “È vero. Né io né Taron sappiamo dove sia andata… ci ha solo ordinato di tornare qua ad aspettarla.”
“So dov’è.” mormorò Fain, mentre Taron faceva la sua comparsa nella sala.
“Tu.” disse indicando quest’ultimo. “Dandelion ti accompagnerà all’isola dei draghi dove siamo stati l’anno scorso: Calypso deve essere andata a parlare con il loro capo e, probabilmente, deve essere successo qualcosa se non è ancora tornata. Dovete trovarla e riportarla qua a tutti i costi.”
“E tu come fai a saperlo?” chiese Misty mentre gli altri due ragazzi iniziavano a borbottare qualcosa contro Fain.
“Ti spiegherò strada facendo, non preoccuparti.” le rispose prima di dire al suo amico: “Andrete col tuo drago, così sarete più veloci.”
“Non sa volare…” borbottò Dandelion, furioso per il contrattempo che stava impedendo la riuscita del suo piano.
Tossendo, Taron disse: “Primo, il drago è mio: mi ha scelto come suo padrone. Secondo, ieri sono riuscito a insegnargli a volare... più o meno.”
“Ottimo, allora partite immediatamente. Tu Misty, invece, seguimi.” ordinò Fain trascinandosi dietro la ragazza, mentre gli altri due correvano fuori. Questa, camminandogli vicino, chiese che cosa avesse intenzione di fare e lui, trafelato, le rispose: “Ho solo bisogno di un tuo incantesimo e, soprattutto, di parlarti.”
“Ovvero?” esclamò lei.
“Devi allontanare la tempesta, o almeno provare a farla ritardare.” le disse Fain continuando a camminare e dirigendosi nel folto della foresta. Bloccandosi di colpo, Misty lo guardò mesta e mormorò: “Non credo di saperlo fare…”
“Cosa voleva farti fare stasera Calypso?” le domandò il ragazzo prendendola per mano e trascinandola via con sé.
“Non me lo ha detto.” gi rispose.
“Secondo me ti avrebbe fatto fare questo, quindi seguimi e non preoccuparti.”
Misty decise per il momento di non contraddirlo e lo seguì in mezzo alla foresta. Correndo seguirono il corso del fiumiciattolo, raggiungendo una collina abbastanza alta da cui si poteva vedere gran parte dell’isola e i profili di quelle vicine.
“Vedi quelle nuvole là?” le domandò Fain indicando un carico di nuvole scure che, dal Nord, venivano a mischiarsi con quelle bianche che schermavano il sole, facendo già preoccupare gran parte degli isolani.
“Ti ho già detto che non sono capace di modificare le condizioni climatiche…” ripeté Misty guardando in lontananza le increspature del mare. “I maghi alla corte di Cain non hanno avuto tempo di spiegarmelo.”
“Però sai leggere il futuro di una persona, far levitare oggetti, costringere persone a dire la verità… sicura di non saper fare altro?” le chiese ironico.
“Non ne sono capace. Per fare quello che mi chiedi avrei bisogno di un’energia enorme e, oltretutto, interferire con la natura spesso causa danni incalcolabili.” disse lei. “E il futuro di Dandelion l’ho visto per puro caso.”
“Caso?” domandò Fain sedendosi per terra. “Esiste ancora il caso?”
Misty non rispose; preferì sedersi vicino a lui e guardare il cielo.
“Sì… e no. Sai, io ho sempre voluto imparare il più possibile, riempirmi la testa di ogni nozione che potesse tornarmi utile in futuro, volevo essere la migliore in qualcosa. Qualche mese fa ti avrei guardato con disprezzo, svuotandoti addosso tutto il contenuto di un libro per sentirmi superiore… eppure il periodo che ho trascorso alla corte di Cain è riuscito a cambiarmi. Ho scoperto i miei poteri e ho imparato ad usarli, mi sono innamorata profondamente di un uomo che non ricambierà mai, ho visto crollare tutte le idee che mi ero fissata in testa una ad una… ho imparato più cose in quel mese che negli anni precedenti.” disse osservando gli intarsi che creavano tra loro le nuvole.
“E cosa c’entra questo con la mia domanda?” le domandò Fain.
“Il caso esiste, perché se non fosse per lui sarei ancora la bambina saccente della corte di mio padre; ma non esiste perché se mio padre non mi avesse dato in sposa a Taron non sarei mai arrivata qui dove sono ora.” bisbigliò, per aggiungere subito dopo: “Le celebrazioni non sono ancora avvenute, se te lo stai chiedendo.”
“E Dandelion?” chiese il ragazzo guardando in lontananza un drago sollevarsi e volare via.
“È uno dei discendenti del ragazzo della leggenda che ti ho raccontato ieri. Sparirà anche lui… voleva chiedermi di essere trasportato sul continente, da Cain: crede che il suo destino sia altrove. Proprio per questo ha rubato un uovo di drago, per scappare.” disse Misty con un grosso sospiro.
“In un certo senso ha ragione…” sussurrò Fain.
E rimasero zitti a osservare il cielo.
 
Taron e Dandelion volavano veloci verso l’isola dei draghi.
In pochi minuti si trovarono a sorvolarla, mentre alti ruggiti si levavano dall’intrico di piante sotto di loro.
“Non avrei mai detto che potesse essere così veloce.” urlò Dandelion per sovrastare i ruggiti e il rumore del vento che fischiava nelle loro orecchie.
“Ovvio… non hai mai nemmeno provato a parlargli.” gli rispose Taron, chiedendo mentalmente al drago di raggiungere il luogo dove si erano riuniti gran parte dei suoi simili. Questo iniziò a planare dolcemente verso terra, dirigendosi nel punto in cui i ruggiti arrivavano con maggior intensità: i draghi, nascosti dalle chiome degli alberi, si erano riuniti in cerchio per osservare la discussione iniziata la sera prima tra la regina dei Corals e il loro capo, un enorme drago dalle scaglie verdi sul dorso che sfumavano fino al rosso sul suo ventre, a proposito dell’uovo trafugato l’anno prima.
I nuovi arrivati vennero accolti dal circolo con fiammate rosse e azzurre e il capo, giratosi di scatto, li ricevé con un feroce ringhio: la loro presenza non era affatto gradita. Calypso invece, per nulla spaventata dalla bestia che le stava davanti, li salutò allegramente, gridando: “Finalmente siete arrivati! Pensavo che non sareste più venuti a prendermi… in ogni caso vi presento il Re. L’uovo trafugato era uno dei suoi.”
Dandelion, sceso per raggiungere la sua regina, si irrigidì sul posto.
“Gli ho parlato anche di te Dandelion: il Re è stato molto contento di apprendere che ti sei occupato amorevolmente del suo suddito mentre era lontano dai suoi simili.” aggiunse Calypso strizzandogli l’occhio, seguita da un poderoso ruggito d’assenso del capo. “Ma preferirebbe che suo figlio fosse nutrito meglio: gli pare un po’… denutrito.” 
“Sarà fatto…” borbottò il ragazzo abbassando lo sguardo, mentre Taron osservava attento il circolo dei draghi. Non avrebbe mai creduto che ne esistessero così tanti: fino a qualche mese prima pensava che fossero solo delle leggende inventate per tenere buoni i bambini e invece ora era in mezzo a una comunità di questi… gli sembrava tutto così incredibile.
“Bene, visto che la questione sembra essersi risolta per il meglio, noi prenderemmo congedo.” disse la regina inchinandosi profondamente davanti al Re, che assentì con un poderoso ruggito.
La donna, prendendo a braccetto Dandelion, ancora impalato vicino a lei, si diresse velocemente da Taron, già pronto a partire. 
“Arrivederci!” urlò Calypso al circolo mentre si alzavano in volo per tornare indietro; le rispose un coro di ruggiti e fiammate.  
Impiegarono una manciata di minuti per tornare alla radura dove Dandelion teneva il drago che, nel frattempo, era stato scorto da Misty e Fain durante la sua planata: i due gruppi iniziarono quindi simultaneamente a dirigersi verso l’abitazione della regina, dove si ritrovarono poco dopo.
“Misty!” esclamò la regina correndo incontro alla ragazza per abbracciarla. “Cara mia… lo sai che stasera avrò ancora bisogno del tuo aiuto?”
“Se è per scacciare il cattivo tempo, mi spiace ma non sono capace di farlo.” le disse lei scoccando un’occhiata a Fain.
“Ma che idea balzana! Non sarà certo un po’ di pioggia a rovinare la fine dei festeggiamenti: ho bisogno di te per altro…” borbottò Calypso. “Ragazzi, grazie per essermi venuti a recuperare, ma ora è meglio che torniate a casa vostra. E, Fain, spiega a tuo nonno che non c’è nulla di cui preoccuparsi per stasera.”
“Va bene…” mormorò il ragazzo allontanandosi con Dandelion.
Camminarono per un po’ in silenzio, fino a quando Fain chiese al suo amico: “Come è stato?”
“Cosa?” gli rispose lui.
“Ritornare sull’isola dei draghi.”
“Per un attimo ho avuto paura che mi incenerissero.” rispose con un sogghigno. “Ero completamente terrorizzato… una parola sbagliata e molto probabilmente non sarei qui a parlare con te.”
“Ti è andata bene.” disse Fain tirandogli una gomitata. “Avrei avuto diversi problemi a spiegare tutto a mio nonno senza morire di conseguenza.”  
Iniziarono entrambi a ridere di gusto, come non facevano da giorni.
A Fain già mancava.
 
La terza sera è la più importante.
Dopo i canti della prima e  le preghiere della seconda l’ultima serve a sancire la fine della primavera: al calare del sole tutti gli abitanti si dirigono con delle offerte, in silenzio, verso il punto più alto dell’isola e lì si fermano a osservare i draghi che volteggiano per il cielo, ad ascoltare il lontano sciabordio del mare o, semplicemente, a parlare mentre i più piccoli giocano. Ma, quando arriva la mezzanotte, il silenzio cala nuovamente su ogni isola mentre ogni abitante porta le sue offerte su una pila di legna, preparata la mattina, che poi verrà bruciata.
Fain si era sempre chiesto cosa c’entrasse bruciare tutte quelle offerte (composte perlopiù da vecchi oggetti) con la fine della primavera e, dopo lunghe e attente osservazioni, era giunto alla conclusione che abbandonando tutto quel vecchiume, abbandonavano anche tutte le preoccupazioni che li avevano oppressi durante il resto dell’anno. Suo nonno aveva riso parecchio quando gli aveva proposto questa teoria e gli aveva spiegato che in realtà le offerte servivano a placare l’animo del dio della pioggia, che rimaneva inebriato dai vapori che si levavano verso il cielo.
Come ogni anno, Fain aveva portato come offerta una lettera inviata da i suoi genitori, mentre Dandelion era venuto a mani vuote giustificandosi come al solito con un “posso anche far bruciare una foglia, tanto un’offerta vale l’altra”. Entrambi si erano seduti sull’erba umida a causa della pioggia che era caduta copiosa durante il pomeriggio e si erano messi a parlare del più e del meno.
“Ti sei mai chiesto di cosa siano fatte?” chiese a un certo punto Dandelion al suo amico.
“Cosa?” ripose Fain.
“Le stelle: da piccolo pensavo fossero lucciole, poi le anime dei draghi più antichi, ma ora… secondo me sono solo pura luce. Troppo lontane per noi, ma non irraggiungibili.” disse tenendo fisso lo sguardo verso il cielo. “Peccato che siano semplici fantasie da bambini.”
“Sai, Misty mi ha raccontato una storia su un ragazzo che diventava  una stella e… insomma, mi ha detto alcune cosa su di te.” disse Fain strappando qualche filo d’erba.
“L’ha raccontata anche a me… è una brava ragazza, Fain. Credo anche che tu le piaccia.” disse alzandosi.  
“Non penso.” rispose Fain sorridendo. “Comunque, dovremmo andare vicino agli altri… ormai è quasi mezzanotte.”
L’amico rispose al sorriso. “Sinceramente, non mi importa.”
“Cosa? Ma…” mormorò Fain, subito bloccato dall’amico. “Sai anche tu cosa sta per succedere: diventerò immortale, tutti mi guarderanno e sapranno il mio nome. Non sei l’unico con cui parla la maga, sai?”
“Non dire stupidaggini e vieni via con me.” ribatté Fain cercando di trascinarlo via.
“Fain, non posso farci niente…” disse l’amico.
La mezzanotte, nel frattempo, era arrivata: tutti gli isolani erano zitti, con gli occhi puntati sui due ragazzi che continuavano a discutere nonostante il divieto di parlare.
“Almeno ti mancherò?” gli chiese Fain e Dandelion, sorridendogli, rispose: “Ma certo… che domanda è?”
Fain non fece in tempo a rispondergli.
Di colpo Dandelion iniziò a brillare di una luce azzurra intensa, mentre dalla punta dei piedi si sprigionavano le fiamme di un fuoco leggero, di un blu brillante, che lentamente venne a ricoprire tutto il suo corpo. Tra le lingue di fuoco che ormai l’avvolgevano, Fain riusciva ancora a scorgere il suo sorriso, più luminoso che mai, mentre, come una cometa, veniva trasportato in alto per prendere il posto di quella piccola stella evanescente del racconto.
“Era una domanda legittima...” mormorò Fain, guardando il suo amico brillare sempre meno nel cielo, fino a sparire.     




Angolo Autrice:

Arrieccomi! Vi ero mancata, nevvero?
Volevo sorprendervi tutti nel finale, ma non so quanto mi sia venuto bene... in ogni caso devo ancora pubblicare l'epilogo. L'ultima conversazione di questo capitolo è una delle mie preferite, probabilmente perchè il riprende qualcosa di vero... 
Comunque, vi lascio con le solite raccomandazioni: recensite la storia, anche per dirmi che fa schifo (tanto non mi offendo, dico sul serio).
Mi piacerebbe veramente tanto avere qualche altra opinione :)
Bye bye,

BekySmile97 


 
  
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