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Autore: Amaya12    31/10/2014    5 recensioni
"(...)Ora probabilmente vi starete chiedendo perché mai mi ostinassi a rimanermene là a farmi guardare male. Il motivo era molto semplice -e no, non era per scoraggiare i bambini dal comprare troppi dolci-; si trattava di un obbiettivo ben più nobile, il mio.
Ero volato dal mio istituto in Inghilterra fino a Los Angeles per trovare il mio migliore amico. Un gran bastardo, tanto per la cronaca, ma che volete che vi dica? Al cuor non si comanda e inoltre sapevo che lui aveva bisogno di me."
Questa fic parla del periodo in cui Matt e Mello hanno collaborato per risolvere il caso Kira e battere -si fa per dire- il famigerato Near. Il pov è esclusivamente quello di Matt (visto che nell'anime non gli hanno dato molto spazio hehe).
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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BUON COMPLEANNO L!

Salve amici in ascolto:)
siete sorpresi di sentirmi di già, neh? Diciamo che, un paio di giorni dopo la stesura dell'ultimo capitolo, mi sono ricordata che – sorpresa! - la stessa settimana ci sarebbe stato Halloween e a me piacciono tantissimo le fanfiction a tema, quindi mi sono detta: - Ehi, perché non scriverne una? D'altronde hai una settimana di ferie (ebbene sì) -
Inizialmente ho pensato di pubblicarla a parte, senza inserirla in Don't leave me behind, poi mi sono ricordata di un accenno ad una foto scattata durante Halloween nel secondo capitolo, quindi eccomi qui:)
Grazie come sempre per i bellissimi commenti che mi avete lasciato e ai quali risponderò entro stasera, promesso;).
Dopo queste note che probabilmente nessuno di voi leggerà, vi auguro buona lettura e spero di riuscire a strapparvi un sorriso e, soprattutto di non annoiarvi troppo, dal momento che è la cosa più lunga che abbia mai scritto ^^.
Un bacione e alla prossima  ( che, statene certi, non sarà poi tanto presto ),
Amaya

PS: vorrei inoltre ringraziare Kasumi22 che ha betato questo capitolo

 

Speciale Halloween: fra criceti scomparsi, conigli che tentano di essere diabolici ed Alice che ne sa una in più del diavolo!

Quello sarebbe stato il peggior Halloween della sua vita, Matt lo sapeva così come sapeva di avere i capelli rossi e gli occhi verdi.
Innegabile, insomma.
O forse no.
Erano due settimane che litigava con Mello per la scelta del costume; come ogni anno, infatti, avrebbero dovuto travestirsi in coppia ma, mentre durante gli scorsi Halloween alla fin fine mettersi d'accordo non era stato poi così difficile, quella volta sembrava un'impresa titanica.
- In tutta sincerità, non capisco che problema ci sia se io mi vestissi da Jack lo Squartatore e tu da vittima. Pensaci bene, faremo un figurone! Senza contare che sono abbastanza certo di riuscire a prendere un po' di sangue dalla cucina... - per l'ennesima volta, la discussione fu introdotta da Mello; il quale si premurò di cominciarla proprio quando il compagno era nel suo mondo felice, totalmente inconsapevole di cosa accadesse all'esterno.
In altre parole, quando Matt era totalmente preso da Scrabby  e rischiò quindi di venire ucciso un'altra volta per quel futile discorso.
Mise quindi il videogioco in pausa e, dopo aver flesso più volte le dita nel tentativo di mantenere la calma, piegò le labbra nel dolce sorriso che gli usciva ogni qual volta cercava con tutto se stesso di trattenere l'istinto omicida.
- La ragione, mio caro, è che Jack lo Squartatore squartava solo donne. Nella fattispecie, prostitute, pezzo d'idiota che non sei altro. -
L'altro sbuffò infastidito a quelle parole, per poi continuare imperterrito un dibattito che si era ripetuto almeno altre cinque volte quel giorno.
- Guarda che per me puoi anche vestirti da prostituta maschio, non ho mica strane perversioni, dovresti saperlo. - Piccola bugia, ma a chi sarebbe mai importato? A Matty, ovviamente.
- Si chiama gigolò, e te lo puoi tranquillamente scordare. Se ci tieni tanto, perché non ci scambiamo i ruoli? -
Mello sbuffò nuovamente, sapendo benissimo che l'altro già era a conoscenza della risposta.
- Esatto Mel, perché altrimenti non ti divertiresti... - concluse infatti Matt, stingendosi poi nelle spalle e continuando il gioco.
In realtà era un po' preoccupato dalla situazione; si conosceva abbastanza bene da sapere che, se il compagno avesse continuato ad insistere con la storia Jack lo Squartatore-e-Prostituta, avrebbe ceduto prima o poi.
Stupidi occhioni azzurri. E stupido io che gli ho fatto vedere il film con Johnny Depp; insomma, chi scorgendo quel gran bel pezzo di esemplare di maschio non avrebbe voglia di reinterpretare il film?
Matt sospirò stancamente fra sé, chiedendosi come diavolo sarebbe mai riuscito ad uscire da quella situazione schifosa.
Non poteva però sapere che la risposta sarebbe giunta a breve.
Un paio di giorni dopo, infatti, accadde un fattaccio.
Insomma, in realtà fu un incidente ma, come Matt ha sempre detto più volte, Mello è un idiota e, in quanto tale, deve comportarsi da idiota.
Era mattina e, come ogni mattina, Mello si era portato di nascosto la tazza di caffè presa per colazione dalla mensa in camera; infischiandosene di tutte le volte in cui l'amico gli aveva ordinato di non farlo perché avrebbe  potuto sporcare le loro cose.
Mello camminava quindi avanti e indietro per tutta la lunghezza della stanza, pensando e ripensando a come convincere Matt a travestirsi da prostituta; finché, proprio mentre passava affianco alla televisione, sentì un rumore improvviso provenire dalla finestra aperta – probabilmente qualche ragazzino che stava giocando in cortile – e si voltò di colpo.
Il caso volle che quel giorno il ragazzo avesse deciso – come suo solito – di fare il ribelle e non indossare la ciabatte, ma un paio di calzini bianchi di cotone, e che il pavimento fosse in parquet.
Solido, chiaro, lucido parquet.
Solido, chiaro, lucido e scivoloso parquet.
La conclusione fu quindi una sola: scivolò colpendo violentemente il pavimento con l'osso sacro e portandosi quindi anche la tazza di caffè con sé.
Ora, come tutti sappiamo, il caffè è un liquido e, in quanto tale, se il contenitore che lo racchiude subisce movimenti bruschi, difficilmente rimane fermo al proprio posto.
Naturalmente la catastrofe si sarebbe potuta evitare se solo Mello avesse avuto la decenza di tenere diritto in qualche modo il braccio con cui reggeva la tazza – cosa che, fra l'altro, viene alle persone normalmente piuttosto istintiva -; lui invece ebbe il buon senso di muovere con decisione il braccio a destra, ergo, la direzione in cui si trovava il televisore.
E cosa era posta vicino al televisore?
Esatto, la console di Matt.
Quest'ultimo entrò proprio in quell'esatto instante, probabilmente chiedendosi per quale strana ragione l'amico non fosse in mensa a fare colazione come tutti gli altri studenti; nulla avrebbe però potuto prepararlo a ciò che gli si parò davanti.
Mello era infatti ancora seduto a terra e si massaggiava il fondo schiena lamentandosi a bassa voce per la botta subita e, nel mentre, guardava con aria decisamente perplessa la tazza di ceramica bianca ormai vuota; la console dietro di lui fumava.
Avete capito bene, fumava proprio.
Matt l'aveva lasciata in stand-by prima di dirigersi al piano di sotto per fare colazione.
Il ragazzo a quella vista sbiancò di colpo per lo shock, per poi avvampare a causa della rabbia che improvvisamente lo prese.
- Tu... - sibilò. -... razza di deficiente! Quante dannatissime volte ti avrò detto di non portare il caffè qui in camera?! Quante?! Già mi sporchi di ditate di cioccolata gran parte delle mie magliette a righe, ed ora mi porti via anche la console?! - Gli si accanì contro prendendolo per il colletto del maglione nero ed avvicinando i loro volti talmente tanto da far quasi sfiorare i loro nasi.
Mello sgranò per un momento gli occhi chiari per poi scoppiare nella sua classica risata da pazzo.
- Credi sia stato semplicemente un caso? Beh, ti sbagli! Così magari la smetterai di ignorarmi e inizierai a prestare un po' di attenzione al problema Halloween! -
La verità era che, semplicemente, non voleva ammettere di essere stato sconfitto da un paio di calzini, ma andiamo avanti.
Ora, se Mello non avesse mentito probabilmente Matt si sarebbe sì infuriato, ma non al punto di pensare seriamente di far fuori l'amico; per poi ricordarsi che, dopotutto nella sua lista delle priorità la console veniva subito dopo Mello e quindi ci avrebbe rimesso comunque.
Poco prima di sferrargli un pugno in faccia, quindi, si fermò ed incurvò lentamente le labbra in un ghigno satanico che mai aveva preso vita sul suo volto; facendo così spaventare molto più il compagno di quanto mille insulti e pugni potessero fare.
- Molto bene. - Disse quindi il minore, con ancora il ghigno stampato in faccia; mollando la presa sul colletto della maglietta nera che l'altro indossava. - Vorrà dire che tu, per ripagarmi dal danno molto probabilmente irreversibile che la mia play station ha subito, dovrai vestirti nel modo da me stabilito per Halloween. E, -  e qui il ghigno si allargò ulteriormente, - ti posso garantire che non ti piacerà. -

 

La Wammy's House sfornava geni di tutte le età da generazioni.
Le classi erano formate in modo che gli studenti potessero spronarsi sempre l'un l'altro, cercando di migliorare se stessi; inoltre, per evitare che lo sviluppo di questi baldi giovani fosse prettamente scientifico ed individualistico, Roger ebbe la grande idea di far sì che ogni classe “adottasse” un animaletto.
Anche la classe di Matt e Mello quindi ne adottò uno; si trattava di un criceto e, dal momento che i ragazzi, per quanto potessero essere geniali, peccavano di fantasia, lo chiamarono Hamtaro.
Hamtaro non era un granché, era piccolo e spelacchiato, con la pelliccia bianca e arancione – proprio come il protagonista dell'anime da cui aveva preso il nome, insomma. Le ragazze lo adoravano e partivano all'assalto per accarezzarlo non appena entravano in classe; fu probabilmente per questo che, neanche due mesi dopo il suo arrivo, Hamtaro morì d'infarto, gettando la classe nella più completa disperazione.
Roger si premurò quindi di comprarne un altro – questa volta nero come la pece e con due malvagi occhietti che sembravano progettare uno sterminio di massa -, che fu chiamato: Hamtaro II: la Vendetta.
E no, non ci furono abbreviativi.
Hamtaro II: la Vendetta non era un bravo criceto, mordeva chiunque osasse toccarlo e scappava di continuo dalla gabbietta; portando così Roger a decidere che quel piccolo esserino malefico sarebbe stato accudito a rotazione da tutta la classe – questo anche per sventare probabili futuri assalti.
Nella settimana in cui quell'anno cascava Halloween toccò a Britt e alla sua compagna di stanza Nora tenere il criceto.
Le due erano grandi amiche ed adoravano immensamente gli animali – probabilmente fu per gran parte colpa loro se Hamtaro morì d'infarto -; non si fecero quindi troppi problemi ad avere quella piccola macchia di petrolio a scorrazzare in giro per casa.
Britt era una ragazzina minuta dai lunghi capelli biondo platino e con un paio di grandi occhi castani; tuttavia, dal momento che aveva sempre desiderato averli viola, indossava ogni giorno dalla mattina alla sera delle lenti a contatto colorate.
Era una grande appassionata di cucito e faceva da costumista al club di teatro – sì, avevano anche quello -; stava inoltre insieme da due mesi a quella parte ad un ragazzo dal fisico alto e allampanato di nome Eric.
Sfortunatamente i due spesso litigavano e Britt aveva ormai preso l'abitudine di confidarsi con Matt, dal momento che la sua fama di cupido e consulente di coppia era nota in tutto l'istituto.
Fu quindi a lei che si rivolse Matt per chiederle di confezionare per se stesso e per il suo migliore amico dei costumi di Halloween, questo però solo quattro giorni prima il 31 ottobre e senza sapere esattamente che taglia portasse Mello.
Ciò alterò non poco la ragazza, soprattutto quando, dopo aver chiesto un minimo di informazioni in più da parte del ragazzo, questi le rispose: - Di fisico è circa come me, forse un po' più alto di un paio di centimetri. O forse quattro. Chissà. Ah, credo anche che le sue spalle siano leggermente più larghe, ma tu non ti preoccupare, comunque venga fuori il vestito andrà bene. -.
Ecco, in quel momento Britt prese seriamente in considerazione l'idea di strangolarlo con il metro da cucito.
Ma poi si trattenne.
Le serviva un consulente di coppia, dopotutto.
Fu così che Mello si ritrovò continuamente tallonato da una Britt leggermente isterica che tentava invano di prendergli le misure senza farsi notare.
In fondo, se non poteva portare Maometto alla montagna, avrebbe portato la montagna a Maometto, no?

 

- Non riesco a credere che  l'abbia fatto davvero! - mormorò rabbiosamente Maometto – ossia Mello – passando le dita sul corpetto di in organza azzurra e premurandosi di non essere sentito da Matt che lo aspettava al di là della porta del bagno.
Guardò per un attimo il suo riflesso nello specchio del bagno, dovendo ammettere a se stesso che, nonostante tutto, quel vestito gli stesse piuttosto bene.
Consisteva in un abito tagliato all'altezza delle ginocchia, con un corpetto aderente e le maniche a sbuffo, una gonna a campana con sottoveste ricamata in pizzo bianco dalla quale spuntava il bordo dei boxer neri che si era messo quella mattina.
Fortunatamente, Matt aveva avuto il buon cuore di non fargli indossare ballerine o – e qui Mello rabbrividì vistosamente – calze autoreggenti; quindi ai piedi portava le sue solite sneakers talmente consumate da far sì che il bianco naturale delle scarpe fosse diventato grigio.
- Esci, dai! Sono proprio curioso di ammirare cotanta bellezza! - esclamò divertito Matt dall'altra parte della porta, mentre già si immaginava malignamente l'espressione seccata dell'amico che, sicuramente, si sarebbe messo a fargli una scenata non appena avesse messo piede fuori dal suo rifugio.
L'altro invece uscì tranquillamente dal bagno, premurandosi di ancheggiare leggermente in modo da mettere in risalto la sottoveste bianca che gli sfiorava le ginocchia.
Ammetto che è piuttosto sexy, tuttavia vederlo così mi fa un po' paura... Rifletté il più piccolo dei due, toccandosi pensieroso le orecchie da coniglio che aveva in tesa.
- Quindi era questo che avevi in mente? Alice e il Bianconiglio? Vabbè, ora che sono in ballo mi conviene ballare. - L'altro se ne stette zitto, contemplandolo attonito. - Usciamo? - Gli domandò tranquillamente Mello, studiando attentamente con la coda dell'occhio la reazione dell'amico alle sue parole.
- Veramente... io... cioè, tu... - Matt non riusciva davvero a crederci: non sarebbe dovuto andare in quel modo! Mello avrebbe dovuto iniziare a fare l'isterico e, magari, per una volta gli avrebbe chiesto scusa; lui a quel punto avrebbe finto di diventare improvvisamente misericordioso e gli avrebbe dato il permesso di togliersi il vestito.
Dopotutto si era detto che sì, Mello meritasse una piccola vendetta, ma non aveva realmente intenzione di farlo andare in giro per l'istituto a chiedere dolcetto o scherzetto conciato così!
Nonostante avesse dovuto passare giorni interi ad assediare l'ufficio di Roger pregandolo di comprargli una nuova console, Matt aveva ancora un cuore.
Mello a quanto sembrava no.
Ghignava fra sé, notando lo sguardo sconfitto e vagamente disperato dell'amico e godendosi le attenzioni che otteneva da parte di tutto l'istituto; soprattutto dal momento che le ragazze sembravano trovare la sua versione femminile molto più sexy di quella maschile – si fa per dire.
Ancora Matt non poteva saperlo, ma aveva involontariamente dato il via ad il nuovo look di Mello che, da quel momento in poi, avrebbe deciso di vestirsi in modo aderente e scollato dopo la bella esperienza di quella notte.
Quando poi, nel bel mezzo della serata, Mello fece notare al suo povero Bianconiglio che sarebbe stato il caso di fare un salto da Britt per ringraziarla di aver realizzato dei costumi così belli - senza accennare minimamente al suo desiderio di travestirsi da Jack lo Squartatore- , Matt credette seriamente che il suo migliore amico fosse stato rapito dagli alieni.
Dov'è la giustizia divina in tutto questo?!
Si chiese scuotendo la testa come un pechinese triste sotto lo sguardo divertito di Mello che bussò alla porta delle ragazze.
- Avete visto Hamtaro II: la Vendetta? - esplose subito Britt non appena aprì loro la porta.
I due si scambiarono uno sguardo perplesso. - No... avremmo dovuto? -
- E' da tre ore che lo stiamo cercando! Se non lo troviamo siamo MORTE! - replicò la ragazza spalancando gli occhi violetti e afferrando il povero Matt per il bavero del gilet  blu da Bianconiglio.
- Secondo me, una di voi due gli si sarà seduta sopra... - commentò annoiato Mello, già pronto a girare i tacchi e ad abbandonare l'amico che ormai si era fatto paonazzo per la mancanza di ossigeno.
- Mel. - Lo richiamò quindi con voce strozzata, notando che la ragazza non aveva la minima intenzione di mollare la presa. - Non credi che sarebbe una buona idea aiutare Britt e Nora con la ricerca di Hamtaro II: la Vendetta? Dopotutto lei ci ha confezionato dei vestiti così belli... - E mi sta strangolando, aggiunse mentalmente. - Lo hai detto tu stesso, giusto? -
L'altro scrollò le spalle sottili ancor fasciate nelle maniche in  organza e finalmente Britt lasciò la presa su Matt che crollò a terra boccheggiante.
Passarono la serata vagando di stanza in stanza, di corridoi i corridoio, chiedendo a chiunque capitasse loro davanti se avesse per caso scorto anche una minima traccia del malvagio animaletto.
Trovarono ed interruppero  una coppietta che si stava baciando mezza sdraiata su uno dei tavoli della mensa, in compenso.
Matt avrebbe avuto nuovi clienti.
Alle tre di notte, ormai sconfitti, tornarono nella loro camera, decidendo di comune accordo di non passare nuovamente da Britt, giusto per evitare eventuali attacchi.
Fu quando aprirono la porta che lo scovarono.
Sul letto di Mello.
A mangiare cioccolata.
- Giù dalla mia cioccolata, bestiaccia! - strillò Mello ghermendo Hamtaro II: la Vendetta pronto a lanciarlo contro il muro per punizione, mentre lo splendido vestito da Alice gli pendeva basso sui fianchi, dal momento che aveva già iniziato a sfilarlo.
- Ma sei impazzito?! Posa subito quel criceto, idiota! Se gli capita qualcosa, Britt mi ammazza! - urlò di rimando Matt per poi, vedendolo tentennare, aggiungere speranzoso: - Alice non era amica degli animali, in fondo...? -
- Ah, ora ti giochi la carta di Alice?! Come diavolo ti è saltato in mente di farmi vestire in questo modo, eh? E' stato umiliante! - Piccola bugia, ma l'altro non lo avrebbe mai saputo...
- Io non volevo neppure che tu uscissi dalla camera, deficiente! Hai fatto tutto da solo! E poi è stata solo colpa tua che mi hai rotto la Play per un motivo tanto futile!-
- Sono scivolato, cretino!- Esplose Mello, non notando che nel frattempo Hamtaro II: la Vendetta era riuscito a sfuggire dalla sua stretta per tornare a mangiare il cioccolato 100% extra fondente, in barba alla possibile morte per avvelenamento.
- E allora perché non me lo hai detto?! - ribatté Matt sentendosi vagamente in colpa per non averlo capito subito: dopotutto la scena era abbastanza palese.
- Perché non volevo fare la figura dello stupido proprio davanti a te! - rispose di getto Mello, per poi arrossire a quell'ammissione.
Matt abbassò lo sguardo alle babbucce pelose a forma di zampa di coniglio che aveva per scarpe. - Non mi sarebbe importato... -
Entrambi se ne stettero in silenzio per diversi minuti, l'uno di fronte all'altro senza però guardarsi negli occhi; finché non sentirono lo squittio felice di Hamtaro II: la Vendetta che continuava nel mentre a sgranocchiare.
- Scusa – Sussurrarono in contemporanea, alzando poi lo sguardo e sorridendosi a vicenda.
- Ehi, ti andrebbe di fare una foto per immortalare il momento? - Suggerì improvvisamente Mello ripescando la sua macchina fotografica da sotto il letto.
- Per me va bene, - rispose Matt scrollando le spalle, - purché ci sia anche Hamtaro II: la Vendetta con noi. -
Ancora non potevano saperlo, ma quella foto sarebbe stata portata da Matt a Los Angeles, e li avrebbe sorvegliati silente dal comodino vicino al letto ricordando loro quella strana avventura.

  
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