The Truth Behind His Frozen Hearth
Parte I:
Il
segreto di Draco
Capitolo
1: Dying inside
"Do you ever feel like breaking down
do you ever feel out of place
like somehow you just dont belong
and no one understands you
do you ever want to run away
do you lock yourself in your room
with the radio on turned up so loud
that no one hears you screaming
Strano come questa canzone babbana rispecchiasse esattamente ciò che da quasi
diciassette anni stava provando. Tutta la sua vita in quelle parole. Quel CD
continuava a parlargli della sua vita, di una vita che non era più sua.
“Me la pagherai cara, Potter!”
Queste erano state le ultime parole con la quale aveva concluso il suo quinto anno scolastico ad Hogwarts. “Me la pagherai cara, Potter”. Le intendeva veramente? No. Mai nella sua vita, a Draco Lucius Malfoy era stato concesso di fare qualcosa di propria volontà. Di questo, “suo padre”, ne era stato certo.
"Do you wanna be somebody else
are you sick of feeling so left out
are you desperate to find something more
before your life is over
are you stuck inside a world you hate
are you sick of everyone around
with the big fake smiles and stupid lies
but deep inside youre bleeding
Era già il primo settembre. Ed ora stava tornando a scuola. Silenzio. Tutto
intorno a sé era solo silenzio… lo era stato al Maniero per un’intera estate ed
ora lo sarebbe stato anche ad Hogwarts. Suo padre era stato arrestato perché
oramai neanche i suoi soldi potevano cancellare la vergognosa verità: il grande
Lucius Malfoy non era altro che uno sporco Mangiamorte. Uno dei leccapiedi di
Voldemort. A questi pensieri sorrise amaramente. Goditi la tua libertà finché
puoi, tanto non durerà a lungo. È quello il tuo destino… Mangiamorte…Mangiamorte…
Mangiamorte…
"No you dont know what its like
when nothing feels alright
you dont know what its like to be like me
to be hurt
to feel lost
to be left out in the dark
to be kicked
when you're down
to feel like youve been pushed around
to be on the edge of breaking down
when no ones there to save you
no you dont know what its like
welcome to my life"
I suoi “amici” lo avevano abbandonato… le altre famiglie purosangue non
volevano più avere niente a che fare con i Malfoy, almeno pubblicamente. La
notizia dell’arresto di Lucius aveva fatto scalpore e si temeva che presto molti
altri sarebbero stati coinvolti. I seguaci di Voldemort, d’altro canto, erano
sospettosi del giovane Serpeverde: senza suo padre a controllarlo, il ragazzo
era una pesante incognita.
Ma tanto non si faceva troppe illusioni: presto Lucius sarebbe fuggito e tutto sarebbe ricominciato.
"No you dont know what its like
when nothing feels alright
you dont know what its like to be like me
to be hurt
to feel lost
to be left out in the dark
to be kicked
when you're down
to feel like youve been pushed around
to be on the edge of breaking down
when no ones there to save you
no you dont know what its like
welcome to my life
Chiuse gli occhi, appoggiando il capo al vetro alla finestra dello scompartimento del treno 9 & ¾, quell’anno vuoto. Sembrava che il cielo volesse piangere per lui. Per lui che aveva dimenticato come fare. Pioveva senza sosta mentre violenti fulmini squarciavano il cielo nero come le tenebre più fitte Almeno c’era qualcosa di positivo in tutta quella faccenda, continuava a ripetersi, cercando di vedere almeno un aspetto positivo: ora quegli idioti dei Serpeverde lo avrebbero lasciato in pace. Solo…
"No-one ever lied straight to your face
No-one ever stabbed you in the back
You might think i'm happy
But i'm not gonna be o.k"
Detestava la solitudine, tutta la sua vita non aveva fatto altro che sentirsi
solo. No, non tutta la sua vita, perché erano rare le occasioni in cui poteva
sentire… L’Amitte animum era un maleficio davvero efficace: ti
imprigiona l’anima in una specie di limbo. Puoi vedere, sentire, percepire tutto
ciò che ti circonda senza avere un briciolo di controllo sulle tue azioni.
L’anima strepita, piange ma se ti trovassi innanzi il tuo migliore amico e il
tuo padrone ti ordinasse di ucciderlo per te sarebbe totalmente indifferente.
Proveresti anche gusto, perché un demone si è impossessato di te.
"Everybody always gettin what you wanted
You never had to work it was always there
You don't know what it's like
What it's like"
Quante volte si era tagliato le vene in quei pochi momenti di lucidità solo per provare nuovamente il disperato desiderio di sentire. Ma tanto oramai era tutto inutile: anche quando era libero era schiavo di Lucius. Era vuoto, un guscio vuoto. Quando era piccolo, non poteva capire cosa suo padre gli facesse. Cielo, della sua infanzia non ricordava praticamente nulla se non l’essere selvaggiamente picchiato per ogni più piccolo errore. Non aveva mai pianto, però. Piangere voleva dire essere debole e l’essere debole voleva dire avere un’ulteriore lezione: allora le grida non erano più silenziose, ma quelle di una donna che aveva cercato di proteggerlo. Sua madre.
"To be hurt
to feel lost
to be left out in the dark
to be kicked
when you're down
to feel like youve been pushed around
to be on the edge of breaking down
when no ones there to save you
no you dont know what its like
Istintivamente si portò la mano al collo, a quel piccolo ciondolo nascosto
sotto i pesanti abiti. Una gemma Hirui: una lacrima d’angelo. Ricordava quando
sua madre gliela aveva data, lo scorso Natale, prima che…
“Draco”. Narcissa Malfoy accarezzava lentamente i capelli del figlio,
inginocchiato accanto a lei con il capo sul suo grembo. L’ “Imperius”alla quale
era stata sottoposta tutti quegli anni l’avevano resa poco più che uno spettro.
Ora era libera, ma per quanto. Cercava di confortare suo figlio in quei pochi
istanti perché sapeva che sarebbero stati i suoi ultimi momenti di vita. Il
senso interiore glielo diceva. Quello strano, arcano potere che pochissimi
membri dei Black possedevano, glielo aveva annunciato ed ora cercava di aiutare
il suo bambino in quello che sarebbe stato la prova più difficile della sua
giovane vita.
“Guardami, bambino mio”. Draco aveva alzato lo sguardo nella quale erano
visibili lacrime silenziose. Sapeva che sua madre gli stava dicendo un addio. La
donna si era portata le mani alla nuca, spostando i lunghi capelli biondi, per
poter prendere un piccolo gioiello. Glielo pose lentamente sul palmo prima di
baciargli la fronte.
Draco guardò il gioiello stupito. Sua madre non se ne era mai separata.
Fin da quando era bambino lo aveva scorto nascosto sotto i ricchi abiti, celato
alla vista di Lucius. La donna gli chiuse lentamente la mano guardandolo negli
occhi. Draco rabbrividì. Lo sguardo di sua madre non era più spento… ma vivo,
vivo come non lo era mai stato in tutti quegli anni…
“Ascoltami, figlio mio. Non lasciare che tutto questo dolore ti annienti.
Ribellati, come tuo padre ha già fatto in passato. Combatti perché il sangue non
è nulla. Ribellati a queste stupide regole. Non so quanto tempo mi resti ma
sappi che qualunque cosa accada questo nessuno potrà mai togliertelo.” Gli posò
un amano sul petto, dove il cuore del giovane batteva furiosamente. “Abbi
fiducia in lui e vedrai che andrà tutto bene. I sentimenti raggiungono sempre il
cuore delle persone e vedrai che raggiungeranno anche il suo. E perdona questa
madre indegna che non ha saputo proteggerti”. Il volto di Narcissa era bagnato
da calde lacrime.
Ma Draco non riusciva a capire: suo padre era una Mangiamorte, come aveva
potuto ribellarsi…
“DRACOOO!!
Un urlo spaventoso. La porta si era aperta di colpo sbattendo
violentemente. Non aveva nemmeno potuto reagire: prima che riuscisse a voltarsi,
nell’aria era tuonata un’unica parola:
“CRUCIOOOO!!!!”
Tutto intorno era confuso. La testa gli faceva male e non riusciva
praticamente più a muoversi. Non sapeva dire per quanto tempo aveva perso i
sensi.
“Ma bene. Sembra quasi che il nostro caro principino stia riprendendo i
sensi”. Una voce acida e crudele si fece strada fra le nebbie che gli
offuscavano i sensi.
Aprì lentamente gli occhi. Non era più nella camera di sua madre. No,
Draco Malfoy era incatenato ad una parete nei sotterranei di quella prigione che
era casa sua. Tutto era immerso nel buio se non per qualche piccola fiaccola che
rendeva la stanza ancora più tetra.
Innanzi a lui vi era suo padre, Lucius, che lo guardava annoiato con ai
piedi una povera Narcissa, coperta di sangue e lividi.
“Bastardo! Lasciala lei non c’entra niente!” Draco tentava di strattonare
le catene ma era tutto inutile. I suoi patetici tentativi non fecero altro che
divertire quel mostro che chiamava padre.
“È inutile che ti sforzi, tanto non servirà a nulla. Ma dovevi
aspettartelo: lo sai qual è la tua punizione se mi disubbidisci!”. Lucius aveva
tirato fuori la bacchetta e ora la puntava alla gola del figlio.
Draco deglutì lentamente, osservando con orrore la bacchetta, essendone
stato colpito violentemente tante e tante volte.
“Oh! Il povero bambino non conosce la sua birichinata. Allora vediamo di
rinfrescargli la memoria”. Un ghigno crudele comparve sul volto del Mangiamorte.
“Accio scatola”.
Un cofanetto di legno comparve fra le mani del servo di Voldemort, un
cofanetto che Draco conosceva molto bene perché conteneva il suo più oscuro
segreto, un segreto che sapeva poter causare la fine della persona che
amava più di se stesso.
Lucius lo aprì lentamente, prendendo disgustato il contenuto tra le mani
per poterlo mostrare al figlio: un nastro per capelli, una penna consumata, una
vecchia spilla rovinata. Ma soprattutto una foto, una foto scattata di nascosto.
La foto di una ragazza dai folti e ricci capelli castani. Due occhi dorati.
Hermione Granger.
“La mezzosangue, Draco?”. Il tono era canzonatorio. “Il Principe dei
Serpeverdi ha perso la testa per una sporca mezzosangue? E per giunta
l’amichetta di Potter? Rispondi figliolo”. Il tono dell’uomo era dolce, quasi
gentile. D’improvviso uno schiaffo colpì il volto del ragazzo. L’anello di
quella mano gli lacerò la guancia e altro sangue prese a sgorgare. “Ho detto
rispondi!!”
Quella voce carica dì odio riecheggiò nelle segrete. Draco abbassò lo
sguardo. Come aveva potuto essere così stupido. Eppure lo aveva nascosto bene
quel cofanetto. Come aveva potuto fare questo a sua madre.
“Io l’amo”. Era stato poco più che un sussurro ma Lucius lo aveva udito
bene.
“Amore? Amore!!!”. Quella parola sembrava infervorarlo ancora di più. “Che
cosa ti fa credere che qualcuno possa mai amare una sudicia macchia di sporcizia
come te! Cosa ti fa credere che la signorina Hermione Granger possa mai amare un
essere insignificante quale sei mentre può avere il famoso Potter al suo
fianco!”
“Lo so!”. Draco sembrò aver recuperato un po’ del suo coraggio. “So di non
essere niente. So che lei non potrà fare altro che odiarmi, ma non m’importa!!!
Conosco il mio posto. Non conterò mai nulla per lei, però anche se mi accontento
di guardarla da lontano tanto mi basta!”.
“Sei patetico! Tanti anni sprecati per crescere un verme, pronto al
sacrificio per la sua piccola Grifondoro. Mi fai schifo”. Stavolta il colpo di
Lucius colpì in pieno lo stomaco di suo figlio.“Lo sai perché sei qui, eh Draco?!
Lo sai perché non mi sono sbarazzato di te anni fa? Perché per servire il grande
Voldemort bisogna offrirgli qualcosa in cambio. Ed io ho scelto di dargli un
altro fedele servo. Se non fosse stato per questo, oggi non saresti qui.” Il
tono di Lucius era tornato a farsi gentile ed affabile. “Non merito quindi
anch’io un po’ della tua riconoscenza, forse? Ti ho cresciuto come se fossi
stato mio e cosa chiedevo in cambio. Che tu facessi il bravo bambino e mi
obbedissi, ma no. Dovevi perdere la testa per una sporca mezzosangue!”.
Il ragazzo biondo non poteva credere a quello che aveva appena udito.
Tante cose orribili gli erano state dette in passato, ma questa era la più
orribile di tutte…era la verità. Lacrime cominciarono a sgorgargli dagli occhi
ma cercò in tutti i modo di trattenerle. Non avrebbe dato anche questa
soddisfazione a quel mostro.
“E, allora, facciamola finita una volta per tutte, padre!”. Gli occhi di tempesta di Draco scintillarono d’orgoglio. “Se per te non sono stato altro che un peso, finiamola qui! Non c’è bisogno di coinvolgere anche la mamma!”.
"Un vero Black! Orgoglioso fino al midollo. Stupido e assetato di giustizia come quell'idiota di tuo padre. Ma tanto meglio. Hai ragione, dopotutto". Un'idea malvagia si stava facendo strada nella mente del Mangiamorte. C'era un unico modo per annientare definitivamente lo spirito di Draco. Bastava semplicemente toccare i tasti giusti.
Si voltò lentamente verso Narcissa, che aveva ripreso i sensi e ora guardava tristemente suo figlio. Non aveva avuto nemmeno il tempo di riversargli il segreto di quella lacrima. Sperava soltanto che con il tempo avrebbe capito.
"Allora questo è un addio, mia cara. Davvero è stato un piacere conoscerti. " La bacchetta di Malfoy si alzò lentamente verso la donna inerme, mentre una luce omicida gli illuminava ora il volto. "AVADA KEDAVRA!!!"
"Noooo!!" Un urlo disperato. era stato tutto quello che Draco aveva potuto fare per sua madre, mentre la donna veniva consumata da un'orrida fiamma verde. Ti voglio bene era riuscita a mormorare prima che tutto finisse.
"Bastardoooo!!!Perché lo hai fatto! Perchééé!!!" Non riusciva più a trattenersi. Come aveva potuto... Come aveva potuto... Era a tutto quello a cui il ragazzo riusciva a pensare.
"è semplice. Ormai era un fantoccio inutile." Quello stesso sguardo assassino che aveva posto la fine alla vita di Narcissa ora era rivolto verso Draco. "Ricordati: tu appartieni a Voldemort. Questo è il tuo destino! è questione di tempo prima che anche la tua patetica mezzosangue faccia questa stessa fine e sarò io stessi ad occuparmene."
La bacchetta nera ora era nuovamente rivolta verso Draco. "Pronto per la tua punizione, ragazzo? e, allora, CRUCIOO!!"
Dieci, cento, mille pugnali il giovane sentì conficcarsi nel suo petto. Ma non provava più un dolore fisico. Nulla era paragonabile alla sua anima straziata. "Hermione...HERMIONEEE!!!"
"To be hurt
to feel lost
to be left out in the dark
to be kicked
when you're down
to feel like youve been pushed around
to be on the edge of breaking down
when no ones there to save you
no you dont know what its like
welcome to my life!"
"Malfoy...Ehi, Malfoy!!!"
Qualcuno lo stava scuotendo e lo chiamava insistentemente. Cercò a fatica di liberarsi dalla nebbia dei ricordi ma era come se i suoi sensi non volessero ubbidirgli. Continuavano a chiamarlo. Era una voce familiare quella.
Draco sbarrò gli occhi, sorpreso, spaventato, il viso imperlato di sudore freddo. Afferrò la mano appoggiata sulla sua spalla, bloccando il suo assalitore e sbattendolo violentemente sulla parete dello scompartimento. Aveva il fiato corto ma lentamente riuscì a mettere a fuoco il suo aggressore.
"Che diavolo stai facendo, Malfoy!". Occhi dorati ora lo fissavano impauriti.
"Hermione". Fu solo un sussurro quello del giovane.
"Lasciami, maledetto. Ero solo venuta a dirti che la professoressa McGranitt vuole parlare con i prefetti. Lasciami andare altrimenti mi metto ad urlare".
La Grifondoro tentò di divincolarsi ma ma lo sguardo che incrociò bloccò ogni sua resistenza. Gli occhi di Malfoy. Occhi tristi, pieni di dolore e qualcos' altro...che fosse... amore? Un amore diverso da quello che aveva sempre conosciuto o letto in quelle storie d'amore di cui le sue amiche babbane sembravano così appassionate ...un amore conscio che non sarebbe mai stato ricambiato. Era una vista che ti spezzava il cuore.
Il giovane Serpeverde lasciò la presa prima di avvicinare il volto all'orecchio della giovane che sembrava addirittura paralizzata da quello sguardo. Non riusciva a capire il perché di quel comportamento. Quello non poteva essere lo stesso Malfoy che per quasi sei anni l'aveva tormentata fino alle lacrime. Non poteva... Restò immobile mentre Draco le sussurrò qualcosa all'orecchio, quasi con riverenza, prima di lasciarla andare ed uscire dallo scompartimento.
Hermione rimase lì immobile, a fissare il vuoto per quella che le sembrò un'eternità. Non riusciva a capire chi fosse quel ragazzo. Si guardò intorno e notò un lettore CD ancora acceso, abbandonato su uno dei posti a sedere. Lo prese ed accostò una delle cuffie all'orecchio...
to feel like youve been pushed around
to be on the edge of breaking down
when no ones there to save you
no you dont know what its like
welcome to my life
Essere sull'orlo del precipizio senza che qualcuno sia lì a salvarti. Gli occhi della ragazza si riempirono lentamente di lacrime mentre tutto il suo corpo era attraversato da un tremore incontrollabile. Si tolse lentamente la cuffia e solo allora si accorse che era sporca di sangue. Gocce di sangue erano anche sul pavimento. Lo stesso sangue che le aveva lasciato un'impronta sul polso dove la mano del Serpeverde l'aveva afferrata.
"Perdonami". Era tutto ciò che le aveva sussurrato.
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Note: Ok, questo era il primo capitolo. Ho messo un'eternità a scriverlo, dannato il mio computer che continuava a bloccarsi e a cancellare tutto. Grazie tantissime a quelli che hanno recensito. Ma hanno spronata a continuare a scrivere. Spero che questo cap vi soddisfi. se no, vanno bene anche commenti negativi. Mi aiuteranno a migliorare.
Allora: "Amitte animum" è un incantesimo che ho inventato rifacendomi a qualche episodio di Buffy, sapete quelli in cui Angel perde l'anima. Adoro Angel. E pure a qualche puntata dei Cavalieri dello zodiaco, che volete farci. Si traduce pressappoco in "perdi l'anima". Chi ne è colpito perde qualsiasi capacità di agire. L'anima è cosciente mentre il lato oscuro della persona ubbidisce a tutti gli ordini impartiti da quello che ha scagliato il maleficio. Un pò come quando Angelus se ne va in giro ad ammazzare e poi Angel si ricorda tutto e prova rimorso. L'anima è imprigionata nello stesso corpo.
Draco è già bello che innamorato di Hermione (chissà da quando) e Lucius sa che non è suo figlio. (Ci vorrà un pò prima che Draco lo scopra). Narcissa è morta verso il Natale del quinto anno, ma il nostro Serpeverde preferito non ha detto niente durante L'Ordine della Fenice perché era sotto incantesimo: quindi la fotocopia bastarda di Lucius che tutti conosciamo. Ora che il padre è in galera non è più sotto incantesimo ma fino a quando?
Per Hermione ancora devo decidere cosa farle fare ma diciamo che è bella che intrigata dallo strano comportamento di Draco.
Ah, un ultima cosa: la canzone di sottofondo e "Welcome to my life" dei Simple Plan. é fantastica, dovreste ascoltarla. Grazie per aver letto questo cap e vi aspetto al prossimo...