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Autore: S_h_a_e_L    01/11/2014    4 recensioni
L'Uroboro è il simbolo che rappresenta la natura ciclica delle cose; la teoria dell'eterno ritorno: un ciclo che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine oppure la liberazione dal peso del passato, la trasformazione del "così fu" nel "così volli che fosse".
"L'ho trovato su una collina dietro casa, siccome era tristissimo e piangeva... l'ho portato con me.
Stava aspettando qualcuno, da quel momento... quando scompariva sapevo sempre dove trovarlo. L'avrei trovato su quella collina... ad aspettare."

Tom/Harry
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Tom O. Riddle, Voldemort | Coppie: Harry/Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Blaise rimase fermo e spiazzato davanti alla superfice liscia  e calma del lago che solo pochi istanti prima aveva risucchiato Everel e Potter. 

Era ancora concentrato in quel punto quando venne affiancato da una figura.

"Draco...?"

"E' ancora collegato. Possiamo entrare anche noi."

"Cos- Ehi... Draco aspetta!"

Non videro niente, per qualche istante. 

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"Harry... tutto bene?"

"...Si. Tutto bene. Dove siamo?"

In realtà niente andava bene. Harry sentiva strisciargli sulla pelle il potere oscuro di quel luogo e... insieme a quella sensazione gelida sentiva un brivido opprimente legargli la gola e pressargli i polmoni. 

Faceva fatica a respirare e sentiva che qualcosa stava per cambiare per sempre. 

"Non lo so... però, guarda, c'è una luce lì."

 

-NO! -

La luce si affacciava su uno scorcio della loro casa, Harry ricordava alla perfezione quel giorno di tanti anni prima, ma sapeva che Tom non ne conservava nessun ricordo e sarebbe dovuto rimanere così. 
Ma poi fu troppo tardi, la corda alla sua gola si era stretta al punto di non permettergli più di respirare e tantomeno di parlare, si accasciò al suo e rimase lì impotente a guardare Tom assistere a quel ricordo cancellato.

<< Tieni Tom.  Questo è il tuo regalo di compleanno. >>

 

-No. No per favore!-


<< Togli quello strano ciondolo e chiudi gli occhi. >>

Tom lo fece e un bagliore accecante coprì tutto, annegò gli occhi. Tom si ritrovò ancora una volta bloccato da un sogno... o un ricordo?

<< Ti prometto una cosa, non ci sarà dolore, nè morte. Quando ti risveglierai io non ci sarò più. Per te che hai costruito l'immortalità. Questo non apparirà altro che come un breve inverno. >>

-Cosa sta dicendo?
Cosa significa?
Sta per colpirmi?-


<< Ti ringrazio... per questa breve pace, Tom. >>

-Cosa dice?
Questa voce... mi è familiare, ma non può essere lui. Il mio Harry non lo farebbe mai.
Cosa dicevano quegli uomini incappucciati?
Chi... sono, io?-


Quella figura piantò poi l'asta, che teneva strettamente impugnata, nel petto di Tom, o così sembrò.

E non ci fu dolore... né morte. Solo l'inizio di un sogno.
Solo ricordi, quelli dimenticati e incatenati in un ciondolo molto tempo prima. 
Il ciondolo che non gli era permesso mai togliere, la sua salvezza... o la sua prigione?

 

Quando ero piccolo... mi sono tagliato un dito con la pagina di un libro, era un bel libro illustrato... che avevamo comprato la mercato. 

Non è stato doloroso come quando mi sono tagliato con un coltello o come quando mi sono chiuso il dito in una porta, ma è stato uno shock, per me, tagliarmi con un foglio di carta. 

Sanguinava e pulsava e quella cicatrice bianca e sottile è rimasta per tanto tempo. 

Ogni volta che la guardavo mi ricordavo dell'incidente. 

Quella cicatrice, anche se sparì diventando invisibile, si nascose da qualche parte nella mia testa... e riappariva di tanto in tanto... 


Fu quel dolore a permettergli di dintinguere i ricordi dalla realtà, in quel sogno. 

Gli permise di riconoscere la lama nascosta nei ricordi che gli erano stati sottratti e poi fatti piovere addosso, e lacrimava. 

Lacrimava, ma non era ferito.


-Ditemi che è solo un terribile incubo, ditemi che non sono un pezzo di quel mostro. 
Fa male, ma non riesco a trovare nessuna cicatrice. 
Eppure i miei occhi non riescono a smettere di piangere.
Chi sono... no, non chi. Cosa sono?-

 

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Harry nel frattempo... affondava.

-Fa freddo e ho perso Tom. Non riesco a muovere le braccia e non sento più le gambe.-

Quel giorno, il giorno del compleanno di Tom, tanto tempo fa... quella è stata la prima volta in cui mi resi conto della diversità fra di noi. 
Ricordo i suoi occhi diventare rossi e anche se non c'era sangue, ne sentii il sapore sulla lingua. 
Mi sembrò che la parete, distrutta, dietro le spalle di Tom, avesse formato con le crepe una storia di strane ali.

Sembrava un angelo. 

Da bambino, steso a terra e ferito dall'esplosione creata da quel semplice ciondolo, mi chiesi se Tom avesse potuto volarci... con quelle ali e mi domandai quanto dovessero pesare.

Tom fuggì spaventato e in quel momento dedisi che lo avrei ritrovato, che lo avrei inseguito.

La tata disse che il nostro incontro era stato un caso fortunato, ma io non l'ho mai pensato.  

Semplicemente, forse, anche quel giorno... il giorno in cui ci siamo incontrati dietro quella collina, per la prima volta ero andato proprio a cercare lui


 

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"Che... diavolo di posto è? Draco, vuoi fermarti?!"

Era freddo e completamente bianco. Faticavano a respirare, sembrava di ingoiare acqua.

Poi dal vuoto un bambino zuppo di pioggia di avvicinò a loro, si avvicinò a Malfoy.

 

<< Devi mantenere la promessa. >>


"Ehi... ma quello, quello è Potter... da bambino. Siamo in un sogno... o magari in un suo ricordo?"

"No, siamo in un mio ricordo."

"Conoscevi Potter?"

 

<< Devi mantenere la promessa, siamo d'accordo. >>


-Lo so-
 

<< Ho fiducia in te. Me l'hai promesso. >>


-Non l'ho dimenticato, solo non riuscivo a ricordare il tuo volto...- 

Sussurrò il bambino, poi scomparve. Sotto una lastra di ghiaccio sottile trovarono Potter, addormentato. 






 


 















 

 
  
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