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Autore: lagunablu    01/11/2014    6 recensioni
Unima. Sono passati tre anni da quando il team Plasma è stato battuto, ma ora una grave minaccia incombe sulla regione e rischia di sconvolgere da vicino la vita di una nuova Touko. La ragazza questa volta non è sicura di potercela fare, o per lo meno non da sola.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Touko, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Legami

Unfezant atterrò all’entrata della Lega mentre Touko smontò dal dorso agilmente, non lasciando nemmeno il tempo al Pokémon di posarsi a terra.
Si avvicinò a grandi falcate al portone principale ed entrò spingendo con forza la porta. 
Il corridoio di fronte a lei era ampio ed ogni minimo rumore si propagava con un fastidioso rimbombo, mentre la volta era talmente alta che risultava faticoso riuscire a vederne il soffitto e dava un senso timore a chiunque vi entrasse. 
Il marmo del pavimento era rigorosamente nero con qualche venatura bianca che cercava timida di farsi strada in quell’oblio di oscurità. 
I candelabri appesi alle pareti emanavano una luce fioca, insufficiente per illuminare adeguatamente tutto il corridoio e creavano talvolta sinistri giochi di luci e ombre.
La ragazza attraversò l’androne fino ad arrivare ad una porticina d’ebano.
Passata anche quella la brunetta entrò nella sala centrale, ovvero quella stanza circolare dove si poteva accedere ai locali dove alloggiavano i Superquattro. La Campionessa aveva tenuto quella struttura orbicolare appartenuta alla vecchia Lega, giudicandola un’idea intelligente, ma naturalmente aveva cambiato il colore alle pareti in nero e aveva coperto con vetrate scure le finestre,  un tempo luminose.
E poi il cambiamento maggiore: la stanza della Campionessa.
La statua al centro della sala, che un tempo si sarebbe trasformata in ascensore e avrebbe portato lo sfidante in nei piani inferiori fino a raggiungere le stanze di Nardo, era stata distrutta. 
Al suo posto Touko aveva fatto costruire all’apparenza una semplice colonna marmorea che però al suo interno rivelava una cavità ed era provvista di una piattaforma in cui pochi avevano avuto il privilegio di viaggiare. 
Essa infatti portava definitivamente al locale dove la Campionessa svolgeva le rare lotte a cui veniva sottoposta e ancora più in alto si trovavano le stanze appartenenti a Touko.
Tutto era sopraelevato cosicché la ragazza, se voleva, poteva dall’alto dei suoi appartamenti ammirare il fantastico panorama sottostante di Unima e in qualche modo vegliare su di essa.
Bugie.
La brunetta non si era mai affacciata alla finestra tranne che per una volta, molto tempo prima, quando alla sola vista di quel paesaggio aveva avuto un mancamento, non dalle vertigini, ma bensì dettato dall’ansia che l’aveva colta vedendo quello che l’avrebbe aspettata.
La protezione della regione non faceva per lei.
Da quel momento si era ripromessa di non avvicinarsi più alla finestra, evitando così una possibile vista del territorio, e così era stato.
Vegliare su Unima era solo una mera illusione, qualcosa a cui teneva, ma per cui sapeva di non essere portata.
Era meglio non crearsi troppe aspettative.
Un’altra modifica che aveva apportato era l’allestimento di una sala monitor dove poteva controllare qualsiasi cosa accadesse alla Lega, così da essere informata in anticipo su eventuali sfidanti.
Aveva anche montato un sistema di comunicazione per poter dialogare con i Superquattro e tenersi aggiornata senza essere costretta a vederli di persona.
Era un luogo molto utile e fu lì che Touko si precipitò una volta arrivata al suo piano.
Accese il primo monitor, quello nel locale di Catlina e vide la ragazza tranquillamente seduta nel letto al centro, intenta a sfogliare una rivista.
«Catlina, mi senti?» chiese la brunetta con la voce che le tremava.
La bionda si guardò intorno spaesata per poi ricordarsi del sistema di comunicazione e ricomporsi immediatamente nella sua solita aria di superiorità che adottava sempre in presenza di gente.
«Si, perché?»
«Hai per caso combattuto contro un allenatore oggi?» chiese Touko affannata.
«Ma certo, Touko, come ogni giorno» rispose Catlina reprimendo una risatina che alle orecchie della brunetta arrivò oltremodo fastidiosa.
Si impose di respirare profondamente per non urlarle contro qualcosa e si limitò a domandare «Mi sto riferendo ad un allenatore con i capelli verdi, che possiede un drago bianco…»
«Intendi N?» il tono della Superquattro aveva una punta di malizia
«Sì, Catlina, proprio lui»
«Touko, non dirmi che credi che lui sia ancora qui ad Unima?»
La brunetta a volte detestava Catlina e il suo modo di fare, così superbo e perennemente sicuro di sé.
«Hai ragione evidentemente mi sono sbagliata» la ragazza chiuse velocemente quella sgradevole conversazione e si immerse nei suoi pensieri.
Non poteva averlo immaginato, lei aveva visto un drago bianco simile a Reshiram volare verso la Lega o… stava iniziando ad avere le allucinazioni?
Forse lo stress e la stanchezza la stavano mandando fuori di testa o forse la lotta contro Red l’aveva esaurita a tal punto da farle immaginare qualcosa di inesistente, ma comunque stessero le cose N non c’era e non ci sarebbe mai stato, di quello poteva esserne certa.
Lui non sarebbe mai tornato ad Unima.

 

 
La camminata da veloce era diventata praticamente una corsa.
Una corsa disperata, una corsa contro il tempo.
Sì, perché Belle aveva appena ricevuto una chiamata dalla Professoressa Aralia la quale le aveva chiesto aiuto. E dal tono di voce che la sua superiore aveva usato non sembrava promettere nulla di buono.
Belle si fermò un secondo, esausta dal tragitto che aveva intrapreso da Quattroventi e prese fiato. Alzò la testa e vide non troppo lontana l’entrata della cittadina di Soffiolieve, la sua città natale.
La calma piatta di quel paesello era per molti ragazzi un incentivo ad andarsene, a partire per un viaggio.
Belle si immerse per un momento nei ricordi dell’ infanzia vissuta con i suoi due migliori amici: Komor e Touko.
Anche i tre un tempo avevano deciso di dare un taglio alla monotonia di quella vita ed erano partiti insieme.
Avevano sfidato le difficoltà più grandi per loro: Belle era riuscita a diventare indipendente dal padre, Komor aveva finalmente trovato la sua strada e Touko? Beh Touko aveva vinto contro il suo difetto maggiore ovvero l’insicurezza che sin da bambina l’aveva sempre caratterizzata.
Insieme erano cresciuti e maturati ed erano arrivati persino a sconfiggere il Team Plasma, collaborando con i migliori allenatori di Unima.
I tre ragazzini timidi e impacciati di Soffiolieve erano scomparsi lasciando spazio a tre allenatori degni di tutto rispetto.
Avevano girato Unima in lungo e in largo e forse, a ben pensarci, Soffiolieve e la sua monotonia ora erano un’attrattiva più che valida per staccare dalla vita frenetica di ogni giorno.
Ironicamente quando avevano deciso di partire lo avevano fatto per ragioni opposte e non si sarebbero mai aspettati ciò che la vita avrebbe dato loro in quei tre anni.
Finalmente Belle arrivò alle porte della cittadina e si fermò nuovamente. Era molto stanca, ma più che per la corsa erano ben altri pensieri a rendere il suo passo incerto.
Alla sola vista del centro del paesello, della casa di suo padre e della piazzetta dove tempo prima era iniziata la sua avventura a Belle si formò un nodo in gola.
Si sentì subito sola e per la prima volta ebbe malinconia dei tempi andati. Guardò la casa di Komor e quella della ormai Campionessa e non poté far a meno di versare una lacrima mentre degli sporadici ricordi riaffioravano nella sua mente.
Era sola.
I suoi amici di sempre ormai erano lontani da lei, indifferenti alla sua vita e il numero di volte di quando i tre si incontravano calava drasticamente di mese in mese.
Tutto era cambiato radicalmente e ora Belle si ritrovava con un vuoto dentro che la divorava di giorno in giorno, come un nemico silenzioso. Era come “isolata” dalle persone a cui voleva più bene.
Anche poco prima aveva cercato di chiamare Touko per potersi sfogare come un tempo, ma lei non le aveva nemmeno risposto.
Non c’era da stupirsi dato che faceva così con tutti, nessuno escluso.
Molte volte sua madre l’aveva cercata e Belle stessa aveva visto la brunetta rifiutare con tranquillità le numerose chiamate.
La freddezza di cui Touko si avvaleva era per la bionda motivo di sofferenza e molte volte aveva cercato di parlarle, di farle capire la solitudine che provava, ma mai una volta era riuscita a formulare un discorso articolato.
I legami affettivi della Campionessa erano stati tutti troncati dalla sua indifferenza, persino quelli familiari.
Forse Belle poteva andare a trovare la madre dell’amica e dare così alla signora uno straccio di notizie della figlia, ma poi ci ripensò e tornò mentalmente al motivo per cui si trovava lì.
Si era fatta distrarre dai ricordi troppo facilmente, ma ricordava bene la chiamata della sua superiore perciò riprese in fretta a camminare.
Svoltò l’angolo ed entrò rapidamente nel laboratorio della Professoressa Aralia.
La porta era stranamente socchiusa e presentava dei segni di scasso vicino alla serratura, cosa che non prometteva nulla di buono.
Con il cuore in gola la aprì lentamente, misurando ogni gesto e cercando di captare un qualsiasi rumore, ma ciò che vide la lasciò senza parole.
Il laboratorio, sempre pulito e ordinato, si trovava nel caos più totale.
Il pavimento era come tappezzato di fogli disordinati, molti dei quali strappati, mentre i muri solitamente immacolati erano pieni di graffi e in qualche punto l’intonaco presentava dei buchi.
Le apparecchiature erano a terra, distrutte e molti mobili giacevano capovolti sulle fredde piastrelle.

Si poteva imputare la colpa di quella distruzione ad un terremoto senonché nell’aria aleggiava uno sgradevole odore di bruciato.
La biondina provò a muovere un passo in mezzo a quella devastazione, ma le parve di avere i piedi di piombo. Era spaventata, doveva ammetterlo.
Le lampade sul soffitto erano ridotte in mille pezzi e rimaneva solo la luce del tardo pomeriggio ad illuminare la stanza.
Presa da una grande paura Belle si affrettò a raggiungere lo studio personale della Professoressa e spalancò violentemente la porta, pronta eventualmente a portare soccorso.
La donna era in piedi, appoggiata alla scrivania che singhiozzava sommessamente, le braccia strette intorno alle spalle, come a difendersi e il capo abbandonato a sé.
Non appena sentì la porta aprirsi alzò lo sguardo verso la bionda e provò a parlare, ma l’ennesimo singhiozzo la scosse da capo a piedi mentre altre numerose lacrime le solcavano le guance.
La biondina si domandò cosa avesse potuto ridurre così l’altresì forte e tenace Professoressa. Doveva essere un fatto molto più grave rispetto alle sue aspettative.
«Cosa è stato?» provò a chiedere timorosa Belle, mentre cercava di avvicinarsi alla donna.
La domanda rimase sospesa nel vuoto per un minuto buono.
Poi finalmente Aralia alzò nuovamente lo sguardo, ma stavolta parlò «L-loro sono…» ogni parola pareva provocare al corpo della donna un immenso dolore e difatti faticava ad andare avanti «…sono tornati»
«Loro chi, Professoressa?»
Nel subconscio di Belle un’angoscia sempre più grande si stava facendo strada, ma la bionda provò a non darla a vedere per non urtare maggiormente Aralia che dalla sua sembrava a pezzi.
I suoi occhi verdognoli erano rossi dalle lacrime versate e lanciarono a Belle uno sguardo di grande sofferenza mischiato a… colpevolezza?
«D-devo p-parlare con Touko» disse tremante la donna prima di cadere a terra priva di coscienza.

 

 

«Touko, Touko»
La voce di Marzio arrivò dritta alle orecchie della brunetta, distraendola dai suoi pensieri.
«Che c’è?» chiese la ragazza seccata, parlando al microfono.
«Un allenatore mi ha appena battuto» il Superquattro sembrava senza fiato.
«Nessuno è invincibile…» rispose Touko annoiata.
A volte i discorsi di Marzio erano monotoni e privi di senso perciò la Campionessa non dava mai molto peso alle sue parole.
Poi però come un lampo un terribile pensiero la fece sobbalzare.
«Chi ti ha battuto?» si affrettò a chiedere.
«N»
La risposta fu lampante.
N.
Allora era vero, allora la brunetta aveva visto giusto. Quel drago di poco prima era realmente Reshiram!
Per qualche secondo la ragazza fu felice di non aver iniziato a dare di matto, ma subito dopo la realtà le si parò davanti.
L’odioso passato di Touko era tornato. E con lui le più grandi paure della ragazza.
Perché era lì? Perché proprio ora? Perché proprio a lei?
Le domande si addensarono nella sua mente, mentre la brunetta si portò le mani alle tempie per provare a calmare l’ansia che le stava crescendo dentro.
Lucidità. Doveva essere razionale.
Prese tre respiri per regolarizzare il battito del suo cuore che era schizzato  a mille.
Perché mai N le faceva ancora quell’effetto?

Lei lo odiava, lo odiava con tutta sé stessa e di motivi ne aveva a centinaia eppure in quel momento la sua mente si focalizzò sul ricordo del volto del giovane…
No, stavolta lei non sarebbe caduta. Il “principino” questa volta avrebbe dovuto faticare.
Non poteva per ovvie ragioni aspettarsi un trattamento gentile, non avrebbe creduto di certo che Touko lo avrebbe accolto a braccia aperte offrendogli magari tè e biscottini.
La Lega era la sua casa, la sua fortezza e anche la sua prigione. Ma come lei non poteva uscirci nemmeno lui poteva entrarci con facilità.
Lei aveva i Superquattro dalla sua e li avrebbe utilizzati come si utilizzano le pedine di una scacchiera. E se tutto fosse andato per il meglio forse Touko non avrebbe nemmeno dovuto incontrarlo.
«Catlina!» esclamò prendendo l’altro microfono e accendendo tutti i monitor delle sale.
«Ancora allucinazioni Campionessa?» fece la bionda sarcastica.
«Ascolta, Marzio è appena stato battuto da N perciò prima o poi dovrà arrivare anche da te… fermalo» la richiesta di Touko sembrava più un ordine, ma poco importava.
«Per l’ultima volta: N non c’è»
«Sì, invec…» la brunetta a momenti non si strozzò con la sua stessa saliva.
Nel monitor posizionato nel locale di Antemia aveva fatto capolino una figura di un ragazzo dai lunghi capelli verdi, che saliva le scale con studiata lentezza.
«Beh vediamo che sai fare Natural» sussurrò Touko.
Antemia era una bravissima Allenatrice e la Campionessa era certa che si sarebbe battuta benissimo. Il “principino” avrebbe avuto vita breve alla Lega.
La brunetta parve rilassarsi per qualche secondo, crogiolandosi nel pensiero di aver scampato un possibile scontro contro N quando vide nel monitor il ragazzo usare come Pokémon Reshiram.
Per gli scontri lei non usava mai Zekrom, le sembrava una mossa scorretta dal momento che i leggendari erano di sicuro superiori a tutti gli altri Pokémon.
In quella situazione, nonostante Antemia fosse forte e godesse della fiducia della Campionessa, fu lampante che lo scontro sarebbe finito in favore del principe. E così fu.
«Accidenti» imprecò Touko sottovoce, mentre senza perdere tempo contattava Mirton.
Nel frattempo infatti N si stava dirigendo nella sala di Catlina e la brunetta non aveva nessuna voglia di avvertirla nuovamente. Odiava essere trattata come una stupida e Catlina era maestra in questo.
«Mirton ci sei?»
«Certo cara dimmi» rispose lui affabile come sempre.
Il Superquattro di tipo buio a discapito del suo aspetto da menefreghista e “estraneo al mondo” come lo definivano molti, con Touko era sempre stato il più gentile lì dentro e l’unico che non la trattasse come una pazza con problemi di personalità. 
E quello era stato sin da subito un punto in suo favore.
Mirton si comportava normalmente e la brunetta non poteva chiedere di meglio perciò lei e il ragazzo erano sin da subito diventati amici.
Certo “amici” nel senso inteso da Touko ovvero “scambiarsi qualche parola alla settimana” però quello era già un risultato che pochi avevano ottenuto.
Erano anime in un certo senso affini, ma era chiaro che la Campionessa non provasse altri sentimenti al di là del rispetto verso il Superquattro. 
Ed a entrambi andava bene così.
«N è qui» la voce di Touko non era mai stata così carica d’ansia e Mirton se ne accorse immediatamente.
«Non posso aiutarti molto in un possibile scontro con Reshiram, ma dimmi ciò che devo fare e lo farò» 
«Non posso chiederti di fermarlo perché ciò è impossibile, ma ti chiedo di danneggiare Reshiram il più possibile» ormai quella della brunetta era una supplica.
«E se io non ce la facessi…» anche Mirton era palesemente preoccupato dalla comparsa dell’ ex principe del Team Plasma.
«In tutti questi anni ho allenato voi Superquattro per questo momento, N è un allenatore forte ma tu non devi sottovalutarti»
«Farò del mio meglio Campionessa» la rincuorò lui con un sorriso.
Touko mentalmente lo ringraziò per le incoraggianti parole, ma sapeva bene che non poteva permettersi il lusso di perdersi in chiacchiere perciò interruppe la comunicazione e tornò a vedere lo scontro tra N e la Superquattro di tipo Psico.
Inutile dire che l’ex principe vinse senza alcun problema sotto gli occhi di una scioccata Catlina e si diresse verso l’ultima sala.
La brunetta seguì con il cuore in gola tutto lo scontro e dovette ammettere che Mirton riuscì a difendersi bene, ma a nulla valsero i suoi immensi sforzi contro il leggendario Reshiram.
Era arrivata l’ora.
Touko si diresse verso la sala lotta del Campione e respirò profondamente.
Sentì l’ascensore arrivare al piano prescritto e chiuse gli occhi.
Non voleva vederlo.
Il suo più grande incubo si stava materializzando proprio in quel momento.
E poi la sentì.
La sua voce cristallina e diretta, senza mezzi termini, una voce che per molto tempo aveva sperato di udire. 
Una voce che quel giorno però le sembrò solamente come la lama di un coltello che lentamente le trapassava la testa.
Sì, dovette ammetterlo.
Le fece molto male sentire quella frase pronunciata con leggerezza, quasi ilarità. 
E lo odio maggiormente, solo per quelle poche parole.
«Ti trovo bene Touko»

 

 

Il Pub di Guna
Uh Uh, N è arrivato!
E adesso sono cavoli per tutti.
Aralia è in coma farmacologico assistito e Belle è in depressione.
Touko invece è la solita “adorabile personcina”
Spero il prospetto vi piaccia  perché io mi sto divertendo un mondo a muovere questi personaggi come marionette *risata malefica*
La descrizione della Lega è esattamente quella che ho nella mia mente (ma no?) e spero di averla resa bene. In tutta franchezza, faccio schifo a descrivere (e non solo direte voi)
Lo so che il capitolo è un po’ più lungo del solito, ma così mi sono fatta perdonare per il ritardo e per la schifezza dello scorso capitolo
Sì, oggi sono ottimista e positiva…
Beh niente, spero davvero il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio Ashura_exarch, Andy Black, SM99 e Zoichi Kuronin per le gentili recensioni e mi raccomando fatemi sapere se avete dubbi o perplessità riguardo l’andamento della storia. Ci tengo molto e vorrei venisse il meglio possibile!
Un saluto e al prossimo capitolo!

  
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