Fanfic su artisti musicali > B.A.P
Segui la storia  |       
Autore: Niji Akarui    01/11/2014    2 recensioni
Finalmente era giunto quel giorno, nel quale avevo sperato sin da quando ero un infante, mi trovavo innanzi all’imponente edificio della TS Entertainment, la nota casa discografia coreana.
Da quando avevo perso i miei genitori la musica era diventata la mia unica ragione di vita, ballavo intere giornate per non parlare del canto, anche se lo trovavo parecchio stancante preferivo passare la notte in bianco a studiare pur di potermi allenare in ciò che mi piaceva durante il giorno.
Fortunatamente i miei zii non mi hanno mai impedito di fare ciò, infatti era anche un desiderio dei miei genitori, volevano vedermi cantare s’un palco innanzi a migliaia di fans.
Presi un lungo respiro e mi diressi verso l’entrata, quando poi le porte automatiche si aprirono fu come se il cuore avesse deciso di seguire un ritmo tutto suo, improvvisato sul momento.
Camminai per i vari corridoi che mi avrebbero condotto nell’ufficio del presidente...
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un rivolo di sangue fluì malignamente, fuori dalla bocca di Zelo.
Il primo passo fu titubante, il secondo meno e dal terzo in poi coprii la poca distanza che ci separava velocemente.
Perché lui? 
Mi chiesi, maledicendo mentalmente il momento in cui avevo dato corda a Junhong e fossi uscita con lui.
Mi slanciai in avanti, in preda alla disperazione prima che cadesse e lo sorressi, nel momento in cui i suoi arti inferiori non sostennero più il suo peso.
In seguito gli diedi una mano a stendersi sul gelido prato, mentre dal foro che il proiettile gli aveva provocato sgorgava via la sua linfa vitale.
-Junong!- chiamai il suo nome, inutilmente, poiché sembrava già privo di vita.
Lo strinsi a me spasmodicamente, accarezzandogli i capelli che scompigliati gl'incorniciavano il pallido viso, nascondendo i suoi occhi chiusi.
-Adesso tocca a te!- mi girai di scatto nell'udire quella frase, strinsi maggiormente il corpo ormai senza vita di Junhong e urlai a pieni polmoni -ammazzami lurido bastardo!- la mia voce era straziata dal pianto e dal dolore -con piacere nipote- a quelle parole alzai lo sguardo e sentii le membra di Junhong sfaldarsi fra i miei palmi. 
-Nonno?- dissi incredula, ma sembrò che la voce non volesse venire fuori, infatti come se non mi avesse udito parlare mi puntò la pistola alla testa e nel momento stesso in cui premette il grilletto aprii gli occhi, scattando a sedere su letto della camera che condividevo con parte dei B.A.P.
Zelo che era inaspettatamente accano a me sobbalzò, spaventato da quello che era stato uno degli incubi peggiori della mia vita.
Cercai di riprendere il controllo delle mie emozioni, come impazzite.
Respiravo a fatica, il terrore di vedere Junhong morire sotto i miei occhi, viscidamente si era insinuato sotto la pelle, facendomi tremare alla sola idea che quel sogno potesse divenire reale.

Avrei voluto cingere il collo di Zelo con le mie braccia e piangere, ma mi trattenni dal farlo, poiché sarebbe stato ingiusto nei confronti di Yongguk. 
-Vieni con me- disse Zelo guardandomi con i suoi grandi occhi scuri, nei quali vi era una luce tremolante ben visibile nell'oscurità della camera.
Tirai in dietro i capelli che mi si erano incollati alla fronte, per via del sudore e scostai le coperte.
Seguii Junhong silenziosamente verso il garage, dove avremmo potuto parlare con calma.
Nell'attraversare il corridoio ricordai le scene dell'incubo e rabbrividii.
Giunti finalmente a destinazione, controllammo di non aver svegliato nessuno e ci chiudemmo la porta alle spalle.
Sentii il cuore iniziare, senza avere ancora una valida motivazione, a martellare contro la cassa toracica.
Non sapevo cosa Zelo avrebbe detto, ma potevo immaginarlo e l'idea di prendermi gioco anche dei suoi sentimenti non mi piaceva per nulla.
Eravamo in piedi l'uno di fronte all'altra, senza guardarci, immersi in un imbarazzante silenzio.
Il maknae guardava il manubrio della mia moto, che in quel momento parve anche a me la cosa più interessante di questo mondo.
Poi si portò una mano dietro la nuca e inizio a massaggiasti il collo, come a voler distendere i nervi, in seguito dischiuse le labbra ed io smisi di respirare.
-È passata una settimana... Ed io non ho fatto altro che lavorare al nostro nuovo album.. dal momento che tu eri andato via e a nessuno di noi andava di rimanere lì…- iniziò - abbiamo un nuovo stile e sembriamo molto più adulti- continuò non facendomi comprendere dove volesse arrivare tramite quel discorso - il singolo principale si chiama Angel... Parla di una ragazza che ha abbandonato il suo ragazzo...- a quel punto, non potei più sopportare la pressione e lo interruppi - cosa vuoi dirmi Junhong?- pronuncia quella frase con un tono di voce molto flebile, ma compresi che avesse carpito le mie parole, dato che posò i  suoi grandi occhi tristi su di me.
Espirò sonoramente e continuò - all'inizio pensavo che non sarei riuscito a trasmettere quel genere di sentimenti, ma da quando sei andato via ho compreso quelle parole.... Mentre cantavo avrei soltanto voluto...-.
Sperai con completasse il discorso, sarebbe stato troppo doloroso, troppo scomodo, troppo... Ingiusto.
Fu allora che capii chi fossero i veri mostri  che mi avevano tormentato nell’arco della mia adolescenza, non erano stati i ragazzi che alle superiori mi avevano picchiati e nemmeno i miei nonni, ma io, era tutta colpa mia, perché per qualche strano motivo ero in gradi di farmi odiare da tutti e tra poco anche da lui.
La testa mi girava vorticosamente a causa di quella constatazione, eppure dovevo trovare la forza di fermarlo prima che dicesse qualcosa dal quale non sarei potuta fuggire.
Probabilmente gli avrei spezzato il cuore, ma cosa importava? Quando avrebbe scoperto che ero una ragazza mi avrebbe odiato ancora di più.
-Junhong senti...- non sapevo nemmeno cosa dire, per cui iniziai senza sapere dove le mie parole mi avrebbero condotto.
-No Shin...  Non parlare- disse con voce tremante mentre si avvicinava a me.
Non mi accorsi della sua mano destra che era già accorsa ad accarezzarmi una guancia ed in seguito ad intersecarsi coi miei capelli -voglio solo...- lasciò in sospeso la frase e ormai a poco dalle mie labbra inclinò il volto di lato.


Pensai che fosse dannatamente bello, dannato come il peccato e bello come una blasfema tentazione la quale con falsa innocenza mi proponeva di tradire nuovamente Yongguk.


Sentii già il sapore delle sue labbra farsi strada nella mia bocca, memore del bacio scambiatoci nella grotta. 
Tentai di muovermi ma il mio corpo parve ignorare i miei ordini.


Sentii il suo profumo stordirmi e le ginocchia tremare.


Chiusi gli occhi, percependo già l'unione delle nostre labbra, ma un rumore improvviso ci fece separare.
-Cosa è stato?- chiese il maknae - non lo so, stavano dormendo tutti- risposi mentre benedii  mentalmente il mio salvatore.
Così mi guardai intorno alla ricerca di una possibile arma, in fine afferrai una mazza da baseball e con Zelo alle spalle posai una mano sul pomello della porta - e se fosse un ladro?- mi chiese bloccando il movimento rotatorio che mi avrebbe permesso di aprire la porta.
Mi voltai a guardarlo, stringendo maggiormente la mano attorno al manico di quell'arma improvvisata -dev'essere parecchio stupido per essere venuto qui l'unica sera in cui non eravate alla TS a provare- sussurrai la mia ipotesi prima di farmi forza e aprire nel modo più silenzioso la porta.
Le luci della casa erano completamente spente e non mi sembrò di notare nulla di strano se non per una luce intermittente che proveniva dalla stanza di Yongguk.
Richiusi la porta -c'è una strana luce nella camera da letto di Yongguk hyung- Zelo parve pensarci su qualche minuto - non ricordo tengano accesa nessuna lampada  di notte, ad Himchan hyung non piacciono le fonti di luce- mi grattai la nuca pensierosa - va bene allora io vado- aprii la porta - aspetta e se ti facesse del male? - nella sua voce c'era una reale nota di preoccupazione -tranquillo me la so cavare- sorrisi e aprii la porta.


A quel punto in punta di piedi seguita da Junhong percorremmo il corridoio a ritroso fino a giungere innanzi alla camera dalla quale proveniva quella strana luce - al tre entriamo- sussurrai, il ragazzo annuì, in seguito mimai con le labbra i numeri e al tre ci fiondammo nella camera.

Junhong accese la luce ed io brandii la mazza da baseball come una spada, ma la figura che trovammo nella camera fu qualcosa di ben peggiore di un ladro.

La ragazza che era piegata sul letto d'Himchan nel tentativo di baciarlo e al col tempo di scattare una foto era di certo una sasaeng!


-Che cosa pensi di fare!?!?- le urlai, sentendo la rabbia cresce anche perché una simile foto avrebbe spezzato il cuore di Min Jae.

- E poi chi diavolo sei!?!- tuonai, in quel momento tutti parvero svegliarsi e nel vedere una sconosciuta nella loro camera di sentirono storditi.

-No tu! Tu chi diavolo sei!!?!- rispose quella senza curarsi dell'essere stata appena scoperta.

-Non penso che sia questo l'importante- risposi furiosa -questa è violazione di domicilio! E tu sei appena stata scoperta!!- allungai una mano verso di lei - dammi il cellulare!- le dissi con un tono che non ammetteva repliche -NO! Ma chi diamine sei tu!?!?!?-.

Allungai maggiormente la mano verso di lei, divenendo più scura in volto -se non vuoi che chiami la polizia ti consiglio di darmi quel maledetto cellulare e di andare via da qui... Immediatamente!!!!-.

La ragazza dai lunghi capelli corvini ed un corto abito nero molto aderente lasciò cadere a terra il cappotto che indossava e si abbasso una spallina del vestito per poi venirmi in contro - non fare così oppa- disse in tono mieloso.

La guardai sconcertata mentre poggiava una mano sulla mia spalla - posso ripagare tutti voi per queste foto-. 

Le presi la mano e la scostai tremante per la rabbia -vattene ora...- ripetei seria trattenendo a stento il desiderio di urlare.

-Ma oppa io sono brava- si avvicinò alla mia guancia e la baciò, un brivido percorse la mia schiena e la furia prese il sopravvento.

-Brava in cosa? Ti sei infiltrata in casa di sconosciuti a scattare loro foto e ad implorare di poterti prostituire, per cosa poi?!?! Per andare dalle tue amiche e vantarti di aver dato il tuo corpo, finalmente al tuo bias, ma cosa pensi di valere se è questa la mentalità con quale vivi?-.

Sentivo gli occhi di tutti puntati su di me, ma non ero interessata alla loro opinione in quel momento.

-Come vivi con tutta quella sporcizia in corpo? Con queste idee di amori utopici ed irrealizzabili? Getti i tuoi soldi per seguire, corrompere o comprare chiunque o qualunque cosa sia inerente col tuo cantante preferito!!! Non pensi che questi comportamenti sanciscano la tua bassa autostima? Non pensi che il tuo bias soffrirebbe nel sapere che dici di amarlo ma ti prostituisci per perseguitarlo?- dissi tutto d'un fiato.


La ragazza indietreggiò e mi fisso allibita, i suoi occhi divennero lucidi e lessi sul suo volto il segno inconfondibile di un profonda tristezza. 

Pianse silenziosamente e si accasciò sul pavimento.

Mi sentii in colpa per averle detto quelle cose, avrei preferito evitare tale rudezza, ma nel toccarmi aveva fatto ribollire il sangue che mi circolava in corpo, non permettendomi in alcun modo di tenere a bada il disgusto che con rabbia le avevo scaraventato contro.


Dispiaciuta per la crudeltà con la quale l'avevo tratta, raccolsi da terra il giubbotto che si era sfilata e glielo posai sulle spalle poi con gentilezza le sussurrai all'orecchio  -per favore vieni con me-.

L’aiutai a rimettersi in piedi, dato che le tremavano le gambe e l’accompagnai all’uscita.

Una volta fuori rabbrividii per il tremendo freddo che in un attimo mi aveva avvolto.

-Perché fai questo?- le chiedi di punto in bianco – perché io lo amo- rispose velocemente con un filo di voce stringendosi nel suo cappotto – ma cosa ne puoi capire tu che sei un uomo- dopo quelle parole scoppiò nuovamente a piangere.

Avrei voluto risponderle che comprendevo perfettamente ciò che provava, perché anche io avevo provato quei sentimenti prima di entrare alla TS, ma non dissi nulla, mi sedetti accanto a lei sui gradini che portavano alla porta d’ingresso per l’appartamento, e le cinsi le spalle con un braccio.

-Forse non posso comprendere a pieno i tuoi sentimenti- mentii –ma capisco che questo è sbagliato e che tu non puoi trattare in questa maniera il tuo corpo, come merce di scambio per arrivare poi alla persona che ami- la strinsi a me –loro non sono solo degli idol, devi comprendere che sono delle persone e questi comportamenti li feriscono, come ferirebbero anche te, ti piacerebbe avere un uomo che entra in casa tua di notte e ti scatta delle foto che potrebbero distruggere la tua carriera, tutti gli sforzi che hai fatto nella tua vita per arrivare a quel punto?- smise di piangere e sospirò, poi scosse il capo.

-Sono sicuro che non ti piacerebbe e questo perché la loro vita è fatta di continui sforzi, massacranti, credi che loro non soffrano nel non poter amare, perché si sentono responsabili di ciò che le loro fan proverebbero? Cosa credi che sarebbe accaduto se non fossi stata scoperta e un domani avessi pubblicato quelle foto? Altre ragazze, come te, innamorate del loro bias, avrebbero sofferto- le spiegai con calma, mentre guardavo il cielo nuvoloso di quella gelida notte.

-Io ne sono consapevole… ma ogni volta che guardo una sua foto o che sento la sua voce vorrei poterlo avere accanto!!- le presi il mento con due dita e le alzai il viso così che mi guardasse –non è lui che devi amare, ma la sua musica, è questo ciò che loro vogliono da voi fan… per cui smettila di vendere il tuo bellissimo corpo e trova una ragazzo che ti possa amare realmente-.

Mi guardò sconsolata –hai ragione, hai dannatamente ragione, all’inizio io mi ero innamorata della loro musica perché m’infondeva forza e poi… e poi come una sciocca mi sono lasciata trascinare dalla speranza di potere essere la ragazza d’Himchan e di essere quella persona speciale che avrebbe scombussolato la sua vita, lasciando che il mio ragazzo mi odiasse e si sentisse tradito-

Ricambiò l’abbraccio e poi si alzò in piedi –grazie… grazie per avermi fatto comprendere che stavo mandando in fumo la mia vita!- sorrise e pensai che il suo volto fosse davvero stupendo –domani… anzi, adesso correrò da lui e gli chiederò scusa… ti ringrazio davvero molto… qual è il tuo nome?- mi rimisi in piedi anche io –io sono Kim Shin- mi buttò le braccia attorno al collo un ultima volta –grazie di cuore Kim Shin-  appena si allontanò scappò via, nella notte, sotto la neve che stava, proprio in quel momento, iniziando a calare su Seoul.

Rientrai in casa, trovando dietro la porta il gruppo al completo, che a quel che pareva aveva appena finito di ascoltare la mia conversazione con quella ragazza.

-Certo che ogni volta che parlo con una ragazza voi siete nei paraggi- scherzai facendo scoppiare tutti a ridere in una fragorosamente –di certo hai ragione- ridacchiò Daehyun –ma tutto ciò che hai detto è stato davvero molto bello- continuò Youngjae.

E dopo un abbraccio di gruppo ce ne tornammo tutti a letto, poiché il giorno successivo sarebbe stato davvero duro per tutti quanti, già stremati dai continui allenamenti che stavano sostenendo per prepararsi al debutto del loro nuovo album.

Come mi aspettavo, alzarsi il mattino successivo fu davvero tremendo, corsi in bagno per lavarmi certa che tutti si stessero godendo la colazione e che come al solito ero stata l’ultima ad alzarmi.

Mi chiusi la porta alle spalle e corsi verso la doccia, ma alla velocità con la quale andavo non mi accorsi che il pavimento era bagnato e scivolai andando a sbattere contro qualche cosa.

Quando riaprii gli occhi la superficie sulla quale mi trovavo non pareva affatto il pavimento ma bensì il corpo nudo e completamente bagnato di Daehyun, entrambi ci guardammo con gli occhi spalancati e alla fine gli urali contro –oh mio dio sei tutto nudo!! Ma che ti salta in mente, vestiti- mi scostai da lui e gli diedi le spalle, senza guardarlo.

Avevo il volto completa mente in fiamme –sei un ragazzo per l’amor del cielo, come può scandalizzarti tanto  per il mio corpo e poi ti faccio notare che sei tu ad essere entrato in bagno senza annunciarti, proprio mentre uscivo dalla doccia-.

Iniziai a scusarmi così tante volta che ne persi il conto –non dirmi che sei omofobo?- alzai la testa ma non osai minimamente voltarmi per guardarlo –no che non lo sono!- risposi velocemente -ne sei sicuro?- appena disse quella frase sentii il suo corpo inumidire la mia schiena poiché mi stava abbracciando –Daehyung hyung, che diavolo pensi di fare?!?!- scattai in piedi allontanandomi da lui e lanciandogli addosso un accappatoio –non mi piacciono questo genere di scherzi!!!!- dissi sconvolta e con il cuore, non ancora  ripresosi dalla corsa che Zelo gli aveva fatto fare questa notte, che riprendeva a battere rapidamente.

-Hai ragione  perdonami, ma sei così esilarante quando ti arrabbi- rise per poi uscire dal bagno, non prima che gli avessi tirato un’altra asciugamano addosso –ti odio hyung!!-.

Chiusi la porta a chiave per evitare altri incontri di quel genere, e mi lavai velocemente, appena ebbi finito corsi in cucina per consumare la colazione e vi trovai Yongguk che mi sorrise –sei stato bravo ieri sera, se mai avrai un gruppo…- si avvicinò posandomi una mano sulla spalla –sarai un ottimo leader- concluse, lasciandomi un rapido e leggiadro bacio sulle labbra, così prima che uscisse dalla stanza lo fermai –ti va di andare insieme alla TS oggi?- il suo sorriso divenne ancora più grande e come suo solito gengivale, poi annuì –vado a prendere la giacca- persi le mie cose e lo aspettai in garage.

-Eccomi ho avvisato gli altri che noi andavamo via prima- disse chiudendosi la porta che collegava il garage all’appartamento.

Gli diedi il casco ed una volta pronti partii, andavo ad una velocità moderata, poiché la strada era leggermente ricoperta dalla neve che avevo visto cadere qualche ora prima.

Le strade di Seoul quella mattina erano particolarmente trafficate, naturalmente una volta finite le ferie tutti ritornavano a lavoro, così la città si riempiva nuovamente.

Mentre guidavo tranquillamente una limousine nera mi passò affianco, così incuriosita guardai attraverso i finestrini che erano abbassati poiché una mano sosteneva un sigaro, ma ciò che vidi fu tremendo, l’inizio di un nuovo incubo.

Fu un solo attimo ed i nostri sguardi si incrociarono, sapevo che non poteva riconoscermi perché avevo un casco integrale e con visiera oscurata, ma temetti comunque che questo accadesse.

Mi ero distratta solo per un attimo, ma era bastato per farmi cambiare corsia sentii le mani di Yongguk allungarsi e giungere sul manubrio che torse, salvandoci da uno scontro diretto con un’altra auto, frenai velocemente e scesi dalla moto, togliendomi il casco che non mi faceva respirare.

-Cosa ti è successo, saremmo potuti morire!?!- urlò Yongguk , pensai che sarebbe stato meglio la morte, perché avevo come il presentimento che lui fosse a Seoul proprio per me, me ne ero completamente dimenticata, ma l’ordine di restrizione che lo aveva tenuto lontano da me in quegli anni, proprio in quel periodo sarebbe scaduto.

-Shin posso sapere cosa ti è preso?- Yongguk mi abbracciò preoccupato, sicuramente la mia espressione sconcertato non lo stava tranquillizzando – lui è qui…-  scoppiai in lacrime.

Non ero ancora riuscita a debuttare e lui adesso avrebbe rovinato tutto, rivelando la verità sudi me al mio posto.

L’aria sembrava non soddisfare i miei polmoni, sembrava sempre meno e l’abbraccio di Yongguk l’unica cosa che mi desse la possibilità di reggermi ancora sulle mie gambe, non volevo crederci, non potevo crederci, mancava così poco ai miei diciotto anni, tra poco sarei stata maggiorenne e avrei potuto scegliere per me ed invece lui era sicuramente tornato per rovinarmi la vita finché gli era possibile.

Mi abbandonai alle braccia di Bang e sussurrai tremante –mio nonno è qui… ed è venuto…per me-.

 


ANGOLO DELL’AUTRICE:

No non mi scuserò per il ritardo altrimenti perderete così tanto tempo a leggere le mie scuse che ci mettere di più a far questo che a leggere il capitolo.

Spero sia abbastanza lungo e soprattutto spero le la scena con Daehyun sia abbastanza esilarante, ma tralasciando questo, il tentativo fallito di Jelloh di confessarsi e la sasaeng che entra in casa B.A.P. come penso vi sarete accorte ch: il punto focale è il ritorno del nonno di Saejin, chissà cosa accadrà adesso che lui è qui e chissà cosa vuole dalla nipote, naturalmente lo scoprirete nel prossimo capitolo.

Adesso passiamo a questioni ben più importanti I NOSTRI ADORATI RAGAZZI SONO IN GARA PER GLI EMA DI QUESTA ANNO QUINDI: VOTATE, VOTATE,VOTATEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Metto qui il link della pagina dove potrete votare, io personalmente ci passo almeno un ora dato che penso non ci sia un limite di volte al giorno in cui si può votare, per cui impegnatevi e votate tutte le volte che vi sarà possibile.

Combattiamo per i nostri BADMAN e per la loro musica!!!!!!!!   http://tv.mtvema.com/vote#cat=worldwide-act

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > B.A.P / Vai alla pagina dell'autore: Niji Akarui