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Autore: Ashley Holmes    01/11/2014    6 recensioni
" John ha dei sentimenti, Sherlock ha una lista di cose da fare prima di morire. Non che se la ricordi. Ma quando la trova, e John la legge, le cose al 221B potrebbero iniziare a cambiare. "
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: IIIII've been dreaming of a Hooooolmes Christmaaaas ♫

Note della traduttrice: Sono schifosamente in ritardo, mi volete ancora bene?


ATTENZIONE, ANNUNCIO IMPORTANTE: Care lettrici e cari lettori, ricordo di averlo scritto in una delle prime risposte ad una recensione al primo capitolo, ma mi rendo conto ora che molto probabilmente non lo sanno: i capitoli originali erano venti. Questo significa che sì, questo era il penultimo capitolo.Leggendo alcune recensioni mi sono accorta di non averlo detto e mi sentirei molto in colpa a pubblicare l'ultimo capitolo e a comunicare così, dal nulla, che è finita. Quindi lo dico qui, anche se la maggior parte di voi ha già letto il capitolo, così che lo sappiate e possiate accettare l'idea che sono idiota e non mi era proprio venuto in mente di dirlo prima.

Spero che anche chi ha già letto, ci ripassi, quindi per aumentare le probabilità che questo accada ho deciso di non pubblicare questa settimana.
Se state leggendo e avete amici o conoscete altri utenti che seguono la storia, per favore passate la parola e dite loro di controllare il capitolo. 


Scusate ancora per l'inconvenienza, sono un disastro, ma grazie per tutto il supporto a questo capitolo!

Ashley.








La mattina della Vigilia, John è a letto, comodo e al calduccio, e riflette se vale la pena di sopportare un broncio lungo tutto il giorno da parte di Sherlock per iniziare a cantare un canto natalizio in quello stesso momento.

“Non farlo,” la voce rauca di uno Sherlock mezzo addormentato, ma nonostante ciò vigile e vagamente minaccioso risponde alla domanda per lui, ma l’umore di John non si guasta nemmeno un po’e lui sorride, allungando la mano in cerca del consulting detective. Le sue dita sfiorano la pelle calda e il suo sorriso si allarga quando sente uno sbuffo represso – soffrire il solletico non è una cosa che la mente di Sherlock possa vincere e John pensa che sia adorabile (oh, ora può utilizzare degli aggettivi come adorabile, può seriamente, davvero farlo, perché stanno insieme.)

(Ovviamente non li usa ad alta voce, però, perché se lo facesse, Sherlock probabilmente si sbarazzerebbe del suo freddo cadavere gettandolo nel fiume Tamigi – anche se magari terrebbe la testa nel frigorifero per via del legame sentimentale.)

“Prometto di non cantare se ti metti il maglione.”

“Assolutamente no.”

“Gooood Rest Ye Merry Gentlemen-" si mette subito ad urlare John, continuando a sorridere, ma è bruscamente interrotto da due piedi congelati che si piantano nel suo fianco e lo spingono fuori dal letto con noncuranza. Ora, grazie ai tempi nell’esercito, John è abbastanza in forma per coordinare la caduta così da non rompersi l’osso sacro o altre cose importanti (come la spina dorsale, magari) ma l’esperienza piuttosto spiacevole di atterrare sul pavimento dell’appartamento con addosso solo un paio di boxer, alla fine di Dicembre, a Londra, è abbastanza diversa dall’atterrare sul terreno gradevole e caldo dell’Afghanistan. (Gradevole utilizzato in modo relativo, ovviamente. Niente di gradevole nella guerra.)

“Oh, non mi hai appena buttato giù dal letto a calci!”

“Mi sa proprio che l’ho fatto,”ridacchia Sherlock ( ridacchia, cazzo, chi diavolo crede di essere quell’idiota?!) e aggiunge: “Ti avevo avvertito.”

“E io avevo avvertito te – sono stato nell’esercito!” E quello è tutto ciò che John dice prima di ributtarsi sul letto e di dare a Sherlock un assaggio della sua stessa medicina spingendolo giù dal letto dal lato opposto.

“Tu non puoi  spingermi giù dal letto,” guaisce Sherlock, e il modo in cui suona – imbronciato, infastidito, petulante – riporta sul viso di John il sorriso che sembra esserci piantato sopra dall’inizio della mattinata.

“Perché? Perché tu sei Sherlock Holmes?”

Il detective non risponde nulla, e si arrampica semplicemente sul letto, avvolgendosi in un bozzolo formato dalla maggior parte delle lenzuola ma John sa che il ‘sì’ è a stento trattenuto dietro alle labbra a cuoricino.

Spingersi a vicenda fuori dal letto la Vigilia di Natale probabilmente non è ciò che fanno le coppie normali (ma in effetti, le coppie normali non litigano sul diritto di cantare delle canzoni natalizie  o non hanno un compagno che pensa che la cosa più festosa concessa nell’appartamento debba essere una ciotola piena di sangue di maiale e di pezzi di muffa verde scura e arricciata che ci galleggia dentro ammucchiata – ‘sono i colori del Natale, John!’) ma loro sono Sherlock-e-John. Ed è il loro primo Natale come coppia.


X


“Hai mai visto Mycroft su un treno prima d’ora?” chiede John, rivolgendo un’occhiata divertita al maggiore degli Holmes che sta osservando con disgusto ciò che lo circonda e li segue assieme a Greg.

“No, ed è l’esatto motivo per cui mi piacciono così tanto,”risponde tranquillo Sherlock, dispetto e divertimento che danzano nei suoi occhi espressivi.

“Mh, potrei abituarmi allo scompartimento privato, però,”riflette John quando arrivano alla parte del treno separata che gli uomini di Mycroft hanno preparato.

“Beh, gli serve per il suo gigantesco s-”

“Qualsiasi cosa tu abbia intenzione di dire, tieni in mente che ho una pistola e sono autorizzato a spararti prima di finire la frase,”interrompe Greg da dietro di loro.

Per alcuni secondi, Sherlock ovviamente considera il pericolo della minaccia di Greg e la probabilità che John lo aiuti, e poi chiude la bocca.

“E solo per chiarire, ho un intero scompartimento così che ci sia spazio per il tuo gigantesco ego. Oh, ho detto ego? Ovviamente volevo dire intelletto,”aggiunge Mycroft dolcemente e la testa di Sherlock si gira di scatto, voltandosi dal guardare male suo fratello al guardare incredulo John, cosa che si traduce in ‘Io devo stare zitto e lui può dire una cosa del genere?!’

“Saranno così tutto il tempo?”sussurra Greg a John, ignorando gli sguardi letali degli Holmes e quando John si limita ad annuire esasperato, lui fa un lamento.

“Oh Gesù Cristo.”


X


Si è sempre più intelligenti dopo aver fatto un’esperienza, e sia Greg che John ora sanno che non prenderanno mai e poi mai di nuovo il treno, non con i due Holmes a bordo, in ogni caso.

Era sembrata una buona idea, perché la radio aveva annunciato che ci sarebbero stati ingorghi tutta la mattina – a quanto pare, la Vigilia di Natale è sorprendentemente arrivata, ancora una volta (e addirittura lo stesso dannato giorno ogni anno, quasi come i compleanni – riuscite a crederci?!) e all’improvviso una marea di gente ha realizzato che avevano disperatamente bisogno di essere in qualche altro luogo che non fosse Londra.

Quindi invece di andare alla Villa Holmes in auto, Mycroft e Greg avevano raggiunto John e Sherlock per prendere il treno.

Beh, porca puttana, mai più.

I piani di Sherlock di passare le vacanze come un eremita, chiuso nella sua camera alla Villa, suonano davvero bene, ma è Natale dopo tutto, e di certo Mamma Holmes non approverebbe.

“Che ne dici di un accordo?” propone John, in piedi nella vecchia stanza di Sherlock, mentre il genio sta su una poltrona. Stanno per andare (o, beh, dovrebbero andare) in salotto per prendere il tè e Sherlock è ancora in modalità distruggerò-il-mondo-o-almeno-Mycroft. Tuttavia, alla proposta di John, solleva lo sguardo, intrigato. Come ottieni l’attenzione di un bambino che fa i capricci? Gli offri le caramelle.

“Ispezioni?”

“Ispezioni. Se provi a non dire cose cattive su Mycroft, o su chiunque altro in generale, per un’ora durante il tè.”

“Affare fatto.” La risposta è immediata, e John osserva come la mente di Sherlock si stia già mettendo all’opera. Con un po’ di fortuna, sarà così impegnato con la nuova opportunità di ispezionare che sarà troppo distratto per essere troppo Sherlock.

(Fare ispezioni è qualcosa che Sherlock ama fare, e John si sente un po’ a disagio a riguardo. Come chiunque può immaginare, a Sherlock piace catalogare le cose – i tipi di tabacco, ad esempio – e la sua nuova preferenza su cosa studiare e catalogare è, non sorprendentemente, John. John piuttosto non-vestito.

Il dottore l’ha scoperto più o meno quando è riemerso dalla doccia con addosso solo un asciugamano, tre settimane prima. Lo sguardo intenso di Sherlock gli aveva praticamente bruciato la pelle e poco dopo, il detective aveva i mano un blocco da disegno e una penna e aveva iniziato a disegnare un accurato dettaglio dei pettorali di John.

L’ha richiesto a John molte volte da quel momento – principalmente perché non può semplicemente spogliare John ogni volta che vuole (credeteci o no, ma John è contro questa cosa) – e John ovviamente aveva assentito (meglio di venire placcato e di evitare i tentativi di essere catturato e gettato a terra da uno Sherlock-di-umore-giusto-per-ispezionare). Tuttavia, non è interamente a suo agio nel farlo. Non si vergogna del suo corpo, e non è che abbia un problema con l’essere una specie di modello – ne è onorato, in realtà – ma… stare completamente nudo, vicino ad uno Sherlock completamente vestito, che lo tocca gentilmente, lo aggiusta così da poter disegnare ciò che vuole… è diventato sempre più difficile non… ricambiare il tocco. Fare qualcosa.)

(E mentre John è molto contento di ciò che sono, non si fida proprio del proprio corpo quando è vicino ad un ridicolamente meraviglioso Sherlock.)


X


Essendo sopravissuti al tè (sorprendentemente, i due fratelli all’improvviso sono molto silenziosi, quando sotto lo scrutinio della potente Mamma Holmes), Greg e John hanno iniziato a gironzolare per i corridoi della Villa. Per più tardi sembra esserci una cena molto grande in programma – dagli sguardi che John ha lanciato alla sala da pranzo, ospiteranno una marea di gente – ma per ora, ognuno è libero di fare ciò che vuole.

Mycroft sta facendo alcune telefonate dell’ultimo minuto per salvare il pianeta o qualcosa del genere, e Sherlock sta scavando tra le sue proprietà d’infanzia in cerca di tesori da molto dimenticati, quindi i due uomini senza-fidanzato hanno iniziato a vagabondare per la casa gigantesca.

“Non riesco ad immaginare com'è crescere qui,” fa notare Greg ad un certo punto, guardando il ritratto di un altro Holmes da lungo scomparso (‘Theophilius’, dice la targhetta con il nome).

“Nah, nemmeno io,” concorda John.

“È come vivere in un museo. Immagina se rompessi qualcosa- Oh, guarda!” l’Ispettore Detective si interrompe,  e punta il dito fuori dalla finestra, al parcheggio, dove si sono appena fermate un paio di auto.

Il primo sportello si apre, e una gamba lunga e femminile (molto nuda e molto lunga) ne esce, seguita dal resto della donna. Beh, della Donna. (John prova a trattenere la gelosia che cresce e si ripresenta ogni volta che la vede. Lo sa che è stupido sentirsi così, ma… beh, la loro storia comune non è proprio fantastica, considerando Sherlock drogato due volte, lei che bacia Sherlock e lei che lavora per Moriarty.)

Irene Adler si libera interamente dall’automobile e ride a qualcosa che un’altra persona, presumibilmente ancora dentro alla macchina, ha detto.

L’altra persona si rivela essere poco dopo Anthea (o qualsiasi sia il suo nome al momento – forse qualcosa di festivo tipo… Jacky Frost).

“Ah, Mycroft ha invitato lo Squadrone?” esclama Greg, mezzo sorpreso, mezzo eccitato.

John, osservando come la Signora Hudson appaia da un’altra auto, insieme ad… Angelo? E quello che sembra essere il figlio di Angelo?, chiede: “Quale Squadrone?”

“Oh, lo Squadrone dell’Amore, siamo-”Greg si ferma a metà della frase. “Cavolo, faccio schifo come Ispettore… tu probabilmente non sapevi di noi… Uhm… sono un po’ a disagio…”

“Lo Squadrone dell’Amore? Cosa avete – avete formato una… una squadra per… me e Sherlock?!”John prova davvero con tutto se stesso a non agitarsi ma c’è un limite di sorprese che può riuscire a sopportare la Vigilia di Natale.

“Non dire a Mycroft che ho usato quel nome – lo odia con tutto il cuore,” supplica Greg, anche se sembra sentirsi già più eccitato al prospetto dei nuovi ospiti che in colpa per aver scoperto sé stesso e lo… Squadrone dell’Amore.

“Quella è Molly?!” chiede John sconcertato, adocchiando tutti gli arrivati con un misto di shock, sensazione di tradimento, sorpresa e una piccolissima parte di divertimento.

“Mh? Sì. Oh e ascolta, amico – capisco che tu sia arrabbiato o cose del genere ma noi davvero volevamo solo aiutarvi. Vi abbiamo guardati mentre ci giravate intorno per una mezza eternità. E ora state insieme, quindi è tutto a posto. Giusto?”

John riflette su quello per un momento, ma scopre che non riesce ad essere propriamente arrabbiato (è difficile essere arrabbiati ad una piccola cospirazione segreta quando vivi con qualcuno che dà fuoco al tuo paio di mutande preferito ‘A SCOPO SCIENTIFICO, JOHN!’) e quindi si limita a grugnire in modo evasivo.

Ripensandoci, aggiunge: “Quanto avevate scommesso?”

Almeno Greg ha la decenza di arrossire, e si gratta il collo, prima di dirgli con tono imbarazzato: “Quasi mille. Praticamente tutti alla Yard hanno contribuito.”

“Beh, allora la prossima volta che andiamo a bere, offri tu,” decide John, prima di sospirare. “Farò meglio ad andare a dirlo a Sherlock, allora. Se non vengo a cena, probabilmente puoi arrestarlo per il mio omicidio.”

(O magari proverà ad uccidere voi, che sarebbe più piacevole per me, una voce stronzetta – la parte di John che si sente arrabbiata e tradita per essere stato il soggetto di una pianificazione meticolosa e il bersaglio di un piano elaborato – aggiunge.)


X


Ovviamente lo sapeva già, o almeno sospettava del coinvolgimento di un numero di persone in un qualche tipo di schema. Lo sapeva dalla serata da Angelo.

Quella è la ragione per cui Sherlock fallisce nel mostrare una reazione adeguata quando John gli rivela ciò che lui ha a quanto pare appena scoperto, e ora John è arrabbiato con lui.

Gah, sentimenti.

Quelli belli sono, beh, belli.

Ma le cose come rabbia o essere feriti sono difficili da individuare e ancora più difficili da risolvere. (Per John ne vale la pena, però.)

E visto che John si sente ferito e tradito perché Sherlock ha scoperto il coinvolgimento dello Squadrone dell’Amore (che nome ridicolo! Senza dubbio l’hanno proposto Molly o la Signora Hudson!) e non gliel’ha detto, Sherlock si mette la camicia bianca che piace a John e non insulta il suo (francamente orrendo) maglione con le renne e i fiocchi di neve.

(John non lo dice ma nota lo sforzo di Sherlock e sorride.)

La cena è abbastanza sopportabile. La Signora Hudson, come al solito, fa mille moine a lui, e John, e a loro due, e fa molto d’accordo con Mamma.

Molly e il suo fidanzato Tim (che assomiglia in modo ridicolo a Sherlock, ma nessuno ne parla, nemmeno Sherlock stesso, dopo aver visto il sopracciglio inarcuato di John e essersi ricordato di voler soddisfare il suo dottore) e Angelo e suo figlio intrattengono l’intera tavolata con storie su ogni tipo di (più o meno legale) avventura, raccontate in un rapido Italiano Inglese e inclusive di gesticolazioni selvagge e tanto rumore.

Lui passa la maggior parte del tempo a parlare con John, Irene e Anthea (il primo non riesce a trattenersi dal lanciare delle occhiate pericolose nella direzione di Irene e dal mettere una mano possessiva sulla coscia di Sherlock – cosa che non dispiace così tanto al detective – e dal tenere d’occhio con attenzione i loro bicchieri; e le ultime due che chiacchierano come se fossero amiche di vecchia data, congiunte dal amore condiviso di infastidire i fratelli Holmes) e – se deve essere onesto – tutta questa cosa del Natale-alla-Villa non è stata interamente terribile come temeva.

(E nonostante abbia messo in chiaro che non avrebbe né dato né ricevuto regali, gli è di nuovo consentito l’accesso al suo fondo fiduciario, che, ammettiamolo, non è esattamente mal accolto.)


X


La maggior parte degli ospiti sono andati alle loro stanze ormai, quando i due diversi fratelli si ritrovano in piedi di fronte al fuoco, l’uno a fianco all’altro.

(Qualcuno, probabilmente Mamma Holmes, fa una foto e più tardi apparirà come una grande stampa alla fine della linea di ritratti dei membri della famiglia Holmes.)

I fratelli stanno in piedi vicini in un modo stranamente pacifico – sono voltati verso il fuoco, danno la schiena alla fotografa, e hanno entrambi le mani nelle tasche dei pantaloni.

Sherlock ha la sua camicia bianca, con le maniche arrotolate fino ai gomiti, e così anche Mycroft, anche se lui ha ancora addosso il suo panciotto a righe sottili.

La luce illumina rispettivamente un lato dei loro corpi, rendendoli creature di luce e ombra, e in quel momento, non c’è nessuno che non pensa che siano fratelli.

Nella vita reale, la vita che si muove, e non un momento catturato sulla pellicola, i fratelli parlano.

“Non è stato del tutto orrendo,” sottolinea Mycroft, fissando le fiamme.

“Suppongo di no,” risponde Sherlock. Dopo un momento, aggiunge: “Non lo faremo di nuovo l’anno rpossimo.”

“Decisamente no.”

“Bene.”

“Dovresti fare visita alla Mamma più spesso, però.”

Sherlock sbuffa. “Senza dubbio John mi costringerà.”

Ora, se fossero fratelli normali, Mycroft probabilmente fischierebbe, ma non lo sono e quindi tutto quello che fa è sorridere scaltramente.

“Smetti di sorridere, ti fa sembrare pazzo,” afferma Sherlock con noncuranza, e poi guarda indietro sopra la propria spalla, dove sa che John lo sta osservando. “Sospetto che ti rivedrò domani.”

“Ovviamente.” Mycroft sta per un po’ in silenzio, e poi, con un ripensamento, aggiunge: “Buon Natale.”

“No di certo.”

“Potresti almeno provarci, sai?”

(Ma Sherlock non lo farà, non per Mycroft, in ogni caso. Se ci prova, è per John – e anche quello è improbabile. È solo Natale, dopo tutto.)


X


Dà un’occhiata a dove John dorme pesantemente, disteso sul suo vecchio letto. (Strano, considerando che nessuno avrebbe mai detto che Sherlock avrebbe mai portato qualcuno qui dentro.)

E poi, seguendo un impulso, si libera rapidamente dei vestiti e ci si adagia anche lui. Annoda le gambe e le braccia con il suo… John, e il dottore si sveglia abbastanza solamente per mormorare: “Ti unisci a me?”, con la voce soddisfatta e a proprio agio e contenta, e Sherlock mormora di rimando: “Ottima osservazione, ora chiudi la bocca e dormi.”

Il suo ordine è seguito prontamente, accompagnato da uno stanco “Sì… signore…” (che non dovrebbe suonare così eccitante!). Ah, ed ecco il nocciolo principale delle più recenti riflessioni di Sherlock.

John e lui non sono intimi. Ci sono i baci, che sono belli, e il condividere un letto, che rende il detestato dormire non tanto fastidioso quanto era prima, e ovviamente ci sono le ispezioni.

Ma John non prova mai a fare nulla – si eccita, però, ovvio che Sherlock l’abbia notato – molto probabilmente perché pensa che Sherlock non voglia. E avrebbe potuto avere ragione alcuni mesi fa.

Ma qualcosa è cambiato, e Sherlock lo vuole davvero – l’unica cosa che lo trattiene, ancora, è un ultimo dubbio. Beh, è stato un ultimo dubbio.

Perché ha trovato una risposta. E risponde alla domanda.

Questo è amore?
 
  
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