Il terzo rintocco.
“Oh, ora, ora, ora, quest'ora solo, e soprattutto ora, e non c'è altro ora che tu, ora, e ora è il tuo profeta.
Ora e per sempre ora.
Vieni, ora, ora, perché non c'è altro ora che ora, sì, ora.
Ora, per favore, ora, ora solo, nient'altro, solo quest'ora,
E dove sei tu e dove sono io e dove è l'altro, e non il perché, non hai il perché, solo quest'ora”
La prima volta che ti ho perso non l’ho realizzato subito.
Ti ho chiamato e non ti sei voltato.
Sordo al tuo orecchio, al tuo soltanto.
Il tuo nome si faceva strada, infrangendo il silenzio, straripando in un’eco, e tu non ti sei voltato.
Hai lasciato che il richiamo si facesse attesa,
L’attesa domanda,
La domanda silenzio,
Il silenzio vuoto.
Mancanza.
C’era qualcuno al mio fianco,
Lo ricordo.
Aveva il volto della delusione, dell’amicizia tradita.
E non c’era nessun suono se non quello del tuo nome.
Che incessante, t’invocava, come una preghiera.
Invano.