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Autore: LadyVaderFrancy    01/11/2014    4 recensioni
Questo è uno dei due seguiti della FF "La Maledizione".
Dopo aver stretto un legame di sangue, che li legherà per tutta la vita, Harry Potter e Severus Piton, si troveranno a dover affrontare l'oscurità che avanza. Tra alti e bassi i sue protagonisti assoluti della storia, troveranno un modo per lottare insieme per vincere la guerra.
Dal cap. 1
“Temi per Potter?”
“Si Severus, per lui e per la scuola. Ecco perché ti chiedo di sforzarti di più con Harry, so che ci state provando ma non è abbastanza” disse il vecchio mago
“Dimmi perché?”
“Oh mi pare ovvio Severus, per proteggerlo, per proteggerli tutti”
“NO Albus, sai che di questo non devi preoccuparti e ora lo sa anche lui, perché continui ad insistere sul nostro rapporto, come se questa fosse la cosa più importante di tutte”
“Quando sarà il momento”
“NO Albus, se vuoi che mi sforzi ancora di più e credimi che è già difficile così, devi dirmi il perché”
Il vecchio mago sospirò e disse “D’accordo Severus, speravo di poter aspettare ancora un po’, in modo che gli eventi si manifestassero da soli, ma credo che a questo punto sia inevitabile.........
Genere: Comico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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~~Capitolo 10 Il mio mentore

Silente aveva radunato l’ordine, erano tutti in attesa di notizie. Severus ed Harry mancavano da troppe ore, e non era di certo un buon segno.

“Albus, sei sicuro che Severus, riuscirà a salvarlo? Cosa può fare da solo, contro Tu-sai-chi e tutti i suoi seguaci!!” disse Arthur Weasley

“Arthur, se c’è qualcuno che può riuscire, è Severus” disse solennemente il vecchio mago.

“Dovremmo essere in giro a cercarli, invece di stare qui a far niente” disse Remus frustrato

“Calmatevi, Moody e tutti gli altri Auror lo stanno già facendo. Se Severus riuscirà a fuggire, arriverà direttamente qui, hanno entrambi delle passaporte”

“Capisco che ti fidi di lui, ma Albus ragiona, nessuno sarebbe in grado di…..” e poi Remus fu interrotto improvvisamente da un forte tonfo.

Tutti si alzarono e corsero immediatamente in salotto, da dove avevano sentito provenire il rumore. Quando entrarono, videro una scena raccapricciane, Harry e Severus erano entrambi a terra, ricoperti di sangue, e privi di sensi.

“Poppy, Poppy presto” urlò il preside, che in via del tutto eccezionale, aveva portato la medi-strega nella sede dell’Ordine, sapendo che nessuno dei due sarebbe uscito illeso. Poppy corse al fianco dei due, lanciò contemporaneamente gli incantesimi diagnostici e poi esclamò “Santo cielo” poi fece allontanare tutti, trasfigurò il divano in un enorme letto, li spostarono velocemente, poi disse “Mi servirà aiuto”. Così prese una borsa con delle fiale, lei e Remus, si occupavano di Harry, mentre Silente e Molly di Severus. Dopo aver scagliato qualsiasi incantesimo di guarigione che conoscevano, e fatto ingerire tutte le pozioni che avevano a disposizione, Poppy disse tristemente “Dobbiamo portarli al San Mungo Albus, ho fatto tutto quello che potevo, ma non credo sia abbastanza, sono entrambi in fin di vita”

Tutti rimasero sconcertati. Allora Silente si smaterializzò, e dopo un paio di minuti tornò con due guaritori, del San mungo, che erano membri dell’ordine e quindi erano pronti all’evenienza. I due uomini, cacciarono in malo modo tutti dalla sala ad eccezione di Poppy, e poi si chiusero dentro. Nei volti di tutti, si poteva leggere, paura, dolore, apprensione. Molly piangeva come una disperata tra le braccia di suo marito, Remus si era accasciato sulla panca della cucina, e Silente aveva gli occhi lucidi, e non smetteva di fissare la porta chiusa. Dopo circa un’ora e mezza, le porte si riaprirono. I due uomini e Poppy erano stremati. Tutti si raggrupparono intorno ai guaritori, per sapere come stavano i due maghi.

“Abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere, ma sono molto gravi. Il ragazzo se supera la notte, dovrebbe farcela, per quanto riguarda l’uomo, mi dispiace ma non credo ce la farà, oltre ad avere delle ferite molto gravi esterne, ha riportato delle lesioni gravissime interne, è già un miracolo che non sia morto sul colpo” poi guardando Silente l’altro aggiunse “Io e il mio collega resteremo per controllarli, ma vi consiglio di avvisare le loro famiglie”. A quel punto tutti all’interno della stanza stavano piangendo. Il preside li ringraziò e fece spostare tutti in cucina.

“Non- non è possibile. Po-Poveri cari” disse singhiozzando Molly. Ma nessuno rispose. La stanza era nel più assoluto silenzio.

La notte era stata molto agitata, diverse volte i guaritori erano dovuti intervenire, in entrambi i casi. Nessuno a Grimmauld Place era andato a dormire, e tutti facevano a turno per stare accanto ai due maghi. La situazione restò praticamente immutata, per ben due giorni interi, a parte il fatto che il fatto che Harry e Piton erano stati spostai al piano di sopra, e che Silente aveva costretto tutti a riposare almeno un paio di ore. La mattina del terzo giorno, mentre Remus, stava pulendo il viso di Harry con un panno bagnato, sentì un mugolio “Ehmmmm”

“Ha-Harry!” poi corse fuori ad avvisare Hammett, il guaritore dai capelli ricci e castani. Il medi-mago lo fece uscire e poi visitò l’adolescente, passati circa 15 minuti, tornò nel corridoio e li informò tutti sulla sua condizione “Il ragazzo sembra essere fuori pericolo finalmente, ma è molto debole. Potete entrare a turno per non più di 5 minuti. Mi raccomando di non turbarlo in alcun modo. Non vi spaventate, ma perderà coscienza molto spesso”. Silente entrò per primo, si accomodò sulla poltrona accanto a lui.

“Harry ragazzo mio, siamo stati tutti così in pena” disse accarezzandogli la testa.

“Do-dove sono?” sussurrò con fatica il moro

“Sei al quartier generale dell’ordine, le passaporte erano predisposte, per portarvi qui”

Ora ricordava, Voldemort, la tortura, e Piton. “Dov’è il professor Piton? Sta-sta bene?” disse agitato il moro.

Il volto di Silente si rattristò, poi gentilmente disse “Voltati ragazzo mio, Severus è sull’altro letto, vedi”

Le spalle del ragazzo si rilassarono, si girò, Piton era pallido come un lenzuolo, e il suo respiro era appena percepibile. “Ma sta bene?” chiese ansioso

Silente non voleva mentire al ragazzo, ma Hammett era stato chiaro, così disse “Oh lo sai che Severus, è un uomo molto forte”

Eppure il moro sentiva che c’era qualcosa che non andava, e ripeté “Sta bene?”

“Severus, è ancora molto debole. Tu sei più giovane, gli ci vorranno ancora un paio di giorni, ora riposati”. E non ci fu bisogno di inventare altre scuse, perché a quel punto Harry aveva perso conoscenza. Durante tutta la giornata, a turno avevano salutato il ragazzo, che passava dalla veglia allo stato di incoscienza senza neanche accorgersene. Fu così per i due giorni successivi.

Erano passati ben 4 giorni e mezzo da quando erano fuggiti da Malfoy Manor, Harry si sentiva un po’ meglio, Lucas, il guaritore dai capelli biondo rame, finalmente lo aveva dichiarato ufficialmente fuori pericolo. Altrettanto non si poteva dire, per Severus, in realtà neanche lui era più in pericolo, ma non accennava a risvegliarsi. I due guaritori, concordavano sul fatto che le lesioni, che aveva riportato erano state talmente gravi, che probabilmente non sarebbe mai più tornato cosciente. Silente, era stato costretto a tornare a scuola, e aveva avvisato tutti, di quello che era accaduto. Aveva deciso, solo dopo aver ricevuto il benestare dei due medi- maghi, che l’indomani avrebbe riportato entrambi i suoi ragazzi al castello, sarebbe stato molto più facile stare vicino a loro. Il trasferimento fu abbastanza semplice. Poppy si prese subito cura di entrambi, seguendo scrupolosamente le indicazioni dei due colleghi del San Mungo.
Le visite ovviamente erano vietate, erano ammessi solo i docenti, Severus era stato spostato in una piccola saletta privata vicino all’ufficio di Madama Chips. Harry aveva trascorso la giornata nel suo solito letto, l’ultimo in fondo a sinistra, aveva dormito per gran parte della giornata, non aveva mangiato quasi nulla, i dolori erano ancora molto forti e poi era molto preoccupato per Piton. Era ancora molto debole e aveva il divieto assoluto di alzarsi, ma voleva vedere il pozionista. Così spostò le coperte, e proprio in quel momento vide le porte dell’infermeria aprirsi.

“Harry ragazzo mio, non credo sia una buona idea”

“Ehmmm, buona sera professore, io volevo solo vedere …..Piton, perché lo avete messo nella stanzetta? E nessuno mi dice come stanno le cose, voglio sapere la verità!!” disse il ragazzo esasperato

“Harry, se vuoi fare visita a Severus, ti accompagnerò io da lui. Per quanto riguarda le altre domande, volevamo aspettare”

“Aspettare cosa?”

“Aspettare di veder come procedevano le cose, tu eri molto debole”

“E allora? Me lo dica, ne ho il diritto, io ero li con lui!!!”

A Silente si strinse il cuore, come poteva dire al giovane davanti a lui, che il pozionista non si sarebbe mai più svegliato. “Eravate, entrambi in fin di vita quando siete arrivati, ma le lesioni di Severus erano molto più estese . I due medi-maghi hanno detto, che era già un miracolo che non era morto sul colpo. Loro pensano che……..” a quel punto gli occhi del vecchio mago divennero acquosi.

“Si- signore pensano…….cosa?” chiese ansioso il moro

“Che non si sveglierà più Harry” disse il vecchio mago, come se quelle parole lo avessero ferito mortalmente.

Il Grifondoro rimase impietrito ((Pi-Piton? No, non è vero, lui è……è il pipistrello dei sotterranei…….non può….. tutti lo temono……….è forte…….se la cava sempre…..come dice Ron…….NO….NO….non voglio))

Silente gli mise una mano sulla spalla, e disse “Vuoi vederlo Harry?”. Il ragazzo scosse la testa, non poteva adesso che sapeva…..………. non era pronto.

“Allora se non ti dispiace, vorrei andare un po’ da lui, tornerò dopo a salutarti” e si alzò. Una volta entrato si accomodò sulla comoda poltroncina verde che aveva trasfigurato il primo giorno.

“Buonasera ragazzo mio, ho appena detto ad Harry della tua condizione, è molto turbato……come tutti” poi gli accarezzò delicatamente il viso, era molto pallido.
“Severus, io so che sei ancora li, ti prego, torna da noi, abbiamo bisogno di te. I tuoi studenti hanno bisogno di te, l’Ordine ha bisogno di te, Minerva e gli altri hanno bisogno di te Harry ha bisogno di te, ……Io ho bisogno di te”, poi si asciugò gli occhi “Perdona questo vecchio sciocco” poi rimase in silenzio tenendogli compagnia per un po’, quando uscì Harry dormiva profondamente, così lasciò l’infermeria.

Era passata quasi una settimana, dal giorno in cui il preside gli aveva detto della condizione, di Piton. Ora si sentiva davvero meglio almeno fisicamente, ed era riuscito a convincere Madama Chips a farlo alzare non solo per un paio di minuti, per camminare fino al bagno. Aveva ricevuto un sacco di visite, da Ron Hermione, Luna e molti altri Grifondoro, però qualcosa lo rendeva inquieto e ansioso. Sapere che a pochi passi da lui, c’era Piton, fermo in un letto senza alcuna speranza di risvegliarsi era demoralizzante. Si svegliò nel cuore della notte, come sempre da quando erano tornati da Malfoy Manor, non c’era nessuno, così scese dal letto, ed arrivò davanti alla porta chiusa della stanzetta, la aprì lentamente il cuore gli batteva forte, e poi entrò. Rimase fermo li in piedi per diversi minuti, a fissare l’uomo dal naso adunco, con il volto pallido come la maschera che gli aveva visto indossare al servizio di Voldemort. Si avvicinò lentamente, si accostò al letto, e infine prese posto sulla poltroncina.

“Professor Piton………Piton..........forza devi svegliarti” disse il moro energicamente, ma non ci fu ovviamente alcun segno.

“Dai avanti…….. tu non puoi davvero………….essere……..lo sai”, poi il ragazzo si fece coraggio e gli prese timidamente una mano, non sapeva perché, ma sentiva che doveva farlo, poi disse “Sono Harry,…….anzi sono Potter!! Su svegliati!!!……….Ho bisogno di ……..noi dobbiamo sconfiggerlo………per favore…………una testa di legno come me non ce la farà da solo……Lo hai promesso……. avevi detto……..che mi avresti aiutato…….”, lo fissò intensamente come se si aspettasse davvero una risposta, ma non fu nessun cambiamento. Così Harry rimase li, a guardarlo, sperando di vederlo aprire gli occhi e poi si addormentò.

  Il mattino seguente era sabato, quindi non c’erano lezioni, Silente entrò nell’infermeria e vide il letto di Harry vuoto, ma non si preoccupò, immaginava dove fosse il ragazzo, aprì silenziosamente la porta e vide moro sulla poltroncina, che dormiva con la testa appoggiata sul braccio di Severus. Quella scena era davvero commovente e triste allo stesso tempo. Si avvicinò lentamente al letto e posò dolcemente una mano sulla spalla del Grifonfdoro e poi sussurrò “Harry……Harry, avanti svegliati, non dirmi che hai dormito qui?”

Il moro si stropicciò gli occhi e vedendo Silente disse “Professore, ma che ora è? Devo essermi addormentato qui stanotte”

“Oh mi sembra più che evidente, sarà meglio che torni nel tuo letto, prima che Poppy scopra che sei sparito” disse sorridendo.

“Professore, lei crede che si sveglierà mai?” disse Harry sconsolato.

“Lo spero tanto Harry, lo spero davvero” rispose tristemente il vecchio mago.

“Lei è sicuro, che non possiamo fare proprio nulla, magari come abbiamo fatto la volta scorsa, con il legame?”

“Mi dispiace, abbiamo provato di tutto, ora non ci resta che aspettare, speriamo solo che Severus prima o poi decida di tornare indietro”

Il moro lo guardò sorpreso e disse “Cosa intende, con tornare indietro……da dove?”

“Oh è solo un modo di dire, non badare alle cose che dice un vecchio come me. Mi piace pensare che Severus, può sentirci ovunque si trovi adesso”

Harry sentì una stretta al cuore, nel vedere il preside dire quelle parole, esprimendo un grande dolore, e parlando del pozionista come se fosse morto sul serio, così con gli occhi lucidi disse “Io……è sta-stata colpa mia……..se al villaggio lo avessi ascoltato……..non sarebbe successo nulla. Poi…..poi a casa dei Malfoy….lui….lui…mi ha protetto…….e io……non potevo…………e lui…………erano troppi….e Voldemort” man mano che parlava, le lacrime si trasformarono in singhiozzi e poi in un vero pianto.

Silente si avvicinò e lo strinse per le spalle “Harry, non è stata colpa tua, Severus ha scelto di venire a cercarti…. E credimi…..era molto preoccupato, neanche se lo avessi pietrificato, avrei potuto evitare che venisse a prenderti. Sono più che sicuro, anche se non lo avrebbe mai ammesso, che si fosse affezionato a te dopo tutto”

Dopo che il moro riuscì a calmarsi leggermente, si allontanò dal preside e si appoggiò di nuovo sul braccio dell’uomo e stringendogli la mano disse “Io non volevo………mi dispiace davvero….……è successo ancora.......lui –lui mi stava insegnando………….adesso è tutto perduto………..e la profezia,……………….non ce la farò senza di te” disse sussurrando

Allora Silente disse “Basta ragazzo mio andiamo ora, devi riposare, tornerai più tardi o domani”. Harry si alzò in piedi, lo fissò un ultima volta, e mentre stava lasciando il contatto con la mano del pozionista, sentì una debole stretta, come a volerlo trattenere.

“Pro-professor Piton…….mi ….mi sente?”

“A-Albus, dov’è Po-Potter” disse con molta fatica il pozionista, tenendo gli occhi chiusi.

“Severus, come ti senti? Aspetta vado a chiamare Poppy!!” e il preside sparì nell’ufficio della medi strega. In breve tornò indietro con Madama Chips e con i due guaritori che avevano seguito tutta la degenza dell’uomo. Dopo aver fatto allontanare Harry, i due guaritori controllarono con diversi incantesimi le sue condizioni. Dopo circa un ora, Hammett tornò dal preside e disse “io non so cosa dire, il professor Piton, è fuori pericolo. Non ho idea di come questo sia successo, è un vero e proprio miracolo, in ogni caso ha bisogno di molta calma, e di molto riposo. Ci vorranno diverse settimane perché si riprenda del tutto”

Silente guardò il medi mago e disse “Grazie di tutto, faremo tutto ciò che sarà necessario”, poi salutò i due guaritori, che lo avvisarono, che sarebbero tornati l’indomani e tutti i giorni avvenire, per controllare il paziente. Poi il preside informò Harry.

“Davvero? Allora ora starà bene………... Sono contento.” disse tranquillamente

“Lo so ragazzo mio, ora lasciamolo riposare, potrai vederlo domani”

“D’accordo” e tornò nel suo letto, mentre il preside si avvicinò a Piton.

“Sia ringraziato Merlino, mi hai fatto davvero preoccupare stavolta ragazzo mio” disse il vecchio mago

Piton aprì gli occhi e a fatica disse solo “Albus”

“Non sforzarti Severus, Harry sta bene, era qui fino a pochi minuti fa. Ora pensa solo a riposarti, io vado a dare la bella notizia a tutti, eravamo molto in pensiero per te”

Il pozionista chiuse gli occhi e semplicemente annuì. Silente gli strinse delicatamente un braccio e poi uscì. Quella fu la prima notte in cui Harry riuscì a dormire tranquillamente, da quando era tornato da Malfoy Manor.

Nei due giorni successivi, tutti gli insegnanti erano passati a trovarlo, i prefetti della sua casa, e ovviamente il preside che era rimasto ogni sera a tenergli compagnia.

“Albus”

“Oh Severus, sono davvero lieto di vederti seduto oggi”

“Uhmmmm, se fosse per Poppy, starei disteso tutto il giorno” disse infastidito “Quella strega mi farà diventare matto, mi sta addosso tutto il giorno”

“E’ solo preoccupata, come tutti. A proposito, ti senti abbastanza in forze per raccontarmi quello che è successo?”

Il pozionista annuì e raccontò, per filo e per segno cosa era accaduto, da quando era arrivato a quando era riuscito ad attraversare il cancello.

“Harry non ha detto una parola, su questo chiamiamolo scudo”

“No Albus, il ragazzo era svenuto, non credo lo abbia visto. Pensi sia il potere a cui si fa riferimento nella profezia?”

“Credo sia così” poi dopo alcuni attimi di riflessione disse “Dovremo cercare di capire, come funziona e se potete attivarlo in qualche modo”

Piton lo fissò e poi disse freddamente “Non ho intenzione di avvicinarmi di nuovo a Potter”

“Ma cosa dici Severus? Per quale motivo?” disse sorpreso il preside

“Per quale motivo mi chiedi? Tralasciando il fatto che ho dovuto rivelare il mio ruolo di spia, siamo quasi morti entrambi. Io non riesco a gestirlo, è imprevedibile, impulsivo e nonostante i miei sforzi, non sono riuscito a controllarlo. Non sono la persona adatta Albus”

“Non dire stupidaggini. Non lo hai visto mentre eri qui privo di sensi. Era distrutto, non ha quasi dormito finché non ha saputo che eri fuori pericolo”

“E’ proprio per questo che devo allontanarlo Albus. Non ha istinto di conservazione, è un idiota Grifondoro” disse stringendo i pugni. “Si è messo tra me e il Signore Oscuro, poteva morire!!”

“Severus ragiona, questo è il grande potere di Harry. Ormai si è affezionato a te, non puoi cancellare i sentimenti con un colpo di spugna,…………………… neanche i tuoi

Il pozionista non rispose, e poi dopo una breve attimo di riflessione disse “Ora vorrei riposare Albus” e il preside uscì rattristato dalle dichiarazioni del pozionista.

Il giorno successivo Harry stava preparando le sue cose, aveva ricevuto il permesso da Madama Chips, per tornare alla torre.  Ron ed Hermione, erano venuti a dargli una mano.

“Allora pronto a tornare?” disse il rosso

“UHmmm si” rispose dubbioso il moro

“C’è qualcosa che non va vero Harry?” disse la riccia

Il ragazzo di mise seduto sul letto e disse “Si, ecco io non l’ho ancora visto da quando si è svegliato, so che sta bene, ma…..”

“Perché non sei entrato?” disse la riccia

“Perché a causa mia è quasi morto. Non credo che voglia vedermi” disse sospirando

”Ma non è la prima volta che succede, e di certo questa è stata la peggiore. Secondo me, dovresti andare a parlargli, almeno per ringraziarlo “ disse Hermione

“Lo so, ma……” Harry aveva raccontato a grandi linee quello che era successo al Manor, non aveva detto a nessuno, quanta paura aveva provato, fino a che Piton non era venuto a salvarlo, e che si era affezionato a lui e il pensiero di vederlo morire lo angosciava.

“Io non capisco, perché è così difficile, entra e fallo amico” disse Ron

Harry li guardò entrambi e poi disse “Perché le cose sono cambiate, non volevo dirvelo, perché avevo paura che non avreste capito, ma siete i miei amici. Piton….ecco……io………”

“Ti sei affezionato a lui vero?” disse la riccia

“Pensi che non ce ne siamo accorti? Dai amico onestamente, quando andavi da lui la sera per le tue lezioni speciali, avevi un’espressione che nessuno in tutta la scuola poteva avere andando da Piton. Eri quasi……sereno perchè?”

Il moro annuì e poi sussurrò “Perché lui è il mio mentore ora
 
   
 
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