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Autore: Fyffolina    21/10/2008    1 recensioni
James chiuse gli occhi e lasciò che l'antica e potente magia degli animagus facesse effetto. Sentì la pelle mutare, le ossa allungarsi e piegarsi, trasformandolo in qualcosa di diverso, molto diverso da un essere umano. Sirus lo osservava assumere l'aspetto del cervo e quando sentenziò che James era bello come sempre, si sentì arrivare un colpo allo stomaco da uno zoccolo.
- Permaloso, dannatamente permaloso...- Mormorò e prese l'aspetto del cane nero, guaendo ancora per la botta violenta. Insieme si lanciarono correndo, nascosti dalle ombre della sera, in direzione del platano picchiatore.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se potessi dirgli quello che non gli ho detto mai, come se fosse una cosa scontata

Se potessi dirgli quello che non gli ho detto mai, come se fosse una cosa scontata....
Gli sembro tranquillo e non sa... non sa nulla. Lo saprete solo voi, che non potete parlare, che siete solo carta ed inchiostro, che non giudicate con severità... e mi vergogno, perché non ho il diritto di dire o fare niente. Non sono né forte né calmo e se potessi piangerei tutte le volte che cala la sera, ma per l'aiuto che costantemente ricevo, per l'affetto che mi viene donato... a me... che non sono che un mostro....

 



- Remus...- Mormorò Sirius e Lupin strinse le spalle, con lo sguardo volto a terra, ma il biglietto non era ancora finito.



Odio la luce della luna quasi quanto amo lui.

 



- Lui?- Sirius alzò lo sguardo dal foglio, ma Lupin non c'era più. Era corso via e al suo posto era rimasto solo Peter, alzante le spalle e con aria preplessa.

 



Tanto valeva che morissi in quella notte di dieci anni fa, almeno.... non ti avrei mai conosciuto Sirius Black.


 


Sirius Black fissò il foglio e dovette iniziare a correre prima ancora di rendersi pienamente conto di ciò che era accaduto.
- Ma dove vai!?- Gridò Peter non appena gli fu passato vicino. Sirius si allontanò senza neanche voltarsi indietro, borbottando qualcosa di molto simile a "Che idota!".
Riuscì ad acciuffarlo una attimò prima che riuscisse a rinchiudersi nel bagno del dormitorio.
- Remus...-
Il giovane mago si voltò, le lacrime gli bagnavano le guance.
- Cosa vuoi?- Era una domanda che non voleva una risposta, era un "vattene via" bello e buono. Ma Sirius non poteva andarsene via, lui ci doveva parlare, a costo di immobilizzarlo con un incantesimo, Remus doveva ascoltarlo.
- Dovresti dirmelo tu... cosa vuoi da me, Remus J. Lupin?-
Remus abbassò lo sguardo e fece per andarsene via, ma Sirius lo afferrò per la maglietta.
- E non osare ignorarmi, devi guardarmi! - Remus singhiozzò, ma non per questo Black lasciò la presa, anzi, cercò di avvicinarlo, ma si accorse che molti lungo il corridoio si erano fermati a guardare la scena ed era meglio non offrire ulteriore spettacolo.
- Vieni con me...- Ed era un ordine, non avrebbe accettato un rifiuto - Dai, muoviti...- Lo afferrò e lo trascinò via, poi si ricordò che il suo compagno era ancora ferito e che prima di ogni altra, cosa sarebbe stato opportuno farlo medicare. - Come va il braccio? Ti fa molto male, non è vero?-
- No, io sto bene...- Sirius era stanco di sentire la solita cantilena di rassicurazioni, per Remus tutto andava sempre apparentemente, meravigliosamente bene...
- Smettila di di mentire, per una volta...-
Remus sorrise, eppure le lacrime non si erano ancora fermate, e continuavano a scendere copiose.
- E'... un dolore quasi... insopportabile...- poi aggiunse in tono di sfida - Sei soddisfatto?-
Sirius rallentò il passo, e abozzò un sorriso di trionfo - Si, decisamente...-
Madama Chips, come i due entrarono in infermeria, spinse Remus su di una sgabello e cominciò e tastargli il braccio preoccupata - Chi è stato?- Chiese - Sei stato tu, Black?- Sirius lanciò un occhiataccia - Ci mancherebbe altro...- poi aggiunse con fierezza - Se fossi stato io, ora non potrebbe neanche parlare... no, sono stati Lucius Malfoy e tutta la sua banda di piccoli, viscidi bastar...- Lupin tossì appena e Sirius si corresse velocemente.
- ....di. - Mormorò - Insomma, quelli là...-
La donna alzò un sopracciglio, poi mormorò rivolta a Remus - E' incrinato... nulla di così grave da non poter essere curato dalla mia magia. Solo che dovrai aspettare un pò, temo... c'è un caso più urgente del tuo...spero comunque, che il predide sia già stato informato della faccenda.-
Entrambi annuirono e Madama Chips se ne andò, con la promessa di tornare prestissimo, non appena si fosse risolto anche l'altro problema "Non so che cosa passi è per la testa dei nuovi studenti... infilarsi la bacchetta nel naso ad undici anni!" Esclamò scomparendo oltre la porta di legno rossastro, lasciando dietro di sé un silenzio di tomba.
Sirius cercò per un pò di distrarsi guardando le mattonelle del pavimento, ma il diversivo non durò a lungo. Remus ogni tanto alzava lo sguardo verso di lui, dandogli la fastidiosa sensazione, di essere osservato come un animale dello zoo.
- Per fortuna non è niente di grave...- Mormorò alla fine, sedendosi su uno dei lettini lì vicino.
- Già...- Rispose laconico l'amico - ... per fortuna.-
- Senti...- Avevano parlato all'unisono. Remus arrossì appena, - No, di prima tu...- Sirius rovistò nella tasca dell'uniforme e prese il biglietto, quando glielo porse, Lupin si morse il labbro istintivamente con aria nervosa.
- Questo è tuo. - Disse Sirius lasciandolo cadere sul lenzuolo bianco del letto - Non dovevo leggerlo, ti chiedo scusa.-
Il ragazzo fissò con tristezza il pezzo di carta poi si volse dalla parte opposta - Non mi serve più... era solo uno sfogo.- poi aggiunse sorridendo - Puoi buttarlo via, se vuoi.-
- Certo, lo farò... Ma solo perché vi sono scritti particolari che altri non dovrebbero sapere. E mi riferisco solo alla faccenda della licantropia, sia chiaro.-
Remus rise somessamente, una risata fredda, vuota.
- Vuoi dire che il resto non conta?-
Sirius si alzò dal letto e si avvicinò a Remus, le voci della scuola giungevano dalle finestre aperte sul cortile. Era strano pensare, che fuori dalla porta di ciliegio dell'infermeria, le cose stessero trascorrendo normalmente, in modo banale, proprio come ogni giorno. Il mondo intero era fuori da quella porta.
- Mi ami, Remus?- Lo chiese con tranquillità, senza curarsi degli occhi d'ambra che adesso lo stavano fissando sorpresi. Lupin scosse la testa, i capelli ramati gli caddero sul volto quando prese a fissare il pavimento.
- Guardami.- Sirius prese tra le mani le guance rosee di Remus - Perché non vuoi guardarmi? Ogni volta che ti parlo finisce sempre così, ma io voglio ascoltarti guardandoti bene in faccia, chiedo troppo? -
Remus strinse il pugno afferrando la stoffa dell'uniforme - Si...- poi aggiunse mettendosi in piedi, di fronte a Sirius - Perché, io...- ma poi si fermò, lasciando la frase a metà. Afferrò con la mano destra quella di Sirius e se la portò al volto, lui lo lasciava fare, allontanarlo sarebbe stato crudele in quel momento e lui aveva già sofferto abbastanza.
La pelle di Remus era calda e umida a causa delle lacrime, il viso era liscio e delicato come quello di una ragazza, e Sirius provò una strana sensazione sfiorandolo con le dita. Il cuore aveva preso a battere forte e nemmeno lui sapeva esattamente perché, l'unica cosa certa, era quel contatto, fin troppo bello e piacevole...
La porta dell'infermeria si aprì cigolando, Madama Chips comparve con un'espressione insolitamente serena, forse era riuscita a risolvere il problema della "mistica bacchetta nel naso" di cui aveva accennato prima, si avvicinò ai due, che nel frattempo erano ritornati alle loro precedenti postazioni, Sirius sul lettino e Remus sullo sgabello, entrambi con il cuore in gola per il timore di essere scoperti in atteggiamenti particolari.
- Che c'è cari?- Chiese la donna afferrando una bottiglietta trasparente e dal collo allungato - Avete una faccia pallida, vi sentite bene?-

  
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