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Autore: annapii01    02/11/2014    0 recensioni
ciao popolo di EFP questa è una raccolta che parla sull'adolescenza e su tutti i problemi da cui ne derivano ma anche gli aspetti positivi di questa fase di vita che avviene in ciascuno di noi in grado di formare il carattere e la personalità di un individuo.
Buona lettura :)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al Cuore Non Si Comanda


 
Iniziò la scuola, tutti erano in ansia.
Tutti i ragazzi erano entusiasti dell’inizio della scuola superiore:  nuovi amici, nuovi professori, nuove esperienze e soprattutto nuovi esami da superare.
Lei invece no, lei non era come tutti gli altri, la definivano la strana dell’istituto, la più strana di tutte le ragazze.
Lei si chiamava Sabrina, era bassa, grassa con capelli e occhi scuri.
Lei sta sempre sola, raramente parlava, stava sempre in un angolo della classe, sola, oppure sul suo banco completanto pagina per pagina il suo diario segreto, avvolte alzava lo sguardo facendo scorrere una lacrima sul suo viso.
Ma, cosa che nessuno sapeva, lei faceva tutto ciò per amore, era innamorata di un ragazzo con cui frequentava la scuola media. Questo ragazzo si chiamava Gianluigi, aveva 13 anni d'altronde erano coetani.
Avevano scelto la stessa facoltà ovvero Scienze Umane, per puro caso.
Lei continuava ad amarlo, ma soffriva, lei non voleva mai parlare di ciò che sentiva o pensava, capitò solo una volta quando in palestra lei corse nello spogliatoio e io, la sua migliore amica, corsi da lei.
La raggiunsi, lei piangeva e singhiozzava, io l’abbracciai chiedendole cosa le succedeva o l’avesse turbata in questo periodo. Mi disse semplicemente che era una questione d’amore, e io gli chiesi chi era il fortunato ma lei zittiva, io la guardai negli occhi, e solo dopo lei mi disse che era Gianluigi, il ragazzo più vanitoso della scuola. Mi disse anche che questa cotta sbocciò verso la seconda settimana dell’inizio della scuola in prima media, io intristita da quello che mi aveva detto la strinsi a me promettendogli che questa storia finiva subito dopo avergli parlato, lei singhiozzando e asciugandosi le lacrime mi vietò di confessargli tutto ciò che lei provava.
Aveva paura di un “no” oppure di un “è troppo grassa” o meglio di un “è troppo brutta” insomma di una delusione.
Mi disse anche che non era pronta per far cicatrizzare un’altra ferita che magari poteva sanguinare a vita, mi disse anche che tutto era stano in quel momento, in questo caso diceva che vedeva tutto da un altro punto di vista ovvero dal basso. Si credeva inferiore a tutti o come dicevano tutti gli alunni di quella scuola un “mostro”. Per ultimo mi disse che in quel periodo ebbe molti problemi e uno di essi era l’anoressia non era molto grave, frequentava molto spesso un psicologo e predeva farmaci perché soffriva anche di crisi epilettiche ma in classe non si erano mai verificate scene di questo tipo.
  Dopo averla consolata la calmai e tornammo in palestra, da quel giorno non parlammo fin l’altro ieri.
Ora frequentiamo il terzo superiore e da allora sono più di venti volte che per la sua malattia va i hospedale. Quello che mi stupii maggiormente fu che in sei anni non ha mai dimeticato questo ragazzo.
Stanca di tutto ciò, io, andai a parlare a Gianluigi , gli raccontai tutto, lui dimostro un certo menefrechismo. mi guardò, si alzò dalla panchina e se ne andò via per il corridoio che portava alla nostra classe. Dopo quello che avevo visto corsi al mio armadietto presi il telefono e chiamai Sabrina ma rispose sua madre, Veronica e mi disse che era stata ricoverata urgentemente.
 Io andai a trovarla all’ospedale di roma, un ospedale specializzato per appunto queste malattie adolescenziali.
Entrai nella sua stanza, lei mi guardo e cercò di alzarsi dal letto, su cui giaceva da molti giorni, per venirmi ad abbracciare, ma appena appoggiò i piedi per correre da me crollo sul pavimento. Lei resto li a terra, piangeva mentre le sue lacrime lo bagnavano.
Io corsi da lei chiedendole perché si era ridotta così: non era cresciuta molto di altezza ma dimagrì moltissimo, si vedevano, alzando la maglia, le costole che prima erano ricoperte da vari strati di grasso. Era diversa, sorrideva, ma dietro quel “finto sorriso” c’era una montagna di tristezza e solitudine che le stava cadendo addosso. Non era più lei. L’abbracciai tenendola stretta a me.
Mentre la presi dal pavimento per posarla sul suo letto si sentii bussare alla porta voltammo la testa ed era Gianluigi con un mazzo di rose rosse, il fiore preferito di Sabrina, e mi chiese di lasciarli da soli.
Da quel che so dopo avergli lasciati da soli lui si dichiarò dicendole che l’ha sempre amata, dalla prima media,
dai primi sguardi, dai primi sorrisi.
Lei, sdraiata sul suo letto, sorrise. Lui posò i fiori e si baciarono.
Lei chiuse gli occhi facedo far bagnare il suo viso da una lacrima.
Gianluigi incominciò a temere di ciò che le poteva succedere.
Ma alla fine fu la sua ultima lascrima.
   
 
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