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Autore: Illsetyoufree    02/11/2014    3 recensioni
Naomi ha diciassette anni e le sue labbra sono troppo bianche, il suo viso troppo pallido.
Tutti i giorni, dopo scuola, aspetta l'autobus che non sembra voler passare mai, mentre dall'altra parte della strada Harry non la smette di parlare un secondo.
Lei lo osserva, mentre il vento gli scompiglia i capelli ricci e gli arrossa il viso candido, bloccata nella sua fantasia.
Lui d'altro canto finge sorrisi e abbraccia persone per un po' di calore in più: le sue mani sono fredde, i polmoni bucati, gli occhi stanchi e la gola asciutta.
Si incontrano lì, tutti i giorni alla stessa ora, lui appoggiato alla staccionata bianca e lei in piedi sul marciapiede dall'altro lato della strada.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Hey “ urla e sorride Harry dall’altra parte della strada.

Resto immobile a fissarlo, corrugando la fronte, confusa e sorpresa al tempo stesso.
Siamo soli, non sta parlando al telefono, quel saluto era davvero rivolto a me. Faccio un passo avanti, ma poi ritorno subito al mio posto.
Le mani che nascondo all’interno delle tasche del cappotto che indosso sono incredibilmente calde ora.
Le mie gambe iniziano a tremare e non sento più l’asfalto freddo sotti i piedi ne il rumore del vento che fischia nelle mie orecchie, tra i miei capelli.
Sorrido, sperando che quel che ne venga fuori sia un sorriso, considerando il mio viso paralizzato dal gelo.

“ Hey! “ urlo anch’io e la sua testa si china di lato, lasciando che i suoi capelli ricci e lunghi ricadano soltanto su una spalla.

“ Non ti ho mai vista a questa fermata “ afferma divertito e il mio cuore sprofonda per un attimo.

Non mi ha mai notato. Tutti i giorni, alla stessa ora, io ero di fronte a lui, con le mani nelle tasche, aspettando il suo stesso pullman, guardando dritto dinanzi a me per trovare il suo splendido sorriso . E lui, invece, fissava un punto indefinito alle mie spalle quando i suoi occhi puntavano nella mia direzione.
Riesco a scrollare le spalle nonostante tutti i pensieri che mi annebbiano la vista.
Stanco forse di dover urlare affinchè io potessi sentirlo, sento il rumore dei suoi stivali consumati sull’asfalto ghiacciato.
Mi sono sempre chiesta come sia sempre riuscito a non cadere nonostante la suola delle sue scarpe ormai inesistente.
Le mani che frugano in entrambe le tasche del suo cappotto lungo mi porgono poi un pacchetto di sigarette ed un accendino.

“ Abbiamo perso entrambi l’autobus “ dice, mentre sfilo una sigaretta dal pacchetto tutto colorato di nero, forse con un pennarello o una penna ad inchiostro.

“ Già “ mi limito a dire, sfiorando la sua mano fredda per poter prendere l’accendino.

“ Sei nuova a Bristol? “ domanda curioso e per poco non scoppio a ridere.

“ Ci sono nata qui “ porto la sigaretta alle mie labbra e aspiro, mentre la fiamma raggiunge il tabacco.

Chiudo gli occhi. La sua presenza, lui qui al mio fianco: l’ho sempre sognato,  l’ho sempre voluto, l’ho cercato nei miei sogni e l’ho trovato e ogni volta non avrei voluto svegliarmi.
Apro gli occhi lentamente, quel paradiso oscuro non è comparabile ad Harry.
Sta fumando anche lui, sposta il suo peso da un piede all’altro guardandosi intorno col suo fare curioso.
Finalmente lascia andare la sigaretta e il fumo fuoriesce dalle sue labbra carnose a forma di cerchi.
Sorrido continuando ad aspirare e a lasciare che il fumo esca dalle mie narici.

“ Quanti anni hai? “ domanda all’improvviso, cogliendomi di sorpresa.

“ Uhm… Diciassette” scuote la testa mentre emette un suono beffardo.

“ Frequenti la Clifton, hai diciassette anni e non ti ho mai vista? Assurdo!” continua a negare la verità a se stesso.

“ Non sarò importante “ spiego.

Si ferma di colpo, il suo sguardo diventa serio e le sue labbra si riducono ad una linea sottile.
Distolgo il mio, continuando a fumare, ma sento i suoi occhi su di me. Un brivido percorre la mia schiena, le mani tremano questa volta e non per il freddo. Chiudo ancora una volta gli occhi, non era così che mi immaginavo di conoscerlo, non c’è sollievo nelle parole che continuava a rivolgermi.
Ma non c’è neanche rimedio: il suo viso continua ad apparire e scomparire nella mia mente, il suo dannato sorriso e il momento in cui per un attimo le nostre mani si sono sfiorate. Non può essere sbagliato amarlo per sempre.
Ma questo sentimento non viene da entrambe le parti, è così triste sapere che per lui io non sono neanche mai esistita fino a questo momento.
Perché non mi chiedi come mi chiamo? Perché non mi parli, adesso? Cosa ho detto? A cosa stai pensando?
Non senti quello che sento io, ma oh, se solo fosse così, adesso potremmo essere insieme, e non due sconosciuti.

“ Tutti sono importanti “ alla fine spiega.

La sua voce roca che ho sempre ascoltato da lontano ora rimbomba nelle mie orecchie ,e il fumo che ho sempre osservato dissolversi nell’aria dall’altra parte della strada ora lascia le sue labbra per impregnare i miei capelli.
Scrollo ancora una volta le spalle, fingendomi indifferente alle sue parole.
Tu sei importante per me e io potrei esserlo per te se solo tu mi lasciassi entrare nella tua vita.
Potrei finalmente essere importante per qualcuno.

“ Aspetterai il prossimo autobus? “ mi azzardo a domandare con non so quale coraggio.

“ Perché mai? Ormai è andata così, il destino ha voluto che io questa mattina non dovessi andare a scuola “ scherza con tono serio, non accennando a nessun sorriso.

“ Non credo che il destino c’entri molto sul fatto che tu fossi in ritardo “ mi mordo la lingua quando osservo i suoi occhi, che scopro esser incredibilmente verdi, che si allargano.

Forse non si aspettava una mia risposta, o almeno non una risposta del genere.
Forse lui crede davvero nel destino, ma se così fosse, allora è stato il destino a volere che noi oggi ci incontrassimo.
Ed ecco che continuo con le mie solite illusioni, con i sogni rinchiusi nella mente e la canzone che ascolto ogni volta e che lui canticchiava in una delle mattine di primavera con gli auricolari che lo escludevano dal mondo.
Chi sei tu, che nel buio della notte osi inciampare nei miei più profondi pensieri?

“ Comunque, io sono Harry “ afferma, come se rispondesse alla domanda di Shakespeare.

“ Naomi “ quasi balbetto per l’imbarazzo e per il freddo.

Lo ritrovo intento ad osservare attentamente il suo cellulare. Annuisce, forse non ha neanche sentito quello che ho detto, forse non gli interessa davvero il mio nome.
Scorgo in lontananza, distogliendo lo sguardo da lui, il secondo autobus che avanza lentamente.
Anche Harry al mio fianco lo nota, ma fa finta di niente e continua a comporre parole sullo schermo del suo telefono.
Vorrei starmene qui per sempre, con lui.
Ma l’Harry distratto non si accorge neanche che mi sono lentamente allontanata e che sono pronta a salire sul prossimo pullman.
Lo guardo ancora una volta.
Il suo cappotto ora è aperto e una maglietta grigia è ben visibile, così come il cipiglio che si forma sulla sua fronte.
Un ciuffo di capelli gli impedisce la vista e frustrato lo porta indietro con forza, quasi a voler farsi male.
L’autobus si ferma, io motore sbuffa e il conducente di poca pazienza apre le porte del veicolo. Guardo lui, poi guardo Harry.
Sta ancora lì, non si è accorto del pullman, non si è accorto di me, non l’hai mai fatto.
Rammaricata, chino il capo ed entro, prendendo posto tra i sedili vuoti.
Il conducente borbotta qualcosa, ma non riesco a sentirlo.
Le parole di Harry si rincorrono ancora nella mia mente, mentre lo osservo intento a leggere e scrivere messaggi.
L’autobus parte e lentamente la sua figura scura scompare nel bianco della neve.
 
 







Harry

E’ andata via. Le ho parlato finalmente, dopo circa quattro anni.
E’ sempre stata lì, l’ho sempre vista, tutti i giorni, sul marciapiede dall’altro lato della strada. Non è vero che non sapevo chi fossi, Naomi Tomlinson.
Conosco a memoria ogni tuo minimo movimento, il rossore delle tue guance fredde che viene a crearsi a contatto con il vento, i denti perfettamente bianchi che sorridono tutti i giorni ad Eddy Taylor.
Ed oggi era bella, come sempre.
Non ho avuto il coraggio di salutarla, speravo quasi che restasse, che continuasse a parlare con la sua dolce e piccola voce e la sua impertinenza.
Ed ora sono qui, solo. Le mie mani sono fredde, i miei polmoni bucati, gli occhi stanchi e la gola asciutta.
La incontrerò domani, stessa ora, stesse persone, io appoggiato alla staccionata bianca e lei ferma sul marciapiede dall’altra parte della strada.









Illsetyoufree:
Finalmente sono riuscita ad aggiornare.
Dio, se solo voi poteste vedere le visualizzazioni dei capitoli precedenti! Sono così felice che questa storia vi stia piacendo!
Questa capitolo si intotola Harry per due motivi che penso siano ormai a voi noti, ma che comunque riporto: 
- Naomi finalmente riesce a parlare con Harry;
- c'è una POV di Harry.
Non so fin quando è stata buona l'idea di inserire i pensieri di Harry all'interno di questo capitolo.
Non credo che capiterà spesso che venga posto il suo punto della storia, dato che la protagonista è Naomi e che ora è ancora molto presto per delineare gìà i capitoli successivi.
Spero che comunque vi sia piaciuto e che non siate rimaste abbastanza sorprese dalla rivelazione dei pensieri di Harry.
Il sentimento in realtà è in entrambe le parti, soltanto che Harry lo nasconde, e molto bene anche.
Sapete che mi farebbe piacere se lasciaste una recensione, ma nessuno vi obbliga.
Sappiate che amo allo stesso modo anche i cosidetti " lettori silenziosi ".
Grazie inoltre alle persone che hanno aggiunto la storia tra le seguite/preferite/ricordate.


 
  
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