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Autore: breath    02/11/2014    3 recensioni
°Seguito di Ride°
E' facile buttarsi a capofitto nel vortice della vita di cinque rockstar, farsi trascinare dalla corrente dell'alcool, delle droghe, del sesso e della musica dimenticandosi di piantare le proprie radici su un terreno solido.
Per Bonnie, l'aver conosciuto Slash e i Guns N' Roses equivaleva al muoversi a ritmo di musica su un palcoscenico illuminato da un milione di luci scintillanti. Ma se le luci si spengono e la musica cambia, quel palcoscenico manterrà il suo splendore? Bonnie dovrà camminare al buio in cerca del suo interruttore, senza sapere se la mano che sta stringendo la guiderà o la spingerà lontano facendola cadere.
"Bite the hand that feeds
Tap the vein that bleeds
Down on my bended knees
I break the back of love for you."
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweeter than Heaven, hotter than Hell'
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"I hurt myself today,
 To see if I still feel.
 
I focus on the pain.
 
The only thing that's real.

 The needle tears a hole,
 The old familiar sting.
 Try to kill it all away,
 But I remember everything.

 What have I become,
 My sweetest friend?
 Everyone I know,
 Goes away in the end.

 You could have it all,
 My empire of dirt.
 I will let you down.
 I will make you hurt.

 I wear this crown of shit,
 Upon my liar's chair,
 Full of broken thoughts.
 I cannot repair.
 Beneath the stains of time.
 The feelings disappear.
 You are someone else,
 I am still right here."

|Nine Inch Nails - Hurt|


- Mi vuoi spiegare che cosa è successo?- bisbigliò Bonnie stringendo la cornetta del telefono e lanciando un'occhiata alle scale per controllare che Slash non si fosse ancora svegliato.
- Quando?- rispose la voce di Izzy. 
Dopo che si era ripresa dalla rivelazione di Slash, Bonnie si era affrettata a chiamare Steven ma non aveva ricevuto nessuna risposta, stessa storia quando aveva provato con Duff quindi aveva chiamato il chitarrista prima al suo numero di Los Angeles, al quale era partita la segreteria, e poi a quello di Lafayette. 
- Ieri, alla registrazione del pezzo! Slash è appena rientrato e mi ha detto di non so che accordo che avete fatto firmare a Steven e poi è crollato senza dirmi altro quindi chiedo a te. Cosa è successo?-
- Ah, quello. Beh Steven era uno straccio ieri, si è presentato allo studio tutto sudato e tremante, non riusciva neanche a reggere decentemente le bacchette, figuriamoci suonare. Gli abbiamo chiesto se era fatto ma lui continuava a ripetere che era colpa di non so che pillole che lo stavano facendo sentire di merda. Abbiamo chiesto a Doug se era vero ma lui ha negato. Fatto sta che abbiamo deciso di provare a registrare comunque visto che il pezzo di batteria non era troppo complicato ma è stato un disastro. Non è riuscito ad azzeccare i tempi e a mantenere il ritmo quindi Mike ha dovuto smontare e rimettere insieme tutti i pezzi di batteria, non so neanche se ha ancora finito.-
- Ma Doug lo ha veramente portato da un dottore per aiutarlo, io c'ero quando Cheryl lo ha chiamato!- esclamò Bonnie, presa alla sprovvista da quello che Izzy gli aveva detto a proposito del manager.
- Non lo so cosa è successo, probabilmente Steve ha semplicemente ricominciato a farsi, non sarebbe una novità. Fatto sta che abbiamo deciso di farlo cagare un po' addosso nella speranza che si rimetta in sesto quindi Doug gli ha fatto firmare un contratto in cui è chiaramente scritto che deve presentarsi pulito alle prove o verrà penalizzato. Se sgarra per più di tre volte è fuori.-
- Che cosa?- 
Fino all'ultimo Bonnie aveva sperato di essersi sbagliata, di non aver sentito bene quando Slash le aveva riferito quelle stesse cose ma non poteva aver sentito male anche questa volta.
- Senti, stai tranquilla, Steve non è così stupido da farsi cacciare, sono sicuro che questa cosa lo spaventerà talmente tanto da tenersi fuori dai guai- disse Izzy con la sua solita voce calma che in altre occasioni l'avrebbe tranquillizzata. Ma in quel momento non lo fece, non dopo quello che le aveva appena confermato. 
- Ma scusa, perché avete dovuto fare proprio una cosa del genere? Si poteva provare di nuovo con la riabilitazione o magari fare la stessa cosa ma a voce e non fargli firmare un accordo ufficiale!- 
Sentì Izzy sospirare dall'altra parte della cornetta.
- Lo sai anche tu che non riesce a stare più di qualche giorno in riabilitazione, perché questa volta dovrebbe essere diverso? Questa era l'unica cosa da fare per spaventarlo sul serio visto che quando gli abbiamo detto che avevamo considerato l'idea di provare qualche nuovo batterista non ci ha cagato di striscio e se n'è fregato. Senti non piace neanche a me ma era l'unica cosa da fare, scusa ma adesso devo andare, ci vediamo quando torno a LA- disse infine il moro prima di riattaccare, lasciando Bonnie ancora più incredula di prima. 
Non riusciva a capacitarsi di quello che era appena successo. Non era una novità che Steven, fra tutti loro, fosse quello che sembrava non riuscire a capire quali fossero i limiti ma i Guns erano la sua vita, la sua famiglia e le sembrava troppo strano il fatto che fosse disposto a metterla a rischio. Così come le sembrava strano il comportamento di Doug. Cosa aveva in mente l'uomo comportandosi così? Che guadagno ne avrebbe ricavato? 
E poi i ragazzi? 
Poteva capire che fossero giunti al limite della pazienza ma quello era troppo, erano un gruppo, una famiglia e non le risultava concepibile che gli stessero voltando le spalle a quel modo. 
Decise di andare da Steven per vedere come stava e per ascoltare anche la sua versione dei fatti. Salì quindi in macchina e andò fino a casa del biondo. 
Come al solito venne ad aprirle Cheryl, Steven stava troppo male per arrivare fino alla porta.
- Come sta?- 
- Sempre così, ieri è andato a incidere una canzone con gli altri e poi stamattina Doug lo ha chiamato perché doveva andare a firmare non so cosa... sta succedendo qualcosa di strano.- 
A quel punto Bonnie le raccontò tutto e la ragazza reagì alla sua stessa maniera.
- Come possono fargli questo? Non era fatto! Avrà bevuto qualcosa ma niente di più. Io sono quasi sempre con lui, me ne sarei accorta! Sono quelle pillole che invece di aiutarlo sembrano solo farlo stare peggio.-
- E quello che ho detto anche io ma Doug nega di averlo portato da quel dottore ed è la sua parola da manager sobrio e serio contro quella di una rockstar con problemi di eroina. Posso vederlo?- Cheryl annuì e la condusse nella camera da letto dove constatò tristemente che il biondo era pressoché nello stesso stato in cui lo aveva trovato nell'ultima settimana.
- Ehi Stevie! Sono passata a trovarti!- 
Il biondo in risposta mugugnò qualcosa che non riuscì a capire.
- Ehm... so che non stai tanto bene ma ti va di dirmi cosa è successo ieri?- continuò lei.
- Cosa vuoi dire? Ho fatto quello che Slash mi ha chiesto no?- 
Bonnie aggrottò la fronte confusa.
- Senti, Slash mi ha chiamato per dirmi che dovevamo incidere il pezzo e io ho provato a dirgli che sto di merda, che non riesco praticamente a stare in piedi ma lui ha detto che stavamo già sprecando troppi soldi anche se quando Axl ci ha fatto sprecare un mucchio di soldi nessuno ha detto niente. Comunque mi sono sforzato, sono andato lì e ho fatto quello che dovevo fare, tutto qui. Quegli stronzi insensibili... -
- E stamattina?- chiese poi Bonnie. 
- Doug mi ha chiamato per chiedermi di andare alla Geffen a firmare delle cose e ci sono andato anche se come vedi sto abbastanza di merda, sembra che non apprezzino nessuno sforzo che faccio... -
- E cosa hai dovuto firmare?- 
- Dobbiamo parlarne proprio adesso? Sto male non vedi?- disse Steven sbuffando davanti alla sua impazienza.
- Lo so e mi dispiace ma voglio solo sapere cosa voleva Doug, poi prometto che ti lascio in pace.-
- Una specie di accordo, non so bene, non l'ho letto tutto. Erano tipo un milione di pagine e stavo di merda, non riuscivo a leggere tanto era scritto in piccolo. Doug mi ha spiegato che non c'era da preoccuparsi, i ragazzi sono un po' incazzati con me quindi se faccio delle cazzate nelle prossime settimane devo pagare una multa o qualcosa del genere... -
- Una multa?- chiese Bonnie stranita; a quel punto le versioni che aveva sentito non combaciavano più.
- Sì, tipo duemila dollari, una cazzata. Adesso posso avere un'aspirina o qualcosa che faccia smettere questo mal di testa?-
- Sì vado a chiedere a Cheryl- disse e si alzò per prendere quello che il biondo aveva chiesto. 
Quando tornò in camera gli porse l'aspirina insieme a un bicchiere di acqua. 
- Ehi non è che potresti portarmi qualcosa di più forte? Mi fa passare il dolore.-
- Steve non penso che sia una buona idea mischiare farmaci e alcool...-
- Non mi importa, mi sta scoppiando la testa e una cazzo di aspirina non mi fa niente!- protestò il ragazzo senza voler sentire ragioni, finché sua moglie non gli portò quello che aveva chiesto. 
Solo dopo si tranquillizzò e Bonnie, dopo aver preso un lungo sospiro, capì che poteva continuare il discorso, perché di sicuro non se ne sarebbe andata prima di rivelargli che Doug o i ragazzi, non lo sapeva e in quel momento non voleva pensarci, lo avevano preso in giro o comunque non erano stati per niente chiari con lui riguardo a una cosa così seria. 
Si parlava della sua permanenza nella band e lui era convinto che al massimo stesse rischiando di pagare una multa di quelli che per lui erano spiccioli.
- Steve, ho parlato con Slash e con Izzy e loro mi hanno detto una cosa diversa- iniziò cauta osservando con vera e propria pena la sua figura che sembrava piccola e indifesa in quella stanza in penombra.
- Che vuoi dire?- chiese lui confuso.
- Voglio dire che l'accordo che hai firmato non prevede che tu debba pagare una multa nel caso in cui ricominciassi a farti ma ti vieta di presentarti fatto alle prove per più di tre volte altrimenti...- e lì si fermò, le parole semplicemente le si bloccarono in gola perché, se faceva ancora fatica ad accettare l'idea, non riusciva proprio a dare voce all'eventualità che si sarebbe presentata se Steven non avesse rispettato i termini dell'accordo; aveva paura che pronunciare quelle parole a voce alta avrebbe comportato il loro avverarsi.
- Altrimenti cosa?- 
Il ragazzo la incoraggiò a continuare.
- Altrimenti sei fuori dai Guns.- 
Le sembrò di vedere la scena al rallentatore, come in un film di pessima qualità. Il viso di Steven, già pallido di suo, sbiancò ulteriormente e assunse un'espressione di pura sorpresa che in un altro momento avrebbe trovato divertente. 
Rimase in silenzio guardandola poi si grattò una guancia e i suoi occhi si allontanarono dal suo viso per iniziare a percorrere confusi la stanza.
- Fuo... fuori? Cosa vuoi dire con fuori?- balbettò incerto.
- Voglio dire che sarai licenziato o non so come si dice in questi casi.-
- Cosa? Loro... loro non possono farlo, non possono!- 
Il suo tono di voce si incrinò e le sue parole si tinsero di panico irrazionale.
- Deve essere uno scherzo, voglio dire io faccio parte di quel gruppo quanto loro! Con che diritto mi accusano di essere troppo fatto quando non sono messo peggio di Duff o Slash? Quando Slash ha fatto quel casino in Arizona e poi è scappato dal centro di riabilitazione nessuno ha detto niente vero? Quando Izzy è collassato prima di andare in Giappone nessuno ha fiatato! Nessuno è contrario se Duff è sempre fatto e ubriaco ma non appena Steve sgarra un attimo tutti addosso a lui, tutti a prendersela con lui! Begli amici che ho! E' per il casino al Farm Aid vero? Quante volte lo devo dire che ero solo troppo contento e sono inciampato? Sono un essere umano cazzo, può succedere a tutti di sbagliare ma qui ci sono due pesi e due misure, ho già capito!- 
Aveva cominciato a parlare concitato senza prestarle più ascolto, come se lei non fosse neanche presente, alzando sempre di più il tono della voce ed agitandosi sempre di più. Bonnie vedeva il sudore scendergli giù da una tempia.
- Non possono farlo, loro non ne hanno diritto! Non per una cosa così! Loro sono la mia famiglia! Come hanno potuto farlo?- urlò poi, ormai in lacrime, scagliando con rabbia il bicchiere che ancora teneva in mano contro il muro. 
Il rumore del vetro che si frantumava contro la parete e i suoi singhiozzi riempirono il silenzio tombale della stanza. 
Cheryl si precipitò da lui e lo abbracciò cullandolo fra le sue braccia proprio come se fosse stato un bambino. 
Bonnie era lì ma non sapeva cosa fare né tanto meno cosa dire; la reazione del ragazzo era stata troppo intensa, il suo dolore troppo evidente e l'avevano lasciata paralizzata, incapace di proferire alcunchè, incapace di provare altro che non fosse una rabbia cieca. Nei confronti di Axl, Duff, Slash e Izzy, nei confronti di Doug e della Geffen, nei confronti dell'eroina che sembrava distruggere tutto ciò che c'era di buono nelle persone per lasciare dietro sé solo cadaveri ambulanti con l'unico desiderio di perdersi in lei.
Rimase lì, in silenzio, seduta su quel letto disordinato ad ascoltare il pianto straziante di Steven che in quel momento stava mostrando tutta la sua fragilità; vedeva come le sue mani si aggrappavano a Cheryl mentre il suo viso rimaneva nascosto, protetto dal ventre della ragazza. 
I suoi singhiozzi infine si calmarono e il silenzio scese di nuovo nella camera in penombra. 
A quel punto Bonnie prese coraggio e gli mise una mano sulla spalla.
- Steve, ascolta, non è detta l'ultima parola. Sono stati degli stronzi, lo so ma tu puoi ancora fare qualcosa. Se vai in riabilitazione puoi riuscire a resistere e rispettare l'accordo e loro non potranno più dirti o farti niente. Mostra loro che si sono sbagliati, che tu puoi lasciarti questa merda alle spalle, che non ne hai bisogno!- 
- Perché mi fanno questo?- chiese di nuovo il ragazzo, la voce rotta dal pianto appena calmato.
- Loro vogliono solo incidere e vogliono che tutto fili liscio. Non sto giustificando la loro decisione perché anche a me è sembrata eccessiva ma penso che siano queste le loro motivazioni e per loro sono state ragioni sufficienti per proporti l'accordo.- 
Il biondo rimase in silenzio e Bonnie incrociò lo sguardo spaventato e macchiato da un'ombra di accusa di Cheryl.
- Non ne hai parlato con Slash? Non hai provato a dissuaderlo?- le chiese infatti.
- Non sapevo che intenzioni avessero! Slash mi aveva detto che avrebbero inciso Civil War e mi aveva fatto capire che Steven fosse in grado di farlo e poi non l'ho più visto fino a un paio di ore fa quando è tornato a casa distrutto accennandomi solo qualcosa prima di crollare. Ho chiamato Izzy e lui mi ha spiegato tutto ma ormai la cosa era fatta e non penso che a questo punto sia possibile tornare indietro e annullare il documento, è una cosa legale.-
- Io non ero fatto alle prove! Sono quelle pillole del cazzo che mi fanno stare di merda ma loro non mi hanno creduto!- disse a quel punto Steven con rinnovata rabbia.
- Andrò in riabilitazione così quegli stronzi rotti in culo non potranno più farmi niente!- aggiunse dopo con crescente determinazione, abbandonando finalmente il rifugio delle braccia di sua moglie e mostrando a Bonnie il suo viso stravolto dalle lacrime che ancora bagnavano le sue guance e rendevano lucido il suo sguardo.
- Bravo! Così ti voglio Stevie! Vedrai che ce la farai, ne sono sicura. Insomma penso che il peggio sia passato ed ora è solo questione di resistere ma ci riuscirai, non sarai solo, avrai tutto il nostro supporto!-
- Peccato che non avrà il supporto delle persone che dovrebbero starmi accanto- replicò amaramente il ragazzo abbassando lo sguardo.
- Ehi, non pensare a queste cose. Sono sicura che, una volta che avranno visto che ti sei rimesso in carreggiata, torneranno a essere quelli di sempre ma prima devi dimostrare loro che sei forte, che riuscirai a resistere. Ok?- Steven annuì debolmente grattandosi distrattamente un braccio fino a quando Cheryl con dolcezza non lo fermò.
- E quando torno a casa gliene dirò quattro a Slash- continuò Bonnie con tono più leggero cercando di strappare un sorriso al batterista. 
Questo si limitò a fare uno strano sbuffo solo in minima parte divertito e poi si stese sul letto in silenzio, perso nei suoi pensieri. Infine disse con tono rassegnato
- Non pensavo avrebbero mai potuto farmi una cosa del genere. Di nuovo la mia famiglia mi ha voltato le spalle.-

Steven andò veramente in riabilitazione ma dopo quarantotto ore scappò di nuovo per andare non si sa dove. Non tornò a casa e non chiamò nessuno di loro.  
Bonnie e Cheryl erano preoccupatissime mentre i ragazzi non sembrarono né più di tanto sorpresi del suo comportamento né tanto meno preoccupati per lui.
- Come può non fregarti niente di lui?- aveva chiesto una sera Bonnie a Slash. 
Il ragazzo le aveva lanciato un'occhiata indifferente poi aveva afferrato il chiodo e si era diretto verso l'uscita.
- E a te come mai frega così tanto?- le aveva chiesto prima di uscire sbattendo la porta. 

I giorni successivi i due si erano evitati come le peste e i rari momenti in cui si erano trovati in casa insieme si erano rivolti a malapena la parola, entrambi ancora troppo arrabbiati per parlarne. 
Di solito era Bonnie che cercava di chiarire per prima ma quella volta era furiosa con Slash non solo per il suo comportamento nei confronti di Steven ma anche per quelle sue insinuazioni. Lo trovava un comportamento infantile e per una volta non era più disposta ad andargli incontro, ad ammorbidirsi per lui. 

I giorni passarono così, pieni di una tensione tossica e di silenzi astiosi finché un giorno Slash non tornò a casa e le rivolse la parola per dirle qualcosa in più delle brevi parole, tipo "passami l'accendino", di quegli ultimi giorni. 
- Ti farà piacere sapere che il tuo caro Steve è tornato.- 
- Come sta?- gli aveva chiesto lei preoccupata ignorando il tono con cui le aveva parlato.
- Fuori come un balcone. L'abbiamo cacciato.- 
Bonnie spalancò gli occhi e si immobilizzò. Non pensava che avrebbe mai sentito uscire dalla sua bocca quelle parole, non lo credeva possibile. L'eventualità che Steven non facesse veramente più parte dei Guns le era sempre sembrata troppo remota perché potesse veramente realizzarsi, era stata convinta fino all'ultimo che in un modo o nell'altro la situazione si sarebbe risolta. 
Ma non era successo e il peggior incubo del batterista si era avverato. 
La mora rimase in silenzio sotto lo sguardo attento di Slash poi prese veloce le chiavi della macchina e si diresse verso l'uscita.
- Vado a vedere come sta.-
- Sì, brava, vai da lui, vai a consolarlo!- le urlò dietro Slash per poi scagliare con violenza la bottiglia di birra contro la porta ormai chiusa.

Quando Bonnie arrivò a casa di Steven e suonò nessuno le rispose allora decise di entrare comunque, la porta non era chiusa a chiave. 
La casa era silenziosa e nessuno rispose ai suoi richiami ma non ci mise molto a trovare il ragazzo, una macabra visione che avrebbe popolato per molto i suoi sogni. 
Era steso per terra in cucina, dai suoi polsi tagliati uscivano rivoli scarlatti di sangue che scorrevano sulla sua pelle chiara e coloravano il pavimento su cui giaceva privo di sensi.


Eccomi! Come al solito qui la gioia non manca mai! Beh, in una situazione del genere c'è poco da essere gioiosi, anche volendo; questi momenti sono a mio parere alcuni dei più brutti della storia dei Guns, l'allontanamento di tutti da tutti, l'incomprensione, le recriminazioni, infine la cacciata di Steven e il suo tentato suicidio. Per questi fatti come al solito mi sono affidata al libro di Steven, al fatto che lui dicesse di essere all'oscuro di cosa il contratto realmente prevedesse e il fatto che dicesse che le pillole lo facevano solo stare peggio. Io, ripeto, non so quale sia la verità ma ho provato a immaginare una versione plausibile e quindi che il suo malessere, se davvero era stato lontano dalla droga, fosse dovuto al fatto che invece probabilmente aveva continuato a bere e tutti sanno che mischiare farmaci ed alcool non è proprio la cosa più consigliabile del mondo. Io non sto prendendo le parti di nessuno, penso che la situazione fosse così complessa che i colpevoli siano un po' tutti, ad ogni modo Bonnie si schiera dalla parte di Steven perché al momento lo vede come quello più debole. La frase di Steve riguardo al fatto che ancora una volta la sua famiglia lo avesse abbandonato era riferita al fatto, per chi non lo sapesse, che era stato cacciato di casa a qualcosa come undici anni. Per il resto non mi sembra che ci sia altro da chiarire. All'inizio ero indecisa se usare Hurt dei NIN oppure di Johnny Cash ma poi ho optato per i primi perché penso che la loro versione rispecchi meglio la situazione di Steve.
Spero come al solito che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo!
Breath

  
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