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Autore: NathalieKheel    02/11/2014    3 recensioni
Irene Adler e Sherlock Holmes ( della serie Sherlock Lupin ed io) si trovano ad affrontare un lungo viaggio. Cosa succederà?
Genere: Romantico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hola Ciche, o come cavolo volete essere chiamate. Como estate? Todo Bien? Merci?
Ok basta. Vi lascio alla storia, leggetela e COMMENTATE ^faccina carina^ pleeeeeeeeeeeease.
Bando alle ciancie. Ciancio alle bande.
 
 

 
 
Mi addormentai guardando il paesaggio fuori dal treno. Sognai che ero in una caverna, buia e piena di ragnatele, con alberi rinsecchiti all’esterno e mani scheletriche che cercavano di afferrarmi dietro di me. Io correvo ma ogni volta che cercavo di superare l’entrata della caverna facevo dieci passi indietro.
Quando mi svegliai cacciai un’urlo e Sherlock mi guardò con aria preoccupata.
-Tutto bene?- chiese stringendomi il polso.
Annui cercando di sembrare convincente, ma lui fece una smorfia e disse -Il tuo cuore sta battendo troppo forte, cerca di calmarti (1) Irene, vedrai che arriveremo sani e salvi fuori anche da questa avventura-
Cercai di sorridere ma ottenni solo di fare una buffa espressione. Poi sedendomi più comodamente dissi –Sherlock, puoi per favore raccontarmi cosa … è successo?-
Lui si fece serio – Stavo venendo a prenderti a casa tua, per accompagnarti alla caffetteria, quando ho trovato la porta della tua abitazione aperta. Così deducendo che fosse successo qualcosa, sono entrato e ho trovato un grandissimo disordine. Ho salito le scale, fino ad arrivare allo studio di tuo padre, e l’ho trovato disteso in una pozza di sangue. Era ancora vivo. Mi ha riconosciuto e mi ha detto che il signor Nelson era stato preso dalle forze Russe, e che lui stava per morire. Così mi ha indicato un mazzo di banconote e mi ha dato la sua benedizione. E io me ne sono andato da te per avvertirti e… adesso siamo qua.
Trattenni a stenti le lacrime e deglutii. Lui mi strinse la mano- Coraggio, sono sicuro che supererai tutto, e poi adesso ci sono io con te- disse sorridendo debolmente.
-E i tuoi genitori? – chiesi con un sospetto che non li avesse avvertiti.
- Ho mandato un telegramma, e poi mia mamma e Mycroft non si preoccupò- rispose ricordandomi che anche lui aveva perso il padre anni prima.
Poi prese un libro e ci si perse dentro. Così io non potetti altro che guardare fuori dal finestrino il panorama.
Quando arrivammo alla stazione di Evreux, Sherlock mi aiutò a prendere le valige e ci incamminammo in silenzio verso casa. Prese la chiave, e non mi chiesi affatto come se l’avesse procurata, perché lui era Sherlock Holmes.
-Bene- disse – Se ti vuoi sistemare … Io credò che andrò in soffitta a dormire… Tu fai come vuoi. – ostentò un po’ di imbarazzo.
Decisi di dormire nella camera dei miei genitori, per avere con me un pezzo di loro almeno nel dormire. Era una stanza grande e profumava ancora di mamma e papà nonostante non ci tornassimo da un’anno.
Aprii la mia valigia e trovai dentro i miei effetti personali, creme, shampoo e saponi e poi biancheria e praticamente tutti i miei vestiti e cappotti. Sorrisi, e pensai che dovevo tanto al signor Nelson.
Appesi il tutto e poi entrai in punta di piedi in salotto. Aprii le tende, spolverai la libreria e poi entrai in cucina. La dispensa era vuota.
-Sherlock!- gridai.
Lui scese frettolosamente le scale, soltanto in pantaloni e in sottomaglia e imbarazzato disse –E’ successo qualcosa?-
Scossi la testa e sorrisi. Era adorabile quando si preoccupava per me – No la dispensa è vuota. Vado a fare la spesa … Credo che mi distrarrà-
Lui borbottò qualcosa che assomigliava ad un –Mmph okay-
Così uscii. Erano quasi le sette e sperai di trovare un negozio aperto. Mi affrettai a comperare del pane e della focaccia, poi del prosciutto, un po’ di bresaola,molta frutta e due dolci all’amarena. Poi entrai in un altro e comprai del the e della marmellata. Tutti mi riconobbero e mi sorrisero chidendomi come stavano i miei. Io mentii.
Tornai a casa, trovando Sherlock intento a leggere il suo libro, vestito e profumato da un bagno probabilmente ristoratore.
-Ciao Irene, ti ho preparato la vasca- disse diventando rosso come un pomodoro maturo. Io risi e ringrazia, e anche se non lo dissi apprezzai veramente quel gesto gentile.
Mi spogliai ed entrai nel bagno caldo. Per un po’ i miei problemi sparirono e rimasi solo io con l’acqua e le bolle.
Mi rilassai molto, e poi uscendo misi un’ abito pulito, il preferito di mio padre. Con le maniche a sbuffo.
Sentivo Sherlock ridacchiare, e immaginai che la sua lettura fosse molto spiritosa. Dopotutto ero molto felice che ci fosse lui a prendersi cura di me.
Cucinai quel che potevo, dopotutto avevo solo 13 anni e non ero mai entrata in cucina se non per mangiare. Apparecchiai la tavola e chiamai Sherlock dicendo che era pronto.
Lui entrò e disse- Irene non sapevo avessi la stoffa della cuoca, è tutto delizioso.
Io non ero proprio sicura di ciò, ma la sua prova nel farmi sorridere fu esatta. Era quello di cui  avevo bisogno.
Parlammo di tutto tranne che di mio padre. Mi raccontò i buffi aneddoti sulla sua famiglia, soffermandosi sull’ingordigia del fratello e delle piccole marachelle di sua sorella Violet.
Subito dopo ci coricammo. Io in camera, e lui in soffitta nonostante le mie insistenze.
Mi addormentai, ma mi svegliai nel cuore della notte a causa di un’ incubo. Mi misi a piangere perché mi accorsi di quello che era successo. Ero sola. Soffocai un’ urlo.
Ma Sherlock se ne accorse, e scese le scale di fretta entrando nella mia camera.
-Cosa succede?- chiese sedendosi sul bordo del letto esitante.
Io non smisi di piangere e dissi –Oh al diavolo-e lo abbracciai fortissimo.
Sentivo la stoffa ruvida del suo pigiama contro la mia camicia da notte.
-Irene calmati. Non sei sola, ci sono io con te tranquilla- diceva accarezzando i miei capelli.
-Non lasciarmi per stanotte, non voglio restare da sola- dissi.
Si stese di fianco a me, coprendosi con una coperta mentre mi continuava ad accarezzare i capelli.
Era una situazione priva di ogni malizia, ma ero rinfrancata di sentire il suo respiro sul mio collo. E così mi addormentai.
La  mattina dopo mi trovai completamente abbrancata a lui, e sorrisi per la prima volta veramente.
 
 






: (1) credo fosse simpatico, dato che succede la stessa cosa nel telefilm della BBC, e volevo in qualche modo ricordarlo.
ANGOLO DELL’AUTRICE: Eh dai. Il terzo capitolo è concluso. Cosa succederà? Boh. Trallallerolallala recensite my dear! UN besosss
 
 
  
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