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Autore: avalonne    02/11/2014    1 recensioni
Questa storia partecipa al Contest "Così fan tutti" di Matilde di Shabran
Tutti compatiscono la povera Desdemona perché uccisa ingiustamente in quanto innocente, ma se non fosse stata innocente? Se Desdemona avesse davvero tradito "Il moro di Venezia" con Cassio, sarebbe stato giusto che Otello la uccidesse?
"Pansy Parkinson era una donna che sapeva cosa voleva dalla vita. Voleva un’esistenza tranquilla, all’insegna del lusso, voleva passare il sabato pomeriggio a chiacchierare con la sua amica Daphne, voleva scrivere per la Gazzetta del Profeta, voleva essere ammirata e, sopra ogni altra cosa al mondo, voleva Draco Malfoy."
Pansy Parkinson vuole Draco Malfoy, sebbene egli sia sposato con Asteria Greengrass, d'altro canto anche lei è sposata con Theodore Nott... ma non è questo che può frapporsi tra Pansy e l'oggetto dei suoi desideri, ma ne vale veramente la pena?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Pansy, Pansy/Theodore
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Ed eccoci dunque al capitolo finale.
Note dell'autrice a fine capitolo.
 
Capitolo due: alto tradimento
 
Pansy Parkinson e Draco Malfoy divennero amanti. Erano bravi a non farsi scoprire, senza dover ricorrere a complicate bugie. Si incontravano quando i rispettivi coniugi lavoravano e spesso non nascondevano i loro incontri ma, ogni qualvolta Asteria tornava dal lavoro, li trovava seduti composti sul divano, con le tazze ancora sporche di tè davanti, a commentare qualche avvenimento più o meno importante del Mondo Magico. Neppure Nott sembrava avere sospetti, conosceva Draco da prima ancora di Hogwarts e, sebbene non fossero mai stati amici, c’era una sorta di rispetto reciproco tra loro, e sembrava che il pensiero che l’altro uomo andasse a letto con sua moglie non lo sfiorasse neppure.
La quotidianità dei due amanti non venne scalfita neppure dalla nascita di Scorpius, il figlio di Draco e Asteria. Pansy non era gelosa: aveva vagheggiato, in passato, l’idea di diventare madre, ma non ne aveva mai realmente avuto il desiderio.
Così gli anni passarono e Pansy poteva dire di avere quello che aveva sempre voluto, fino a quel venerdì pomeriggio. Asteria era fuori città per un convegno di medimaghi, Scorpius era a scuola e Theodore si era recato nella tenuta dei Nott in campagna: Draco e Pansy erano soli. Avevano deciso di prendersi la giornata per loro: avevano pranzato insieme a Diagon Alley, dove ormai le persone erano abituate a vederli passeggiare insieme, sempre a una decorosa distanza, come si conviene a semplici amici, si erano saluti in pubblico e uno alla volta si erano Smaterializzati. Quello che nessuno sapeva era che si fossero Smaterializzati entrambi al primo piano della casa Nott-Pakinson.
- Tipsy, fai in modo che nessuno ci disturbi! – Ordinò Pansy alla sua fedelissima elfa domestica, prima di sporgersi a baciare il suo amante. Draco sorrise e la prese in braccio per portarla al piano superiore. Era un gioco che facevano spesso, poiché la Smaterializzazione era impedita al secondo piano, dove si trovavano le camere, per ragioni di sicurezza.
Sembrava un pomeriggio come tanti, Pansy e Draco riprendevano fiato, vicini e ancora nudi sotto le lenzuola, quando qualcuno irruppe nella stanza. Theodore Nott era livido di rabbia: si era fidato di sua moglie e del suo ex compagno di Casa, d’altro canto nessuno aveva mai sospettato nulla, ma il comportamento della sua elfa domestica, quel pomeriggio, lo aveva insolitamente insospettito. Era tornato a casa per recuperare un documento che gli occorreva per stipulare un contratto con il suo vicino e al suo arrivo la creaturina si era comportata in maniera strana. Tipsy era l’elfa domestica di sua moglie, che l’aveva portata con sé dopo il matrimonio, e sebbene lo rispettasse come marito della sua padrona, la sua fedeltà andava unicamente a Pansy. Per questa ragione, Theo si era insospettito quando l’elfa aveva insistito per farlo accomodare in soggiorno, portargli qualcosa di caldo e si era offerta di andare a prendere lei stessa il documento, quasi obbligandolo a non muoversi, mentre i suoi grandi occhi luminosi erano pieni di un terrore mai visto. Nott aveva capito che qualcosa di strano stava accadendo al piano di sopra, aveva spedito Tipsy in un angolo con un calcio e aveva fatto le scale di corsa per giungere finalmente nella sua camera, dove aveva trovato i due amanti in flagranza di reato.
- Theo! – Esclamò Pansy, senza dubbio stupita, ma senza perdere la calma. Draco, dal canto suo, nascose la testa sotto le lenzuola, come se sperasse di non essere visto.
- Lurida puttana! – Ringhiò Nott all’indirizzo della moglie, senza degnare Malfoy di uno sguardo.
- Non ti permetto di insultar… - La replica della donna venne bloccata sul nascere da una delle Maledizioni Senza Perdono.
- Crucio! – Gridò Nott.
Aghi infuocati sembravano percorrere il corpo della donna, che iniziò a contorcersi sotto l’effetto della Maledizione.
- Dra… Drac… - Cercò di pronunciare Pansy in cerca d’aiuto, ma l’unico pensiero che albergava nella mente del suo amante era la fuga. Con gli occhi velati dalle lacrime, la donna intravide Malfoy alzarsi velocemente, ancora nudo, e afferrare rapidamente la bacchetta. La speranza che l’avesse fatto per aiutarla si dissolse non appena vide l’uomo sparire al di là della porta, diretto verso le scale. Pansy non poté materialmente udire il rumore della Smaterializzazione, ma lo immaginò, mentre gli spasmi continuavano a percorrere il suo corpo, accompagnato dal dolore sordo del tradimento.
- Come hai potuto? Da quanto va avanti questa storia? Mi fai schifo solo a guardarti! – La Maledizione si interruppe solo un momento per dar modo a Theodore di rivolgerle quegli insulti. Pansy riprese dolorosamente fiato, ma Nott sembrava non volerle concedere molta tregua. L’uomo alzò nuovamente la bacchetta ma fu interrotto dall’arrivo di Tipsy.
- Padrona! – Squittì l’elfa affrettandosi a raggiungere la sua padrona. La creaturina era minuscola e non aveva sicuramente molta forza, ma nella sua corsa disperata urtò Nott proprio nel momento in cui si stava spostando, facendogli perdere l’equilibrio. L’uomo cadde a terra picchiando la testa contro lo spigolo della porta, perdendo momentaneamente i sensi.
Aiutata dall’elfa, Pansy si rimise in piedi e afferrò la bacchetta abbandonata sul comodino. Nott stava iniziando a riprendere i sensi e la donna aveva già la bacchetta sguainata, quando ci ripensò. L’avrebbero pagata entrambi, sia suo marito che Draco, ma per fare ciò era essenziale che lei ne uscisse pulita. Si chiuse rapidamente nel suo studio, il luogo più protetto della casa, dove solo lei stessa poteva entrare poiché la porta riconosceva la sua bacchetta, e si abbandonò sulla poltrona.
Il tradimento di Draco bruciava terribilmente, era stata tutta una menzogna, iniziata quel pomeriggio a Malfoy Manor davanti a una tazza di tè. Aveva detto che l’avrebbe protetta, che l’amava e non l’avrebbe mai più persa, invece mentiva e quel tradimento bruciava vivo nel suo cuore. I colpi che Theodore stava cercando di infliggere alla porta la riscossero dalle sue riflessioni: avrebbe pensato dopo a Draco, ora doveva risolvere il problema di suo marito. La stanza era protetta da complicati incantesimi e Nott non sarebbe riuscito a penetrare, ma lei era bloccata lì, impossibilitata a Smaterializzarsi. Pansy cercò di ricomporsi: - Expecto Patronum! – Esclamò, intenzionata a chiedere aiuto al Quartier Generale degli Auror, di cui era diventata una assidua frequentatrice per via del suo lavoro. Purtroppo solo una lieve nuvoletta grigiastra si levò dalla sua bacchetta: tutti i suoi ricordi felici sembravano legati a Draco e quel nome, ormai, era legato solo al dolore del tradimento. Tipsy squittì spaventata, quando uno degli incantesimi scagliati da Theodore fece tremare le pareti della stanza. Pansy cercò di concentrarsi e decise di escludere Malfoy dalla sua mente, riandando con il pensiero al ricordo della festa per il suo primo articolo da prima pagina: tutti i suoi colleghi l’avevamo festeggiata e lei, Daphne e altre amiche erano rimaste a brindare fino a tarda sera ai suoi successi professionali. Pansy Parkinson era una donna realizzata e nessuno avrebbe potuto toglierle i suoi successi. Finalmente, dopo alcuni tentativi, il Patronus apparve e Pansy si stupì nello scoprire che aveva cambiato forma: non era più un elegante pavone, ma un leggero colibrì, quasi a testimoniare la sua ritrovata libertà dal giogo dell’ossessione per Malfoy.
Inviò la sua richiesta di aiuto e attese che gli Auror venissero a salvarla.
 
I due divorzi tennero occupati le cronache rosa del Mondo Magico per mesi: plateale quello tra Nott e la Parkinson, più discreto, ma ugualmente ricco di pettegolezzi, quello tra Malfoy e la Greengrass. La notizia era ormai di pubblico dominio, anche grazie alle colleghe di Pansy che non avevano esitato un secondo a buttarsi a pesce su quello scoop, incoraggiate segretamente proprio dalla stessa Parkinson. La Gazzetta del Profeta riferiva come Nott avesse scoperto sua moglie in atteggiamenti intimi con Draco Malfoy e l’avesse cruciata sul posto, mentre l’amante fuggiva vigliaccamente senza neppure le mutande addosso. La povera ragazza era miracolosamente riuscita a sfuggire alle grinfie del suo aguzzino, senza neppure riuscire a difendersi, tanto che l’unico incantesimo che gli Auror avevano riscontrato sulla sua bacchetta era la richiesta d’aiuto inviata via Patronus. Theodore Nott era stato condannato ad Azkaban per aver utilizzato la Maledizione Cruciatus e tutto il suo invidiabile patrimonio, dopo l’inevitabile divorzio, era passato nelle mani della sua ex moglie. Asteria Greengrass, da parte sua, una volta appreso come si fossero svolti i fatti, aveva sbattuto suo marito fuori di casa e aveva chiesto a sua volta il divorzio.
“Potrei anche perdonare il tradimento” era stata la sua unica dichiarazione ai giornalisti “ma non posso perdonare il fatto che abbia abbandonato una donna, la donna con cui fino a pochi attimi prima aveva condiviso il letto, nelle mani di quel pazzo; sarebbe un pessimo esempio per Scorpius.”
Incredibilmente Pansy Parkinson era, dunque, uscita vincitrice da tutta quella faccenda. Nessuno l’aveva additata come la donna che aveva tradito il proprio coniuge con il marito della sorella di una delle sue più care amiche, ma solo come la vittima della vigliaccheria e della crudeltà di due uomini.
“Ed è esattamente quello che sei” aveva dichiarato Daphne, al suo fianco come sempre “non importa cosa tu abbia fatto, nessuno ha il diritto di trattare così una donna!”
 
Qualche settimana dopo Pansy era nel suo nuovo appartamento, sfogliando una rivista di viaggi, aveva deciso di regalarsi una pausa dal lavoro insieme a Daphne, quando squillò il campanello. Ferma nell’ingresso aspettò che Tipsy aprisse la porta, stringendo la bacchetta in pugno, come faceva ormai fin troppo spesso dopo l’aggressione di Theodore. Sulla soglia c’era Draco Malfoy.
- Pansy! – Esclamò l’uomo – Sono così felice di vederti. Come saprai con Asteria è finito tutto e io sono pronto a ricominciare con te.
La donna rimase immobile, sbattendo appena gli occhi. Pansy Parkinson, all’età di ventinove anni, aveva tutto ciò che aveva sempre desiderato dalla vita: aveva un buon lavoro, le donne la ammiravano, la sua amicizia con Daphne era più salda che mai, dopo il divorzio poteva vivere una vita tranquilla e decisamente all’insegna del lusso e, volendo, poteva avere Draco Malfoy. Peccato che lei non volesse più Draco. Malfoy l’aveva tradita, giurandole che l’amava, per poi fuggire e lasciarla in balia di un uomo che avrebbe potuto ucciderla, non si era voltato indietro, era scappato come una viscida serpe. Chi sosteneva che c’era da aspettarselo da un Serpeverde, dimenticava che chi viene Smistato nella Casa di Salazar si aspetta di trovare gli amici migliori.
- Mi dispiace, Malfoy, ma io non ho intenzione di cominciare nulla con te. – Così dicendo Pansy gli sbatté la porta in faccia e tornò a dedicarsi alla sua rivista di viaggi, finalmente libera dalla sua ossessione.





NdA
Salve a tutti! E con questo capitolo si conclude la mia minilong? Che ne pensate? Ogni commento/recensione è ben accetto!
So che Pansy non è un personaggio facile da amare, anzi in questa storia non si comporta esattamente "bene", mostrando di voler ottenere quello che vuole a qualsiasi costo, ciononostante credo che la punizione inflittale da Nott sia come minimo eccessiva, ecco perché non mi sono fatta scrupoli a inviarlo a Azkaban.
Questa storia è stata scritta per il Contest "Così fan tutti", ma fa parte di un mio progetto più ampio, una raccolta intitolata "Maghi che odiano le streghe" a denuncia delle violenze che le donne (Streghe o Babbane che siano) sono ancora costratte a subire in tutto il mondo dal genere maschile. In questo caso non è da notare solo la crudeltà di Nott, ma anche la vigliaccheria di Draco, a questo proposito che ne pensate della dichiarazione di Asteria? 
Chiudo qui altrimenti, come al mio solito, le note diventano più lunghe della storia! 
A presto
avalonne
 
  
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