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Autore: Fantfree    02/11/2014    0 recensioni
Undicimila a.C: L'umanità possiede una tecnologia davvero molto avanzata, molto più efficiente della nostra. Rick, ragazzo poco più che ventenne, ha in mente un solo obiettivo: rivendere gli oggetti che ha rubato a caro prezzo nel lontano futuro senza pensare ad eventuali conseguenze.
Arrivato ai giorni nostri si accorge che non è tutto esattamente come se lo aspettava... Inoltre la macchina del tempo si è rotta e non può più tornare indietro...
Genere: Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Che cosa gli era successo? Aveva perso i sensi? No, impossibile, pensò. Quel viaggio lo avrebbe dovuto fare da sveglio! Invece adesso era lì, adagiato sul suolo quasi stremato mentre cercava di capire dove effettivamente si trovasse.

“Non importa.” Pensò. Adesso era ad undicimila anni nel futuro, addio vecchia vita, addio dolori e sofferenze del passato! Chissà che cosa avrebbe visto di così tecnologicamente avanzato adesso! Chissà a che prezzo avrebbe potuto vendere la sua rara mercanzia di millenni prima!

Sorrise. Ce l'aveva fatta, dopotutto. Nessuno lo avrebbe più cercato nel futuro. Nessuno più lo avrebbe riportato indietro. E mentre guardava il mondo che aveva davanti felice, si accorse come le forse stessero tornando. Già, si disse, avrebbe fatto degli enormi affari.

Sempre steso a terra, osservò il sacco in cui aveva messo tutti i suoi oggetti. In quel mondo così avanzato avrebbe sicuramente venduto le sue catapecchie a qualche collezionista di reperti storici a caro prezzo. Si guardò i vestiti. Intatti anche quelli. A quanto pare nulla sembrava essere stato intaccato dal tempo. Che fosse positivo o meno, a lui ormai non interessava più. Non sarebbe più tornato indietro, lui lì ci avrebbe vissuto per sempre!

Ma ad un tratto, quando ancora stava accasciato al suolo a riprendere le forze, gli venne in mente una semplice domanda: e se gli abitanti del futuro lo avessero scoperto? Già, con le tecnologie di cui predisponevano, sicuramente sarebbe andata così e lo avrebbero riconsegnato alla giustizia del suo tempo! Ah, si disse, stupido che era stato ad agire in quel modo così istintivo! Non aveva pianificato niente e adesso poteva benissimo pagarne le conseguenze.

Disilluso, si girò sulla pancia e spinse con le braccia per tirarsi in piedi. Ora poteva contare solo sulle sue forze. Era solo. Ma se era giunto fino a lì non avrebbe mai mollato. Doveva tentare. Doveva assolutamente spacciarsi per uno di loro e studiarli da lontano.

Una volta in piedi, si guardò attorno: sembrava essere giunto in un bosco, a quanto pareva. Eppure un particolare non tornava: perchè l'erba sembrava molto più grande di quella dei suoi tempi? Perchè le piante sembravano mostruosamente più grandi?

Si impose di non pensarci e piuttosto di chinarsi a prendere gli oggetti che gli avrebbero fruttato molto denaro.

Già, ma dove sarebbe andato?

Si guardò attorno. Ovunque lui guardasse dominavano il verde ed il marrone delle piante e della terra, eppure sentiva un frusciare dell'acqua molto vicino, come se poco lontano ci fosse stato un ruscello.

Mentre si guardava attorno per decidere sul da farsi, sentì come un ronzio provenire dalle sue spalle: sembrava l'elica di un motore, ma non poteva esserne certo.

Non appena si voltò, venne preso dal massimo sconforto e da una paura che cominciò a farlo tremare: dietro di lui c'era quella che sembrava essere una vespa gigante!

<< Non può essere! >> Si disse mentre guardava allibito l'immenso animale che pian piano si stava avvicinando. << Rifletti... Forse sono solo degli strani congegni degli uomini del futuro... O forse sono solo degli esperimenti genetici molto avanzati... >> E allora perchè continuava ad averne paura? Perchè continuava ad arretrare? Perchè non si sentiva al sicuro?

Mentre l'enorme insetto si avvicinava, ci fu qualcosa che gli fece perdere l'equilibrio: forse un sasso o forse una radice, questo lui non lo seppe mai. Con grande sorpresa si ritrovò in acqua trascinato da una potentissima corrente che lo stava portando con sé, nonostante cercasse di divincolarsi.

<< Non avrei mai dovuto farlo. >> Si disse. << Sono stato uno stupido. E adesso? >>

Si impose che avrebbe dovuto in qualche modo sopravvivere, ce l'avrebbe sicuramente fatta!

  
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