Frammenti di una morte mai esistita
Quando Akihito allargò le braccia per accogliere il fragile corpo di Mirai l'oscurità lo avvolse, solo piccoli frammenti della sua immagine si libravano ancora nell'aria. Il ragazzo cadde a terra a peso morto, sbatté un pugno su quella macchia nera che si estendeva senza fine sotto di lui e urlò, riempiendo il vuoto. E prima che una lacrima rossa, piena del suo amore, della sua sofferenza, del suo odio e del suo sconforto toccasse terra, Akihito chiuse gli occhi e quando gli riaprì Mirai era accanto a lui, accovacciata sotto le coperte del letto.
Portò la mano destra fra i capelli e sospirò, lieto di essersi finalmente svegliato. Solo alcuni secondi più tardi si accorse di un punto caldo all'altezza del suo torace; la mano di Mirai stringeva delicatamente la stoffa della maglia azzurra che indossava dal giorno precedente. Akihito stirò le labbra in un sorriso rasserenante, mentre con le dite sfiorava la guance della ragazza. La pelle nivea e liscia sembrava levigata con attenzione, mentre i capelli sottili e morbidi ricadevano scompostamente sul cuscino, ramificandosi in direzioni discordanti. Il petto si muoveva al ritmo dei suoi respiri, compiendo sempre lo stesso gesto. Le palpebre serrate si mossero impercettibilmente quando smise di sfiorarla e, dopo i primi tentativi in cui Mirai non riuscì ad aprire gli occhi, finalmente l'immagine di lui, ancora sfocata, le diede il buongiorno.
«Senpai... cosa stavi facendo?» chiese sbattendo, ancora una volta, la palpebre rosee.
«Ti contemplo, Mirai.»
Un tiepido calore germogliò nel cuore della ragazza e piano piano si propagò anche nel resto del corpo, fino ad arrivare alle guance che si macchiarono di un timido rossore. Puntò lo sguardo leggermente imbronciato verso l'interlocutore e, contro ogni sua previsione, arrossì maggiormente.
«Sei davvero sgradevole, Senpai.» Akihito rise, come ormai non faceva da tempo, e la strinse a sé senza formulare alcuna parola.
Angolo
autrice. Buon pomeriggio Fandom di Kyoukai no kanata.
È
la primissima storia che scrivo su Akihito Kanbara e Mirai Kuriyama,
per cui confido nel fatto di non aver commesso errori e spero mi
facciate sapere cosa ne pensate, ma solo se ne avete voglia e se
anche solo site arrivati fin qui, vi ringrazio infinitamente. Tengo
in modo particolare a questa storia perché mi rispecchio in
Mirai –
senza contare che entrambe portiamo gli stessi occhiali, io neri, lei
rossi (o blu/violetti). -akihito... be' Akihito è Akihito,
come si
può non amarlo? (♥)
Comunque
tralasciando i miei sproloqui, sono felice di essere riuscita a
portare a termine questa One-Shot, e niente, se c'è qualcosa
di
errato o roba simile fatemelo sapere così potrò
correggermi. Detto
ciò, mi dileguo, prima di diventare noiosa.