Serie TV > Austin & Ally
Segui la storia  |       
Autore: Non ti scordar di me    03/11/2014    3 recensioni
Laura Marano è la ragazza dalla vita perfetta: bella, simpatica, disponibile e ricca. In una parola? La ragazza che tutti vorrebbero. Questo all'apparenza.
Nella realtà? Vive da sola in un'enorme casa, con un padre tanto assente quanto violento, con i ricordi del passato che la tormentano attivamente.
Ross Lynch è il nuovo arrivato a Miami: bello, bad boy e perchè no...anche stronzo. Non ha molto pregi, ma ha una caratteristica: riesce a scovare dentro le persone con un solo sguardo.
Ross riuscirà ad aiutare Laura? Riuscirà a liberarla dai fantasmi del passato? Ma, sopratutto, lei riuscirà a sconfiggere i più grandi mali che un adolescente può subire a quest'età?
Cucciolapuffosa
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1.
 
“E’ libero?” Laura si girò verso il ragazzo. Lo squadrò da capo a piedi e ne rimase completamente affascinata. Era un tipo alto e dai capelli biondi e gli occhi color caramello. Indossava un jeans strappato sulle ginocchia, una felpa nera che contrastava i capelli biondi. L’occhio di Laura si soffermò poco sulle labbra del ragazzo, aveva un piercing al labbro e lo sguardo annoiato.
“Sì, è libero…” Disse semplicemente guardandolo. Laura distolse lo sguardo e iniziò a scarabocchiare alcuni bozzetti sul suo quaderno d’appunti.
Disegnava sempre quando si annoiava. Iniziò a disegnare una stanza vuota e spoglia, fino a concentrarsi sulla parte più importante del disegno: il volto della ragazza.
Passò così l’ora.
Non si rese conto che quel ragazzo la stava fissando attentamente, spostando sistematicamente lo sguardo dal taccuino a lei. Si chiedeva perché una ragazza all’apparenza così perfetta, potesse essere per qualche ragione triste.
Laura si stava, invece, concentrando sulla bocca della ragazza del suo disegno. Non le usciva, non veniva l’espressione che immaginava nella sua mente. Le sembrava troppo felice, troppo entusiasta…Troppo tutto.
La gomma cancellava insistentemente ogni labbra che disegnava fino a quando lo sconosciuto non le sfilò la penna e il taccuino di mano.
Lentamente disegnò un abbozzo di labbra e poi le restituì il quaderno con un gesto secco della mano.
Laura rimase li a fissarlo in silenzio, perché ora le sembrava perfetto quel disegno? E perché quello sconosciuto non le aveva fatto domande?
“Sono Laura, piacere.” Sforzò un sorriso e gli porse la mano. Il ragazzo valutò prima la mano della ragazza sporta verso di lui e poi il suo sorriso. Si sistemò il piercing al labbro – gesto che lei trovò estremamente sexy – e tornò a guardarla.
“Mh,piacere.” Disse con un tono annoiato. Si aspettava che il sorriso fasullo della ragazza scomparisse dal suo volto, invece rimase lì immobile come se sorridere fosse una cosa semplice e di tutti i giorni. Strano, veramente strano.
“Non sforzare un sorriso con me, non mi servono i sorrisi finti e le gentilezze apparenti.” Le disse. Tutto quello scetticismo rese Laura più indisposta. Perché quel ragazzo si relazionava in modo così complicato? Non poteva solamente presentarti e chiudere la bocca?
“Non è detto che il mio sia un sorriso finto e non è detto che la mia gentilezza sia apparente. Mai sentito parlare dell’educazione?” Gli chiese acida. Si rese subito conto del brutto tono che aveva utilizzato, ma il ragazzo non si scandalizzò anzi sorrise enigmaticamente.
“Mi vuoi dire che quella cosa che tenti di scambiare per sorriso, ne sia uno vero? Quanti sorrisi veri hai mai visto?” Schiuse la bocca e la inumidì leggermente. Perché quel ragazzo le stava facendo venire la pelle d’oca?
“Sei sempre così scostumato?”
“E tu sei sempre così depressa? Cos’è non hai mai incontrato una persona che riesca a leggerti dentro con uno sguardo?” Buttò lì sull’ironia. Perse un battito a quelle parole e avvertì un tremito su tutta la schiena dorsale.
“Non ho mai incontrato una persona come te e basta.” Assottigliò lo sguardo e fissò lentamente quello sconosciuto.
“Neanche io ho incontrato una persona come te, mai vista una ragazza così perfetta all’apparenza.” Calcò la parola apparenza in modo alquanto inquietante. Lo sguardo del ragazzo cadde sul polso della ragazza, in particolare sul lembo di pelle che s’intravedeva dal bolerino che indossava.
Sorrise vistosamente.
“All’apparenza? Non è detto che non sia perfetta.” Cosa cazzo sto dicendo? Pensò la ragazza. Non aveva mai detto delle cose così stupide in vita sua, perché le stava dicendo tutte ora?
“Sforzare un sorriso e truccarsi ogni giorno non fa una vita o una persona perfetta.” Le veniva sempre più la pelle d’oca, ma non demordeva. Era sempre riuscita a fingere con tutti, doveva continuare a fingere anche con lui.
Doveva. Ma non voleva. Voleva soltanto sprofondare nella sua stessa tristezza, ma le faceva più paura il rimanere sola che sprofondare nel suo animo.
Suonò la campanella e Laura raccolse più lentamente del solito le sue cose. Tutti quanti sgusciarono il più velocemente possibile dall’aula mentre lei si concesse qualche minuto per riflettere su quello che le aveva detto quel suo compagno tanto nuovo quanto insopportabile.
“Ci vediamo in giro.” Lo salutò, alzandosi da lì. Stava camminando verso la porta, ma sentì una presa delicata sul polso. Così delicata che i tagli bruciavano meno del solito.
Si ritrovò faccia a faccia con quel ragazzo che chiuse la porta con un gesto della mano.
Erano rimasti solo loro due, persino il professore se n’era andato.
“Cosa c’è ora?” Fece scocciata. Il biondo s’inumidì le labbra e la squadrò leggermente.
Come può un essere così piccolo, avere tanta repressione e rabbia racchiuso in sé stesso? Si ritrovò a pensare il rosso.
Lui non rispose, le prese delicatamente la mano e le sollevò il braccio, sotto lo sguardo attento della ragazza. Il suo cuore iniziò a martellare più forte e quasi rischiava di uscirle dal petto per i battiti accelerati.
“La tua maglietta.” Disse il ragazzo. Lei inarcò le sopraciglia e notò la manica del bolerino più alzata del dovuto. S’intravedeva un taglio. Chiuse gli occhi e cercò di calmare i battiti.
“Dovresti abbassarla.” Continuò. La bocca e gli occhi di Laura si sgranarono. Le stava dicendo di abbassare la manica? Non le faceva alcuna domanda? Non partiva con la solita solfa del ‘non fare male a te stesso’ o qualche stronzata del genere?
Laura si abbassò la manica e lo guardò dritto negli occhi. Quel ragazzo era un vero e proprio enigma. Era simile al cubo di Rubick, tante combinazioni ma una sola soluzione. Poteva avere tante teorie, ma la soluzione era solo una e lui era la chiave.
Perché non si impietosiva? Non la guardava neanche come un reietto della società. Chi era quel ragazzo, in realtà?
“Stai attenta, scricciolo…Le persone forse fanno finta di non vedere la tua tristezza, ma quei segni…Oh, ti assicuro che li noterebbero tutti.” Ammiccò verso la sua direzione. Deglutì e pensò a qualcosa con cui replicare.
“E tu perché hai notato prima la mia tristezza e dopo i miei segni?” Gli chiese curiosa. In realtà, voleva indagare. E voleva capire se c’era da preoccuparsi per quello sconosciuto. Poteva rivelare a tutti il suo segreto?
“Perché io faccio tutto al contrario. Prima amo, poi odio. Prima conosco, poi giudico. Prima ascolto, poi parlo. Sono diverso e lo sei anche tu.” Scandì quelle parole lentamente, una alla volta. Fu così chiaro che Laura decise di non ribattere più. Non c’era nulla che potesse reggere quello che le aveva detto.
“La differenza tra me e te? Io quello che faccio, lo faccio sempre nella massima accuratezza. Tu quello che fai, lo fai nella massima incoscienza.” Non capì il senso delle sue parole. Nella massima incoscienza?
Lo sguardo di Laura sembrò probabilmente confuso, visto che il ragazzo si schiarì ancora la voce.
“Se sbagliavi il taglio di pochi millimetri, ora non saresti qui a parlare con me. Fai quello che vuoi, ma fallo con attenzione.” Grugnì aprendo la porta e dandole una spallata.
Era rimasta lì, immobile. Col sangue gelato nelle vene e con un grosso cerchio alla testa.
“Sono Ross, comunque.” La salutò con un cenno del capo e se ne andò a passo pesante.
Ci mise un po’ a metabolizzare quello che era successo, ma quando capì cos’era realmente successo solo un pensiero le attanagliò la mente.
Oh, merda. Ho un problema.
 
 
 
 
 


A/N: Che dire sono pietosa, un’ """“autrice”""" peggiore credo non possa esistere qui in mezzo. Non aggiorno da mesi e ora ritorno qui a postare il primo capitolo. Mi spiace molto, ma non credo che ci siano giustificazioni che tengano.
Tuttavia ho postato ugualmente. Mi farò viva preso questa volta.
E già che ci sono ringrazio Mareliska_14, Sweety95, Papunky, Talking to the moon, Sofia_2000, Raura__AusllyR5, Love Auslly Ita e Raura_fan.
A presto, Non ti scordar di me.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Austin & Ally / Vai alla pagina dell'autore: Non ti scordar di me