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Autore: vul95    03/11/2014    3 recensioni
Era tutto cominciato quando era arrivata la notizia che il palazzo dell’orfanotrofio sarebbe stato venduto.
-Come si guadagnano trecento milioni di yen in tre mesi?-

Dal terzo capitolo:
Le ragazze gli insegnavano, per sommi capi, come avrebbe dovuto comportarsi. Avevano tutti concordato, al Sun Garden, che il tipo perfetto di ragazza da interpretare fosse “di buona famiglia, educata, impeccabile, meravigliosa”, esattamente come era scritto nell’annuncio. E visto che le fantomatiche “missioni impossibili di spionaggio” di Haruya e Fuusuke avevano evidenziato l’amore spassionato della madre del suo futuro marito per quel tipo di ragazza, nessuno aveva trovato di che obiettare.
Solo che farsi spiegare come stare seduti, come mangiare, come
rivolgersi educatamente alle persone (dio, che cosa complicata) era di una tremenda noia mortale.
[AtsuMasa | Accenni MiuraMaki, BanGaze, SagiHito] [Ma soprattutto AtsuMas-]
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hitomiko Kira/Lina Shiller, Hitomiko Kira/Lina Shiller, Isabelle/Reina, Kariya Masaki, Minamisawa Atsushi, Xavier/Hiroto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Haruya e Fuusuke si sarebbero occupati dello spionaggio

¥ sakuryaku ¥

 

ovvero: infinocchia l’ereditiere e prenditi tutti i soldi

 

 

 

 

¥ 2. riunioni strategiche

 

 

Haruya e Fuusuke si sarebbero occupati dello spionaggio.

Haruya si era autoassegnato il ruolo, e aveva coinvolto anche l’albino. In realtà, Masaki non aveva capito se fosse stato il rosso a volere l’altro, o Fuusuke a decidere di seguire Haruya per controllare che non facesse danni.

In ogni caso, a loro era stato assegnato il delicato compito di indagare sul ragazzo che, a quanto pareva, lui avrebbe dovuto prendere in sposo.

-Non voglio farlo. Mi rifiuto.- continuava a borbottare il ragazzo, che seguiva Hiroto verso la sala da pranzo, dove tutti quelli del Sun Garden avevano deciso di riunirsi per una riunione strategica, durante la quale avrebbero deciso come procedere.

-Ho detto che mi rifiuto hai capito.- ripetè, appena più forte, anche se il suo tono continuava a non essere pienamente convinto, ed Hiroto di certo non sembrava volerlo stare a sentire.

Le cose, per sommi capi, erano andate così.

Dopo l’illuminante intuizione del direttore dell’orfanotrofio (e la conseguente uscita di testa di Masaki, che urlando indignato quanto fosse stupida una cosa simile aveva attirato tutti in cucina), l’idea era stata proposta ai presenti.

Masaki era stato certo di trovare, a suo vantaggio, una grande opposizione alla trovata, ma per sua sfortuna non era stato così. Gli unici a ribellarsi tra i presenti erano stati Natsuhiko e Ai, due grandi amici di Haruya e Fuusuke. Gli altri o si erano dimostrati fortemente a favore, o erano rimasti a rimuginare in silenzio, come Reina o Osamu. La prima, quando aveva aperto bocca, aveva guardato Masaki dritto negli occhi, affermando che si, quella di Hiroto e gli altri era un’idea del tutto folle, ma che, a ben vedere, sembrava essere la loro unica opportunità.

Incredulo, Masaki aveva fatto appello ad Hitomiko, che era stata contattata immediatamente. E lei aveva deciso per quella riunione straordinaria, così da parlarne con calma, e con tutti quanti.

Era davvero assurdo. Che nessuno si fosse opposto. Masaki si sentiva parecchio ferito nell’orgoglio. Non era l’idea di fingersi donna in sé che lo urtava, quanto il fatto che tutti lo ritenessero l’unico adatto a quel ruolo.

Hiroto, dalla sua, continuava ad ignorare le sue proteste, e quando entrarono nel salotto dell’orfanotrofio, trovarono tutti già seduti.

Immediatamente il chiacchiericcio che aleggiava si spense, ed una quindicina di sguardi si piantò su Masaki, che dio se odiava essere al centro dell’attenzione.

La camera era abbastanza spaziosa, con i suoi divani verdi disposti a cerchio in mezzo alla stanza, e le piccole poltrone per una persona addossate alle pareti, eppure a Masaki sembrava decisamente troppo piena.

Hitomiko era seduta sul divano che dava sull’entrata della stanza, incastrata tra Osamu e Maki, e sembrava parecchio tesa.

Hiroto prese posto. Masaki fece per fare lo stesso, ma alla fine si risolse a rimanere in piedi, un po’ più in disparte. Sperò di passare inosservato, che tutti dimenticassero quella storia assurda. Desiderò davvero di essere invisibile.

-Allora.- cominciò a parlare Hitomiko, alzandosi e prendendo a camminare su e giù –La questione mi pare alquanto… spinosa.- si fermò e guardò dritto negli occhi Masaki, che storse le labbra in una smorfia.

“Spinosa” era un eufemismo.

Hiroto annuì -… Ma pare sia l’unica soluzione, concorderai, neesan.-

Lei gesticolò, esibendo un’espressione contrita, come volesse esprimere un pensiero ma non trovasse le parole -… Hiroto, non parliamo solo di Masaki. Ti rendi conto che si tratta di truffa?- fissò il fratello come se volesse incenerirlo, e Masaki lo vide chiaramente sbiancare nonostante la sua carnagione chiara. Ma poi la più grande sospirò –Eppure se riuscissimo…-

-No, ehi, ehi, aspettate.- biascicò Masaki –E a me non pensate?- mugolò –Non c’è speranza che io possa somigliare ad una ragazza, ok? E poi, sono un pessimo attore. E tutti sapete che non sono in grado di dire bugie.- si indicò il viso, ora arrossato di vergogna –Sono un libro aperto, ok? Non funzionerà mai, va bene?- tentò, ma nessuno sembrava particolarmente convinto.

Maki alzò la mano, ma non aspettò che qualcuno le desse il permesso di parlare –Possiamo sempre sperare che il ragazzo che cerca moglie sia uno stupido.- ci fu una pausa ad effetto -… Magari lo è.-

-Bhè, questo potremmo scoprirlo.- annuì Reina, dandole ragione.

Natsuhiko si alzò in piedi –Non potete chiedere a Masaki di fare una cosa del genere! Se venisse scoperto, sarebbe il primo a risponderne!- gridò, e qualcun altro rispose con un -E allora come vuoi fare? Svendiamo l’orfanotrofio?-

Anche Ryuuji si alzò in piedi –Ragazzi, non c’è bisogno di litigare! Cerchiamo di mantenere la calma!- tentò, ma la tensione era ormai esplosa.

La confusione più totale riempì il salone.

A Masaki girava la testa. L’intera situazione era talmente inverosimile da non sembrargli reale.

Hitomiko rimaneva in silenzio.

-No, dai. Pensateci. Abbiamo già perso in partenza…- tentò ancora Masaki, cercando di sovrastare il rumore, ma si interruppe a metà –Un momento. Dove sono Haruya e Fuusuke?- domandò a voce bassa, spostando lo sguardo per localizzarli, aggrottando le sopracciglia confuso. Si guardò attorno un’altra volta. No, non c’erano.

Il chiacchiericcio si spense di nuovo, e l’atmosfera si fece tesa.

Reina distolse lo sguardo -… Masaki…- lo guardò subito dopo con occhi colpevoli. Il più piccolo si morse con forza le labbra -Sono andati a controllare… sai, il ragazzo…- cercò di spiegare la donna, sospirando –Pensavano che intanto potessero—

-No!- venne interrotta bruscamente da Masaki, che si pentì subito di aver parlato. Di nuovo l’attenzione si concentrò su di lui –N-non abbiamo ancora deciso nulla! Perché sono già andati?- il tono di voce gli uscì fastidiosamente piagnucoloso. Giurò di vedere Osamu spalmarsi una manata sulla fronte, rassegnato, e si sentì avvampare come un cretino –N-non potete dare per scontato che io—

Ora, invece, nessuno lo stava più guardando. Strinse forte le labbra, un brivido di fastidio gli scese lungo la schiena –Non avete mai preso in considerazione l’idea di ascoltare la mia opinione, vero?- soffiò, ed in un certo senso si sentì tradito. Da tutti quanti.

Hiroto aveva gli occhi su di lui, lo percepiva. Eppure non stava dicendo niente. Nessuno stava dicendo niente.

Indietreggiò.

-Io— fece per urlare qualcosa. Era talmente arrabbiato che non ci capiva più niente. Ma non riuscì ad aprire bocca.

Non era urtato perché quell’onere sarebbe toccato a lui comunque. In un certo senso, sapeva di non avere scelta, e anche se si stava lamentando, non si sarebbe tirato indietro nonostante si sentisse totalmente inadeguato, con tutta probabilità. Eppure avrebbe voluto trovare un minimo di comprensione negli altri.

-Se non lo vuoi fare, non lo farai.- concluse per lui Hitomiko, con tranquillità –Nessuno ti obbliga a fare nulla, Masaki.- scosse la testa e sospirò –Mi dispiace che Hiroto e gli altri ti abbiano messo di fronte ad un compito del genere.- e lanciò un’occhiata al fratello, che aggrottò le sopracciglia ed abbassò gli occhi senza replicare –Ma, Masaki, non credere che siamo qui per prenderci in giro.- continuò, e l’interpellato deglutì, immobile come una statua.

-Nessuno ha voluto offenderti, o non ascoltare la tua opinione. Semplicemente, sono tutti spaventati. E credo lo sia anche tu. E questa sembra un’ottima via d’uscita.- Masaki percepì le gambe farsi molli come gelatina. Hitomiko aveva il potere di farlo sentire piccolo ed insignificante, a volte, e lui diventava incapace di replicare –Troveremo un’altra soluzione.- concluse, e si rimise a sedere.

Nessuno osò contestare le sue parole, nemmeno Hiroto, che invece rivolse uno sguardo colpevole a Masaki. Lui lo ricambiò, e rimasero a guardarsi per qualche secondo. Il più grande mimò un “mi dispiace” con le labbra, e Masaki scosse la testa, come a dirgli di non preoccuparsi, le labbra strette e le guance arrossate.

Poi, piano, la voce di Maki riempì il silenzio, ed entrambi sviarono gli occhi –Allora, cosa ci inventiamo?- sorrise mesta lei, inclinando il capo in direzione del più piccolo, come per scusarsi a sua volta.

Qualcuno le rispose, e qualcun altro ancora si aggiunse alla discussione.

Ben presto, tutti stavano discutendo su come cercare di racimolare più soldi possibile. Persino Hiroto.

Masaki si stupì di come avessero tutti quanti velocemente cambiato argomento. Ogni tanto si vedeva rivolgere occhiate mortificate, e in qualche modo, si sentì in colpa.

Vedere che tutti si stavano impegnando per un’altra soluzione, per non dare un peso a lui, gli fece correre un piacevole brivido giù per la schiena. Certo, se non fosse intervenuta Hitomiko forse nemmeno avrebbero cambiato idea, ma li capiva. Perché era vero che avessero paura. Era vero che lui stesso avesse paura. La prospettiva del Sun Garden chiuso lo faceva stare male, e di certo era così per tutti quanti, quindi si, li capiva, perché quella era loro sembrata l’unica opportunità per fare qualcosa. E, in fondo, lo era davvero.

Non voleva, assolutamente, prestarsi ad una cosa simile. Non voleva vestirsi da donna, non voleva recitare una parte, non voleva il destino dell’intero orfanotrofio sulle proprie spalle, perché non poteva essere in grado di combinare qualcosa di buono.

Eppure, constatò, mentre Natsuhiko se ne usciva con un’idea sul guadagnare soldi facendo i saltimbanchi per strada, il destino del Sun Garden era già sulle sue spalle. Senza i soldi di quella ricompensa, non ci sarebbe stato modo di racimolare il denaro in tempo. Decidendo di non aiutarli, avrebbe decretato lo sfratto di tutti i bambini già da quel momento.

Il Sun Garden poteva considerarsi già chiuso.

Li ascoltò proporre idee assurde per qualche altro minuto, mentre stringeva e rilasciava i pugni, nervoso, poi fece un paio di passi avanti –E- E va bene!- sbottò, irrigidendosi come una corda di violino. Per la terza volta, il silenzio calò sulla stanza, e tutti si voltarono a guardarlo.

Hitomiko aggrottò le sopracciglia.

-Va bene. Ok. Lo- lo faccio.- soffiò, la voce così bassa che si chiese se fossero riusciti a sentire le sue parole. Portò i palmi aperti delle mani di fronte al viso. Hiroto fece per parlare, ma lui lo fulminò con lo sguardo –Cioè. Ci provo. Ma se va male, non osate prendervela con me.- agitò l’indice in aria, deglutendo. Voleva aggiungere altro, ma non gli veniva niente di più da dire.

Gli altri rimasero in silenzio per un po’, mettendolo ulteriormente a disagio.

Fu Hitomiko a parlare -… Ne sei sicuro?- domandò, con un sospiro –Non devi farlo per—

-Sono sicuro! Almeno per adesso, quindi approfittatene perché potrei cambiare ide— non riuscì a terminare la frase che si sentì stringere in un abbraccio più che soffocante. Ammutolì, mentre Maki lo stritolava, togliendogli il respiro. Si sentì arrossire tutto assieme, e cercò di allontanarla, inutilmente –Grazie, Masaki!- la sua voce gli giunse soffocata, e perse tutta la voglia che aveva di scostarla, rilasciando le mani lungo i fianchi.

Sentì qualcuno ridere. Qualcun altro lasciare andare un sospiro di sollievo, e altri ancora lanciare qualche gridolino di giubilo.

Vide Hitomiko rivolgergli un sorriso grato, e sviò lo sguardo, borbottando.

Era innegabile gli facesse piacere vedere tutti così allegri. Però era pur vero che non avevano concluso nulla e che tutto sarebbe potuto andare male da subito, quindi c’era poco da star contenti.

Fece per renderlo noto, ma un secondo abbraccio si aggiunse al primo. Si irrigidì, mentre Hiroto posava il mento sul suo capo, stringendolo per le spalle –Grazie, Masaki.- lo strinse un poco, ed il più piccolo riprese a dimenarsi, urlando parole a caso, le guance in fiamme.

Peccato che pian piano cominciarono ad avvicinarsi tutti gli altri, aggiungendosi all’abbraccio. Diversi “Grazie, Masaki!” gli giunsero alle orecchie, e lui si sentì bollire dall’imbarazzo. Perché quell’abbraccio collettivo era davvero imbarazzante. Eppure proprio non riuscì a fare altro che rimanersene lì in mezzo, rosso come un pomodoro, a bearsi di tutto quel calore.

In fondo, pensò, per loro, e per tutti i bambini del Sun Garden, ne valeva davvero, davvero la pena.

 

**

 

-Allora, la nostra ricerca ha cominciato a dare i suoi frutti.-

Ad aumentare il disagio e l’imbarazzo di quel momento, Haruya e Fuusuke erano arrivati esattamente nel mentre del grande abbraccio di gruppo pieno d’affetto.

Haruya si era offeso per non essere stato coinvolto.

Anche Fuusuke probabilmente se l’era presa, ma non lo aveva reso noto.

Dopo averli salutati al limite dell’imbarazzo, Masaki aveva spiegato loro come erano andate per sommi capi le cose lì al Sun Garden durante la loro assenza. Haruya aveva borbottato un “Tutto il divertimento quando non ci sono io”, ma poi era stato preso dall’entusiasmo di raccontare e aveva dimenticato di avercela con i presenti.

-Ora che siamo tutti d’accordo a fare questa cosa.- il rosso si guardò attorno. Masaki evitò di farlo, perché gli sguardi decisi dei suoi amici lo avrebbero messo troppo a disagio e avrebbe sentito anche troppo la pressione premere sulle spalle. La mano di Hiroto si strinse piano sulla sua spalla, e si sentì un pochino meglio –Possiamo passare alla parte burocratica della cosa.- annunciò.

Fuusuke continuò per lui –I genitori del futuro sposo di Masaki- cominciò, ed il ragazzo storse le labbra in una smorfia –non sono affatto degli stupidi. Controlleranno scrupolosamente ogni ragazza che si presenterà come canditata.- ci fu una pausa –Abbiamo bisogno di documenti falsi.

Tutti si irrigidirono.

Bhè, si, in effetti era proprio una truffa, quindi servivano dei documenti falsi. Servivano dei documenti falsi. Servivano dei documenti falsi.

-Andremo tutti in prigione.- fu l’intelligente commento di Hiromu. Maki gli rifilò uno scappellotto sulla spalla.

Haruya rispose con un sorrisetto storto –Non vi preoccupate. Ho chi può darci una mano con questo.- assicurò.

-Mio dio, Nagumo, sei davvero un pessimo individuo!- commentò Natsuhiko –Da quando conosci gente che procura documenti falsi ad altra gente?- domandò, gli occhi sbarrati. L’amico sembrò a disagio –Ehi ehi non c’entro niente io. E’ solo un mio conoscente, non ho mai dovuto richiedere i suoi serviz—

-Ti chiami davvero Nagumo Haruya o è tutta una bugia?- aggiunse Hiroto, guardandolo come fosse una sorta di alieno.

-Hiroto piantala!-

A Masaki venne da piangere.

Non riuscivano nemmeno a parlare senza urlare, e volevano truffare la gente.

Gli altri invece scoppiarono a ridere, e la tensione si sciolse un po’.

Fuusuke alzò gli occhi al cielo –Comunque. Per i documenti non c’è problema.- assicurò, poi il suo sguardo si concentrò su Masaki –Ora dobbiamo solo creare a Masaki un background convincente.

-Prima di tutto, non può chiamarsi Masaki.- fece notare Reina –Troviamogli un nome da donna.- Masaki prese aria, nervoso. Aveva un brutto presentimento.

Fumiko, una bella ragazza dai capelli di un indefinito colore tra il rosa ed il viola ed un bel seno prosperoso, si fece avanti a parlare veramente per la prima volta dall’inizio della riunione strategica –Che ne dite di Sakura? E’ grazioso, no?

-Mi rifiuto di chiamarmi Sakura!- replicò Masaki, guardandola indignato.

-Allora un nome straniero?- propose Maki.

-Sono chiaramente giapponese!- protestò di nuovo lui.

Ancora una volta esplose la confusione, e le voci si sovrapposero l’una all’altra. Nomi come “Misaka!”, “Masako!”, “Haruka!”, “Yuki!”, “Marion!”, “Perché non Maki!” riempirono le orecchie di Masaki, che sentiva un principio di mal di testa sin da quando Haruya aveva accennato ai documenti falsi.

-Ok, direi che al nome ci penseremo poi!- sbottò Reina, richiamando tutti al silenzio. Masaki si chiese come facesse a riuscirci sempre.

Fuusuke inarcò un sopracciglio e riprese a parlare. Sembrava particolarmente divertito, anche se non si poteva mai essere sicuri, vista la sua espressione impassibile –Siamo andati ad informarci personalmente.-

-Siamo andati dai genitori del ragazzo, intende dire.- aggiunse Haruya –Cioè, c’era solo la madre, in realtà.

Un mormorio si diffuse per la sala.

Masaki sentì piccoli brividi percorrergli la schiena e drizzargli i peli sul collo, e lo stomaco gli si svuotò dall’ansia. Reina fece per parlare, ma venne preceduta da Fuusuke –Non ti preoccupare. Ci siamo travestiti.- assicurò, senza scomporsi.

Nessuno volle approfondire l’argomento.

-In ogni caso, Masaki dovrà presentarsi tra due settimane assieme alle altre candidate presso la loro residenza invernale.- continuò il rosso, annuendo.

L’albino di fianco a lui alzò le spalle –Siamo riusciti a parlare con la signora molto poco, aveva molti impegni.

-Doveva guardare la sua telenovela preferita.

-Esattamente.

-Comunque, abbiamo capito che cercano una santa. Un’impeccabile, bellissima, educatissima, graziosissima ed elegantissima ragazza. Ah, e le piacciono molto i kimono, quindi suppongo dovremmo utilizzarne.

Tutti guardarono Masaki, che si sentiva mancare.

L’intero Sun Garden era a conoscenza di quanto lui non fosse né impeccabile, né particolarmente bello, né tantomeno educato, grazioso o elegante. Masaki era il tipo di persona che dopo due passi cadeva faccia avanti, che sbatteva contro gli spigoli, che rispondeva male. Una persona goffa ed imbranata. Molto sciolta ed acrobatica, certo, ma principalmente un disastro.

E i kimono gli facevano troppa aria tra le gambe.

Di nuovo, gli venne da piangere istericamente.

Haruya si schiarì la voce, evidentemente per cercare di non scoppiare a ridere –Dobbiamo raccogliere altre informazioni, sicuramente. Ma la scelta sarà dei genitori, non del figlio. O meglio—

Fuusuke riprese il discorso –I genitori sceglieranno la candidata che ritengono adatta. Ma starà al figlio decidere se andrà bene o meno, dopo un mese di prova in cui la candidata vivrà assieme a loro nella residenza.

-UN MESE DI COSA.- la voce di Masaki uscì eccessivamente stridula. Indietreggiò, ma c’era Hiroto alle sue spalle, quindi non potè fuggire da nessuna parte.

Haruya lanciò un’occhiataccia all’albino di fianco a sé –In realtà, vivrai alla residenza solo le ultime due settimane. Le prime due dovrai incontrare il ragazzo, ma poi tornerai a casa.

-Lo dovrai incontrare tutti i giorni, ovviamente.- precisò Fuusuke.

Masaki boccheggiò, le pupille grosse quanto due palline da ping pong dall’ansia. Ma le due spie improvvisate non sembrarono farci caso, ed anzi il rosso continuò a parlare –In sostanza, all’incontro che si terrà tra due settimane dovrai piacere ai genitori. Poi, dovrai lavorare per piacere al figlio.- alzò lo sguardo dorato e lo passò lentamente sui presenti –Quando entrambi firmeranno il contratto di matrimonio, i soldi verranno spostati sul conto della candidata.- concluse.

Un silenzio tombale sostituì il chiacchiericcio.

Hiroto si lisciava il mento, pensieroso –Mi occuperò io di aprire un conto.

-Ti do una mano.- si aggiunse Ryuuji, raggiungendo il suo fianco. Si scambiarono un sorriso veloce.

Hitomiko sospirò, quindi rivolse un sorriso deciso a Masaki –Finanzierò la cosa. Avrai bisogno di vestiti.

-Di trucchi.- aggiunse Fumiko, facendosi avanti.

-Un’estetista.- esclamò Maki, guardandolo con occhio clinico. Masaki si sentì ferito, in un qualche modo.

-E di una casa.- Reina arricciò il naso, pensierosa. Osamu le si fece vicino –Ti do una mano a cercare un posto. Ho qualche amico che può darci una mano.-

Uno ad uno, i presenti si fecero avanti, assumendosi ognuno un ruolo diverso. Masaki si mordicchiò il labbro. Una certa speranza di riuscire in questa operazione assurda si fece strada nella sua mente. Cercò di non farsi illusioni.

Alla fine, l’unico a non aver parlato, era proprio lui.

Tutti lo guardavano, carichi di aspettative. Un mugolio indistinto gli sfuggì dalle labbra, quindi sbuffò forte.

Fece un passo avanti.

-Evidentemente io farò del mio meglio per sembrare una ragazza.- rilassò le spalle, e sospirò.

Si guardò attorno, e volti sorridenti accolsero la sua decisione.

Si spalmò una manata in faccia.

-… E speriamo bene.-

 

¥     ¥     ¥     ¥     ¥     ¥     ¥     ¥     ¥     ¥

 

E dopo mesi, sono qui.

Oh, si, pensate io sparisca, ma torno sempre! Come gli incubi peggiori! (WTF)

Allora, questo capitolo è un po’ “di passaggio”. Ed anche il prossimo per una buona metà lo sarà. Ma in fondo, qua il Sun Garden deve mettersi d’accordo su come procedere.

Bhè ho trasformato un orfanotrofio di persone adorabili e coccolose in un covo di truffatori assolutamente non professionisti, che brava ragazza che son-

Allora, non che io sappia come si truffa la gente, quindi diciamo che dovrò inventare un bel po’ di cose ed immaginare (?). In ogni caso, abbiamo capito che quando ci sono di mezzo Hiroto e gli altri, la cosa non si può che prospettare come un casino epocale.

E Masaki mi fa una pen-

Il prossimo capitolo sarà per la maggior parte concentrato sulla sua “trasformazione” in ragazza educata, e non vedo l’ora di divertirmi a scriverlo perché PLS, immaginarmelo sotto le mani di Maki, Fumiko, Reina e qualche altra ragazza del Sun Garden mi fa morire dal ridere.

E, che altro dire. In questo capitolo si prende la decisione finale che nessuno si aspettava venisse presa: Masaki si travestirà da donna per salvare il Sun Garden. In fondo, quasi tutti i supereroi si travestono, quindi possiamo considerare anche lui un supereroe. Super Gonnella o qualcosa del genere.

E vab cioè i riferimenti all’HiroMasa ve li siete flashati. Non ce li ho messi. NO.

E adoro il rapporto di tutti quanti con tutti, io cioè scriverei solo di quello ma www la prospettiva dell’AtsuMasa MI GASA UN CASINO E COSE.

Per il misterioso (…) figlio dei riccastri (di cui ho introdotto la madre, e fidatevi, è una donna precious), dovrete aspettare un po’. Forse il prossimo capitolo, forse il quarto. Sapete, la suspance- (?)

Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto <3 mi sono divertita molto a scriverlo, e spero davvero abbia divertito anche voi! (Si, mi piace fare delle tragedie un siparietto comico, è più forte di me (?))

Dunque alla prossima, gente! Spero sia prest—

Love *distribuisce canestrelli con lo zucchero a velo*

 

Greta.

  
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