Nient’altro che noi!
7°ANNO
Capitolo 44: “Grifondoro
contro Corvonero!”
Il professor Ruf, la mattina dopo, durante la sua lezione di
Storia della Magia parlò di come alcune bestie fantastiche del mondo magico
potessero trovare un riscontro anche in quello babbano.
“Per esempio…i Berretti Rossi. Voi sapete bene che vivono
dovunque sia stato versato sangue umano, come un vecchio campo di battaglia, e
che cercano di massacrare i Babbani nelle notti oscure. Queste creature sono
conosciute anche tra i Babbani dell’Inghilterra e della Scozia, due paesi, quindi, che
in passato hanno combattuto tra loro molte sanguinose guerre lungo il confine.
Sono note anche come Bloody Cap
o Red Comb. Qualcuno mi sa dire perché il loro
copricapo è rosso?” chiese, infine, Ruf.
Hermione, prontamente, alzò la mano.
“Sì, signorina Granger?”
“Perché la creatura la usa per raccogliere il sangue delle
sue vittime!”
“Esattamente! Cinque punti per Grifondoro!- esclamò Ruf- Molto più conosciuta è, invece,
“Come mai?” chiese Lavanda.
“Sostanzialmente perché, signorina Brown,
nessun Babbano ha mai visto una Chimera. Ma molto più
credibile per loro è
“Ma sono pericolose?” chiese Calì.
“Nessuno lo sa con precisione! Ma non hanno mai
effettivamente mostrato di essere pericolose. Quindi, diciamo pure di no.
Infine, abbiamo i Selkie e i Merrow. I Selkie sono esseri in forma di foche e possono assumere una
forma umana molto attraente, ma in acqua tornano a essere foche. Le donne
Merrow, invece, sono sempre bellissime, al contrario degli uomini Merrow che
sono decisamente orrendi. I Babbani non conoscono tutti questi particolari,
però, a loro sono note come sirene, creature magiche di cui parla anche Omero,
scrittore epico dell’antica Grecia. Infatti, nella sua Odissea, il protagonista
Ulisse incontra le Sirene che con il loro canto attirano i marinai verso gli
scogli, provocando la loro fine…”
Il professor Ruf diede come compito agli studenti un tema di
circa
“Ti conviene parlarle!” gli disse quel giorno Ron.
“Ah sì? E cosa dovrei dirle esattamente?”
“Beh…veramente non lo so!”
“Ecco appunto!”
“Ascolta, Harry!- disse Draco- Io
penso che lei non sia veramente innamorata di te!”
“Cosa te lo fa credere?”
“Insomma, prova a metterti nei suoi panni: è come se fosse
nata solo ieri ed è nata già grande. Non ha quell’esperienza affettiva che si
acquisisce fin dall’infanzia. Tu-Sai-Chi
l’ha creata nel corpo di Hermione, facendole credere che amore era quello che
doveva provare per Goyle e viceversa. Poi arrivi tu, la tratti con gentilezza e,
soprattutto, con rispetto. Sentimenti per lei ancora inediti. Naturalmente
erano da preferire a quelli che Goyle le riservava. E probabilmente lei avrà
confuso quello che ha cominciato a provare per te con l’amore.”
“Allora cos’è veramente?” chiese Ron.
“Gratitudine, riconoscenza!”
Harry annuì: “Sì, penso proprio che tu abbia ragione!”
“A questo, poi, bisogna aggiungere che è anche possibile che
su di lei si riflettano i sentimenti della vera Hermione!”
“Wow!” esclamò
Ron.
Draco rivolse uno sguardo interrogativo a Ron : “Wow
cosa?”
Ron rise: “Non ti credevo così sapiente, Draco!”
“Basta ragionare un po’, Ron!” esclamò Draco,
picchiettandosi due volte il dito indice destro sulla tempia.
Harry sorrise, vedendo i suoi amici battibeccare. Ripensando
alle parole di Draco, Harry si convinse maggiormente che la cosa giusta da fare
era parlare con Hermione, chiarire ogni cosa tra di loro per poter tornare a un
rapporto sereno e armonioso.
*******
Durante la lezione di
Trasfigurazione la professoressa McGranitt diede loro un test attitudinale da
compilare. Era ora di scegliere definitivamente il futuro, cosa fare dopo
Hogwarts.
“Avete tutta l’ora per completare il test. La cosa più
importante, però, è che ragioniate profondamente. Ricordate che il vostro
futuro dipende anche da come risponderete alle domande del test. Mi raccomando,
siate sinceri. Buon lavoro!” disse
Harry lesse una volta tutte le domande e poi cominciò a
rispondere: per ogni quesito si soffermava a pensare minimo 5 minuti. Agli
studenti veniva chiesto di esprimere quali erano i loro interessi, le loro
attitudini…Harry seguì il consiglio della professoressa e, analizzando se
stesso in profondità, cercò di essere il più sincero possibile.
Quando l’ora terminò, tutti gli studenti consegnarono le
pergamene alla professoressa.
“Prima di andare, un’ultima cosa: i risultati verranno
analizzati da alcuni esperti con l’aiuto di tutti i
vostri insegnanti. Riceverete i risultati via gufo questa sera, a cena. Ora
potete andare!” disse
Gli studenti furono così liberi di raggiungere le rispettive
sale comuni. Non appena Harry e i suoi amici raggiunsero la sala comune di
Grifondoro,Ron si lasciò cadere sul divano, sbuffando.
“Che cos’hai, Ron?” chiese Christine, sedendosi accanto a
lui.
“Non sarai in ansia per i risultati del test?” chiese Harry.
Ron sbuffò nuovamente, gettandosi un cuscino in faccia.
“Sì…credo proprio di sì!” rispose Christine, accarezzandogli
i capelli e guardando Harry.
“Coraggio, perché mai dovresti essere in ansia?” domandò
Helen.
“Perché…- disse Ron, sedendosi più compostamente-…se dovesse
risultare che io sono un buono a nulla? Come la prenderebbero i miei genitori?
Tutti i miei fratelli ormai hanno dei lavori
importanti: Bill, Charlie con i suoi draghi, Percy al
Ministero, Fred e George che sono quasi degli imprenditori!”
“Ron, tu non sei un buono a nulla!” disse Harry.
“Harry ha perfettamente ragione! Tu sei un ragazzo speciale
con moltissime qualità!” commentò Christine, con un sorriso.
“Ah, sì? E quali sarebbero queste
qualità?” sbottò Ron, incrociando le braccia e sbuffando.
“Oh, insomma!- ribattè Christine, abbastanza scocciata- Sei
intelligente, simpatico e molto coraggioso!”
Ron sembrò prendere sul serio quelle parole e ci riflettè su per qualche attimo: “Mm…sì…in effetti, potresti
avere ragione, cara! Credo di avere ancora qualche possibilità!”
“Evviva l’ottimismo!” mormorò Christine.
Harry sorrise, divertito, e poi, accorgendosi che Hermione
si era seduta in disparte su una sedia, decise di raggiungerla: la ragazza
stava riordinando gli appunti di quella giornata.
“Ciao!”
Hermione, senza distogliere lo sguardo da ciò che stava
facendo, ricambiò il saluto. Questo suo comportamento così freddo lasciò Harry
perplesso.
“Ehm…non dirmi che anche tu sei in ansia per il test?”
chiese Harry.
“No…” rispose lei vagamente.
Chissà come
“Allora, come pensi sia andato?”
“Non lo so proprio!” disse lei, che continuava a non
rivolgergli neanche uno sguardo di sottecchi.
Forse quello non era proprio il momento buono per
intraprendere un certo discorsetto, ma Harry moriva di curiosità!
“Ascolta, a proposito di quello che mi hai detto ieri sera…”
disse Harry, sedendosi accanto a lei.
Ma Hermione cominciò a mettere via le proprie cose e si
alzò: “Scusami, Harry, ma è quasi ora di cena. Devo posare i miei libri!”
La ragazza salì le scale verso il dormitorio femminile,
lasciando da solo Harry, che sospirò. Pochi minuti dopo, tutto il gruppetto di
Grifondoro si recò nella Sala Grande per la cena. Harry non poteva negare di
essere in ansia, ma non per lo stesso motivo di Ron: lui era solo molto curioso
di sapere quale strada gli avrebbero consigliato di intraprendere. Quidditch? Auror? Ministero?
Insegnamento?
“Insegnamento?” ripetè Harry a se
stesso.
No, non era certo la strada giusta per lui. Tenere a bada
dei ragazzini dagli 11 ai 17 anni… Ah! Sarebbe stato decisamente meglio
affrontare un Mangiamorte!
Nel bel mezzo della cena Silente prese la parola: “Dunque,
cari ragazzi dell’ultimo anno…i risultati dei vostri test attitudinali
arriveranno fra pochi minuti. Ma prima vorrei dirvi solo un paio di cosette. La
prima è questa: qualunque sia il risultato del test, nessuno è obbligato a
seguirne l’indicazione. Ognuno deve scegliere di intraprendere la strada che
sente più adatta a se stesso. Inoltre, sappiate che in ogni momento i nostri
consulenti psicomagici sono a vostra totale
disposizione per qualsiasi chiarimento o informazione. Una volta che ognuno di
voi avrà scelto che studi intraprendere dopo Hogwarts,
dovrà compilare il modulo allegato ai risultati del test e lo consegnerà al
professore capo della propria Casa. E questo è quanto! Adesso potete anche
continuare la vostra cena!”
Non appena gli studenti finirono di mangiare il dessert,
arrivarono i gufi che lasciarono le buste ai ragazzi del settimo anno. Qualcuno
aprì subito la busta, fremente di curiosità, qualche altro esitò per una
manciata di minuti. Harry era fra quelli che morivano dalla curiosità, ma aprì
la busta lentamente. Dopo aver riletto le risposte alle sue domande, Harry
finalmente arrivò al foglio del risultato, anzi, risultati. Gli psicomaghi avevano indicato per lui tre risultati. Sulla
scheda c’era scritto:
“Si consiglia al sig. Harry James Potter:
_ Scuola di formazione per Auror
(75% di compatibilità)
_Carriera sportiva (15% di compatibilità)
_Studi burocratici/politici (5% di compatibilità)
_Altro (5%)”
“Wow!” commentò Harry, soddisfatto.
Sembrava che Harry Potter avesse qualche possibilità di
diventare Ministro della Magia. Bleah… che idea
orribile! Fu la stessa reazione che ebbe Ron, sbirciando sul foglio dell’amico.
“Signore e signori, vi comunico che come nuovo Ministro
della Magia è stato elette niente di meno che l’illustrissimo Harry Potter!”
esclamò Ron, scoppiando a ridere.
“Ma finiscila!- disse Harry, dandogli uno spintone-
Piuttosto, a te cosa è uscito?”
“Mmm…50% Auror,
30% studi politici, 20%...economia e commercio della magia!”
“Bene, bene, bene! Puoi farti assumere come commesso dai
Fred e George!” esclamò Harry, ridacchiando.
“Quella sarà sicuramente la prima opzione a essere scartata
dal sottoscritto!” disse Ron, deciso.
Mentre gli altri continuavano a commentare i risultati dei
loro test, Harry guardò Hermione: stava leggendo il suo risultato con molta
concentrazione e Harry si chiese quale fosse. In realtà, moriva dalla curiosità,
ma, ricordando con quale gelo lei lo aveva congedato poche ore prima, preferì
non chiederle niente. Anzi, non doveva pensarci, perché il giorno dopo
Grifondoro avrebbe disputato l’ultima partita della stagione contro Corvonero. Dovevano assolutamente vincere!
Così quella sera Harry andò a dormire molto presto, con una
soddisfazione che gli riempiva il cuore. Finalmente aveva raggiunto la prima
sicurezza della sua vita: aver scelto il proprio futuro, lo stesso dei suoi
genitori, un futuro da Auror.
*****
Eccolo lì, il capitano di Grifondoro, in mezzo al campo di Quidditch, cercando il Boccino d’Oro in quella che era la
sua ultima partita ad Hogwarts. Era strano e anche un
po’ triste pensare che Harry Potter non avrebbe più giocato per Grifondoro e,
forse, non avrebbe mai più giocato a Qudditch in una
partita vera e propria. Quella mattina aveva fatto un discorso del genere anche
a tutta la sua squadra.
“Ragazzi,
io non so cosa stiate provando in questo momento, ma
sono sicuro che qualunque cosa sia non sia molto diverso da ciò che io sto
provando. Per me è stata una gioia poter giocare insieme a voi. Abbiamo
condiviso tanti momenti felici, ma anche momenti difficili. Abbiamo giocato
sempre al meglio delle nostre capacità, ottenendo ottimi risultati. E proprio
questi risultati, come la vittoria dell’ano scorso, sono stati raggiunti grazie
alla nostra amicizia e al nostro affiatamento. Credo che mi mancheranno moltissimo
i nostri allenamenti, le nostre partite e mi mancherete moltissimo anche voi!”
disse Harry nello spogliatoio, dopo aver riunito tutta la squadra.
“Oh,
cavolo, Harry!- esclamò Ron, passandosi una mano sul viso per asciugarsi finte
lacrime-…non farmi commuovere! Devo giocare una partita importante!”
Harry
sorrise: “Infatti! Sarebbe un finale straordinario vincere nuovamente
“Sì!”
urlarono all’unisono.
“Allora…non
mi resta che dire…per l’ultima volta…Forza Grifondoro!”
“Forza
Grifondoro!”
Quel discorso aveva caricato tutti i giocatori di
Grifondoro! Infatti la squadra giallorossa conduceva per
Ora anche Harry doveva mostrare le sue capacità,non poteva certo deludere la squadra e i suoi tifosi
proprio nella sua ultima partita. Insomma, non per niente era stato il più
giovane Cercatore del secolo! Anche suo padre era stato un Cercatore e gli
aveva trasmesso il suo talento, talento che Harry aveva mostrato al’età di 11
anni, durante il suo primo anno a Hogwarts, quando
Ed eccolo lì, il Boccino d’Oro, che svolazzava sopra il
campo. Harry se ne accorse prima del Cercatore di Corvonero,
un giovane ragazzo del quarto anno, che aveva sostituito Cho
e non sembrava particolarmente sveglio. Harry si buttò in picchiata
all’inseguimento del prezioso oggetto, mentre questo, avvertendo i suoi
inseguitori, iniziò il suo giro per il campo ad alta velocità.
Harry avrebbe sentito molto la mancanza di quella sensazione
magnifica di libertà che provava solo inseguendo il Boccino: l’adrenalina che
saliva nel momento in cui sfiorava le ali del Boccino, il vento, che, come se
fosse infuriato, gli scompigliava i capelli, già di per sé ribelli, le mani
ancorate al manico della sua scopa,
“Harry! Harry! Harry!” lo incitava il pubblico.
Come dimenticare anche quella sensazione straordinaria ogni
volta che volava sopra la folla esultante, che più volte durante la partita
invocava il suo nome, il nome del suo Capitano? No, non avrebbe mai dimenticato
ciò che riusciva a trasmettergli una bella e sana partita di Quidditch.
Il Boccino d’Oro, proprio davanti a lui, cercò in tutti i
modi di sfuggire alla presa della mano di Harry, ma…anche quella volta il
Capitano Potter ce l’aveva fatta! La preziosa pallina vibrava ancora tra le sue
mani, ma piano piano si arrese, mentre il cronista
della partita, un certo Hubert Longroad
del terzo anno di Tassorosso, annunciava la vittoria
di Grifondoro. Quello che accadde in seguito Harry non se lo sarebbe mai
dimenticato. I suoi compagni di squadra lo circondarono, mentre scendeva a
terra e un’ondata giallorossa li travolse. Le urla di gioia dei tifosi era
tutto ciò che Harry riusciva a sentire, oltre a qualche pacca sulla schiena e
sulla testa.
Poco dopo il preside Silente si fece spazio tra la folla
esultante con in mano
“Congratulazioni, Harry!” esclamò Silente, consegnandogli la
coppa.
“Grazie, signore!”
Detto questo, Harry sollevò
*****
Mentre tutti festeggiavano, Harry si accorse che Hermione
non era in sala comune. Eppure gli era sembrato di averla vista alla partita.
Così andò da Helen.
“Helen?”
“Oh, Harry, ciao!” lo salutò lei, con un bicchiere di buon
punch.
“Ciao! Hai…per caso, hai visto Hermione?”
“Sì, dunque…credo che sia nel nostro dormitorio!”
“Grazie!”
Harry corse immediatamente verso la porta del dormitorio
femminile e, quando la raggiunse, bussò.
“Hermione?”
Nessuna risposta.
“Ehm…sono Harry. Vorrei parlarti un minuto!”
Qualche passo…lo scatto della serratura…e, finalmente, ecco
Hermione, sempre adorabile con quel suo sguardo dolce, ma insicuro nello stesso
tempo.
“Ciao!”
“Ciao, Harry!”
“Posso…posso entrare?” chiese lui, timoroso.
“Certo!” rispose Hermione, lasciandolo entrare.
Harry chiuse la porta dietro di sé, mentre Hermione si
sedette sul letto.
“Allora…hai visto la partita?”
“Sì, è ovvio! Sei stato bravissimo!”
Lo sguardo caldo e penetrante di lei, così sfuggente negli
ultimi giorni, incrociò quello smeraldino ed intenso di Harry.
“Ah…ascolta. Io voglio essere tuo amico: tu sei stata la
prima a dire che dovevamo far finta di niente, ma…non fai che evitarmi. Ti
prego, risolviamo questa situazione!”
Hermione riflettè per qualche minuto, poi disse: “Hai
ragione! Vuoi sapere perché ti stavo evitando?”
“Beh…sì…”
“Ti ho evitato solo perché pensavo di averti spaventato dopo
averti detto quelle cose!” spiegò lei, scrollando le spalle.
Harry sorrise, imbarazzato: “Non è che mi hai spaventato.
Solo…non me l’aspettavo!”
A quelle parole, Hermione assunse un’espressione infastidita
e si sedette sul letto, incrociando braccia e gambe nel puro stile “hermionesco”.
“Certo, una creatura di Voldemort
non può provare amore!” sbottò, senza guardarlo.
Harry si affrettò a raggiungerla e si sedette accanto a lei:
“Suvvia, sai che non intendevo questo! Sono molto felice per quello che stai
provando perché è ciò che ti rende diversa da Voldemort!
E io non me l’aspettavo perché mai e poi mai avrei
pensato di far innamorare ben due Hermione!!”
Hermione sorrise, più serena.
“Comunque, se può aiutarti a stare meglio, in questi giorni,
ho riflettuto parecchio e ho capito di essermi sbagliata!”
Harry la guardò perplesso: “In che senso?”
“In realtà, credo che il mio non sia amore, ma semplice
riconoscenza nei confronti della prima persona che mi abbia trattato con
gentilezza e che mi abbia mostrato cosa sia il rispetto! Dopo averti detto ciò,
mi sento davvero più sollevata, però troverò finalmente la pace quando tutta
questa storia sarà finita, quando sia io che Hermione verremo liberate. Io non
dovrò più sottostare agli ordini di qualche mago pazzoide e Hermione tornerà
nel suo corpo, alle sue cose e ai suoi cari!”
”Già, tornerà da me…- mormorò Harry, divenendo pensieroso
solo per un istante-…allora, adesso è tutto a posto? Intendo, fra di noi…”
“Ma sì, è tutto a posto!”
Harry la abbracciò: “Grazie mille, Hermione!”
“Grazie a te!”
Quando Harry si allontanò da lei, si alzò in piedi e si mise
le mani in tasca.
“Posso farti una domanda?” chiese Harry.
“Certo!”
“Com’è andato il test?”
Hermione sorrise: “Bene!”
“E quali sono i risultati?”, domandò Harry, curioso.
“Dunque, vediamo…-disse Hermione, controllando il foglio dei
risultati-…50% di compatibilità per la scuola di formazione Auror,
35% per il giornalismo e il 15% per l’insegnamento!”
“Anch’io ho avuto come primo risultato la scuola per Auror!”
“Ah sì? E cos’altro?”
“Quidditch e studi burocratici e/o
politici!”
“E’ fantastico!”
“Ma…tu come hai fatto a rispondere? Voglio dire…ti sei
basata sui tuoi interessi oppure…”
“No, ho provato a capire quali potessero essere gli
interessi e le attitudini di Hermione, facendo un intenso e profondo esame
dentro di me!”
“In effetti, credo che i risultati riflettano molto bene la
personalità di Hermione!”
“Magnifico! Così entrambi frequenterete la scuola per Auror!”
Harry sorrise: “Lo spero! Anche se credo che a Hermione non
dispiaccia la carriera giornalistica!”
“Davvero?”
“Sì, perché se ci rifletti bene le caratteristiche che
accomunano un Auror e un giornalista sono il coraggio
e l’intraprendenza. E Hermione le possiede entrambe!”
“Hai ragione!”
“Adesso è meglio che vada. Sono alquanto stanco!”
“Va bene!”
“Buonanotte, Hermione!”
“Buonanotte!”
Harry le rivolse un sorriso e poi uscì, dirigendosi
direttamente verso il suo dormitorio. Sentiva che la stanchezza si stava
impossessando lentamente di lui e il suo unico desiderio era quello di
coricarsi al più presto. Ron, Seamus, Dean e Neville
erano ancora nella sala comune a festeggiare. Così, dopo essersi lavato, Harry
indossò il pigiama con la chiara intenzione di andare a dormire. Ma proprio sul
suo letto trovò un biglietto.
Di chi poteva essere?
Con mani tremanti per la curiosità, Harry aprì il biglietto
e lesse quanto vi era scritto, parole che lo turbarono.
“E’ giunto il momento. Preparati a morire!”
Oh mio Dio!! Ce l’ho fatta!!! Finalmente sono
riuscita a pubblicarlo! Guardate, l’avrei fatto prima
se non fossero sorti imprevisti durante l’estate!! Già ho poco tempo, poi
sorgono altre preoccupazioni! Vabbè, l’importante è
che il capitolo nuovo è online! Ora ne mancano 4! Il prossimo ha un titolo che
non mi piace, in quanto è troppo banale! Ma tutta la storia, bene o male, ha
titoli banali. Comunque, sarebbe “L’attacco di Lord Voldemort”
e avrà una struttura diversa da solito. Devo trascriverlo tutto al computer!
Spero di aggiornare più presto. Visto che mi sono ripromessa di finire la
storia prima dell’anno prossimo!! Ahahahah!
Ringraziamenti…
Lights: grazie per la recensione. Mi piacerebbe poter
usufruire del tuo aiuto, ma, anche se è un lavoro antipatico, lo devo fare io!! Ahahah!! Comunque, spero che il
capitolo ti sia piaciuto.
kikka93: grazie per la recensione! Spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto! Comunque, per me harry è
sempre stato un po’ pazzo! Anzi, lo è di più nella
vera saga!!^__^
A presto
Kia85