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Autore: Kia85    22/10/2008    12 recensioni
Gli ultimi tre anni di Harry e Hermione a Hogwarts: scopriranno l'importanza dell'amicizia, della famiglia e anche che, probabilmente, ciò che provano l'uno per l'altra e molto più profondo e complesso e li aiuterà a superare numerosi ostacoli.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Nient’altro che noi

 

Nient’altro che noi!

 

 

7°ANNO

Capitolo 44: “Grifondoro contro Corvonero!”

 

Il professor Ruf, la mattina dopo, durante la sua lezione di Storia della Magia parlò di come alcune bestie fantastiche del mondo magico potessero trovare un riscontro anche in quello babbano.

“Per esempio…i Berretti Rossi. Voi sapete bene che vivono dovunque sia stato versato sangue umano, come un vecchio campo di battaglia, e che cercano di massacrare i Babbani nelle notti oscure. Queste creature sono conosciute anche tra i Babbani dell’Inghilterra e  della Scozia, due paesi, quindi, che in passato hanno combattuto tra loro molte sanguinose guerre lungo il confine. Sono note anche come Bloody Cap o Red Comb. Qualcuno mi sa dire perché il loro copricapo è rosso?” chiese, infine, Ruf.

Hermione, prontamente, alzò la mano.

“Sì, signorina Granger?”

“Perché la creatura la usa per raccogliere il sangue delle sue vittime!”

“Esattamente! Cinque punti per Grifondoro!- esclamò Ruf- Molto più conosciuta è, invece, la Chimera: la leggendaria creatura con tre teste, una di drago, una di leone e una di capra. La Chimera è imparentata sia con la Sfinge che con Cerbero, il cane a tre teste che custodisce l’oltretomba. Anche i Babbani conoscono questa creatura grazie ai miti greci: si narra infatti che Bellerofonte, eroe greco, abbia ucciso una Chimera, in groppa al cavallo alato Pegaso. Ma in un’avventura successiva, quando nella sua eccessiva arroganza, Bellerofonte cercò di arrivare al monte Olimpo, la dimora degli dei, Zeus lo punì disarcionandolo da Pegaso. Oggi, invece, i Babbani usano il termine chimera per indicare una creatura demoniaca, un ibrido o un’utopia.

“Come mai?” chiese Lavanda.

“Sostanzialmente perché, signorina Brown, nessun Babbano ha mai visto una Chimera. Ma molto più credibile per loro è la Ramora. I Babbani la identificano con un pesce  chiamato remora, nome che deriva dal verbo latino remoror, cioè ritardare, esitare. Infatti, la remora come la Ramora, usando una ventosa situata alla sommità della sua testa, si attacca alle navi e agli squali per nutrirsi di frammenti di cibo. La sua forza era già nota nel primo secolo d.C., quando Plinio il Vecchio, autore e intellettuale latino, affermò che la nave di Marco Antonio fu rallentata da alcune remore durante la battaglia di Azio e, quindi, causarono la sua sconfitta cambiando il corso della storia romana.”

“Ma sono pericolose?” chiese Calì.

“Nessuno lo sa con precisione! Ma non hanno mai effettivamente mostrato di essere pericolose. Quindi, diciamo pure di no. Infine, abbiamo i Selkie e i Merrow. I Selkie sono esseri  in forma di foche e possono assumere una forma umana molto attraente, ma in acqua tornano a essere foche. Le donne Merrow, invece, sono sempre bellissime, al contrario degli uomini Merrow che sono decisamente orrendi. I Babbani non conoscono tutti questi particolari, però, a loro sono note come sirene, creature magiche di cui parla anche Omero, scrittore epico dell’antica Grecia. Infatti, nella sua Odissea, il protagonista Ulisse incontra le Sirene che con il loro canto attirano i marinai verso gli scogli, provocando la loro fine…”

Il professor Ruf diede come compito agli studenti un tema di circa 30 cm su tutte le bestie magiche che trovavano un riscontro nelle credenze babbane. Alla fine della lezione, Harry si recò nella Sala Grande per la pausa pranzo insieme ai suoi amici. Dal giorno in cui si era ubriacato, Harry faceva di tutto per evitare di restare da solo con Hermione e spesso la evitava proprio. Ron gli aveva detto più volte che non doveva comportarsi così: era un atteggiamento infantile. Ma d’altronde cos’altro poteva fare? Lei gli aveva detto chiaramente che si era innamorata di lui, sapendo benissimo che non poteva essere corrisposta. Però, ora che era tornata a parlare con tutti loro, Harry non voleva creare altri problemi. Infatti anche lei sembrava evitarlo e gli rivolgeva la parola solo se strettamente necessario. E se c’era un problema con un solo componente, tutto il gruppo ne risentiva.

“Ti conviene parlarle!” gli disse quel giorno Ron.

“Ah sì? E cosa dovrei dirle esattamente?”

“Beh…veramente non lo so!”

“Ecco appunto!”

“Ascolta, Harry!- disse Draco- Io penso che lei non sia veramente innamorata di te!”

“Cosa te lo fa credere?”

“Insomma, prova a metterti nei suoi panni: è come se fosse nata solo ieri ed è nata già grande. Non ha quell’esperienza affettiva che si acquisisce fin dall’infanzia. Tu-Sai-Chi l’ha creata nel corpo di Hermione, facendole credere che amore era quello che doveva provare per Goyle e viceversa. Poi arrivi tu, la tratti con gentilezza e, soprattutto, con rispetto. Sentimenti per lei ancora inediti. Naturalmente erano da preferire a quelli che Goyle le riservava. E probabilmente lei avrà confuso quello che ha cominciato a provare per te con l’amore.

“Allora cos’è veramente?” chiese Ron.

“Gratitudine, riconoscenza!”

Harry annuì: “Sì, penso proprio che tu abbia ragione!”

“A questo, poi, bisogna aggiungere che è anche possibile che su di lei si riflettano i sentimenti della vera Hermione!”

“Wow!” esclamò Ron.

Draco rivolse uno sguardo interrogativo a Ron : “Wow cosa?”

Ron rise: “Non ti credevo così sapiente, Draco!”

“Basta ragionare un po’, Ron!” esclamò Draco, picchiettandosi due volte il dito indice destro sulla tempia.

Harry sorrise, vedendo i suoi amici battibeccare. Ripensando alle parole di Draco, Harry si convinse maggiormente che la cosa giusta da fare era parlare con Hermione, chiarire ogni cosa tra di loro per poter tornare a un rapporto sereno e armonioso.

 

*******

 

Durante la lezione di Trasfigurazione la professoressa McGranitt diede loro un test attitudinale da compilare. Era ora di scegliere definitivamente il futuro, cosa fare dopo Hogwarts.

“Avete tutta l’ora per completare il test. La cosa più importante, però, è che ragioniate profondamente. Ricordate che il vostro futuro dipende anche da come risponderete alle domande del test. Mi raccomando, siate sinceri. Buon lavoro!” disse la McGranitt, dopo aver consegnato a uno a uno le pergamene con le domande.

Harry lesse una volta tutte le domande e poi cominciò a rispondere: per ogni quesito si soffermava a pensare minimo 5 minuti. Agli studenti veniva chiesto di esprimere quali erano i loro interessi, le loro attitudini…Harry seguì il consiglio della professoressa e, analizzando se stesso in profondità, cercò di essere il più sincero possibile.

Quando l’ora terminò, tutti gli studenti consegnarono le pergamene alla professoressa.

“Prima di andare, un’ultima cosa: i risultati verranno analizzati da alcuni esperti con l’aiuto di tutti i vostri insegnanti. Riceverete i risultati via gufo questa sera, a cena. Ora potete andare!” disse la McGranitt.

Gli studenti furono così liberi di raggiungere le rispettive sale comuni. Non appena Harry e i suoi amici raggiunsero la sala comune di Grifondoro,Ron si lasciò cadere sul divano, sbuffando.

“Che cos’hai, Ron?” chiese Christine, sedendosi accanto a lui.

“Non sarai in ansia per i risultati del test?” chiese Harry.

Ron sbuffò nuovamente, gettandosi un cuscino in faccia.

“Sì…credo proprio di sì!” rispose Christine, accarezzandogli i capelli e guardando Harry.

“Coraggio, perché mai dovresti essere in ansia?” domandò Helen.

“Perché…- disse Ron, sedendosi più compostamente-…se dovesse risultare che io sono un buono a nulla? Come la prenderebbero i miei genitori? Tutti i miei fratelli ormai hanno dei lavori importanti: Bill, Charlie con i suoi draghi, Percy al Ministero, Fred e George che sono quasi degli imprenditori!”

“Ron, tu non sei un buono a nulla!” disse Harry.

“Harry ha perfettamente ragione! Tu sei un ragazzo speciale con moltissime qualità!” commentò Christine, con un sorriso.

“Ah, sì? E quali sarebbero queste qualità?” sbottò Ron, incrociando le braccia e sbuffando.

“Oh, insomma!- ribattè Christine, abbastanza scocciata- Sei intelligente, simpatico e molto coraggioso!”

Ron sembrò prendere sul serio quelle parole e ci riflettè su per qualche attimo: “Mm…sì…in effetti, potresti avere ragione, cara! Credo di avere ancora qualche possibilità!”

“Evviva l’ottimismo!” mormorò Christine.

Harry sorrise, divertito, e poi, accorgendosi che Hermione si era seduta in disparte su una sedia, decise di raggiungerla: la ragazza stava riordinando gli appunti di quella giornata.

“Ciao!”

Hermione, senza distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo, ricambiò il saluto. Questo suo comportamento così freddo lasciò Harry perplesso.

“Ehm…non dirmi che anche tu sei in ansia per il test?” chiese Harry.

“No…” rispose lei vagamente.

Chissà come mai Hermione si stava comportando in quel modo con Harry…anzi, chissà come mai lei si stava comportando in quel modo solo con lui! Infatti, con tutti i loro compagni Hermione sembrava serena e totalmente a suo agio, come se non fosse sotto alcun incantesimo.

“Allora, come pensi sia andato?”

“Non lo so proprio!” disse lei, che continuava a non rivolgergli neanche uno sguardo di sottecchi.

Forse quello non era proprio il momento buono per intraprendere un certo discorsetto, ma Harry moriva di curiosità!

“Ascolta, a proposito di quello che mi hai detto ieri sera…” disse Harry, sedendosi accanto a lei.

Ma Hermione cominciò a mettere via le proprie cose e si alzò: “Scusami, Harry, ma è quasi ora di cena. Devo posare i miei libri!”

La ragazza salì le scale verso il dormitorio femminile, lasciando da solo Harry, che sospirò. Pochi minuti dopo, tutto il gruppetto di Grifondoro si recò nella Sala Grande per la cena. Harry non poteva negare di essere in ansia, ma non per lo stesso motivo di Ron: lui era solo molto curioso di sapere quale strada gli avrebbero consigliato di intraprendere. Quidditch? Auror? Ministero? Insegnamento?

“Insegnamento?” ripetè Harry a se stesso.

No, non era certo la strada giusta per lui. Tenere a bada dei ragazzini dagli 11 ai 17 anni… Ah! Sarebbe stato decisamente meglio affrontare un Mangiamorte!

Nel bel mezzo della cena Silente prese la parola: “Dunque, cari ragazzi dell’ultimo anno…i risultati dei vostri test attitudinali arriveranno fra pochi minuti. Ma prima vorrei dirvi solo un paio di cosette. La prima è questa: qualunque sia il risultato del test, nessuno è obbligato a seguirne l’indicazione. Ognuno deve scegliere di intraprendere la strada che sente più adatta a se stesso. Inoltre, sappiate che in ogni momento i nostri consulenti psicomagici sono a vostra totale disposizione per qualsiasi chiarimento o informazione. Una volta che ognuno di voi avrà scelto che studi intraprendere dopo Hogwarts, dovrà compilare il modulo allegato ai risultati del test e lo consegnerà al professore capo della propria Casa. E questo è quanto! Adesso potete anche continuare la vostra cena!”

Non appena gli studenti finirono di mangiare il dessert, arrivarono i gufi che lasciarono le buste ai ragazzi del settimo anno. Qualcuno aprì subito la busta, fremente di curiosità, qualche altro esitò per una manciata di minuti. Harry era fra quelli che morivano dalla curiosità, ma aprì la busta lentamente. Dopo aver riletto le risposte alle sue domande, Harry finalmente arrivò al foglio del risultato, anzi, risultati. Gli psicomaghi avevano indicato per lui tre risultati. Sulla scheda c’era scritto:

“Si consiglia al sig. Harry James Potter:

_ Scuola di formazione per Auror (75% di compatibilità)

_Carriera sportiva (15% di compatibilità)

_Studi burocratici/politici (5% di compatibilità)

_Altro (5%)”

“Wow!” commentò Harry, soddisfatto.

Sembrava che Harry Potter avesse qualche possibilità di diventare Ministro della Magia. Bleah… che idea orribile! Fu la stessa reazione che ebbe Ron, sbirciando sul foglio dell’amico.

“Signore e signori, vi comunico che come nuovo Ministro della Magia è stato elette niente di meno che l’illustrissimo Harry Potter!” esclamò Ron, scoppiando a ridere.

“Ma finiscila!- disse Harry, dandogli uno spintone- Piuttosto, a te cosa è uscito?”

Mmm…50% Auror, 30% studi politici, 20%...economia e commercio della magia!”

“Bene, bene, bene! Puoi farti assumere come commesso dai Fred e George!” esclamò Harry, ridacchiando.

“Quella sarà sicuramente la prima opzione a essere scartata dal sottoscritto!” disse Ron, deciso.

Mentre gli altri continuavano a commentare i risultati dei loro test, Harry guardò Hermione: stava leggendo il suo risultato con molta concentrazione e Harry si chiese quale fosse. In realtà, moriva dalla curiosità, ma, ricordando con quale gelo lei lo aveva congedato poche ore prima, preferì non chiederle niente. Anzi, non doveva pensarci, perché il giorno dopo Grifondoro avrebbe disputato l’ultima partita della stagione contro Corvonero. Dovevano assolutamente vincere!

Così quella sera Harry andò a dormire molto presto, con una soddisfazione che gli riempiva il cuore. Finalmente aveva raggiunto la prima sicurezza della sua vita: aver scelto il proprio futuro, lo stesso dei suoi genitori, un futuro da Auror.

*****

Eccolo lì, il capitano di Grifondoro, in mezzo al campo di Quidditch, cercando il Boccino d’Oro in quella che era la sua ultima partita ad Hogwarts. Era strano e anche un po’ triste pensare che Harry Potter non avrebbe più giocato per Grifondoro e, forse, non avrebbe mai più giocato a Qudditch in una partita vera e propria. Quella mattina aveva fatto un discorso del genere anche a tutta la sua squadra.

“Ragazzi, io non so cosa stiate provando in questo momento, ma sono sicuro che qualunque cosa sia non sia molto diverso da ciò che io sto provando. Per me è stata una gioia poter giocare insieme a voi. Abbiamo condiviso tanti momenti felici, ma anche momenti difficili. Abbiamo giocato sempre al meglio delle nostre capacità, ottenendo ottimi risultati. E proprio questi risultati, come la vittoria dell’ano scorso, sono stati raggiunti grazie alla nostra amicizia e al nostro affiatamento. Credo che mi mancheranno moltissimo i nostri allenamenti, le nostre partite e mi mancherete moltissimo anche voi!” disse Harry nello spogliatoio, dopo aver riunito tutta la squadra. 

“Oh, cavolo, Harry!- esclamò Ron, passandosi una mano sul viso per asciugarsi finte lacrime-…non farmi commuovere! Devo giocare una partita importante!”

Harry sorrise: “Infatti! Sarebbe un finale straordinario vincere nuovamente la Coppa di Quidditch! Che ne pensate?”

“Sì!” urlarono all’unisono.

“Allora…non mi resta che dire…per l’ultima volta…Forza Grifondoro!”

“Forza Grifondoro!”

Quel discorso aveva caricato tutti i giocatori di Grifondoro! Infatti la squadra giallorossa conduceva per 40 a 10: una doppietta di Aileen, 10 punti segnati da Dean e 10 da Dennis. Anche gli altri non se la cavavano male: Neville e Seamus respingevano più Bolidi rispetto ai loro avversari e Ron aveva effettuato delle parate strabilianti.

Ora anche Harry doveva mostrare le sue capacità,non poteva certo deludere la squadra e i suoi tifosi proprio nella sua ultima partita. Insomma, non per niente era stato il più giovane Cercatore del secolo! Anche suo padre era stato un Cercatore e gli aveva trasmesso il suo talento, talento che Harry aveva mostrato al’età di 11 anni, durante il suo primo anno a Hogwarts, quando la McGranitt aveva insistito per ammetterlo nella squadra di Quidditch di Grifondoro. E tutto ciò, in un certo senso, era stato possibile grazie a Draco Malfoy, suo ex acerrimo nemico, e alla sua sfida, quel giorno, per la Ricordella di Neville. Sembrava ieri che Harry era entrato nella squadra di Grifondoro e ora era già alla sua ultima partita dopo 7 anni in cui era successo di tutto: la sua prima Coppa di Quidditch l’aveva vinta al terzo anno; dopodiché  il Quidditch era stato sospeso al quarto anno per il Torneo Tremaghi; al quinto era arrivata la nomina a Capitano di Grifondoro e, infine, al sesto la sua seconda Coppa di Quidditch, la prima da Capitano. E ora aveva la possibilità di vincere la terza Coppa per Grifondoro, così da concludere con qualcosa di positivo un anno che per Harry era stato terribile.

Ed eccolo lì, il Boccino d’Oro, che svolazzava sopra il campo. Harry se ne accorse prima del Cercatore di Corvonero, un giovane ragazzo del quarto anno, che aveva sostituito Cho e non sembrava particolarmente sveglio. Harry si buttò in picchiata all’inseguimento del prezioso oggetto, mentre questo, avvertendo i suoi inseguitori, iniziò il suo giro per il campo ad alta velocità.

Harry avrebbe sentito molto la mancanza di quella sensazione magnifica di libertà che provava solo inseguendo il Boccino: l’adrenalina che saliva nel momento in cui sfiorava le ali del Boccino, il vento, che, come se fosse infuriato, gli scompigliava i capelli, già di per sé ribelli, le mani ancorate al manico della sua scopa, la Firebolt, compagna fedele da quattro anni…

“Harry! Harry! Harry!” lo incitava il pubblico.

Come dimenticare anche quella sensazione straordinaria ogni volta che volava sopra la folla esultante, che più volte durante la partita invocava il suo nome, il nome del suo Capitano? No, non avrebbe mai dimenticato ciò che riusciva a trasmettergli una bella e sana partita di Quidditch.

Il Boccino d’Oro, proprio davanti a lui, cercò in tutti i modi di sfuggire alla presa della mano di Harry, ma…anche quella volta il Capitano Potter ce l’aveva fatta! La preziosa pallina vibrava ancora tra le sue mani, ma piano piano si arrese, mentre il cronista della partita, un certo Hubert Longroad del terzo anno di Tassorosso, annunciava la vittoria di Grifondoro. Quello che accadde in seguito Harry non se lo sarebbe mai dimenticato. I suoi compagni di squadra lo circondarono, mentre scendeva a terra e un’ondata giallorossa li travolse. Le urla di gioia dei tifosi era tutto ciò che Harry riusciva a sentire, oltre a qualche pacca sulla schiena e sulla testa.

Poco dopo il preside Silente si fece spazio tra la folla esultante con in mano la Coppa di Quidditch decorata da laccetti gialli e rossi. Accanto a lui c’era la professoressa McGranitt, eccitata come mai prima d’allora.

“Congratulazioni, Harry!” esclamò Silente, consegnandogli la coppa.

“Grazie, signore!”

Detto questo, Harry sollevò la Coppa in alto, sopra la sua testa e la folla esultò nuovamente. La Coppa passò da Harry a tutti gli altri componenti della squadra: ognuno la baciava e l’adorava quasi fosse una divinità. Ma era anche giusto. Ognuno aveva faticato e si era impegnato molto per dare il meglio di sé e vincere la Coppa. Insomma…si prevedeva una lunga notte segnata da festeggiamenti, a cui, probabilmente, anche la McGranitt avrebbe preso parte.

*****

Mentre tutti festeggiavano, Harry si accorse che Hermione non era in sala comune. Eppure gli era sembrato di averla vista alla partita. Così andò da Helen.

“Helen?”

“Oh, Harry, ciao!” lo salutò lei, con un bicchiere di buon punch.

“Ciao! Hai…per caso, hai visto Hermione?”

“Sì, dunque…credo che sia nel nostro dormitorio!”

“Grazie!”

Harry corse immediatamente verso la porta del dormitorio femminile e, quando la raggiunse, bussò.

“Hermione?”

Nessuna risposta.

“Ehm…sono Harry. Vorrei parlarti un minuto!”

Qualche passo…lo scatto della serratura…e, finalmente, ecco Hermione, sempre adorabile con quel suo sguardo dolce, ma insicuro nello stesso tempo.

“Ciao!”

“Ciao, Harry!”

“Posso…posso entrare?” chiese lui, timoroso.

“Certo!” rispose Hermione, lasciandolo entrare.

Harry chiuse la porta dietro di sé, mentre Hermione si sedette sul letto.

“Allora…hai visto la partita?”

“Sì, è ovvio! Sei stato bravissimo!”

Lo sguardo caldo e penetrante di lei, così sfuggente negli ultimi giorni, incrociò quello smeraldino ed intenso di Harry.

“Ah…ascolta. Io voglio essere tuo amico: tu sei stata la prima a dire che dovevamo far finta di niente, ma…non fai che evitarmi. Ti prego, risolviamo questa situazione!”
Hermione riflettè per qualche minuto, poi disse: “Hai ragione! Vuoi sapere perché ti stavo evitando?”

“Beh…sì…”

“Ti ho evitato solo perché pensavo di averti spaventato dopo averti detto quelle cose!” spiegò lei, scrollando le spalle.

Harry sorrise, imbarazzato: “Non è che mi hai spaventato. Solo…non me l’aspettavo!”

A quelle parole, Hermione assunse un’espressione infastidita e si sedette sul letto, incrociando braccia e gambe nel puro stile “hermionesco”.

“Certo, una creatura di Voldemort non può provare amore!” sbottò, senza guardarlo.

Harry si affrettò a raggiungerla e si sedette accanto a lei: “Suvvia, sai che non intendevo questo! Sono molto felice per quello che stai provando perché è ciò che ti rende diversa da Voldemort! E io non me l’aspettavo perché mai e poi mai avrei pensato di far innamorare ben due Hermione!!”

Hermione sorrise, più serena.

“Comunque, se può aiutarti a stare meglio, in questi giorni, ho riflettuto parecchio e ho capito di essermi sbagliata!”

Harry la guardò perplesso: “In che senso?”

“In realtà, credo che il mio non sia amore, ma semplice riconoscenza nei confronti della prima persona che mi abbia trattato con gentilezza e che mi abbia mostrato cosa sia il rispetto! Dopo averti detto ciò, mi sento davvero più sollevata, però troverò finalmente la pace quando tutta questa storia sarà finita, quando sia io che Hermione verremo liberate. Io non dovrò più sottostare agli ordini di qualche mago pazzoide e Hermione tornerà nel suo corpo, alle sue cose e ai suoi cari!”

”Già, tornerà da me…- mormorò Harry, divenendo pensieroso solo per un istante-…allora, adesso è tutto a posto? Intendo, fra di noi…”

“Ma sì, è tutto a posto!”

Harry la abbracciò: “Grazie mille, Hermione!”

“Grazie a te!”

Quando Harry si allontanò da lei, si alzò in piedi e si mise le mani in tasca.

“Posso farti una domanda?” chiese Harry.

“Certo!”

“Com’è andato il test?”

Hermione sorrise: “Bene!”

“E quali sono i risultati?”, domandò Harry, curioso.

“Dunque, vediamo…-disse Hermione, controllando il foglio dei risultati-…50% di compatibilità per la scuola di formazione Auror, 35% per il giornalismo e il 15% per l’insegnamento!”

“Anch’io ho avuto come primo risultato la scuola per Auror!”

“Ah sì? E cos’altro?”

Quidditch e studi burocratici e/o politici!”

“E’ fantastico!”

“Ma…tu come hai fatto a rispondere? Voglio dire…ti sei basata sui tuoi interessi oppure…”

“No, ho provato a capire quali potessero essere gli interessi e le attitudini di Hermione, facendo un intenso e profondo esame dentro di me!”

“In effetti, credo che i risultati riflettano molto bene la personalità di Hermione!”

“Magnifico! Così entrambi frequenterete la scuola per Auror!”

Harry sorrise: “Lo spero! Anche se credo che a Hermione non dispiaccia la carriera giornalistica!”

“Davvero?”

“Sì, perché se ci rifletti bene le caratteristiche che accomunano un Auror e un giornalista sono il coraggio e l’intraprendenza. E Hermione le possiede entrambe!”

“Hai ragione!”

“Adesso è meglio che vada. Sono alquanto stanco!”

“Va bene!”

“Buonanotte, Hermione!”

“Buonanotte!”

Harry le rivolse un sorriso e poi uscì, dirigendosi direttamente verso il suo dormitorio. Sentiva che la stanchezza si stava impossessando lentamente di lui e il suo unico desiderio era quello di coricarsi al più presto. Ron, Seamus, Dean e Neville erano ancora nella sala comune a festeggiare. Così, dopo essersi lavato, Harry indossò il pigiama con la chiara intenzione di andare a dormire. Ma proprio sul suo letto trovò un biglietto.

Di chi poteva essere?

Con mani tremanti per la curiosità, Harry aprì il biglietto e lesse quanto vi era scritto, parole che lo turbarono.

“E’ giunto il momento. Preparati a morire!”

 

 

Oh mio Dio!! Ce l’ho fatta!!! Finalmente sono riuscita a pubblicarlo! Guardate, l’avrei fatto prima se non fossero sorti imprevisti durante l’estate!! Già ho poco tempo, poi sorgono altre preoccupazioni! Vabbè, l’importante è che il capitolo nuovo è online! Ora ne mancano 4! Il prossimo ha un titolo che non mi piace, in quanto è troppo banale! Ma tutta la storia, bene o male, ha titoli banali. Comunque, sarebbe “L’attacco di Lord Voldemort” e avrà una struttura diversa da solito. Devo trascriverlo tutto al computer! Spero di aggiornare più presto. Visto che mi sono ripromessa di finire la storia prima dell’anno prossimo!! Ahahahah!

Ringraziamenti…

Lights: grazie per la recensione. Mi piacerebbe poter usufruire del tuo aiuto, ma, anche se è un lavoro antipatico, lo devo fare io!! Ahahah!! Comunque, spero che il capitolo ti sia piaciuto.

kikka93: grazie per la recensione! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Comunque, per me harry è sempre stato un po’ pazzo! Anzi, lo è di più nella vera saga!!^__^

 

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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