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Autore: Obsessjoe    04/11/2014    3 recensioni
Cosa succederebbe se una ragazza trovasse negli occhi di un ragazzo, affondato nei pregiudizi di tutti gli abitanti della città, guardasse a fondo nella sua vita e scoprisse che non è come tutti pensano?
Harry usa le donne solo per divertimento, dopo essersele portate a letto infatti le abbandona senza rimorso e passa alla prossima "preda"; così vuole fare anche con Paige, che, incuriosita dal fatto che lui ha la fama di essere uno spacciatore di droga e grazie ad una scommessa fatta col suo migliore amico, va a parlargli.
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*Dal quarto capitolo*
«Senti, ti do il mio numero di telefono e se accetti di uscire con me questa sera mi scrivi va bene? Comunque sono Harry Styles.»
Annuii e mi salvò il suo numero sulla rubrica con il nome di "Harry il figo", che mi fece scoppiare a ridergli in faccia.
«A stasera eh, ci conto.»
Mi fece un cenno con la testa e mi superò lasciandomi alle sue spalle, mi girai per osservarlo mentre se ne andava per qualche secondo, ma quanto tempo avevo passato con quel ragazzo? Mi erano sembrati secoli, così guardai l'ora e vidi che erano passati solamente cinque minuti, com'era possibile?
Genere: Dark, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO CINQUE
“Mary Rose pub”


 
 

Mi guardai un'ultima volta allo specchio e andai ad aprire la finestra, per poi buttare sull'erba le scarpe col tacco, sperando che non si rompessero. Salii sul ramo dell'albero poco distante dalla mia camera e scesi lentamente fino ad arrivare per terra, mi sentii una scimmia ma almeno arrivai a terra senza neanche un graffio; indossai le scarpe nere e mi avviai verso il parco di Hollysburry dove Harry -in teoria- mi stava aspettando.
Non ero mai andata in giro nel mio quartiere al buio e mi incuteva un po' di paura, in quanto ogni tre metri c'era un vagabondo oppure un uomo seduto per terra ubriaco,  camminai il più velocemente possibile ed arrivai nel punto di ritrovo in pochi minuti; cercai il cellulare nella tasca della giacca per vedere l'ora e ricordai di averlo lasciato sopra il letto, ormai non potevo tornare indietro e risalire sulla quercia per andare a prenderlo, non avrebbe avuto senso e avrei perso tempo, così mi sedetti su una panchina e poco dopo arrivò il riccio, vestito come quel pomeriggio ma -ovviamente-  senza occhiali da sole.
«Buonasera signorina.»
Mi fece l'occhiolino e sorrisi, mi porse la mano e mi alzai lentamente, speravo di non fare troppe figuracce quella sera, considerando la mia goffaggine come minimo sarei caduta rovinosamente al suolo.
«In che locale andiamo?»
«Ad una discoteca a venti chilometri da qui.»
Non seppi cosa rispondere e rimasi in silenzio, seguendolo fino alla sua  moto. Mi porse un casco rosa e risi leggermente non capendo come facesse ad avere una cosa così infantile essendo un ragazzo all'apparenza duro.
«Perché ridi tanto?»
«Come mai hai un casco rosa di Hello Kitty?»
Mi guardò malissimo e scosse la testa.
«É di mia sorella.»
Usò un tono serio e cupo, completamente diverso da quello che aveva usato fino a quel momento. Mi guardò dalla testa ai piedi e scoppiò a ridere, rimasi perplessa dal suo cambio repentino di umore e nella mia mente lo paragonai ad una donna in menopausa.
«Ma come ti sei vestita? Andiamo in una discoteca, non ad una festa di gala.»
Arrossai e borbottai qualcosa di incomprensibile, non ero mai andata in una discoteca: sapevo che si ballava, che c'era la musica a palla e si bevevano drink e alcolici ma non mi ero mai posta il problema di come ci si vestisse in diciassette anni di vita. 
«Non sei mai andata a ballare?»
Feci un segno negativo con la testa e  abbassai lo sguardo sulle scarpe col tacco nere che mi avrebbero provocato delle vesciche enormi e dolorose sulle caviglie.
«Dai non importa, dopo rimediamo.»
Mi fece l'occhiolino e batté la mano sul sedile della moto così mi sedetti e ringraziai il cielo il fatto di aver messo dei pantaloncini corti neri sotto al vestito. Indossai il casco e mi aggrappai ai suoi fianchi imbarazzata, fortunatamente non poteva vedere in che condizioni erano le mie guance.
«Tieniti forte.»
Partimmo con un rombo del motore e mi strinsi a lui per non cadere, andammo veramente veloci ed ebbi paura di fare un incidente per tutto il tragitto, cosa che fortunatamente non successe. Dopo un quarto d'ora arrivammo davanti ad un locale con un insegna a led rosa con su scritto 'Mary Rose Pub' contornato da due palme, anch'esse luminose. Davanti all'entrata c'era un uomo enorme, un vero e proprio muro e davanti a lui una fila di persone aspettava di poter passare per la corda rossa che li separava dall'entrata.
Scendemmo dalla moto e ci togliemmo il casco, mi sistemai il vestito che si era alzato leggermente mentre il ricco si passò una mano tra i capelli lunghi quasi fino alle spalle per poi avvicinarsi a me e togliermi il fiocco rosa dai capelli, che mise nel bauletto sotto la sella dove aveva riposto anche i nostri caschi.
«Ora sembri meno una santarellina.»
Gli feci la linguaccia e si mise a ridere; non capivo come riuscivo ad essere così me stessa nonostante non lo conoscessi affatto, persino con Niall ci avevo messo un paio di giorni ad aprirmi completamente.
Ci avvicinammo al buttafuori che salutò Harry non appena lo vide e gli batté la mano sulla spalla in modo amichevole.
«Hei, Styles, come va la vita?»
«Ciao Frank, tutto bene, ti presento Paige, una mia amica.»
Mi porse la mano e gliela strinsi esitante mentre mi sorrideva, la sua presa non era forte come pensavo e  sembrava addirittura simpatico.
«Hai risolto quei problemi alla fine?»
Il riccio annuì velocemente e mi guardò un instante consapevole che mi stavo chiedendo di quali problemi Frank stesse parlando.
«Ehm...ci lasci entrare vero? Sai, lei non é mai venuta qui e devo riaccompagnarla a casa piuttosto presto.»
«Oh certo, divertitevi!»
Aprì la corda e ci fece passare, mi sentii in colpa con tutte le persone che stavano aspettando chissà da quanto ma Harry mi trascinò dentro e rimasi sconvolta dalla massa di gente che c'era in un luogo all'apparenza così piccolo: la maggior parte di loro era nel centro della sala e stava "ballando" strisciandosi contro il loro compagno, che molto probabilmente si sarebbero scopati nel bagno o nel retro del locale. Realizzai che in effetti ero ridicola in confronto a tutte le ragazze presenti, che indossavano dei vestitini aderenti e succinti, che lasciavano scoperto mezzo seno e ad ogni movimento facevano intravedere le mutande; in ogni caso non mi sarei mai vestita come loro quindi in un certo senso preferivo avere un abito normale e non corto o scollato come il loro.
«Tutto ok?»
Harold si accorse che ero distratta e mi guardò preoccupato, forse pensava che mi mancasse l'aria.
«Si si, stavo solo...guardando, che facciamo?»
«Andiamo a ballare?»
Annuii e mi portò nel mezzo della pista, la musica era assordante e tutta la gente urlava per potersi sentire a venti centimetri di distanza. Non sapevo cosa fare e come muovermi, guardavo le altre che si divertivano in cerca di qualcuno di normale da poter imitare ma tutte si muovevano sensualmente contro un ragazzo e non volevo farlo con Harry, anche se sapevo che non mi avrebbe di sicuro rifiutata.
«Hai intenzione di fissare gli altri per tutta la sera? In teoria bisognerebbe ballare lo sai?»
Si mise a ridere e feci lo stesso;  mi mise una mano sul fianco e mi avvicinò a lui, mi sentii avvampare ed arrossii. Pensai di non aver mai provato così tanto imbarazzo in una sola sera in vita mia, di solito ero molto più estroversa.
Mi mollò e si mise a ballare in un modo ridicolo, con dei passi che non avevo mai visto in vita mia e che mi fecero piegare in due dalle risate: non ero mai andata in una discoteca ma ballavo di certo meglio di lui, che sembrava avere uno scoiattolo nei pantaloni. Iniziai anche io a muovermi a tempo di musica mentre lui continuava il suo "ballo" da scimmia epilettica; non seppi quanto tempo rimanemmo così ma ad un certo punto decidemmo di andare a prendere da bere per dissetarci. Attraversammo di nuovo la sala e arrivammo ad un bancone rosso con degli sgabelli alti dello stesso colore in cui ci sedemmo, i piedi mi facevano malissimo e non avevo idea di che ore erano ma speravo che mia madre non si fosse accorta che mancavo, mi avrebbe messo in punizione per la vita.
«Cosa prendi da bere? Io un bloody mary.»
Lo guardai non sapendo cosa rispondere, non bevevo alcolici e dietro al barista che aspettava la mia ordinazione vedevo solo bottiglie piene di drink.
«Io...una Coca Cola grazie.»
Harry scoppiò a ridere ed il barista mi guardò malissimo, mi sentii una perfetta sfigata e tutta la gente seduta al bancone probabilmente mi prese per pazza.
«Certo che sei strana eh.»
Dopo aver bevuto uscimmo dalla discoteca, salutammo Frank e ci fermammo davanti alla moto; non sapevo cosa dire, avevo mille domande che mi ronzavano in testa e provavo contemporaneamente diversi sentimenti, consideravo che la serata fosse andata bene tutto sommato e mi ero divertita, ma allo stesso tempo ero intimorita dal fatto di cosa sarebbe successo da quel momento. Volevo chiedergli come mai mi aveva chiesto di uscire, se era veramente un criminale, quali erano i problemi di cui parlava il Muro, se saremmo usciti di nuovo e se si era divertito come me ma ne uscii solo con un "Beh".
«Dove la porto principessa?»
Non sapevo se dirgli di lasciarmi dove ci eravamo incontrati o dirgli la via di casa mia ma optai per la seconda, non volevo camminare da sola in piena notte in mezzo a drogati e ubriaconi.
Nella strada del ritorno corse più veloce dell'andata, senza nemmeno rispettare semafori e stop, capivo che non c'erano auto in giro ma mi sembrava eccessivo, arrivammo dopo solo dieci minuti e scesi dalla moto davanti al vialetto di casa mia con la pelle d'oca per la paura.
«Visto che trasgredire ogni tanto fa bene?»
«Se mia mamma si é accorta che non ci sono morta.»
«Se ti caccia vieni a vivere da me.»
Mi fece l'occhiolino e mi misi a ridere dallo squallore del suo modo di flirtare.
«Ehm...io devo andare, sono stanca, buonanotte Harry.»
«Aspetta, ci rivediamo vero? Non dirmi che non ti sei divertita questa sera.»
«Si ma…è complicato.»
«Sei tu che vuoi rendere le cose complicate, sembra che ti abbia fatto un torto senza nemmeno conoscerti dalla freddezza che hai.»
Prima che potessi ribadire partì e in pochi secondi lo persi dalla vista, volevo dirgli che chiunque si sarebbe comportato come avevo fatto io se avesse saputo che lui era un delinquente e drogato. Andai nel retro della villetta e mi arrampicai sull’albero fino ad entrare dalla finestra di camera mia, cercando di fare meno rumore possibile: la porta era ancora chiusa, segno che mia madre non era entrata, visto che l’avrebbe lasciata sicuramente aperta.
Quando andai a dormire ripensai alla pazzia che avevo fatto ma soprattutto al divertimento che avevo provato.
 
 

 
 


#SPAZIO AUTRICE

Okay potete uccidermi, sono quasi due mesi che non aggiorno e me ne esco con questo schifo di capitolo. Con l’inizio della scuola il mio tempo libero si è dimezzato e la voglia di scrivere pure, ma da una settimana ho ritrovato l’ispirazione –più a meno- e ne è uscito questo.
Spero vi piaccia, il primo appuntamento tra Paige e Harry è abbastanza importante e lei si diverte ma allo stesso tempo ha paura che lui le chieda di uscire ancora o che sia uscita con lei solo per interessi, per poi nuocerle del male. Il capitolo si conclude con una frase fredda anche da parte di Styles, il quale capisce che lei ha qualcosa che non va con lui; ho voluto scriverlo tutto dal punto di vista di Paige, per sottolineare le sue emozioni.
Dopo questo spazio autrice chilometrico, mi dileguo dicendo che ora ho dei “buchi” ogni giorno in cui posso scrivere e di sicuro aggiornerò presto.
Baci, Obsessjoe.
   
 
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