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Autore: AnneLVaughan    05/11/2014    0 recensioni
La breve storia di Camelia. Dal prologo: "La sua mente la portava indietro con i ricordi, fino ad arrivare a quando tutto era iniziato. Ripercorreva tutto, e poi si fermava al nulla. Non capiva perché. Perchè era capitato proprio a lei? Non voleva questa, non aveva mai fatto del male a nessuno. Ma quello che non sapeva, era che tutto stava cambiando. E presto non sarebbe più stata cosciente delle proprie azioni. "
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

 

Quel giorno Cami si era svegliata presto. Aveva fatto una doccia e indossato il suo vestito preferito.
Si era affrettata a scendere per fare colazione.
I suoi genitori, Meredith e Carl Hensley, la guardarono come mai avevano fatto prima.
“Cara, è tutto a posto?” le chiese sua madre.
Cami le rispose con un sorriso largo in viso e si precipitò ad abbracciarla.
“Oggi è un gran giorno” le aveva sussurrato all'orecchio. Poi si era precipitata alla porta d'ingresso per uscire.
 

Il vento primaverile faceva ondeggiare i suoi capelli color camomilla, e per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva bene.
Oggi è il gran giorno, si ripeteva.
Da quando aveva iniziato la scuola superiore, non aveva trovato mai un attimo di pace.
Ricordava perfettamente di quando Bethany Collins le aveva messo della tempera verde nella doccia durante l'ora di educazione fisica, e di come tutti ridevano. Ricordava anche quella volta che Jeremy Sharp le aveva dato un bacio, il suo primo bacio, e subito dopo aveva scoperto che l'aveva fatto per scommessa.
Chi se la piglia, quella!
Le parole le erano arrivate così velocemente nella testa che si arrestò per un secondo.
Doveva restare calma, non doveva sfidare il buonsenso, e tutto sarebbe andato alla grande.
Si concentrò su come tutto era iniziato.
Era triste, molto triste.
Era andata da sua nonna. Lei era una donna molto in gamba.
“Nonna, perché ce l'hanno tutti con me?” le aveva chiesto.
“Non ti capiscono, tesoro mio. Non sanno” aveva risposto.
E poi le aveva mostrato quel libro. Il libro che aveva cambiato la sua prospettiva. Le aveva annebbiato la mente e l'aveva inebriata.
Aveva studiato quel libro da capo a fondo, non sapeva neanche lei che cosa cercare esattamente. E si era allenata, giorno e notte.
Adesso era brava. Avrebbe fatto vedere a quella massa di idioti cosa era capace di fare.
 

L'ingresso della scuola era deserto. Cami guardò l'orologio e si accorse di essere in ritardo.
Corse per arrivare in classe, e quando aprì la porta la guardarono sorpresi. Tutti la stavano guardando. Si levò qualche risatina dal fondo della classe.
“Signorina Hensley, spero ci sia un buon motivo per il suo ritardo” chiese il signor Harvey, il professore di chimica.
“Ho perso il pullman, professore” disse solamente, e andò a sedersi nell'unico banco vuoto della classe.
La lezione procedette silenziosamente.
In realtà Cami era sorpresa che nessuno le avesse ancora fatto nulla.
“Che bel vestitino, ti viene a prendere il tuo fidanzato?” Charlie Baker la bloccò all'uscita della classe.
“Lasciami stare, succhiacazzi” rispose lei.
Succhiacazzi? Da dove aveva sentito quella parola? Non si era neanche resa conto di averla detta. Sotto lo sguardo sconvolto di Charlie e del suo gruppo se ne andò via.
 

Si ritrovò a sorridere mentre ripensava a quella scena in mensa.
“Ti sei messa a sfogliare il dizionario ieri?” le giunse il tono canzonatorio di Betsy Williams. Si girò per guardarla e le sorrise.
“Io cerco, tu applichi, sorella!” rispose.
Sul volto di Cami si dipinse un'espressione stupita. Non le aveva pensate lei, quelle parole. Da dove erano uscite?
La cosa positiva era che aveva zittito quella vipera.
 

Durante il cambio dell'ora la testa le pulsava da morire. Si diresse al bagno, e si guardò allo specchio.
Aveva delle occhiaie tremende e il vestito le appariva sciupato e di un colore non definibile. Era pallida in volto, e le iridi dei suoi occhi erano contornate di... rosso?
Oh mio Dio, sto morendo.
“Non stai morendo, piccola Camelia”
Come? Chi sei? Non c'è nessuno qui.
“Io sono un ospite”
Un ospite? Cosa stai dicendo? Non ti vedo!
“Sono dentro la tua testa, mia piccola bambina”
Sto impazzendo, sto impazzendo.
“Sei tu che mi hai chiamato, ricordi?”
No, no, no!
“Li uccideremo. Tutti quanti”
NO!
Tirò un pugno allo specchio. La mano insanguinata le pulsava e il sangue continuava a scorrere. Scappò via tenendosi con le mani la testa che le faceva ancora più male. Poi tutto fu nero.
 

Si risvegliò in infermeria.
“Camelia, sei tutta intera?” era la signorina Cardenas, l'infermiera della scuola.
Annuì lievemente con la testa.
“Devi essere caduta e hai rotto lo specchio del bagno. Poi sei svenuta in corridoio. Come ti senti adesso?” continuò la donna.
“Meglio” rispose sinceramente lei.
“Tua madre sta venendo a prenderti, sarà qui a minuti. Ti preparo lo zaino”.
Mentre la signorina Cardenas si allontanava, Cami sbirciò al di sopra di lei. Vide un grande specchio. All'inizio non capì subito, ma poi vide una figura scura, con gli occhi brillanti accanto a lei. Le sorrideva. Si mosse impercettibilmente e si ritrovò di fianco all'infermiera.
La figura guardò prima Cami, che stava tremando, e poi indicò la donna.
Nella sua mente, fiumi di sangue straripavano, vedeva la signorina Cardenas mutilata in mille modi, il suo corpo mutilato, figure che si muovevano su e giù sopra di lei, in modo ritmico.
Era così vivido, reale, che la ragazza lanciò un grido.
Mentre la signorina si avvicinava per controllare che tutto fosse a posto, Cami vide ancora una volta la figura scura. La guardava con occhi rabbiosi, poi sorrise. Il sorriso più maligno che Cami avesse mai visto.
“Ho sentito un grido, Cami stai bene?” era la voce della mamma, e lei si sentì più tranquilla che mai.







Angolo dell'autrice
Ecco questo prima capitolo. Cosa ne pensate? Devo dire la verità, volevo scrivere una storia ben diversa, ma mentre scrivevo le dita hanno preso il sopravvento sulla mente e sono andate da sole, scrivendo quello che volevano loro.
Penso che si sia già capito tutto, ma comunque continuerò ad andare avanti. Magari succederà qualcosa di inaspettato, chi lo sa?
Ci terrei veramente tanto a sentire i vostri pareri, ma anche i lettori silenziosi vanno bene! Buona giornata a tutti quanti, un bacio!

 

   
 
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