Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: UiHamayu    05/11/2014    1 recensioni
Avete presente quando uno di quei sassolini fastidiosi vi si incastrano nelle fessure sotto la suola della scarpa?
"A furia di passare tempo con Marco avevo imparato a conoscerlo meglio, e lui aveva fatto lo stesso con me, 'riusciamo ad intenderci con una sola occhiata', conoscevo le sue abitudini, molto di lui, se avessi avuto un minimo di talento artistico avrei potuto disegnarlo qui su due piedi, ad occhi chiusi, semplicemente ricordandolo."
(art's by Gidan- Kuroki ; http://gidankuroki.tumblr.com/ )
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Marco, so che questo non è l'inizio più indicato per un SMS, ma lascia che ti spieghi, davvero, non sono pazzo! O meglio forse si, ma”
 

'Jean, cosa.cazzo.stai.scrivendo?' cancello tutto e mi concentro nuovamente
 

“Sai, meraviglioso Marco, sei il primo che mi attrae così tanto e non fisicamente, cioè, non sto dicendo che sei brutto, anzi, hai proprio un bel culo, almeno quanto quello di Mikasa, ma”

'No no no no! Poi penserà che io sia un maniaco, non va affatto bene.. anche se ha davvero un bel culo.' mentre cancello mi ritrovo qualche goccia di sangue sullo schermo del telefono 'cazzo, era da quando ho smesso di sfogliare riviste erotiche da ragazzino che non mi usciva sangue dal naso' arrossendo dopo essermi reso conto dell'entità dei fatti mi volto e prendo a pulire prima il mio naso, tamponandolo, e poi lo schermo, con un fazzoletto di carta che avevo, compagno solo della sua stessa confezione, di qualche penna e matita e un quaderno all'interno dello zaino.
Tiro un profondo respiro e torno a guardare, con una carota di carta nella narice destra, lo schermo del mio telefono. 'Sono buttato qui da un bel pezzo oramai, comincia a rinfrescare'. Subito dopo aver pensato ciò un'espressione di sgomento compare sul mio volto.

“voglioso Marco rmottre sì£% bel culo, almeno nt quello di Mikasa”
Messaggio inviato alle 18:30, 20 Giugno 20XX

Restai qualche minuto a “contemplare” il tutto.
'E' uno scherzo vero? Non ho inviato davvero un messaggio del genere, no?'

Cominciai ad avere degli scatti di risa pressocchè isteriche.

'Non ci credo, davvero, non voglio crederci'

Una voce femminile mi chiamava da fuori il cancelletto del giardino, torno a guardare avanti a me e trovo mia madre con un'espressione stanca e preoccupata in volto
'Jeanbo, cosa ci fai qui a borbottare tutto da solo? Comincia a fare fresco e hai solo una canotta addosso, anche se è praticamente estate devi mantenerti sano..' commenta dirigendosi successivamente alla porta d'ingresso dopo un lungo sospiro poggiando poi le buste e accingendosi a trovare le chiavi. Mi alzo e la raggiungo trascinandomi dietro lo zaino semi-vuoto per poi prendere le chiavi dalla tasca dei miei pantaloni a fantasia militare ma grigi.

-Lascia, faccio io- apro la porta, prendo le buste e le porto in cucina
-E da quand'è che ti preoccupi tanto che io non mi affatichi? Vuoi per caso comprato qualcosa o robe del genere?- con tono in qualche modo divertito ma comunque di rimprovero, insomma, il tono di una madre che ha la pretesa ma anche un po' la coscienza di conoscere davvero bene il proprio figlio 'o almeno la sua scorza'
-No, niente di simile- mi volto sorridendo, almeno con le labbra per poi passarle vicino, carezzarle una guancia con la mano sinistra, darle un bacio sulla fronte e infine dirigermi in camera mia sospirando. Lì metto lo zaino in un angolo per poi stendermi sul letto a pancia all'insù incrociando le braccia sul mio stomaco, dopo qualche minuto tolgo la carta intrisa di sangue oramai secco dal naso per poi farle fare canestro nel cesto della spazzatura di fianco alla disordinata scrivania. Sospiro nuovamente. Chiudo gli occhi. Mi appisolo.

Sento improvvisamente il telefono squillare sulla melodia di 'Give me love' di Ed Sheeran, ci metto un po' a realizzare cosa stia accadendo, infondo è così che ci si ritrova da appena svegli.
'A parte che mi chiedo da quando ho una canzone del genere sul telefono e perchè poi come suoneria, mi manca la mia LIAR.. ah, giusto, Marco..' intanto concentro gli occhi sullo schermo del telefono, appena recuperato grazie ad una attenta ricerca del mio palmo '”Marco”, si è lui che mi ha passato la canzone mettendola come suoneria al mio telefono “Marco” MARCO MI STA CHIAMANDO AL TELEFONO'

-Oh cazzo!- sussulto involontariamente facendo fare qualche capriola in aria al mio cellulare per poi riafferrarlo saldamente e rispondere prima che parta la segreteria dall'altra parte e prima di poter pensare a cosa dover dire e a come dover giustificare il messaggio inviato poco prima.
-M-M-M-M-Marco! Buonasera! Cioè..! Ciao, si, ecco, ciao uhm..-
-Jean, ti senti bene?- con un tono dolce e preoccupato
-S-si, certo, ma ti pare, infondo ci siamo visti nemmeno una cinquina d'ore fa!Ahahah ah..-
-Ecco, va bene se lo dici tu- sono certo che stia sorridendo, Dio quanto vorrei vederlo 'in effetti però sono passate davvero poche ore da quando non ci vediamo, quello che dico a lui dovrebbe essere ciò di cui dovrei riuscire a convincere me stesso'
-Mi è.. arrivato un mess- volevo dire, SMS, sì, (è così che si dice, no Jean?) beh, insomma, non ho capito bene ciò che intendevi..scusa!-
-E' così che si dice, sì, ad ogni modo non devi preoccuparti, voglio dire, insomma- 'cosa? Cosa voglio dire? Stavo cercando una scusa per vederti quando mi sono messo a pensare al tuo culo di marmo e mi è uscito sangue dal naso, sangue che ha macchiato lo schermo del cellulare incasinando un messaggio da maniaco sessuale? Che mi sono innamorato di te ma non sono capace nemmeno di flirtare via telefono probabilmente per paura di perderti? No, non mi sembra il caso' -beh, insomma, ho.. mi è caduto il cellulare e nel riprenderlo si è inviato quello strano messaggio, ehm- 'Sei un genio, Jean, un vero genio' complimentandomi interiormente con me stesso, simulo una stretta di mano piena di orgoglio davanti lo specchio attendendo con un'ansia nascosta che il mio “prezioso amico” risponda
-Oh, c-capito, menomale, cioè, mi spiace che il tuo telefono abbia rischiato di restarci secco, intendo.. v-volevi dirmi qualcosa riguardo Mikasa?-
-N-no, niente del genere ecco, insomma- 'E ora cosa dovrei inventarmi?'
-Mh?-
-Ecco, ti va di ,uhm, vederci qualche giorno di questi?- 'Oddio, ora penserà che mi accollo, aah, quanto sono stupido!' tirandomi una botta alla nuca
-Certamente! Sai, già stavo pensando a come avrei potuto passare l'estate senza di te essendo così abituato ad averti intorno!-

-A-ah si?- avvampo
-Si! Sai, Jean qua, Jean là, stai sempre attorno ai miei pensieri quindi non riuscivo a pensare ad altro se non al fatto che avevo bisogno di vederci durante le vacanze, ovviamente solo se questo non è un disturbo per te, cioè, sono così invadente, scusami!-
-M-ma che dici?!- 'Ovvio che no'
-S-scusa, sapevo sarei sembrato invadente, se non indecente..-
-Eh?-
-Nel senso.. allora.. ci si rivede a scuola..?- 'EH?'
-MARCO-
-Si?- Fa con tono sconfortato
-Domani-
-Domani?-
-Alla stazione dei treni-
-I-incontrarci intendi per caso?- con un tono speranzoso in maniera assolutamente poco antisgamo
-Ce-certo che sei scemo, si, domani, alle sette del mattino alla stazione, ok?-

-Si, ci sarò!-
-Bene- con tono dolce non adatto al mio personaggio
-A domani allora!-
-Si- apro la bocca per poi richiuderla ripetendo queste azioni più volte, riattacco
'Wow'

E' passata la notte e, come mi aspettavo sin da quando gli ho chiesto di uscire, non sono riuscito a chiudere occhio.

'Posso considerarlo il nostro primo appuntamento infondo, no?' rifletto arrossendo.
E per di più è dalle cinque che sono sul luogo dell'appuntamento a far compagnia ai barboni. 'Al mattino fa comunque freddo' penso stringendomi tra le spalle lasciate nude dalla mia canotta dall'aspetto lercio 'forse, anche se è la mia preferita e il mio portafortuna, avrei dovuto mettere qualcosa di più adatto al cotesto, in realtà sarei ancora in tempo a tornare a casa a cambiarmi.. no, ho il mio orgoglio da uomo'.
Manca ancora un'ora buona al suo arrivo. 'Chissà come sarà vestito lui'.
'E che diamine, sembrano proprio i pensieri di una ragazza in quei fumetti tutti rose e fiori pieni di sbriluccichii' mi strofino l'indice e il medio di entrambe le mani alle tempie tentando di sciogliere i nervi.
Continuo a guardarmi attorno con occhi arrossati dal sonno e contornati dallo scuro delle occhiaie, sbadigliando di tanto in tanto; la figura di Marco in lontananza, sembra un miraggio, deve proprio esserlo 'anzi, no, sarebbe proprio da lui presentarsi un'ora prima ad un appuntmento, che scemo' sorrido sbadatamente, al suo seguito una figura scura e poco definita si avvicina a grande velocità superando in un soffio l'uomo dei miei sogni, seguito da una ragazza, anche lei di corsa, bionda e di una statura e fisico poco imponenti.
-Fermati! Fermati!- continua a gridare, mi alzo, o meglio stacco dallo schienale della panca sulla quale ero poggiato e fermo la ragazza, aspetta, no, il ragazzo per un braccio.
-Armin!?- esclamo in tono interrogativo come a chiedere spiegazioni
-Ah! Jean! Ti prego, quell'uomo ha rubato il cibo al mio nonno, lasciami andare, devo fermarlo!- strilla continuando, affannato, a guardare quella figura scura ogni secondo più lontana

-Ma se tu non riesci neanche a tenere a bada il cane di testa di cazzo Eren, come pretendi di fermare quello?- guardandolo in un misto di indifferenza e rabbia e preoccupazione per la sua condizione presente e del relativamente rasente avvenire -E poi quello che ti ostini a chiamare nonno, meglio conosciuto come barbone del binario nove, non può fare di nuovo “la spesa”?-
-Jean! Non ho tempo di darti spiegazioni ora: devo riuscire a fermarlo!- mi guarda con uno sguardo deciso seppure le lacrime continuavano a rigargli il volto 'deve essere una cosa davvero importante per lui se è disposto a rischiare tanto in prima persona'
-Ah, va bene, ti darò una mano-
-Posso farcela da solo!-
-Non dire stronzate, torna da tuo nonno, farò in fretta, ok?- lo guardo con un breve sorriso alquanto forzato per poi concentrarmi subito dopo sull'inseguimento 'mi mancava questo tipo di divertimento, questa adrenalina, è da un po' che non posso divertirmi così' e senza pensare ad altro mi lancio alla rincorsa del soggetto sospetto.
-Ehy tu, ti sei messo contro la persona sbagliata!-

Si ferma d'un tratto praticamente sgommando, dal suo profilo in parte coperto ho potuto scorgere solo un ghigno non proprio amichevole

-E tu, ragazzino, cos'è che vorresti fare? Essere l'eroe della stazione? Per quel ragazzo? Che sei, frocio? Oppure ti piacciono i vecchi?-

-Non dica stronzate e mi ridia ciò che ha preso all'anziano

-Assolutamente- continuando con un tono ricco di sarcasmo

-Le persone come lei sono quelle che mi fanno incazzare di più- faccio schioccare le nocche delle dita e poi il collo
-Che c'è, non hai mai fatto qualcosa semplicemente perchè ti andava?-
-Cosa sta dicendo?!-
-Chi è il vero nemico qui? Le calamità naturali o..- lo interrompo
-Mi fa davvero incazzare!-
-Non importa quanto io possa infastidirti..- mi lancio contro di lui pronto a sferrare un calcio all'altezza dello stomaco
-Mi ridia ciò che ha preso!- mi afferra per la gamba lanciandomi verso un palo di ferro qualche metro distante, la mia schiena dolorante nella sua interezza
-..il mondo va così, è il più forte a vincere- un gatto coraggioso o estremamente ingenuo decide di passare proprio in quel momento di fianco a noi, forse pensando sia il momento giusto, gestendo a distanza dai suoi cuccioli, li fa camminare avanti in fretta attendendo che l'uomo vestito di nero distolga lo sguardo da loro.
Quest'ultimo prende la mamma gatto per la collotta e poi torna a guardarmi -vedi questo gatto?- dice carezzandogli il muso
-Lo lasci!- mi guarda per poi voltarsi dalla parte opposta
-E' sempre il più forte, o il più furbo a vincere, questa è una lezione che bisogna imparare con le buone o con le cattive- dei versi atroci dall'altra parte 'quel povero gatto, come diavolo fa a fare tutto questo senza una minima variazione nell'espressione? E poi.. cosa dovrei fare ora? No, aspetta, quel gatto è la mia occasione per..' mi lancio contro l'uomo prendendo in mano un ferro arruginito dalle macerie dei lavori di ristrutturazione della vecchia stazione, il tempo di raggiungerlo che quello si volta, ancora sorridendo, con uno scatto; una fitta al fianco sinistro, vi metto la mano accasciandomi, del sangue, molto sangue, perdo i sensi: da quel momento non ricordo niente se non l'aver sfruttato quella bestia per un mio tornaconto personale, la coscienza che sulla terra esistono persone così immotivatamente crudeli e il desiderio di rivedere il “mio” Marco, quel ragazzo tanto bello e gentile che, ahimè, si era ritrovato ad assistere a una scena simile.

'Scusatemi'


Un nuovo risveglio. Ancora una volta uno strazio di risveglio. Uno strano calore e peso sulle gambe, quando però provo ad alzarmi un forte dolore all'addome mi spinge a restare steso
-Ac..cqua- riesco a farfugliare con la bocca impastata e un filo di voce, cercando di attirare l'attenzione della persona addormentata col busto ai piedi del mio letto

-Ah, Jean.. ti sei svegliato!- quegli occhi pieni di lacrime e quell'espressione profondamente e sinceramente dispiaciuta da bimbo appena sveglio sono a dir poco inconfondibili
-Ma..co- mi si butta praticamente al collo stringendomi, facendo comunque attenzione a non farmi male 'è sempre lo stesso'
-Jean! Jean! Jean! Ero così preoccupato!- 'Non fare così, Marco, oppure non riuscirò a trattenere le mie di lacrime'
-E-ehy, bello, tranquillo, sto bene- 'una piccola bugia non ha mai fatto male a nessuno'
-N-non è vero! E pensare che è tutta colpa mia, Jean, eppure adesso sono così felice, temevo avresti potuto smettere di respirare da un momento all'altro! Jean! Jean!- continua a ripetere il mio nome
-Marco così..- continuo a sussurrare con la poca voce che riesco a portare fuori dal corpo -..così..- 'troppo tardi' penso; inizio a singhiozzare come un lattante che non può ottenere un giocattolo dopo averlo desiderato per molto tempo e avendolo addirittura visto a pochi centimetri da se, tra le mani del proprio fratellino -Marco..- lo stringo piano con le poche forze che ho in corpo.

Quella stretta vigorosa che non mi aveva mai avvolto prima ora mi riempie prendendo tutto lo spazio rimasto vuoto a causa delle lacrime, che non accennano a smettere di scendere o di aumentare.

Spazio d'autrice

E quindif inalmente sono riuscita a scrivere e pubblicare quest'altro capitolo, vorrei dire cose come 'la storia si avvia alla conclusione' E INVECE
Comuqnue, ringrazio chi mi segue comuqnue nonostante l'assoluta indecenza dei primi capitoli //fin troppo brevi, non che questi ultimi siano tanto meglio// e l'infinità di tempo che intercorre tra la pubblicazione di un capitolo ed un altro, giuro che mi impegno a non metterci molto, ma a quanto pare non riesco molto bene eee già-
Ad ogni modo boh, davvero, spero possiate gradire e magari se lasciaste una recensione ve ne sarei molto grata ;u;)/
E quindi nulla, grazie ancora e spero di "risentirci" presto ;u; <3

  
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