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Autore: Alexis Cage    05/11/2014    0 recensioni
Ho riscritto la realtà. Anzi, così sminuisco quello che ho fatto: ho salvato il culo a tutto il mondo.
Ora penso di poter tranquillizzarmi, no? Insomma, ho degli amici, dei veri amici, una famiglia che mi vuole bene e, soprattutto, ho ritrovato quel rincoglionito di Evan.
Ma c'è di meglio: i poteri non esistono più. Posso fare la mia tranquillissima vita di merda, finalmente.
E invece...no. Perchè, a quanto pare, ci sono persone capaci di rovinarmi la vita all'infinito, anche dopo la morte...o anche da luoghi molto, molto lontani.
Del resto, non ci sono confini alla mia sfiga. Ormai l'ho capito.
E stavolta non riesco a non chiedermelo: sarò capace di rimettere tutto a posto...di nuovo?
PS AUTRICE: questa è la continuazione della storia (conclusa) "Il diario di una reclusa"...quindi consiglio ai pochi folli che pensano di leggere questa storia di farsi prima un giro nell'altra, o capirete ben poco
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Diari di gente altamente normale'
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Arriviamo, dopo l'interminabile scalata delle scale, a uno dei piani alti tra i più alti che io abbia mai visto. Sul serio, siamo alla vetta del mondo. E chi si ritrova senza fiato, prossima ad un infarto alla tenera età di diciassette anni?

Nella stanza dove entriamo c'è un tavolo con sopra un foglio bianco, sottile e con, disegnata sopra, una piantina di un edificio. Tutto attorno a esso ci sono losche figure, appoggiate al tavolo con palese fare cospiratorio. Come se la situazione non fosse già così inquietante da sola.

Allora, ci saranno una decina di persone, quattro delle quali sono i capi (Catchy, Witty e gli altri due che chemmenefrega). Gli altri, ovviamente, non li ho mai visti.

-Bene. Finalmente.- ci accoglie Witness con la sua aria affabile. Io gli sorrido leggermente, giusto per dare segni di vita, poi mi sistemo con le mie guardie del corpo (Evan&Adrian&RobertNicolson) in uno spazietto del tavolo.

-Come va?- non riesco a non dire. Sì, perchè devo ricordare loro anche che sono un'adolescente frustrata e stupida e che fa domande fuori luogo. Ovvio.

-Stavamo discutendo del piano d'azione.- risponde pazientemente Witness, prossimo alla santificazione. Poi fa un cenno a Catchlyt, che apre la bocca per dire qualcosa...ma Evan lo interrompe sul nascere:

-Cosa sarebbe, questa? La planimetria della base di Nathan?-

-Sì.- risponde subito un altro dei presenti. Non l'ho mai visto, ma penso sia legato in qualche modo alla piantina perchè adesso ha un'espressione parecchio offesa.

Ah, l'anima umana. Anche in situazioni disperate si offende come una ragazzina viziata.

-Perchè?- interviene uno degli altri presenti. E questo lo riconosco: l'ho esaminato io a colazione.

Quindi qua ci sono tutti i membri della spedizione. Magnifico.

-Perchè fa schifo. Sarà dell'anno scorso, è vecchia.-

-Non sei un po' troppo critico?- nota Witness. Evan lo guarda per qualche istante e risponde con un secco:

-No.-

-Sono morte delle persone per prendere questo foglio.- interviene il tizio legato sentimentalmente alla piantina. Evan sposta gli occhi su di lui e fa per replicare qualcosa (che probabilmente trasuda cattiveria), quando Robert Nicolson dice, a sorpresa:

-E ne moriranno altre se non lo ascolteremo.-

-Ha ragione.- aggiunge, con mio sgomento...Catchlyt.

Sì. Catchlyt.

-Allora...- ricomincia Witness. Guarda per qualche istante Evan, poi gli chiede:

-Come hanno cambiato la base in questo anno?-

-Nathan cambia continuamente le entrate e i passaggi segreti. Sa che i ribelli passerebbero di lì, se volessero batterlo...-

-Ne parli come se fossimo noi ribelli i cattivi.-

Ci voltiamo contemporaneamente verso chi ha parlato. Con mio sommo dispiacere, trovo una persona che non avrei voluto vedere mai più.

-Sai come stanno le cose, Matt. È dalla nostra parte adesso.- dice Witness il Santo allo stronzo...cioè, a Von Coulsen. Quello là, sì.

-E cosa ce lo garantisce? Insomma, abbiamo visto tutti che la puttan...ehm, lei ci ha salvati...ma non ho ancora visto lui fare qualcosa a nostro favore. Sta nell'ombra e non si fa notare.-

-Primo, amore mio: chiamami puttana e ti spezzo le ossicine. Secondo: sta facendo più lui di quanto tu abbia fatto in tutti gli anni che sei stato qua. Quindi risparmiaci le cazzate che spari, ok?-

Sì, sono stata io a dirlo. Ho un'anima molto pacifica.

-Evelyn!- mi richiama Witness mentre Catchlyt ringhia un: -Faber!-

Io mi trattengo a stento dal dire "Ha cominciato lui!", incrocio le braccia con fare da spaccaculi e dico, cercando di sembrare sicura:

-Sentite, non possiamo fare una missione da cui dipende il destino del mondo eccetera se non riusciamo nemmeno a fidarci tra noi...-

-Quello è Sanders.- interviene uno del gruppo -Ha ucciso tantissimi di noi e tu ci dici di fidarci?-

-È stato con Faber per anni!- aggiunge un altro.

-E ora sta con me. Un'altra Faber, che vuole solo salvarvi il culo.-

-Sì, ok. Abbiamo capito che ci vuoi aiutare, e per questo ti ringraziamo.- continua quello che ha parlato per primo -Ti ringraziamo davvero. Ma fino ad ora ho visto soltanto tu che lo difendevi o difendevi tutti noi...lui non ha fatto niente...-

-Non vi ho ancora uccisi.-

Si voltano subito verso Evan. Lui sorride leggermente e aggiunge:

-Avrei potuto decimarvi da quando ho messo piede qua dentro. E, fidatevi, ho avuto mille occasioni. Il fatto che siate ancora vivi non basta come pegno di fiducia?-

Ecco. Non è che vada bene dire una cosa del genere a un gruppo di persone che già lo vogliono strozzare.

-...penso che questo non sia molto rincuorante, sai.- nota Adria, dando voce ai miei pensieri.

Restano tutti in silenzio, cosa che rende le ultime frasi dette importanti e pesanti e pericolose. Si sa, Evan è leggermente masochista.

-...diciamola in un modo diverso. Sanders è l'unico che abbiamo che può dirci qualcosa per riuscire a distruggere quel coso. Senza di lui, moriremo di certo.- dice Witness con tono tranquillo, poi considera conclusa la faccenda e riprende a dire: -Dicevamo: Nathan cambia continuamente i passaggi per evitare che ci sia un percorso fisso da cui penetrare. Cosa possiamo fare allora?-

-In che modo cambiano i passaggi?- interviene Robert Nicolson. Ha un'espressione assorta sul volto, e questo mi fa pensare che se uniamo tutti le nostre menti geniali potremmo quasi creare un piano che ci farà arrivare a domani. E con "menti geniali" intendo la mia, quella di Evan, quella di Nicolson e quella di Witness.

Punto.

-All'inizio le murava, ma ci metteva troppo tempo. Ora usa uno schema di chiusura automatico per le porte che ha installato...-

-Potremmo bloccarlo.-

-Ci sono quarantadue diversi canali di chiusura. Se ne blocchi uno così che le porte controllate da quello restino aperte, beh, tutte le altre si chiudono in automatico. E i canali sono disposti in modo che, se riesci davvero a bloccarne uno, resti chiuso in un vicolo cieco.-

-Ma i pensatori di Nathan dovranno passare da qualche parte per venire a catturarti.- nota Catchlyt, stranamente disponibile.

-Non vengono a catturarti.-

-E come...ah.-

Ci arrivo anch'io. E la cosa non è che sia così bella.

-Perchè non vengono catturati?- interviene uno di quelli che non hanno ancora parlato. Evan si volta verso di lui e fa quella sua espressione inquietante, da assassino psicopatico, mentre risponde con semplicità:

-Perchè vieni lasciato lì a morire.-

Altro silenzio.

-E le porte non si riaprono dopo un tot? Il blocco dura così tanto da far morire chi rimane intrappolato?- chiede Nicolson, apparentemente indifferente a questa rivelazione. Evan fa spallucce:

-Nathan li sente. Sa dove sono, quanti sono e sa quando muoiono...riapre le porte solo dopo.-

-Ma che simpatico.-

-Già.-

-Allora come faremo a entrare?- interviene un altro.

Sarebbe carino conoscere i nomi di tutti...così mi pare quasi siano semplici comparse della missione. Sacrificabili.

E questo non è giusto verso di loro, no? Insomma, si sono offerti volontari per questa impresa suicida. Un po' di rispetto è loro lecito.

-Per bloccare i canali di chiusura bisogna essere all'interno...direi che possiamo escluderlo.-

-Allora che altro modo c'è di entrare?-

-La porta principale.- risponde Nicolson. Sembra sempre sovrappensiero, come se avesse già un piano in testa.

Beh, un'occhiatina non ha mai fatto male. Circa.

Uccideranno la prima fila. Avranno sei colpi a testa, e spareranno in ritardo perchè Sanders entrerà per primo...potremmo riuscire a superarli prima che ci uccidano tutti. Poi lei può difenderci, quindi si salveranno abbastanza di noi per affrontare la seconda fila, ma Sanders non dovrà morire perchè è l'unico che conosce la base...

-Non farei così tanto affidamento alle mie capacità. Ed Evan non sa dov'è il generatore, quindi ci dovremo affidare solo al mio sesto senso.-

Il soldato si volta di scatto verso di me...come sempre accaduto. Ma, stranamente, non ha un'espressione scazzata o offesa o altro. Sembra solo ancora più rimuginante.

-Quindi salta tutto.-

-Già.-

-Non so cosa abbiate pensato...- fa Witness, leggermente sperduto, ma Evan lo interrompe sul nascere e dice:

-Ma si capisce, e non sacrificheremo la gente alla cazzo. Io ho un'idea diversa...ma dovrete fidarvi di me.-

-Io mi fido.- intervengo per spingere gli altri a imitarmi.

Cosa che ovviamente non accade.

-...grazie, Ivy.- sbuffa Evan. Sono l'unica che lo appoggia e mi sbuffa dietro, l'ingrato. -Comunque, l'idea non è difficile: vi porto dentro come prigionieri. Probabilmente Nathan sa che sto dalla vostra, ma tende a tenersi le cose per sè, quindi forse non ha ancora avvertito quelli dei piani bassi...-

-"Forse"? "Probabilmente"? Dovrei affidarmi a parole ipotetiche e basta?- lo interrompe il coglione, Von Coulsen.

-Se vuoi mento e ometto le parti ipotetiche e scomode del piano. Se ti piace di più così...- dice Evan. Visto che nessuno aggiunge niente, io dico:

-Poi, se entriamo davvero dalla porta principale come prigionieri di Evan e i pensatori sanno che lui li ha traditi, beh, possiamo traviarli. È più semplice condizionarli facendogli pensare che siamo prigionieri, piuttosto che basarci sul fatto che io fermerò i proiettili, no? E voi potrete darmi una mano per traviarli...-

-Non è male come idea.- concede uno dei partecipanti. Evviva, ho il consenso popolare.

-Ma questo non toglie che così supereremo solo la prima fila. Dopo come ci muoveremo?- chiede Nicolson. Witness sospira:

-La priorità è che Evelyn arrivi al generatore. E sarebbe meglio con qualcuno che Nathan non potrà condizionare...quindi Sanders.-

-Ma come potremo farlo se non sappiamo dove andare?- nota (ragionevolmente) un tizio. Witness sospira ancora e Catchlyt dice:

-Ci dobbiamo basare su cosa sentirà lei...-

-Potremmo dividerci in gruppi.- interviene ancora Nicolson -Composti da almeno un pensatore potente e uno che sappia usare le armi. Ogni volta che troveremo degli ostacoli, un gruppo si fermerà a combattere. Del resto, tu non riuscirai a traviarli tutti, no? I gruppi faranno in modo che voi non veniate seguiti.-

-E dopo?-

-E dopo arriveremo al generatore.- mormorò Evan, anche lui in modalità "sto pianificando" -Lì ci sarà Nathan. Con qualche pensatore a fargli da scudo, ovvio.-

-Tu ti dovrai occupare di Nathan.- intervengo io, col cervello che va a mille e che cerca di immaginarsi la scena -Sei l'unico immune...-

-Anche Cass lo è.-

Oh, Adrian. Andiamo.

-E non fare quella faccia.- sbuffa lui -Non sto parlando da idiota innamorato. Lei è immune, non potremo combatterla. Forse Nathan se la terrà vicino per questo...-

-Quindi pensi che dirà a lei di uccidermi?- chiede Evan. Adrian annuisce:

-Sì, penso di sì. Io potrei provare a convincerla a...ci penserò io, ok? E penso che Nathan voglia occuparsi direttamente di Ivy.-

-Sì, sarebbe più nel suo stile.- concordo -Io fermerò i proiettili, lui fermerà i proiettili...risolveremo tutto in un incontro di boxe?-

-Penso di no.- risponde quasi allegramente Witness. E, sì, in fondo ha ragione.

-Vincerà chi riuscirà a controllare la mente dell'altro. Sarà una cosa solo tra voi due...per cui noi resteremo completamente senza protezioni. Ce la dovremo cavare da soli.-

-Mi dispiace.-

Mi guardano tutti in modo strano. Dopo qualche secondo capisco che trovano strane le mie scuse anticipate.

Una tenta di essere gentile e viene ripagata così.

-Quindi ora mancano solo i gruppi da formare?- domanda Catchlyt, come fossimo a scuola (scuola? Che?), e visto che io ed Evan siamo già nel gruppo vincente mi concedono qualche minuto per riposare un pochettino.

La cosa peggiore è che sono rimasta in piedi per qualche minuto e ora non vedo l'ora di sedermi.

Mi sento stanca. Non va bene.

Senza quasi accorgermene mi sono spostata per appoggiarmi alla parete della stanza, in disparte; Evan è accanto a Catchlyt (sogno o son desta?) a indicare la piantina della base di Nathan, Witness sta parlando alle reclute suicide per concordare i gruppi, Adrian è al suo fianco che osserva.

Oh, è vero. Adrian.

Hai ancora della porpora?

La luce è proprio debole, crea mille ombre che ai miei occhi stanchi paiono vive, minacciose. Sono stanca e vedo i fantasmi...che novità.

E io dovrei combattere Nathan così?

Adrian si volta spudoratamente verso di me e mi guarda dall'alto in basso, come se non potesse credere a cosa gli ho chiesto. Io lo guardo male, lui fa un leggero cenno di assenso.

Sì, ma poca. E ti farà male.

Me la puoi dare prima dell'attacco?

Se il tuo fidanzato non mi ammazza sì.

Detto questo, si volta ancora e ricomincia ad ascoltare quello che sta dicendo Witness agli aspiranti suicidi. Io mi ricordo solo ora del "fidanzato" e mi volto verso Evan e Catchlyt...e, sorpresa, un paio di occhi mi sta guardando proprio adesso.

Non sono quelli di Evan.

Stranamente, Catchlyt non mi sta uccidendo con lo sguardo. Anzi, ha un'espressione che mi pare quasi stanca quanto la mia...come se sapesse che sicuramente non torneremo tutti dopo la missione. C'è qualcuno qua che è già condannato.

E la cosa non lo rende felice nè indifferente, come io mi ero aspettata.

Sembra quasi capirmi.

E io non arriverò al generatore, senza quella dannata porpora.

  
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