Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Mewpower    22/10/2008    1 recensioni
C'era una volta in un regno dai mille colori, una principessa. Tanta era la sua felicità da quando il Buon Padre le aveva dato in dono un magnifico passerotto a cui lei era si era davvero affezionata. Un nero giorno,però, l'animaletto scompare e la vita della giovane si fa scura e impregnata d'angoscia... Basterà la nascita di un nuovo sentimento a rincuorarla...? Come la purezza può fondersi con lo sporco più infimo... Storia di una principessa, di un passerotto e di un lupo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Giornata di primavera, giornata di vita e di profumi. I primi boccioli che si schiudevano regalavano gioia a chiunque li osservasse, simboli della rinascita di una natura creduta morta, segni evidenti dell’opera di un buon Dio, un ciclo tanto grande quanto meraviglioso che si ripeteva ogni anno. L’odore dei germogli rinvigoriva gli animi stanchi e stressati dopo un lungo inverno, un filtro inebriante di cui non si poteva fare a meno. E poi tutti quei colori, dal rosso al viola, dal verde al bianco…Tonalità vive, sgargianti, allietavano gli occhi di coloro che fino ad allora avevano dovuto sopportare quei toni cupi e orridi, quali il nero della fatica e il bronzo della terra bagnata d’acqua e di pianto…
Quel giorno, il primo giorno primaverile doveva essere il più bello, il più felice, il migliore…
Hinata si era appena svegliata e mirava con gli occhi semichiusi le rondini posate sull’albero poco distante dalla finestra: gli uccellini erano impazienti di darsi da fare, dovevano costruire il loro nido, la loro bella casetta per trascorrerci tutta la stagione… Fremevano alcune, svolazzavano qua e là come per festeggiare il loro ritorno in un luogo già conosciuto, desiderose di rivedere i loro vecchi amici, con i quali si erano dati appuntamento proprio lì, nel Villaggio della Foglia. Sorrise nell’osservare quelle docili bestiole così entusiaste, riflettendo sul fatto che anche lei era ansiosa come loro, desiderava rivedere una persona a lei molto cara. Purtroppo era ancora in missione,  quella volta gli avevano affidato un compito assai duro e pericoloso; erano trascorsi diversi mesi, un tempo troppo lungo da non essere preso in considerazione , ma per il momento sembrava non voler tornare… Si stava facendo prendere dall’agitazione di nuovo, quando pensava a lui tutto il suo corpo entrava in subbuglio… Cercò di allontanare la sua immagine dalla testa, ripetendosi nuovamente che tutto sarebbe andato bene, lo avrebbe rivisto presto. Naruto aveva una missione da compiere: riportare al villaggio l’amico che se ne era andato, voleva ricondurlo a casa a tutti i costi, voleva riuscirci, per questo non avrebbe mollato facilmente ed era per questo che non aveva ancora fatto ritorno…non era un compito facile rintracciare Sasuke.
Si stirò tutta allungandosi il più che poté, portando la testa all’indietro ed espirando tutta l’aria che aveva in corpo. Osservò per un attimo il prato che fronteggiava la sua camera, prima di recarsi a fare colazione: la buona stagione subentrata proprio quella mattina si era già messa al lavoro, aiutando i primi boccoli di quel cortile a sbocciare, infatti qualche giglio già faceva capolino tra le prime candide gemme nate, infondendo un flebile odore zuccherato all’aria fresca. Teneva molto a quei fiori, candidi come lei, senza macchia,solo bianchi, un colore semplice, che però amava.
Andava di fretta quel giorno, doveva sbrigare diverse commissioni e doveva muoversi per non ritardare all’allenamento. Corse su e giù per il villaggio senza mai fermarsi, finché non riuscì a raggiungere il bosco nel quale era solita incontrare i suoi compagni di squadra. Incurvò le ciglia e si guardò intorno quando non vide nessuno. Stranamente non c’era anima viva; che l’avessero aspettata a lungo? Che si fossero arrabbiati? Non le sembrava possibile, dopotutto dovevano allenarsi pure loro. Una misteriosa angoscia cominciò a invadere il suo cuore, tanto da farlo battere freneticamente, con una foga fuori dall’ordinario. Deglutì con sforzo, la gola le si era seccata all’improvviso e un leggero bruciore iniziò a tormentarle la faringe. Si voltò, ma era davvero sola. Solo qualche insetto le faceva compagnia. Pensò che la cosa migliore da fare fosse andare a casa loro, magari li avrebbe trovati lì. Scendendo dal bosco e rientrando così nella zona abitata, notò un cambiamento: prima non ci aveva fatto caso, ma in quel momento si rese conto che la gente che la circondava era avvolta in un telo malinconico , qualcuno era davvero giù di morale, altri parlavano mantenendo la voce bassa, come se avessero paura, come se si trattasse di un segreto… Cercò di ottenere una risposta di quel comportamento fissando qualcuno negli occhi, gli specchi di ogni anima, ma tutti schivavano il suo sguardo, nessuno sembrava voler mostrare i propri pensieri agli altri, nessuno se la sentiva…
La ragazza era confusa, ma una cosa era chiara, il fatto che fosse capitato un fatto grave, sconvolgente, troppo duro per poterne parlare direttamente… La scelta migliore le parve quella di recarsi da Sakura: lei era vicinissima all’Hokage, lei avrebbe saputo darle una risposta. Tremolante, ma convinta di ciò che doveva fare, si recò all’ospedale. Il bruciore alla gola non le era per niente passato e più camminava più sentiva le gambe cedere. Non stava bene, eppure non era stanca… forse una reazione all’arrivo della nuova stagione, oppure c’era qualcosa altro. Tremava, le mani vibravano senza una ragione. Lei stessa era preoccupata, non capiva cosa le stava succedendo, un comportamento insolito, troppo…forse dovuto a quella stranissima sensazione che ancora non l’aveva abbandonata, anzi cresceva sempre più e sempre più aumentava il suo battito cardiaco.

Pensò di accelerare il passo, vagando per i corridoi dell’ospedale alla ricerca del ninja medico. Svoltando l’angolo rimase un po’ sbigottita al vedere Kiba e Shino che camminavano senza meta, con un’espressione buia, per non dire…funeraria. Sorridendo si avvicinò loro, chinando il capo in segno di scusa per non essersi presentata in orario. Come risposta Kiba la afferrò immediatamente per un braccio guardandola sconvolto:
- Hinata, cosa…sei qui per…?-
La ragazza rimase perplessa per quello strano comportamento, se non turbata. Il ragazzo le stava facendo male, le unghie affilate quasi non penetrarono la carne oltrepassando l’indumento che portava addosso. Prontamente Shino afferrò per una spalla il compagno, costringendolo a lasciare la presa. Lo fissò attraverso i neri occhiali, con uno sguardo di rimprovero, talmente intenso da poter valicare quelle lenti scure, che mai fino ad allora avevano fatto trasalire l’espressività dei suoi occhi. Kiba intuì di essere stato impulsivo, ma non era pronto ad affrontare l’amica: fu per questo che decise di allontanarsi da lei in fretta abbassando la testa, senza aggiungere alcuna parola. L’altro si limitò a rivolgersi alla ragazza così:
- Torna a casa…-
Mirò la sua ombra fino a che non si dissolse a causa della forte luce solare che rifletteva sui lucidi pavimenti della clinica. Hinata era nel panico: cosa era successo? Cosa doveva fare? Perché… Con passo ancor tremolante proseguì la ricerca della rosa, nonostante l’animo continuasse a spingerla a seguire il consiglio di Shino: “Torna a casa”
Quelle parole rimbombavano nella sua testa con forza, rendendola ancora più nervosa, facendola sentire ancora peggio… doveva essere capitato qualcosa…ma perché tenerla all’oscuro?
Dopo vari minuti di ricerca la dolce Hyuga pensò di uscire da quell’edificio, intriso di malinconia e dello zuccherato sapore di medicine, che però non era affatto gradevole. Se ne andò utilizzando la porta di servizio: l’ingresso principale le sembrava talmente distante da raggiungere e avvertiva l’assoluta necessità di respirare, perché in quella gabbia di vetri e sale operatorie non le era stato possibile, le pareva di non riuscire a farlo, ciò che si respirava là dentro non era aria, bensì qualcosa che invece sembrava appesantire l’ inspirazione e bloccare l’espirazione. L’aria di una prigione della sofferenza, l’aria irrespirabile del dolore altrui; tutto quel bianco, nonostante fosse il suo colore preferito, non le trasmetteva alcun raggio di speranza, di vitalità…solo vuoto. Un infinito angosciante. Già si sentì molto meglio scorgendo il sole in parte nascosto dalle nubi e il vento leggero accarezzarle la pelle.
La quiete innanzi la tempesta…
Le brillarono gli occhi nel solo accorgersi di aver finalmente trovato colei che cercava.
Ingenuamente andò incontrò alla verità…
Sedeva su di una panchina in legno addossata ad un muro dell’edifico. Isolata da tutto e da tutti, forse voleva star sola. Ma il bisogno di chiederle spiegazioni, per quello strano clima, per quelle chiacchiere come soffocate della popolazione, era troppo forte…e lei sapeva bene che l’amica era in grado di risponderle. Notò una stranezza, la posizione in cui era: incurvata la schiena e rannicchiata in sé stessa, come per rendersi il più piccola possibile e le gambe addossate l’una all’altra come se avessero freddo…tutto il suo corpo figurava infreddolito. Lo percepì meglio quando le fu a due passi: i brividi sulle braccia e sulle cosce scoperte in quel punto mostravano chiaramente l’agitazione del suo animo, la turbolenza delle emozioni l’aveva presa tutta rendendola rigida. Le mani sudate e tremanti stringevano con brutalità i capelli rosei, quasi a strapparseli, ma il volto rimaneva in gran parte coperto, impedendole di mirare gli smeraldi che la contraddistinguevano. Le rivolse la parola, con tono preoccupato, la sua vocina avrebbe rasserenato chiunque, ma non in quel caso. Stava per peggiorare le cose.
L’inizio della fine.




La fanciulla tormentata chiese aiuto,
continuando a domandare alla sua anima il perché di quella fuga.
Giunse l’ancella che la scena aveva veduta,
il passerotto non sarebbe mai più tornato…









E rieccomi di nuovo con un altro capitolo tutto per voi!  
Mi auguro sia stato di vostro gradimento.
Hinata è ritornata con la mente al passato…e sta per scoprire una verità per nulla piacevole…Ma non voglio anticiparvi nulla!!!  Adesso vorrei passare ai saluti:

_Faziooosa: Sono felice che la coppia Itachi e Hinata ti piaccia e farò del mio meglio per continuare la storia nel migliore dei modi. Baci.

_Keru: Ehi, ma ti trovo dappertutto o sbaglio? Eheh, scherzo ovviamente, anzi mi fa molto piacere che abbia commentato anche questa mia storia! Grazie mille per il sostegno e a prestissimo!

_sorelline xsv: Un ringraziamento super per aver recensito il primo capitolo e mi auguro che non sia l’ultimo! Ciao, ciao!

_ thembra: Wow, che entusiasmo! Sono contenta che tu adori questa coppia e mi raccomando…continua a sostenerla!!! Kisses.

Va bene, che dire se non alla prossima! (la scuola mi ruba tempo, ma cercherò di fare il possibile per aggiornare presto ^__^) E ancora un grazie per gli incoraggiamenti e i complimenti!       

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Mewpower