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Autore: Mewpower    11/10/2008    4 recensioni
C'era una volta in un regno dai mille colori, una principessa. Tanta era la sua felicità da quando il Buon Padre le aveva dato in dono un magnifico passerotto a cui lei era si era davvero affezionata. Un nero giorno,però, l'animaletto scompare e la vita della giovane si fa scura e impregnata d'angoscia... Basterà la nascita di un nuovo sentimento a rincuorarla...? Come la purezza può fondersi con lo sporco più infimo... Storia di una principessa, di un passerotto e di un lupo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata alla mia cara amica Diletta.
Auguri.





L’oscurità avvolgeva completamente il villaggio, la notte più tenebrosa, la nottata più nera…
Tacciono tutti, animali compresi. Dormono, senza emettere alcun rumore. Neppure un mormorio…
Una strana malinconia e tetro terrore si era impossessato della vegetazione sempreverde là intorno; mentre i primissimi boccioli venivano soffocati dalla morsa notturna e li dipingeva di nero...
Anzi no, un grigio perlaceo.
La notte è così. Non si può togliere quell’ansia, quell’inquietudine che ti fa voltare in continuazione quando percorri le cupe strade per nulla illuminate, quella sensazione di paura infantile nascosta…come se il lupo cattivo e famelico fosse pronto ad assalirti in qualsiasi momento…
Aspetta solo te…


Basta un chiarore per risollevare l’animo impaurito. Una piccola fiammella d’orata che splende, la luce di una candela: infonde sicurezza, calore, allontana il male secondo molti…
La piccolina voleva brillare il più possibile, far risplendere tutta la stanza in cui si trovava…
Ma era rischioso.


Uno scricchiolio proveniente dal lungo corridoio nero fu ben avvertito dalle orecchie di lei.
Era evidente che qualcuno era ancora sveglio e calpestava il pavimento di legno molto lentamente, con passo leggero, ma il vecchio rivestimento lo faceva sembrare pesante, secco, un passo chiaramente di un uomo. Era logico: dentro quella casa non c’erano altro che uomini.
Solo lei, era rimasta l’unica fanciulla.
L’unica signora…perché presto lo sarebbe diventato…sarebbe diventata una vera donna.
La tradizione vuole che, quando ci si marita, la moglie si trasformi nella “signora” della casata dello sposo.


Si destò dal letto tremando tutta. Le mani ancorate al soffice materasso vibravano freneticamente alla ricerca di un appoggio, di un sostegno… Temeva, sentiva il pericolo avvicinarsi…Stavolta l’avrebbero scoperta. Il passo però si faceva sempre meno percepibile, sempre più lontano: chiunque stesse passeggiando a quell’ora della notte, ora se ne era andato. Tirò un respiro di sollievo profondo cercando con lo sguardo il motivo della sua agitazione, colui che stava correndo il suo stesso rischio, che azzardava come lei, ma che non ne era preoccupato. I suoi occhi erano chiusi, dormiva…un meritato riposo reso più gradevole da quelle lenzuola che profumavano di lei, della sua pelle dolce e vellutata. La ragazza lo fissò intensamente, scrutando le profonde occhiaie che marcavano il suo pallido viso, segni che però non cancellavano la sua bellezza, la piacevolezza della sua pelle… E scorrendo in giù osservava il petto nudo, virile, la sua forza, la sua sensualità tutta raccolta lì…su quel torace robusto, attraente anche per i leggeri brividi che segnavano il suo corpo, dovuti alla frescura di quella stanza… La primavera era alle porte, ma non era ancora giunta. L’irresistibile voglia di poterlo toccare prevalse sul suo animo innocente e candido e lentamente, quasi con paura di svegliarlo si chinò su di lui e spostando poche ciocche di capelli corvini dalla fronte la baciò teneramente sfiorando con i polpastrelli gli addominali ben lavorati.
Al solo calore delle sue labbra lui aprì gli occhi incontrando quelli di lei: due colori, uno chiaro e l’altro scuro, due tonalità completamente diverse si fondevano ogni volta che si fissavano a vicenda. Il nero degli occhi del ragazzo avrebbero trasmesso timore a chiunque: troppo profondi, celavano troppo mistero, sembravano essere in grado di scorgere tutto, anche ciò di più velato. Ma gli occhi della fanciulla riuscivano a riportare l’equilibrio: il suo chiarore, quel misto tra il rosa e il lilla, due boccioli di fiori di ciliegio capaci di illuminare qualunque cosa, anche i due tetri abissi del moro. Solo unendoli si creava armonia, solo immergendo un colore nell’altro si generava un’omogeneità indissolubile,  in questo modo l’uno diveniva l’altro, l’uno era risucchiato nell’altro, l’uno era completato dall’altro…
Udire la sua voce poi lo rinvigoriva tutto, gli donava un’incredibile pace interiore che credeva non sarebbe mai più riuscito a raggiungere. Quella volta, però, si trattava di parole di ammonizione, per la sua eccessiva calma, indifferente a cosa sarebbe potuto capitare se lo avessero trovato lì.
- Sai, qualcuno poco fa avrebbe potuto scoprirci…-
A dir la verità quella frase aveva più il tono di un’affermazione piuttosto che di un rimprovero: lei non era mai stata capace di rimproverare, tanto meno di arrabbiarsi. La sua indole innocente l’aveva sempre contraddistinta, una qualità che a lui piaceva moltissimo, una caratteristica angelica che la rendeva irresistibile.
Per tutta risposta lui sorrise e le accarezzò una guancia. Le ricordò che lui non aveva paura, non gliene importava nulla, voleva continuare a correre quel rischio, aveva bisogno di stare con lei… Dette quelle tenere parole si rizzò leggermente dal letto per poter raggiungere la sua bocca e baciarla dolcemente. La ragazza non rifiutò il gesto d’affetto e si fece trasportare dalla seduzione di quelle labbra finendo sopra di lui, entrando in contatto con sue gambe sinuose che si infilavano con cura fra le sue e si massaggiavano insieme, provando una sensazione di momentanea calura, ma di affabile piacere. Solo in seguito il sonno prevalse nuovamente facendo addormentare lei appoggiata al suo nudo petto.


Forse era stato il vento… All’inizio pensò questo, vedendo la finestra della sua camera spalancata e osservando come l’aria facesse muovere le fini tendine di seta decorate. Ma poi scorse il sole, i cui raggi erano ancora flebili, l’alba era sorta da poco. Si strofinò gli occhi un po’ doloranti cercando lui, sperando di trovarlo ancora…e invece no. Anche quella volta se ne era andato, fuggito dalla finestra come al suo solito. Sapeva bene che non poteva fare altrimenti, nessuno sapeva di quegli incontri notturni, nessuno conosceva la verità e nessuno doveva conoscerla, non adesso che stava per compiere quel passo importante. Si trattava di una scelta compiuta dagli altri per lei, una decisione troppo seria, ma riguardo la quale lei non era stata per nulla consultata. Questo l’aveva fatta star male, resa angosciata…lei non voleva sposarlo! Scosse la testa per allontanare quella preoccupazione, avrebbe dovuto trovare una soluzione, ma non sapeva se ne avrebbe avuto la forza…Almeno in quel momento, però, non voleva pensarci, voleva avere la testa altrove, libera, la mente occupata da altri pensieri…come pochi anni prima, quando era ancora una genin, quando andava ancora in missione, quando ancora c’era il suo Naruto… Diventare maggiorenne le aveva procurato solo dolori, eccessivi affanni, troppe lacrime…
Si alzò dal letto abbandonando le soffici lenzuola dalle quali era coperta e si avvicinò alla finestra con l’intento di chiuderla. Si accorse che nuovamente le aveva lasciato un messaggio, un biglietto di carta avvolto intorno ad un fiore, cosa che l’allietava e la faceva sorridere. Srotolò il foglietto leggendo quelle parole di una promessa fatta, di un giuramento fatto con il cuore:

“ Scusami se me ne vado ancora, ma tornerò presto e insieme troveremo la soluzione per non separarci mai più. Non piangere per me, perché io non ti abbandonerò”

Strinse quel biglietto forte a sé, come per assorbirne ogni singola parola e ripeté a voce bassa quella promessa che l’aveva fatta commuovere tante volte e alla quale credeva, sperava che si realizzasse…sì, sarebbero riusciti a stare insieme.
Prese poi il fiore che le aveva lasciato: ancora una volta un giglio, fiore dai mille ricordi, tristi e di tormento, ma pure di gioia e d’affetto… Erano i sui fiori preferiti, lui lo sapeva bene e dopotutto piacevano pure a lui…perché gli ricordavano lei, pura e delicata come i petali di quel fiore, il suo profumo inebriante, la lucentezza del suo sorriso… Hinata.
La ragazza rimirò il fiore ancora una volta: era selvatico, era uno dei primi di quella stagione, doveva averlo raccolto nei pressi della foresta, in quel campo da entrambi conosciuto, da entrambi ben ricordato… Si trattava di uno spazio di notevoli dimensioni, ma comunque simile al suo giardino per quanto concerne la pianta coltivata…Infatti il cortile di casa Hyuga era ancora costellato solo dai primi boccioli, ma che si sarebbero schiusi presto, appena in tempo per poter celebrare l’anniversario del loro incontro, come anche la ricorrenza per un giorno alquanto grigio…un giorno di vita e un giorno di morte.

      
La luce dei suoi occhi si offuscò nuovamente al ricordo di un giorno buio,
quando l’amato passerotto fuggì dalla sua gabbietta…
Iniziò così la pena della povera principessa,
troppo grande da esser sostenuta…





Salve a tutti! Per chi non mi conoscesse, io sono Mewpower. Piacere.
Nonostante sia in corso la pubblicazone di un'altra mia fanfiction non ho resistito a pubblicare il primo capitolo di questa nouova storia...diciamo che si tratta di un regalo per un'amica che mi ha fatto capire quanto fosse entusiasmante questo paring...Hinata and Itachi. Grazie Diletta!
Anche da parte dei non amanti di questa coppia, mi auguro di ricevere tante recensioni (me già immagina una massa di commenti negativi, perché non sono affatto brava) e che dire se non...buona lettura e ci vediamo presto!  

  
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