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Autore: redeagle86    23/10/2008    1 recensioni
Tutto è finito nel migliore dei modi su Extramondo e CHocola e Pierre vivono tranquillamente la loro storia d'amore. Finchè qualcuno non insinua in loro un dubbio terribile...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Voglio la verità!

 

 

 

-Perché non me l'hai detto questa mattina?!

-Perché…non volevo metterti altri dubbi… Ti ho già spiegato come la penso: Ice non è tuo padre- rispose Poivre, senza guardarla. Il cielo si stava facendo cupo, si approssimava un temporale, certo meno impetuosa della tempesta che agitava la nipote.

Udì sbattere la porta alle sue spalle, ma non si voltò: perché diavolo suo padre aveva raccontato a Chocola quella storia? Non era abbastanza sconvolta?

-Dove sei, Cinnamon?

 

Chocola si gettò in lacrime sul letto, odiando tutto e tutti: perché le avevano nascosto la verità? Perché non le avevano detto fin dall'inizio come stavano le cose?

Era terribile convivere con quel peso sull'animo…

Sussultò nel sentirsi sfiorare la schiena e si sollevò di scatto: c'era Pierre, seduto accanto a lei. Come riuscisse ad eludere sempre le guardie sarebbe rimasto un mistero, ma in quell'istante non le importava: lo abbracciò di scatto, piangendo disperata.

Non voleva rinunciare a lui…

-Chocola…- mormorò, avvolgendola con le sue braccia. L'aveva aspettata, accomodato sul davanzale della finestra, ma quando l'aveva vista entrare, con le guance bagnate, inconsolabile, era corso al suo fianco.

Le accarezzò i capelli, domandandole il motivo di tanto dolore e la streghetta gli raccontò ogni cosa: sul viso del biondo apparve qualcosa di indecifrabile, una sorta di rabbia trattenuta…e di sofferenza. Nemmeno Pierre voleva crederci, voleva separarsi da Chocola.

-Non so cosa ne ricaveremo- pronunciò infine. –Ma possiamo andare a chiedere una risposta direttamente alla causa…

-Tu…tu sai dov'è Ice?

-Nel profondo del regno…a confine con il mondo dei morti…

 

-Che cosa?! Corn le ha detto del rapimento?!

-Sì, Robin. Io non so più come convincerla, per questo ti ho chiamato: tu conoscevi bene Cinnamon. Forse con te si confidava più che con me.

-Non hai niente da rimproverarti, Poivre.

-No?- chiese il giovane, ironico. –Mia sorella aveva bisogno di me, ed io non c'ero. Noi…noi non andavamo molto d'accordo…

-È normale tra fratelli.

-Forse se fossi rimasto al suo fianco, non avrebbe…

-Non si può cambiare il passato, e lei ora è tornata. Non darti colpe che non hai- replicò il mago.

-Chocola è in camera sua. Seguimi.

Ma quando aprì la porta, della futura regina non c'era traccia: c'era solo la finestra aperta e il vento freddo. Troppo freddo.

-È con Pierre- decretò Poivre. –E la cosa non mi rende affatto tranquillo. Chocola era talmente sconvolta che…

-…che potrebbero andare da Ice. Dobbiamo trovarli!

-Glass!

 

-Restami vicino- le raccomandò Pierre, stringendole la mano e addentrandosi nella parte più oscura del regno. –Gli abitanti di Extramondo non sono visti di buon occhio da queste parti. Un po' come me a palazzo.

Chocola annuì, chiedendosi dove trovasse la voglia di scherzare in quella situazione.

Ma era anche vero che quello era il suo mondo: lui si recava da un padre che non lo aveva mai amato, che l'aveva solo sfruttato per i suoi piani. Lei stava ripiombando in un incubo, rivivendo ad ogni passo la terribile angoscia provata durante il loro scontro, quando aveva temuto di aver perso Pierre.

-Siamo arrivati…- la distrasse il ragazzo, aprendo una porta. Sembrava la soglia del buio: attorno a loro non c'era che l'oscurità e oltre la porta un corridoio illuminato con cuori neri, che brillavano di una luce tetra. –Possiamo ancora tornare indetro.

-No, io voglio la verità.

-D'accordo- concluse, incamminandosi con lei. –Sono Pierre, il principe dei Malefici!

-Non sei solo- replicò una voce. –Chi porti con te?

-Chocola Meilleur, l'erede al trono di Extramondo. Vogliamo parlare con Ice.

-Volete la sua benedizione per le nozze?!- sghignazzò l'interlocutore. –Prego, accomodatevi.

I due percorsero il corridoio, giungendo in una stanza. Sul trono stava seduto un uomo: pareva la copia di Pierre più adulta e incattivita, con i capelli più lunghi e lo sguardo più gelido. Chocola capì solo in quel momento quanto si somigliassero.

-Pierre…Chocola…a cosa devo una vostra visita? Siete venuti a vedere com'è un mago debole e senza possibilità di nuocere?

-No, veniamo a chiederti cosa successe durante il rapimento di Cinnamon.

-Senza menzogne- aggiunse Chocola.

-Sei come tua madre- disse Ice, con un tono arido come un pomeriggio nel deserto. Buffo per chi dominava il ghiaccio e il gelo. –Se non mettete i puntini sulla i non siete contente.

Il suo sguardo glaciale era come acqua fredda: fissava Chocola con un'espressione indefinibile, in parte di divertimente, in parte di fastidio.

Quello era il padre che picchiava, che usava, che insegnava che l'amore era un veleno che uccide lentamente. Il padre di Pierre.

Ma anche il suo? Una fredda disperazione si stava diffondendo nelle sue vene.

-Chocola…solo Cinnamon poteva scegliere un nome del genere.

-Ti abbiamo fatto una domanda!

Li guardava divertito, quasi avesse compreso di averli inchiodati come farfalle in una bacheca.

-Ed eccoti la risposta: mentre soggiornava nel mio castello, Cinnamon ritrovò suo marito. Me.

-NO! Non è vero! Non avresti mai potuto sposarla ad Extramondo!- gridò la rossa.

-Infatti assunsi un'altra identità e poi tornai al mio regno. In realtà non ci fu alcun rapimento: fu lei a venire da me- raccontò tranquillamente. –Ma non condivideva né i modi con cui crescevo Pierre, il mio primo figlio, avuto da una delle mie mogli precedenti, né i miei piani di conquista.

Chocola si sentiva come sull'orlo di un precipizio, orrido, spaventoso e senza fondo. Le vertigini le stringevano lo stomaco. Avanzava, era così vicina da poter quasi guardare di sotto. E avvertiva la tensione di Pierre, nervoso quanto lei.

-E scappò con Pierre, lasciandolo nella Foresta Zenzero. Io all'epoca non sapevo che fosse incinta. Di te, Chocola.

-No…non è vero…- mormorò Pierre, cadendo in ginocchio. Il suo viso aveva un colorito bianco verdastro.

Ice lo fissò negli occhi.

-Credevo ti avrebbe fatto piacere scoprire che non sei solo- affermò con voce bassa e meditabonda.

-Non è possibile… Chocola non può essere mia sorella… Se lo fosse…

-Cosa succederebbe?

Il giovane non rispose, ma la sua espressione di orrore nauseato fu sufficiente per far uscire Chocola dallo shock: gli si inginocchiò accanto e gli prese una mano.

-Pierre…

Lui si ritrasse di scatto e affondò le dita nella stoffa dei pantaloni.

-No.

L'odio per Ice bruciava nella gola di Chocola come un pianto trattenuto: dopo aver sganciato loro addosso la sua verità, se ne stava seduto a osservare i risultati con gelido interesse.

-Non è vero!- singhiozzò la streghetta. Quello schifoso manipolatore non poteva aver sposato anche sua madre.

Pierre aveva sollevato una mano per coprirsi il volto e parlò attraverso le dita, con una voce soffocata.

-Io…non ci credo…

-Questa è la verità, e il fato ci ha riunito. Ora potremmo stare insieme, come dovrebbe essere. Come avrebbe dovuto essere se Extramondo e tua madre non si fossero messi in mezzo.

-Ma che bella idea! Soltanto tu, tuo figlio in preda ad uno shock post-traumatico e tua figlia che ti odia con tutta sé stessa- ringhiò la ragazza con tutto il veleno che seppe trovare. –Per non parlare del fatto che i tuoi due bambini sono innamorati. Sì, mi sembra proprio la miglior riunione di famiglia che si possa immaginare!

-Chocola, i Malefici non possono amare. Non ne sono capaci.

-Tu non ne sei in grado!

-Tu sei sangue del mio sangue, Chocola, che ti piaccia o no.

-E tu sei il solito bugiardo!

Chocola e Pierre si voltarono.

-Robin! Zio Poivre! E…mamma…

-Sempre testarda, Chocola- la rimproverò Poivre. –Mai una volta che tu mi dia retta.

-Cinnamon, è un piacere rivederti- disse Ice.

-Per me non è lo stesso. Così vai in giro dicendo d'essere il padre di Chocola…

-Prego, sentiamo la tua versione.

Chocola sentì il fresco della mano di Pierre sulla propria e la strinse: qualsiasi cosa fosse successa, niente li avrebbe divisi.

-I Malefici mi rapirono mentre tornavo da una visita a mio padre. Nel palazzo di Ice ritrovai mio marito, Daimond, e scoprii che tornare dalla parte del buio non fu una scelta: tu mi avresti uccisa se lui si fosse rifiutato. Per me fu una gioia poterlo riabbracciare e sapere che mi amava ancora- rievocò Cinnamon. –Ma il regno mi attendeva…dovevo fuggire. E dovevo portare via Pierre: quel povero bambino maltrattato da un padre mostruoso.

-Oh, mi offendi, cara. Liquidi così il nostro idillio?

-Tra noi non c'è stato che disprezzo, Ice. Per tenermi legata ai Malefici mi hai trasformata in un gatto, ma io non sono rimasta al tuo fianco.

-Tu menti, Cinnamon. E, in fondo, va a tuo vantaggio.

-Cosa?

Gli occhi di tutti si spostarono sul signore dell'oscurità.

 

  
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