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Autore: crazyfrog95    07/11/2014    16 recensioni
Tutti odiavano Naruto Uzumaki. Lui era un demone, un mostro, e perciò andava evitato a prescindere. Ma Naruto era molto più che un semplice dodicenne. Un potere ancora più grande del Kyuubi era sepolto in lui, un'abilità perduta da secoli... Con l'aiuto del Terzo Hokage, del buffo Jiraya, dei suoi amici, e magari di... qualcuno di speciale, riuscirà a emergere dal baratro della sua solitudine, e a realizzare il suo sogno?
Salve! Questa storia mi è venuta in mente sintetizzando tutto ciò che non mi piace della storia originale, e modificandolo come piace a me. i protagonisti saranno abbastanza OOC: Naruto sarà più sveglio, Sasuke più amichevole e Sakura meno inutile. È la mia prima storia, ma non vi chiedo assolutamente di essere pietosi nelle recensioni. Anzi, vi chiedo di criticare e farmi presente tutto ciò che secondo voi non va, farò tesoro delle critiche cercando di migliorare. Detto questo, buona lettura :)
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Hiruzen Sarutobi, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Più Potere


 

Sasuke camminava per il villaggio, immerso nei suoi pensieri. Erano passati tre giorni dall'attacco da parte della Sabbia, e non aveva fatto altro che pensare alla stessa cosa: quanto fosse ancora troppo debole.

Durante l'esame, aveva visto Naruto fare sfoggio di tecniche straordinarie, ma pensava che i suoi poteri fossero allo stesso livello. Solo dopo lo scontro con Gaara aveva davvero realizzato quanto il suo compagno fosse diventato più potente di lui.
È vero, lui aveva il Mangekyo Sharingan dalla sua parte, e usandolo poteva fronteggiare qualsiasi nemico, ma il prezzo da pagare era talmente alto che il gioco non valeva la candela. Naruto, invece, poteva contare su poteri pari ai suoi, ma che non davano effetti collaterali.

C'erano le tecniche che aveva usato durante l'esame, che da quanto aveva capito erano le stesse del Quarto Hokage, c'era l'Arte del Legno, anche se non sapeva controllarla, per quanto lui ne sapesse. Poi c'era quel rospo enorme che aveva usato per affrontare Gaara, che sicuramente aveva evocato lui. E infine c'era quel misterioso potere che aveva usato varie volte in sua presenza: quello strano chakra rosso.
Contro Haku, contro Orochimaru, contro Gaara, lo aveva visto sfruttare quell'energia varie volte, e aveva cominciato a capire di cosa si trattava. Anzi, era stato il biondo stesso a raccontare a lui, a Sakura e a Hinata il motivo per cui al villaggio era sempre emarginato...


*Flashback*

Sia lui che Sasuke erano in ospedale, si erano svegliati a pochi minuti di distanza l'uno dall'altro, prima Sasuke, ed entrambi stavano bene, anche se erano esausti dalla battaglia sostenuta contro Gaara. Sasuke aveva raccontato a Sakura ciò che era successo dopo che lei aveva perso i sensi, e così lei aveva posto a Naruto, dopo che si era svegliato, la fatidica domanda.
«Naruto, ma perchè eri così sicuro di essere l'unico a poter fermare Gaara? E poi perchè lui voleva affrontare solo te?»

Naruto abbassò gli occhi, era arrivato il momento della verità. Anche Hinata era lì, e ascoltò con attenzione.

«Perchè ciò che abbiamo dentro è molto simile. Avete presente il Kyuubi, il demone che ha attaccato il villaggio tredici anni fa? Ne avrete sicuramente sentito parlare nei racconti.»
Si, tutti e tre sapevano di cosa si trattava, quindi il biondo proseguì.

«C'è un motivo se tutti al villaggio mi hanno sempre considerato un mostro: quando lo affrontò per proteggere il villaggio, sacrificando la sua vita, il Quarto Hokage lo sigillò dentro di me. Io sono la sua Forza Portante.
Dentro Gaara è sigillato un'altro demone, fratello del Kyuubi: l'Ichibi, il Tasso Monocoda. È per questo che solo io potevo fermarlo, perchè abbiamo gli stessi poteri.»


Finito il suo racconto, ebbe paura che i suoi amici e la sua ragazza lo abbandonassero, ma questi si dimostrarono molto comprensivi. Certo, la rivelazione li aveva scossi, ma loro conoscevano il loro amico, e lui non era la Volpe reincarnata, come molti al villaggio credevano.
Solo allora la rosa capì quanta sofferenza poteva aver provato da quando era nato, emarginato da tutti per una colpa non sua, e ancora una volta si sentì un verme per come si era comportata lei stessa.
Nonostante tutto, mentre Hinata lo abbracciava, per fargli capire che lei gli era vicina a prescindere da ciò che gli altri credevano, Sakura fece un'altra domanda:

«Una cosa però non ho capito: perchè lo Yondaime usò proprio te come contenitore? Come faceva a sapere che tu potevi contenerlo?»

Naruto esitò un attimo prima di rispondere, ma alla fine sapeva che si sarebbe venuto a sapere, e dato che Sasuke ne era già al corrente potevano saperlo anche Sakura e Hinata.
«Perchè lui era mio padre. Gli Uzumaki, come mia madre, erano un clan famoso per lo straordinario chakra che i suoi membri possedevano. Si potrebbe dire che erano fatti apposta per contenere demoni.
Lo Yondaime volle affidarmi la Volpe a Nove Code perchè sapeva che io avrei potuto contenerla, e perchè io imparassi a controllarne i poteri e diventassi un grande ninja. E un giorno ci riuscirò, raggiungerò il suo livello e lo supererò.»

*fine flashback*


Lui e Sakura erano rimasti piuttosto stupiti da quella rivelazione, ma in fondo, ora che ci pensava, era normale che Naruto avesse imparato le tecniche di suo padre. Sasuke giunse a casa, e per un po' i suoi pensieri lo lasciarono in pace.


Dopo pranzo, decise di andarsi ad allenare ancora un po'. Doveva trovare una nuova fonte di potere, o non sarebbe mai riuscito ad avere la sua vendetta su Itachi. Ma mentre si dirigeva verso la sua radura, una voce lo fermò.

«Sasuke!»
Il moro si voltò, e davanti a lui c'era Sakura, che si avvicinò svelta. Era vestita in modo diverso dalla sua solita tuta da combattimento: indossava una maglietta rossa leggera, e una gonna verde chiaro. I capelli, lunghi fino alle spalle, erano raccolti in una coda con un nastro rosso, ai piedi portava degli stivaletti neri.


Nel vederla, Sasuke provò di nuovo quella strana sensazione dell'ultima volta, ma cercò di mantenere il controllo.
«Ciao Sakura, che fai in giro?»
«Stavo tornando a casa dopo un po' di compere» disse mostrando alcune buste che teneva in mano.
«E tu? Stavi andando ad allenarti ancora?»
«Già, non sono molto soddisfatto del livello a cui sono arrivato, voglio salire ancora.»
«Non avere tutta questa fretta, diventerai più forte, col tempo. Perchè invece non mi accompagni a fare un giro?»

Abbandonare gli allenamenti per fare una passeggiata con lei? Mai! Assolutamente no! Sasuke Uchiha non avrebbe mai fatto una cosa del genere!
«Ok, andiamo.»


E così, senza neanche sapere come e soprattutto PERCHÈ aveva accettato, Sasuke si ritrovò ad accompagnare Sakura in giro per il villaggio, per negozi e bancarelle varie.
Dal canto suo, l'enorme sorpresa iniziale aveva fatto posto ad un'immensa felicità, per Sakura. Finalmente era uscita con il ragazzo di cui era innamorata da una vita!
Spesso le era capitato di riflettere se fosse davvero innamorata di Sasuke o se gli facesse la corte solo perchè tutte le ragazze dell'Accademia lo facevano. Ma non aveva mai avuto nessun dubbio, lo amava davvero, avrebbe fatto di tutto per lui. E poi era una soddisfazione impagabile osservare le facce di tutte le ragazze che incontravano, che cercavano di incenerirla con lo sguardo, e della quale lei non la smetteva di ridere.


Inizialmente, Sasuke pensava che si sarebbe annoiato, ma alla fine si stava divertendo con Sakura. Quella strana sensazione continuava a tormentarlo: provava l'impulso irrefrenabile di portare Sakura in un luogo riservato e rimanere solo con lei per tutta la serata, ma la confusione che aveva in testa lo spaventava come poche altre cose. Voleva seguire il suo istinto, ma aveva paura di ciò che avrebbe potuto provocare...

Si fece sera, e i due finirono per cenare in un chiosco dove vendevano dango, e Sasuke si sedette con Sakura su una panchina a gustarsi quella cena così deliziosa.Quando ebbero finito, lo sguardo di Sasuke cadde sulla ragazza di fianco a lui.
Stava cercando qualcosa nella borsa, quindi non si accorse della situazione. Lui invece si. Si rese conto di quanto erano vicini, pochi centimetri li separavano, e il suo sguardo scorse dalle sue gambe al suo corpo, fino a soffermarsi sul suo viso, contratto in una buffa smorfia di concentrazione per ciò che stava cercando. In quel momento, un brivido lo percorse, mentre sentiva come un fuoco crescere dentro di sè.

«Sakura...»
Lei, al richiamo di quella voce bassa e profonda, si voltò, trovandosi con il suo volto ad un soffio, ed entrambi trattenero il fiato.
Fu un attimo interminabile, gli occhi neri come la pece di lui fissi in quelli verde smeraldo di lei. Poi, Sasuke decise di seguire il suo istinto.
Si avvicinò, e posò un bacio sulle labbra alla rosa, che chiuse gli occhi, godendosi quel momento paradisiaco. Si staccarono dopo qualche secondo, guardandosi con una nuova intensità, e ripresero a baciarsi, stavolta in modo più passionale.
Per Sakura, era un sogno che si realizzava. Di nascosto, si diede un pizzico per svegliarsi, ma non era un sogno: Sasuke la stava baciando davvero!


Sasuke ora non aveva più dubbi. Si era innamorato di quella ragazza, e ci aveva messo così tanto a capirlo. Prese un appunto mentale: non avrebbe mai più dato dell'idiota a Naruto, almeno non sotto quel punto di vista.

Più andavano avanti, più entravano in sintonia, e il loro bacio diventava sempre più appassionato, una danza tra le loro lingue che non volevano più separarsi. Alla fine, fu la mancanza d'aria a costringerli a staccarsi. I due, abbastanza imbarazzati, raggiunsero casa del moro mano nella mano.


«Buonanotte, Sasuke...»
La rosa era estremamente imbarazzata, con ancora con in mente l'ultima scena che si era svolta in quel modo. Anche Sasuke aveva un senso di déja vù, ma stavolta non avrebbe fatto finire la loro buonanotte in un nulla di fatto.
Prima che Sakura reagisse, la prese per un braccio e la attirò a sè, baciandola intensamente. Quando si staccarono, Sasuke le sussurrò in un orecchio.

«Buonanotte...»
E indietreggiò lentamente, sorridendole, rientrando in casa e chiudendo lentamente la porta.
Sakura rimase lì, imbambolata, per qualche secondo. Poi, con aria sognante, si avviò verso casa.


Sasuke si svegliò di soprassalto. L'aveva sentito chiaramente: il rumore di qualcuno nel suo giardino. Si vestì in fretta, e uscì a controllare.
Gli intrusi non si fecero nemmeno cercare, questa volta. Con aria solenne, il Quartetto del Suono uscì allo scoperto, circondandolo.
Sasuke non era minimamente spaventato, quei quattro non avevano speranze contro di lui, ora che aveva imparato a controllare alla perfezione l'Arte del Fulmine. Perciò lasciò che dicessero ciò per cui erano venuti. Sakon prese la parola.

«Hai avuto il tuo tempo, Sasuke Uchiha, ed è tempo che tu ci dia una risposta. Durante l'assalto al villaggio hai avuto la prova che il tuo compagno è diventato più potente di te. Restando qui non riuscirai ad avere la tua vendetta, e questo lo sai benissimo. Cosa hai deciso? Resti a marcire in questo villaggio di idioti, o vieni con noi e accetti di diventare allievo di Orochimaru?»


Sasuke in quel momento riflettè attentamente. Quei quattro avevano ragione, Naruto aveva annientato addirittura un cercoterio, e pensare che meno di un anno prima era considerato un incapace!
Lui invece, che era sempre stato il più forte, ora vedeva con chiarezza quanto poco era progredito. Di quel passo non avrebbe mai raggiunto il livello di Itachi, che senza dubbio in quegli anni aveva accresciuto ulteriormente il suo potere. E così, prese la sua decisione.

«Aspettatemi domani notte alle due fuori dall'ingresso del villaggio. Dite ad Orochimaru... che accetto.»
Dopotutto, l'unica vera fonte di potere a cui aveva avuto accesso, fino ad allora, era stato il Segno Maledetto, e anche mentre questo era sigillato ne poteva percepire la potenza. Se quello era il potere che avrebbe ricevuto andando con Orochimaru, allora era convinto della sua scelta.
Ma voleva avere un'ultima occasione di allenarsi insieme alla sua squadra. C'erano troppe cose lasciate in sospeso.

«Allora è deciso. Ti aspettiamo domani.» E i quattro sparirono tra gli alberi.
"Sakura, Naruto, maestro Kakashi... Spero che mi perdonerete per questo..."

E con queste parole in mente rientrò in casa. Quella notte non riuscì a dormire, tormentato dai dubbi per ciò che stava per fare, e dal rimorso di tradire i suoi amici.
Quando il sole si alzò, non aveva chiuso occhio. Presa la tuta da combattimento, si diresse verso il campo n°7...


 

   
 
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