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Autore: leila91    07/11/2014    15 recensioni
" [...]Bella e fredda, come una mattina di pallida primavera, e non ancora maturata in donna [...]"
Ciao a tutti!
Questo lavoro ripercorre tutta la vita di Dama Eowyn, uno dei personaggi a mio parere più belli che Tolkien abbia mai creato.
Partendo dalla sua infanzia, passando per l'adolescenza trascorsa al palazzo di suo zio Theoden, fino alle vicende narrate nel Signore degli Anelli: l'incontro con Aragorn, lo scontro con il Re Stregone e la sospirata felicità trovata con Faramir.
Per gli avvenimenti pre!LOTR mi baserò quasi esclusivamente sulla mia fantasia, rispettando ovviamente ciò che il Professore narra nelle Appendici.
In alcuni punti si è reso necessario un mix tra movieverse e bookverse... Spero non infastidisca nessuno :)
Vi ho già scocciati anche troppo: spero di riuscire a trasmettere, a chiunque deciderà di seguirmi, il profondo amore che nutro per questo personaggio, e di renderle pienamente giustizia.
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Theoden, Theodred
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cambiamenti



Quando ripensava ai suoi primi mesi trascorsi a Meduseld, ad Éowyn pareva quasi di stare vivendo in un sogno.
La vita che aveva prima di allora le appariva così lontana… Sfocata, si poteva dire.
Molti dei ricordi erano confusi, nebulosi… Quasi irreali. Come se la sua mente avesse inconsciamente deciso di rimuoverli, in maniera forse lenta, ma inesorabile.
 
I giorni divennero settimane, le settimane mesi.
Piano piano la neve si sciolse lasciando il posto ad immense distese di fiori, e ai colori e profumi della Primavera.
Si era ormai instaurata una quieta routine nella vita di Éomer ed Éowyn.
Zio Thèoden aveva insistito fin da subito che i due ragazzi ricevessero una degna istruzione, e così la mattine passavano tra compiti e lezioni, tenute loro da un anziano precettore, che a suo tempo era stato il maestro di Thèodred, il figlio del Re, il quale attualmente portava il grado di secondo Maresciallo del Mark, ed erano lontano, impegnato in missione.
 
Contrariamente alla maggior parte dei bambini, ad Éowyn le ore passate sui libri non pesavano affatto.
La bambina era avida di sapere, la sua sete di conoscenza pareva non avere mai fine.
La storia del Mark l’affascinava in maniera particolare, tuttavia ben presto non le bastò più e volle studiare anche le vicende di altri paesi. Era curiosa, aperta e irrequieta: non di rado si ritrovava a sognare a occhi aperti le meravigliose imprese dei suoi nobili antenati, e invidiava Éomer, che aveva da poco iniziato un apprendistato, in compagnia dei figli delle guardie reali.
Le era capitato di assistere ad un paio di allenamenti, poi però l’istruttore glielo aveva proibito perché, a sentir lui, la sua presenza era “fonte di distrazione per le piccole reclute”.
La bimba non l’aveva presa molto bene, e appena riusciva sgattaiolava comunque in quella che i soldati chiamavano ‘palestra’, nascondendosi prima dell’arrivo degli altri.
 
Era però la sera, a costituire il suo momento preferito, ed Éowyn l’attendeva sempre con gioiosa impazienza.
Zio Thèoden infatti, non si era affatto dimenticato della sua promessa. Ogni volta che poteva, e se la sua nipotina si era comportata bene nel corso della giornata, si ritirava con lei ed Éomer nella piccola sala che avevano già usato in precedenza, e, una volta lì, raccontava loro le più belle storie.
Che si trattasse di eventi reali o più semplicemente di leggende poco importava: Éowyn ne rimaneva comunque ogni volta estasiata.
Quel piccolo salottino aveva un posto speciale nel cuore di Thèoden: lui e sua moglie infatti, usavano rifugiarvisi spesso, quando volevano passare del tempo da soli. Seduti nelle loro rispettive poltrone chiacchieravano amabilmente davanti al fuoco, o leggevano qualche libro, inconsapevoli dell’importanza che quel posto avrebbe acquistato in futuro per la loro nipotina.
Il rapporto tra la piccola e il Re si faceva più stretto giorno dopo giorno, e l’iniziale timore maturava in un affetto via via più profondo.
Fu però durante una notte di tempesta che avvenne finalmente una cosa bellissima.


* * * 
 
                                                                   
Éowyn si svegliò di soprassalto, il respiro affannato e la bocca spalancata.
Un lampo, subito seguito dal rombo minaccioso del tuono, le illuminò il viso, rigato di lacrime. Si tirò su lentamente a sedere, il corpo che pareva scosso da un tremolio inarrestabile.
Le era già successo in precedenza ma questa volta era peggio.
Decisamente peggio.
Questa volta non riusciva a ricordare più niente.
 
Éomer. Doveva trovare Éomer. Lui avrebbe aggiustato tutto, lo faceva sempre, lo avrebbe sempre fatto.
Si scaraventò verso la porta, e quando l’aprì, si ritrovò praticamente fra le braccia di suo zio.
 
“Éowyn! Stavo giusto venendo a controllare se stessi bene. Questo è il primo temporale così violento da quando siete arriv- piccola mia, che succede?”
Éowyn si era infatti lasciata andare ai singhiozzi, stringendolo forte: “Non ricordo più il viso della mamma!” gemette tra le lacrime.
 
 
La camomilla era calda e speziata, un vero balsamo per i nervi.
Dopo averla fatta preparare, Thèoden aveva portato la sua nipotina in quella che ormai era diventata per loro la ‘sala dei racconti’.
“Qui conservo alcune delle cose a cui tengo di più” le aveva detto chinandosi per aprire un vecchio baule, dal quale aveva poi estratto un paio di ritratti.
“Tua madre aveva una bellezza fiera e delicata nello stesso tempo” le disse porgendoglieli, “Proprio come te”.
Éowyn guardava i disegni come un uomo assetato avrebbe guardato un torrente; beandosi, perdendosi in quei tratti così armoniosi, che tanto le somigliavano.
Sarebbe potuta rimanere a contemplare il volto di sua madre per sempre, ma uno sbadiglio la tradì.
Fece per riconsegnare i fogli a suo zio ma lui la sorprese dicendole: “Vorrei che li tenessi tu. Non dovrai più avere paura di poter dimenticare”.
“Ma ricorda sempre, Éowyn, che molto di ciò che erano i tuoi genitori ora fa parte di te. È qui dentro” aggiunse indicandole il petto, a livello del cuore, “E questo nessuno potrà mai portartelo via”.
“Grazie” rispose lei abbracciandolo forte, e la spontaneità con cui aggiunse ‘zio’ alla fine, fu il regalo più bello che Thèoden potesse ricevere.


* * * 
                                            

Per quanto confortevole, calda e sicura potesse essere Meduseld, capitava a volte che Éowyn vi si sentisse soffocare.
Non succedeva spesso, ma in quei momenti tutto ciò che desiderava era sentire il vento tra i capelli e il sole accarezzarle la pelle.
Allontanarsi dai suoi doveri, da tutti i servitori che discretamente la tenevano d’occhio e dalle massaie del palazzo, che insistevano ogni giorno nel volerle insegnare assurdità come il cucito.
Voleva respirare a pieni polmoni, lasciar vagare lo sguardo fin dove occhio poteva vedere: ammirare le sconfinate praterie, che si stendevano come un verde mare fino ai piedi dell’Emyn Muil, e le maestose cime innevate degli Ered Nimrais, i Monti Bianchi di Gondor.
 
Le sue fughe, se così si potevano chiamare, finivano sempre prima che qualcuno potesse accorgersi della sua assenza, e per maggior sicurezza avvenivano solo quando zio Thèoden non era a palazzo.
Solo in un paio di occasioni era riuscita a spingersi oltre le mura di Edoras, approfittando della confusione generata da qualche carovana in arrivo.
Oggi era una di quelle volte: Éowyn stava correndo felice lungo il crinale della collina sulla quale si ergeva la città.
La sua meta era un piccolo un piccolo lago che aveva scoperto poco tempo prima, nel quale solitamente sguazzavano diverse ranocchie.
Creaturine buffe e inoffensive, assai divertenti da osservare.
 
Così presa dalla gioia e dall’eccitazione che ogni volta quelle scappatelle le procuravano, la bambina si accorse solo all’ultimo momento di un cavaliere che le veniva incontro velocemente al galoppo.
L’uomo riuscì a frenare in tempo il destriero, che però, impennandosi rischiò comunque di colpire la piccola, e di disarcionare lui.
 
“Maledizione!” urlò il soldato, smontando velocemente da cavallo, “Ti sei fatta male, ragazzina? Dovresti stare più attenta, dannazione! Ti rendi conto che avrei potuto travolgerti?!”
Nel frattempo si era tolto l’elmo, rivelando il suo viso.

Ad Éowyn, che aveva già il fiato corto, il respiro mancò quasi del tutto: l’uomo di fronte a lei non poteva avere più di venticinque anni, ed era… Beh, bellissimo fu la prima parola che le venne in mente, ma non esprimeva bene l’idea.
Ricordava in tutto e per tutto il dipinto di Eorl: stesso portamento, stessa chioma dorata, stessa maestosa possanza.
Gli occhi però erano diversi, le ricordavano… Per il cielo, erano gli stessi dello zio Thèoden! Possibile che…
 
“Ehi piccolina, sto parlando con te!” le si rivolse di nuovo il giovane, “Come ti chiami? E cosa ci fai qui in giro da sola?”
“Io…io…” balbettò lei “Mi chiamo Eowyn e-”
“Eowyn? La figlia di Éomund? Non posso crederci!” esclamò il ragazzo, con una sonora risata. “Come sei cresciuta! Non credo che ti avrei mai riconosciuta. Io sono Thèodred, figlio di Thèoden”.
“Tuo cugino” concluse.
“Lo sapevo, lo sapevo!” squittì la piccola, estasiata. “Hai gli stessi occhi dello zio! Ho sentito tanto parlare di te! E da dove arrivi? Dove sei stato finora? Torni a casa con me? Posso salire con te a cavallo?”
“Ehi, una cosa alla volta!” le rispose Thèodred, decisamente divertito dalla sua esuberanza, “Per rispondere alle tue ultime domande, sì, torno a casa con te, e certamente puoi salire sul mio cavallo. Coraggio andiamo, ti staranno cercando ”.
Così dicendo le tese una mano, issandola dietro di sé; poi ripartirono insieme alla volta di Meduseld.
 

* * *
                                                                         

Con gran dispiacere di Éowyn, fu Grima a venire loro incontro, una volta giunti in città.
Quell’uomo proprio non riusciva a piacerle… non aveva alcun motivo fondato per provare così tanto ribrezzo, ma molto spesso è la prima impressione a contare davvero, e a condizionare per sempre il nostro giudizio riguardo alle altre persone.
“Sire Thèodred, siete tornato! È un vero sollievo vedervi sano e salvo”.
“Vi ringrazio, Grima” disse il giovane, reprimendo una smorfia, “Mi è stato detto che mio padre non è attualmente a palazzo”.
“Tornerà questa sera, mio signore. Sarà davvero lieto del vostro ritorno. Come lo siamo tutti, del resto” rispose l’uomo.
“ Principessa Eowyn!” soggiunse poi, una volta accortosi della bambina.

Pessimo approccio, Eowyn detestava essere chiamata così: non era una figlia di re, né lo sarebbe mai stata.
Solo a zio Thèoden era concesso usare quell’appellativo, e anche a lui in rarissimi casi.

“Da dove arrivate?” continuò Grima, “Credevamo foste nelle vostre stanze, a leggere un libro. Non è così che ci avevate detto?”
Eowyn arrossì, completamente presa alla sprovvista: E adesso che cosa gli dico?
“Ecco… io…”
“Oh, l’ho trovata poco più sotto, mentre raccoglieva dei fiori” intervenne suo cugino, “Un piccolo dono per mio padre, non appena farà ritorno”.
Éowyn gli rivolse un sorriso riconoscente, sperando che Grima non notasse la totale assenza dei suddetti fiori fra le sue mani.
Thèodred sembrò pensare la stessa cosa, ma nella fretta del momento non era riuscito a inventarsi una scusa migliore.
Si affrettò quindi a dire: “Col tuo permesso, Grima, vorrei ritirarmi. È stato un lungo viaggio, e ci sono ancora molte persone che vorrei salutare”.
“Oh, sì!” esclamò Éowyn, “E devi assolutamente conoscere Éomer!”
E prima che Grima potesse dire alcunché, i due cugini erano già ripartiti. 


 








 

 
Angolino di Bennuccia:

 
E… ladies and gentlemen, per la vostra gioia Thèodred è arrivato <3!!
So che si è visto poco ma non temete, avremo modo di conoscerlo meglio più avanti.
Mi sono attenuta alla versione cartacea, secondo la quale a quel tempo il nostro bel principe dovesse avere circa 24 anni..
Ragazze mie, che dirvi? Niente, siete voi che dovete dire a me xD! Io come al solito spero che vi sia piaciuto
Ringrazio come sempre tutti i lettori, le ragazze che recensiscono, e chi mi preferisce o semplicemente mi segue (di recenteFede95).
Vi spedisco al volo un bacio e… alla prossima!
Ps: nell’introduzione ho dichiarato che si sarebbe trattata di una raccolta di OS, tuttavia come qualcuno ha già notato, sto seguendo per ora (mio malgrado) un andamento lineare.. Per adesso preferirei lasciare l’intro così com’è, perché l’intenzione è ancora decisamente quella di una raccolta..ispirazione permettendo grr, mi porta dove vuole lei!

Benni
   
 
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