"Per quanto ancora ti farai sfigurare il corpo da quell'assassino?" gli chiesi con tono rabbioso.
Le lacrime rigavano il mio volto mentre il sangue dal suo occhio sinistro non dava alcun segno di volersi arrestare.
E mi devastavano le sue urla strazianti, uccidevano senza pietà i miei timpani e stringevano il mio cuore in una morsa senza scampo.
"Ci sono più tracce di Mihawk su questo corpo che in questo castello" commentai tristemente, sfiorando con le dita l'enorme cicatrice che gli attraversava il petto trasversalmente.
Me lo presi tutto, il suo dolore; lo tenni stretto a me come un tesoro inestimabile.
Non sapevo cosa fosse il dolore, prima di assaporare le ferite di Zoro; non avevo idea di cosa significasse soffrire, prima di provare il suo sangue e diventare tutt'uno con la sua carne.