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Autore: breath    08/11/2014    4 recensioni
°Seguito di Ride°
E' facile buttarsi a capofitto nel vortice della vita di cinque rockstar, farsi trascinare dalla corrente dell'alcool, delle droghe, del sesso e della musica dimenticandosi di piantare le proprie radici su un terreno solido.
Per Bonnie, l'aver conosciuto Slash e i Guns N' Roses equivaleva al muoversi a ritmo di musica su un palcoscenico illuminato da un milione di luci scintillanti. Ma se le luci si spengono e la musica cambia, quel palcoscenico manterrà il suo splendore? Bonnie dovrà camminare al buio in cerca del suo interruttore, senza sapere se la mano che sta stringendo la guiderà o la spingerà lontano facendola cadere.
"Bite the hand that feeds
Tap the vein that bleeds
Down on my bended knees
I break the back of love for you."
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweeter than Heaven, hotter than Hell'
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"The shadow life will only break your heart
 Like I said before
 It steals the light and tears us all apart
 Like a shadow in the dark

 I can feel it when you're under me
 There is something else
 There is something I can't let go

 Never silence to the misery
 Feel it in your sex
 Tear it down
 Every time that we're all alone

 And still you just deny it all
 But I can't take this anymore
 But I can't turn away."
|Slash ft. Myles Kennedy and the Conspirators - Shadow Life|


Da quel giorno iniziò un nuovo, strano periodo, dominato da uno schema indefinito che provocava una certa perenne tensione sempre presente in loro. 
Non sapevano identificare cosa esattamente non andasse e perché le cose fossero così diverse ma vivevano ogni giorno come se si trovassero sull'orlo di un precipizio senza neanche sapere quale fosse la strada che li aveva condotti fin lì. 
E allora bevevano, fumavano e facevano sesso cercando di placare in quel modo quell'inquietudine che albergava perenne in loro. Ma neanche il sesso era più come una volta, sembrava che qualcosa si fosse incrinato, non il desiderio reciproco ma la solida base di fiducia che li aveva sempre sorretti si era irrimediabilmente rovinata e minacciava di farli cadere da un momento all'altro. 
Entrambi odiavano sentirsi così ma non potevano impedire che questa nuova quotidianità si protraesse nel tempo, distendendosi maligna tra loro. Non avevano più affrontato il discorso Steven e questo era rimasto in sospeso ad alimentare ulteriormente il vento che li stava spazzando via. 
Bonnie andava spesso a trovarlo e quelle visite erano sempre una fonte di sofferenza per lei perché il biondo si era lasciato del tutto andare alla deriva, decidendo di rifugiarsi nell'oblio della droga e dell'alcool per sfuggire alla sua sofferenza. Dopo queste visite tornava a casa esausta e Slash non le diceva niente, sapeva dove era stata, glielo leggeva in faccia, nei lineamenti contratti e negli occhi tristi, ma lui continuava a non volere vedere il suo ex-batterista. Voleva affrontare a suo modo quella che effettivamente era stata una perdita e il suo modo non consisteva in visite di cortesia ma nel buttarsi a capofitto nella ricerca del nuovo batterista insieme a Duff e Izzy. 
Tutti i giorni usciva di casa per poi tornarvi a notte fonda frustrato perché la ricerca non si stava rivelando così facile come previsto inizialmente. Non era facile trovare un sostituto di Steven e questo fatto accresceva la sua rabbia perché lo poneva di fronte alla cruda verità e cioè che i Guns avevano perso un pezzo fondamentale e potenzialmente insostituibile. Ma si guardava dal parlarne con Bonnie, sarebbe stato come ammettere che lei aveva sempre avuto ragione, che avrebbero potuto affrontare la situazione in un'altra maniera invece di cacciarlo e poi quell'argomento era ancora tabù fra di loro, un terreno pericoloso segnato da invisibili mine. 
Che ne era stato delle loro chiacchierate notturne, della complicità che li faceva sentire liberi di confidarsi qualsiasi cosa, della certezza di potersi affidare all'altro, di potersi perdere e tornare poi indietro guidati da una promessa di amore sussurrata a fior di labbra, pianissimo, ma che riecheggiava potente nei loro cuori? 
Tutte quelle cose non erano sparite ma erano diventate l'ombra di se stesse e nessuno dei due aveva la più pallida idea di come fare esattamente per ridare loro la luminosità di una volta. 
Bonnie si ripeteva che avrebbero superato anche quello ma le sue certezze a volte le sembravano fasulle, orribili manichini colorati all'esterno ma vuoti dentro. 
Cosa erano diventati? 
Una distorta e grottesca immagine di quelli che erano prima, una macchia indefinita in attesa di tramutarsi, per diventare altro o per assumere la sua forma precedente. 
Visto che non riusciva a identificare l'esatto problema, forse era solo un insieme di tutti gli eventi che li avevano travolti, cercava di fare finta di niente e di pensare solo al lavoro, convinta che la stanchezza fisica avrebbe portato ristoro anche al suo spirito malconcio. Quelli sarebbero stati i suoi ultimi due mesi al RIP prima che il suo contratto scadesse e la ragazza non aveva intenzione di chiedere un rinnovo perché prevedeva che il nuovo, o sarebbe meglio dire i nuovi dato il numero di canzoni, album dei Guns sarebbero usciti in alcuni mesi e con questi sarebbero ripresi i tour e lei sarebbe tornata ad assumere il ruolo di fotografa ufficiale della band. 
Riponeva tutte le sue speranze future nei tour, fiduciosa che avrebbero anche appianato le controversie e allontanato i problemi. 
Slash in quel periodo le sembrava un leone in gabbia e sapeva che la vita on the road lo faceva ritornare nel suo elemento, sperava che gli avrebbe anche ridato un po' di serenità. Le date per Rock in Rio, sebbene mancassero mesi interi a quell'evento, erano già state confermate e Bonnie vedeva quel Gennaio 1991 come l'obiettivo da raggiungere cercando nel frattempo di mantenere tutti i pezzi insieme. 

Passarono in questo modo, in questa sorta di stallo confuso, due mesi e sorprendentemente le cose sembrarono in qualche modo migliorare. 
Da quando Steven aveva deciso di votare la sua vita all'autodistruzione totale, il suo atteggiamento nei confronti di Bonnie si era leggermente raffreddato sia perché vedeva in lei la persona che non era riuscita a fare niente per impedire ai ragazzi di cacciarlo sia perché era talmente impegnato a eclissarsi il più possibile dalla realtà che non gradiva troppo la presenza di chiunque non fosse un suo potenziale compagno di giochi, quei macabri giochi che lo stavano uccidendo. 
La ragazza ci era a dir poco rimasta male ma stava pian piano facendo pace con l'idea che non poteva più fare niente per lui e di sicuro non poteva imporgli la sua presenza quando questa non era desiderata. 
Le sue visite si erano quindi fatte più rade e di nuovo Slash lo aveva notato. 
- Non vai da Steve oggi?- le aveva chiesto una mattina con fare noncurante. 
Bonnie aveva scosso la testa ed aveva ripreso a mettere in borsa le sue cose, quello sarebbe stato il suo ultimo giorno come fotografa del RIP.
- Ultimamente non mi sembra che tu ci vada molto spesso...-
- Infatti- aveva risposto brevemente e Slash aveva alzato un sopracciglio, scettico di fronte a una risposta così breve. 
- Se vuole passare le sue giornate a devastarsi e non mi vuole intorno non ci posso fare niente. Io ci ho provato ma alla fine la vita è la sua e se ha deciso che vuole viverla così non posso impedirglielo.- 
A quelle parole Slash aveva annuito silenzioso sorridendo tristemente.
- Lo so lo so, mi stai per dire te l'avevo detto.- 
- Non stavo dicendo niente- aveva risposto lui pensando che in realtà lo avrebbe anche fatto, se solo quella non fosse stata una notizia fottutamente triste e quell'argomento ancora spinoso. Si era quindi limitato ad avvicinarsi a lei per baciarla e a dirle
- Buon ultimo giorno.-

Era triste il fatto che l'allontanamento di Steven da Bonnie avesse causato una distensione nei suoi rapporti con Slash ma fu proprio quello che successe. Questo e il fatto che quella sera Slash tornò a casa annunciandole, sollevato ed entusiasta come non appariva da settimane, che avevano trovato un nuovo batterista, un tale Matt Sorum, già batterista dei Cult, servì in qualche modo ad allontanare almeno un po' la tensione che aleggiava su di loro. 
Quella sera ritrovarono in se stessi un po' dei vecchi Slash e Bonnie, un po' di quella vecchia sintonia che li aveva legati fino a quel momento. 

Passarono un altro paio di giorni e mentre Slash era chiuso in studio praticamente tutto il  giorno, Bonnie cercava di capire cosa fare esattamente della sua vita, mancavano mesi a Rock in Rio e lei non avrebbe certo potuto passarli a girarsi i pollici, quel non avere niente da fare le lasciava troppo tempo per pensare a questioni che preferiva lasciarsi alle spalle. Ricominciò quindi a cercare brevi ingaggi non avendo altre alternative perché per un periodo così breve nessuno l'avrebbe assunta e lei di sicuro non voleva rinunciare al posto di fotografa ufficiale dei Guns, quello era stato il lavoro più appagante di tutta la sua breve carriera.
Si stava iniziando a chiedere quando avrebbe ripreso quel lavoro, quando la Geffen aveva intenzione di fare le prime foto promozionali, quando una mattina arrivò una chiamata di Doug in persona. 
Dopo il casino con Steven, Bonnie aveva iniziato a vedere il manager sotto un'altra luce ed ora diffidava di lui ma l'uomo restava pur sempre il suo capo quindi cercò di essere il più educata possibile quando rispose al telefono.
- Ciao Bonnie. Senti, domani puoi passare da qui che dobbiamo parlare di alcune cose riguardanti il tuo lavoro con i ragazzi?-
- Ok, mi stavo proprio chiedendo quale sarebbe stato il prossimo passo.-
- Domani ne parliamo- rispose semplicemente l'uomo prima di salutarla e riattaccare. Bonnie a quel punto non poté fare a meno di sentirsi un po' inquieta senza sapere bene il perché.


Sono riuscita a pubblicare prima questa volta perché il capitolo è piuttosto corto, il classico capitolo di passaggio, e non necessitava di molte correzioni. Come vedete, anche se nel precedente capitolo avevamo assistito a una tregua, era stato solo un breve momento, il rapporto tra Slash e Bonnie è ormai pieno di falle e queste non possono essere riparate così velocemente. Alla fine comunque loro due ci tengono a rimanere insieme quindi ci provano e vengono anche aiutati dalla minore pressione che Slash sente, dopo aver trovato Matt (a proposito, penso di aver anticipato il suo ingresso nella band ma non sapevo la data esatta e poi mi serviva per tranquillizzare un po' il povero Slash), e da questo raffreddamento del rapporto tra Steven e Bonnie, raffreddamento che mi è si servito per far avvicinare gli altri due, ma anche e soprattutto per far capire ancora una volta che Steven, per quanto fosse stato ingannato e non supportato, non era la classica vittima della situazione, non aveva intenzione di smettere e non era un santo che non trattava mai male gli altri, anzi. 
Per il resto, a livello di trama non penso ci sia altro da dire. Spendo due parole di nuovo per la canzone per dirvi che inizialmente la canzone destinata a questo capitolo era The Butcher dei Walking Papers ma poi, di nuovo, dopo aver sentito Shadow Life, non potevo non inserirla da qualche parte!
Come al solito spero che il capitolo, anche se non succede molto, vi sia piaciuto; vi annuncio da subito che ci potrei mettere di più a pubblicare il prossimo perché ha bisogno di alcune correzioni e mi ci devo mettere lì con calma, considerando che ultimamente non ho mai tempo libero per queste cose, non so quanto ci potrei mettere, spero di riuscire a pubblicarlo il prossimo weekend, altrimenti ci rivediamo a metà della settimana ancora dopo! Vi ricordo che ne mancano ancora tre fino alla fine :)
Breath
  
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