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Autore: St Lucry    08/11/2014    0 recensioni
Party Killer e Party Poison.
Party Poison e Party Killer.
Nessuno dei due voleva mollare quella guerra, tutti e due erano legati da qualcosa.: un tragico passato, che aveva distrutto le loro famiglie.
Lei era una bambina di soli 8 nni, lui ne aveva già 14. Decisero di lasciare tutto alle spalle, e che avrebbero fatto qualcosa.
Si nascosero, attesero che la guerra finisse.
La Better Living Industries vinse, ormai erano passati anni, Party Killer aveva ormai 18 anni, Party Poison ne aveva 24.
E insieme avevano deciso di combattere contro quella vita senza pericoli, che era a dir poco noiosa e monotona.
Misero su una squadra di ribelli pronti a morire per salvare il monto dalla BLI:
The Fabolus Killjoys.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Aprì gli occhi.
Si guardò in giro, tentando di capire dove si trovava, ma era tutto inutile.
Guardò il suo corpo nudo, infreddolito, che giaceva solo nel mezzo della spiaggia.
Si alzò in piedi e cominciò a camminare, lottando contro quel senso di stanchezza che tentava di impadronirsi delle sue carni.
Non riuscì che a camminare per qualche metro, poi stramazzò a terra, la sabbia che oramai era nei suoi occhi e nella sua bocca.
Poi, mentre pensava che la morte sarebbe giunta silenziosa ed inesorabile, si sentì sollevare da terra.
Tentò di aprire gli occhi, di vedere chi fosse il suo salvatore, ma non ci riuscì.
Tutto ciò che poteva fare era aspettare di riaprire ancora gli occhi, oppure di vedere quella nera oscurità per sempre.
 
-Signore, abbiamo buone notizie per lei!
La segretaria irruppe nel vasto studio, camminando veloce, in equilibrio sui suoi piccoli tacchi a spillo.
-Bene, bene… Quali buone notizie mi porti, Melissa?
L’uomo seduto alla scrivania prese delle carte e le mise in un cassetto.
Le sue mani erano coperte di cicatrici, che correvano lungo tutta la lunghezza delle braccia, per fermarsi solo a metà collo.
I capelli dell’uomo, di un nero corvino, erano raccolti in una treccia lunga fino a metà schiena.
-Uno dei ribelli è stato catturato nei pressi del bosco. Lo stiamo portando in sede per sottoporlo ad un interrogatorio, ma ci serve la sua autorizzazione prima.- Rispose la donna, iniziando a giocherellare con il bordo della sua camicia bianca.
L’uomo posò i suoi occhi color petrolio in quelli della segretaria, e fece segno di sì col capo.
-Procedi pure Melissa, permesso accordato.
-Grazie signore.
La donna uscì dallo studio, lasciando l’uomo da solo.
Lui si alzò e si diresse verso una parete in cui troneggiava un’enorme finestra.
Ammirò per qualche secondo il panorama, perso nei suoi pensieri, poi si riscosse.
Tornò alla sua scrivania, prese in mano il telefono e compose un numero.
Dopo qualche squillo, una voce di donna rispose: -Qui Angelica, chi parla?
-Sono io, Marco
-Ah Marco! Come mai questa telefonata?
Marco sogghignò. –L’avete trovata? La ragazza, intendo.
-Oh sì, proprio qualche minuto fa. Volevamo accertarci che fosse viva però, non ha una bella cera. L’abbiamo trovata sulla spiaggia in fin di vita, e appena l’abbiamo sollevata è svenuta. La stiamo portando alla base più vicina, per effettuare tutti i controlli necessari e curarla, affinché non si riprenda completamente. Poi la porteremo da te.
-Perfetto, perfetto… Allora a dopo, ciao.
Marco riattaccò, e fissò soddisfatto un quadro appeso sulla parete.
Poi, si avviò verso la porta, deciso a prendersi una piccola pausa. Doveva assolutamente bere un caffè, e poi dirigersi alla sala degli interrogatori, per estorcere più informazioni possibili al ribelle.
Mentre camminava, si guardava intorno, ammirando la bellezza del suo palazzo. Aveva 50 piani, di cui 30 erano uffici e sale dedicati al controllo della sua parte di territorio. La Better Living Industries aveva deciso che quel palazzo sarebbe stato un punto di riferimento molto importante, e così era stato.
Gli altri 20 piani erano, infatti, quelli dove abitavano la maggior parte dei dipendenti della base sotto l suo controllo.
Marco raggiunse la macchinetta del caffè e ne prese un bicchiere. Lo sorseggiò lentamente, gustando quel sapore amaro che amava tanto.
Poi buttò via il bicchiere, oramai vuoto, e si diresse verso l’ascensore.
Pigiò il pulsante del 46° piano, dove lo stavano aspettando i capi della Fazione Anti Ribelli (FAR).
Quando entrò nella sala, l’interrogatorio era già iniziato.
Marco osservò il ribelle.
Aveva i capelli lunghi fino alle spalle. L’occhio sinistro era coperto da una fitta frangia. I capelli erano di due colori diversi, a sinistra arancioni e a destra azzurri.
Gli occhi, o almeno quello visibile, erano color nocciola.
Il ragazzo era sulla ventina, anche se, per la sua età, era molto alto – quasi due metri, a giudicare a colpo d’occhio – e non era affatto grasso.
Indossava una maglietta giallo fosforescente, con disegnato sopra la sagoma di un lupo nero. Aveva una giacca in pelle, nera anch’essa, ricoperta di toppe (la maggior parte teschi di animali).
I suoi pantaloni erano jeans rossi strappato sul ginocchio, tenuti su da una cintura borchiata.
Ai piedi portava degli stivali neri lucidi.
-Come si chiama?- Chiese Marco.
Gli rispose un uomo sulla cinquantina (Cadetto della FAR).
-Dice che il suo nome è Hyper Diamond, ma penso che sia solo un nome in codice. Non ci vuole dire come si chiama veramente. Inoltre, rifiuta di collaborare e non ha più risposto ad altre domande. Quando lo abbiamo minacciato di morte, lui ha risposto dicendo “sarà un onore per me venire ucciso perchè difendo i miei compagni”.
-Insomma, non vuole fornirci nessuna informazione?- Marco tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette, ne prese una e la accese.
-In questo caso, penso che dovrò intervenire.


Mioddio, sono secoli che non aggiorno! Scusateeee, è che mi era venuto un blocco enorme, e non sapevo come continuareeeeeeee c.c
Ma finalmente ecco qui il nuovo capitolo 8D
Perdonatemiiii c.c
   
 
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