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Autore: GinnyW    09/11/2014    8 recensioni
Il treno sbuffò nuovamente, segno che ormai stava per partire.
I ragazzi si affrettarono a fare gli ultimi saluti, chi con le lacrime agli occhi, ad esempio i primini, chi con un sorriso sulle labbra.
Quell’anno sarebbe stato un anno grandioso, per qualcuno ci sarebbero stati i G.U.F.O. per qualcun altro i M.A.G.O. , ma comunque l’ennesimo anno ad Hogwarts, fatto di studio, divertimento e tanto altro.
Tutti, in un modo o nell’altro, cercavano di scappare dalla monotonia che si era creata durante quelle vacanze estive, e non potevano essere più felici di ricominciare la scuola, o magari di rivedere persone care.
Passato qualche minuto il treno prese velocità, e sparì agli occhi dei genitori.
Un nuovo anno era cominciato.
Salve a tutti :D
Questa è una storia interattiva sulla nuova generazione, sono disponibili 15 posti.
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Vorrei che leggeste la storia prima di proporvi, in modo tale da capire più o meno di cosa si parla e se vi va bene.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Dominique Weasley, Fred Weasley, Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Rose Weasley, Roxanne Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Lo Spritz era già iniziato, e lei si sentiva bene insieme ad Hugo.

Non c'erano state entrate da super dive, ne ragazze che la guardavano piene d'invidia, tanto meno ragazzi che la guardavano quasi fosse venere scesa in terra.

Ma a lei non importava, proprio per niente.

Il motivo era unico e solo, e portava il nome di Hugo Weasley.

Perché vedere il suo sorriso era mille volte meglio del sorriso malizioso di qualsiasi altro ragazzo, e il suo sguardo era di sicuro imparagonabile a quello invidioso di delle sconosciute.

Non conosceva l'amore, Allison, in fondo aveva ancora quattordici anni, tutta una vita per amare e per essere amata.

Una cosa però la sapeva, ed era che con Hugo stava bene, quando lo vedeva il suo battito cardiaco accelerava, quando la guardava le sembrava di stare sulla luna.

Si estraniava da tutto, si sentiva sciogliere.

 

In quel momento erano nel parco, circondati da tante candele sospese in aria, mentre la luna rifletteva il suo bagliore nel lago nero, facendolo di conseguenza sembrare uno specchio.

Erano vicini al tendone che avrebbe ospitato il ballo, e l'ora di cena era passata già da un po'.

E si guardarono, sorridendo di un sorriso sincero, le loro mani si sfiorarono, facendo arrossire entrambi per l'imbarazzo.

 

Lui con i suoi occhi azzurri la scrutava, attento a non dire o fare qualcosa di sbagliato, lei invece si era persa nel suo sguardo.

 

Come potevano essere due persone così vicine, ma allo stesso tempo così lontane?

 

-Senti Hugo..-

-Ehi Allison...-

Si bloccarono e risero, risero tanto, di una risata cristallina.

 

-Che ne dici se entriamo?- Chiese Hugo guardandola titubante, lei per tutta risposta annuì convinta.

S'incamminarono verso il tendone e Hugo sfiorò la mano di Allison, lei la strinse, quasi fosse un tesoro.

 

Prima di entrare si guardò intorno, e vide Lorcan Scamander in compagnia di una bellissima ragazza, e l'unica cosa a cui riuscì a pensare fu a quanto fosse sprecata per uno come lui.

 

A qualche metro di distanza Cassiopea stava guardando Lorcan con freddezza disarmante.

Per tutto il tragitto non aveva fatto altro che starsene sulle sue, risultare anche un po' altezzosa e parlare solo se le veniva posta qualche domanda.

 

Poi l'inaspettato, almeno per Lorcan, perché Cass parve sciogliersi, proprio come i fiocchi di neve che iniziarono a cadere dal cielo, sciogliendosi una volta toccato il suolo.

Iniziarono a ridere, così, senza alcun motivo logico, e il loro divertimento ebbe inizio, ma non era destinato a durare, purtroppo.

La neve ormai scendeva leggera, e iniziava a ricoprire il prato.

Si rincorsero come due bambini, si rotolarono sul prato, incuranti dei loro vestiti eleganti, del fatto che si stessero bagnando con la neve, e del fatto che di li a poco sarebbero dovuti entrare allo Spritz.

Si ritrovarono l'uno sopra l'altra, così vicini da potersi quasi toccare.

Lui chiuse gli occhi, e li chiuse anche lei.

Le loro labbra erano così vicine che potevano sentire i respiri dell'altro, ma non accadde nulla tra i due.

Si ritirarono entrambi, con una persona nella mente e il cuore che martellava in petto.

-Dovremmo entrare- Disse lui e l'aiutò ad alzarsi.

Entrarono, e lei si rimise la sua maschera, e non solo quella del costume.

 

 

Quella serata avrebbe dato inizio alla decaduta del magico gruppo di Serpeverde, qualcosa li mangiava dall'interno, ed erano le bugie, i segreti, le sfide e la mancanza di fiducia.

E purtroppo Marion le possedeva tutte.

 

Era l'anello debole, agiva senza pensare alle conseguenze delle sue azioni, una grifona mancata, così la chiamavano gli amici per prenderla in giro.

Era impulsiva, troppo impulsiva per essere una serpe e troppo poco per essere una grifona, sempre a metà.

Con Lorcan le cose stavano precipitando, erano sempre stati amici, con quel feeling in più che unisce due persone.

Si erano conosciuti, scoperti, e lei aveva finito per innamorarsene, ma lui?

Lui era indecifrabile, un libro chiuso, ma solo con lei.

E tutte quelle ragazze che gli ruotavano intorno, Merlino, quanto avrebbe voluto strozzarle, una più gallina dell'altra.

Avrebbe dovuto toglierselo dalla testa, altrimenti rischiava di non uscirne tutta intera.

 

Li vide da lontano, mentre accanto a lei, Lysander le parlava di non sapeva nemmeno cosa.

Si sentì mancare per qualche secondo, perché Cassiopea non era la solita gallina, la conosceva bene, ed era una ragazza perfetta a suo parere, con un passato familiare un po' burrascoso, ma comunque una ragazza intelligente.

 

Si aggrappò a Lysander, cercando di non cadere, mentre un senso di nausea le saliva in gola.

-Tutto bene Marion?- Le chiese il Corvonero.

-Si, mi devo incontrare con Skyler e sono già in ritardo, ti dispiace se entriamo?- Il ragazzo non le rispose, ma si avviò comunque verso il tendone, conscio di ci che stesse pensando la ragazza al suo fianco.

Come poteva un ragazzo come suo fratello comportarsi in quella maniera? Erano gemelli eppure certe volte non lo capiva per niente, ma gliel'avrebbe fatta vedere lui, perché a volte si ha bisogno di qualcuno che ci apra gli occhi, prima che sia troppo tardi.

 

 

Per Marion quella non era che l'ennesima conferma.

Quella cotta, che a suo parere stava durando un po' troppo, era diventata ormai insostenibile, qualcosa di terribilmente sbagliato da cui fuggire.

Doveva tenersi alla larga da tutto ciò che avrebbe voluto, altrimenti non ne sarebbe uscita tutta intera.

 

Si sarebbe lasciata andare come non mai, doveva scatenarsi, doveva toglierselo dalla testa, doveva dimostrare a se stessa di potercela fare senza di lui.

 

Entrarono e per una volta provò a divertirsi anche lei.

 

 

Arya era già entrata da un po', e con lei anche Sebastian.

Lui non sapeva perché l'avesse invitata, lei non sapeva perché avesse accettato, in fin dei conti non si conoscevano, avevano soltanto qualche amico che aveva qualche altro amico in comune, eppure era andata così.

 

Arya era una persona che andava scoperta, poco a poco, Sebastian invece era un tipo spavaldo, provvisto di quel pizzico d'invadenza che permetteva la conoscenza profonda delle persone.

Non sarebbero potuti andare d'accordo, per il semplice fatto che nessuno sarebbe riuscito a capire l'altro a causa dei loro caratteri estremamente differenti.

Eppure, seduti in quel tavolino per due a mangiare delle strane pietanze con la salsa di pomodoro, stavano ridendo.

Lui la stava facendo ridere, e anche di gusto.

 

Il tutto era iniziato casualmente, lui stava osservando il suo riflesso attraverso un cucchiaio, e lei lo aveva sorpreso così, mentre cercava invano di flirtare con se stesso, o forse stava provando qualche tecnica di seduzione, non ne era sicura.

 

Era scoppiata ridere, rimanendone successivamente sorpresa, e aveva contagiato anche lui con la sua risata.

Quando era uscita dal dormitorio aveva già fatto uno schemino di come sarebbe andata la serata, in una parola: male.

Aveva immaginato se stessa con il muso lungo, seduta, a guardare Scorpius divertirsi con una misteriosa Corvonero, mentre lei si crogiolava nella sua stessa solitudine, invece la serata era iniziata nel migliore dei modi.

Non aveva pensato a lui nemmeno per un secondo, si stava divertendo parecchio con Sebastian, così tanto da dimenticare tutto il resto, perfino la sua maschera.

 

Andava tutto bene, la serata stava procedendo magnificamente, fino a quando qualcun altro entrò nel tendone.

Scorpius Malfoy.

Scorpius Malfoy in compagnia.

Scorpius Malfoy in compagnia di Lily Potter.

 

Le lacrime che le stavano sfuggendo a causa delle risate terminarono, la sua risata si fermò del tutto, il suo volto perse espressione e Arya Zabini tornò ad indossare la sua maschera.

La proteggeva, soprattutto dai sentimenti indesiderati, così la gente non poteva vedere la sua debolezza, perché ci godeva, non riusciva a farne a meno.

Per la popolazione di Hogwarts umiliare qualcuno significava avere un nuovo pettegolezzo di cui poter parlare, non importava quanto l'interessata/o potesse starci male, il popolo di Hogwarts doveva riderne, commentare, criticare, gettare fango, doveva farsi gli affari degli altri, tanto per avere qualcosa da fare, come se i sessanta centimetri di pergamena sull'utilizzo del sangue di drago, o il tema sulla trasfigurazione animale non fossero sufficienti.

 

Hogwarts era casa, ma una di quelle piene di nonne, zie, prozie, bisnonne, e chi più ne ha più ne metta, super invadenti, che ti squadravano dalla testa ai piedi, perennemente interessate alla tua vita amorosa e con quelle battutine piene d'invidia poiché i loro figli non riuscivano a combinare nulla di buono nella vita, e ovviamente dovevano rigettare il tutto su di te.

 

Sebastian accanto a lei irrigidì la mascella, apparentemente non sembrava che la cosa l'avesse toccato più di tanto, ma lei riusciva a privare le persone delle proprie maschere, poiché sapeva esattamente come erano fatte.

 

La guardò e le fece un'unica domanda, era una domanda che sarebbe potuta sembrare normale in n altro contesto, ma in quel momento era carica di significato.

-Tutto bene?-

-Mi sono illusa che per una volta le cose potessero andare per il verso giusto.-

Chiusero l'argomento e non lo riaprirono più.

 

Nel frattempo Lily e Scorpius erano stati placcati da Skyler, che li guardava quasi fosse una maniaca, e da Connor, che sembrava voler urlare da un momento all'altra per la frustrazione.

 

Quando Sky li aveva visti entrare era subito partita in quarta, con Connor che le correva dietro esasperato, essendo la quindicesima volta circa che si alzava dal loro tavolo per andare da questa o quella persona.

Lui era affamato, erano arrivati da più di mezz'ora e non aveva potuto toccare cibo a causa di quell'uragano dai capelli neri, che continuava ad andare ovunque, tranne che al tavolo del buffet.

Gli aveva sfiorato la mente che fosse a causa dei punti che le aveva tolto quando l'aveva conosciuta, ma era un ragionamento troppo da serpe.

Inoltre aveva espressamente affermato che non gli avrebbe più restituito il suo mantello, davvero inaudito, il tutto perché voleva tenere un ricordo di scuola per quando avrebbe lasciato Hogwarts, e aveva scelto il SUO mantello, logico no?

 

Si era piazzata davanti ai due e aveva fissato Scorpius facendolo arrossire, mentre Lily Luna aveva ridacchiato sotto i baffi.

Lo sguardo di Skyler era un misto tra il confessa, chiedi scusa e non ti sa fatto alcun male, e il giuro che se non parli ti mollo un pugno su quel visino di porcellana.

 

-Ci conosciamo?- Scorpius era palesemente a disagio, e Skyler non faceva nulla per farlo sentire nulla, anzi incrementava il tutto con le sue occhiate.

-Oh, tu non mi conosci, ma io conosco te, brutto vermicolo ammuffito! Sei il ragazzo che ha lanciato il mio baule durante il viaggio verso Hogwarts, è stato davvero poco carino da parte tua, non ti pare?- Sky lo osservava, sperando che lui le chiedesse scusa, implorandola magari, davvero un'idea brillante.

Ad ogni modo i suoi piani furono distrutti a causa della risposta del ragazzo, perché no , non si aspettava mica che le dicesse quelle parole.

Lei si era preparata un discorso, sapeva già come sarebbe andata a finire, o almeno lo credeva.

-Oh, ma è stato Albus a lanciarlo, Albus Severus lo vedi? Quello accanto l'entrata, di fianco a Theresa Light, perché non vai a dirgliene quattro?!-

Skyler scattò sull'attenti e guardò immediatamente la direzione indicatale dal ragazzo e li pianto lì, senza nemmeno un saluto, pronta ad aggredire, verbalmente per il momento, il ragazzo.

 

Connor aveva guardato i due come a volersi scusare per lei, prima di correrle dietro sconsolato, di sicuro non avrebbe fatto in tempo a cenare.

Lily nel frattempo aveva dato una spintarella a Scorpius e lo aveva guardato con sguardo metà tra il divertito e l'arrabbiato.

-Per cominciare è stato davvero Albus a lanciarle il baule, quindi non guardarmi così, e poi ci tengo alla pelle, dico, ma l'hai vista? Se avesse potuto mi avrebbe ucciso con lo sguardo- Disse il ragazzo a mo di scuse, poi scoppiarono a ridere.

 

Nel frattempo, Skyler, dopo aver placcato Albus e Tessa, aveva iniziato a parlare a macchinetta.

-Tu!-

Albus, sentendo la voce di Sky, si voltò a guardarla.

Era bella, e si sorprese di non averla mai notata nel castello.

-Ci conosciamo?- Evidentemente lo conosceva, e il suo sguardo sembrava non promettere nulla di buono, faceva quasi paura.

Poco prima che lei potesse rispondere, si sentì sollevare dalle ascelle e portare via.

Ovviamente la sua maschera non le permetteva un'ampia visione delle cose, ma dopo aver visto Connor scusarsi con i due, non aveva più alcun dubbio di chi l'avesse portata via.

 

-Capitano- Lo salutò con tono rassegnato, mentre smetteva di scalciare.

-Skyler, è sempre un piacere vederti, e per quanto avrei voluto assistere alla scena, ho dovuto fare quello che ho fatto, avresti potuto compromettere quello che verrà dopo- James l'aveva lasciata andare, e avevano iniziato una conversazione destinata a non continuare.

 

-Capitano, perché ogni volta che parli in questo modo, dopo un po' succede sempre qualcosa di strano?- Skyler non si era arrabbiata con lui, poiché, nessuno riusciva a spiegarselo, lei non se la prendeva mai con James.

 

Lo rispettava, lo aveva sempre rispettato, e il motivo era semplice.

Lui era riuscito a essere quello che era infischiandosene di tutto e di tutti, non si vantava di essere il figlio del grande Harry Potter, non lo aveva mai fatto.

Voleva essere se stesso, e odiava chiunque lo paragonasse al padre, perché lui era semplicemente James, un mago come tanti altri.

E Skyler lo aveva sempre ammirato per questo.

 

Lui, invece, l'aveva sempre vista come una sorellina minore, alla pari di Lily, e la trattava d conseguenza.

Aveva sempre cercato di tirarla fuori dai guai, ed era stato lui stesso a consigliale di fare le selezioni per la squadra di quidditch.

Quando le aveva visto il tatuaggio, all'inizio dello scorso anno, avrebbe voluto farle una lavata di capo come si deve, una di quelle che non si dimenticano mai.

 

-Non ne ho la minima idea, Sky- Il sorriso nacque spontaneo sulle labbra del ragazzo, mentre lei sorrideva complice.

 

Ma il sorriso sulle labbra di lui durò poco, e lei se ne accorse, stava guardando il fratello e la sua dama.

 

-Ti va di parlarne?-

-Non c'è niente di cui parlare, sono stato uno stupido, tutto qui. Adesso ti lascio al tuo accompagnatore, che per la cronaca, credevo non sopportassi- E la lasciò li, mentre Connor veniva verso di lei.

 

-Che ne dici, andiamo a mangiare qualcosa?- Gli occhi del ragazzo s'illuminarono a quella richiesta.

 

 

 

Skyler intravide le sue amiche e le salutò con un fugace occhiolino.

 

Rose, Roxanne, Dominique e Gabriela avevano deciso di andare senza accompagnatore, ovviamente qualcuno le aveva invitate, ma loro avevano educatamente rifiutato, volendo passare una serata tra amiche a divertirsi, e non tra silenzi imbarazzanti.

 

Inoltre avrebbero dovuto consolare Gabriela, che si era lasciata da poco con il suo fidanzato babbano.

Lei, il ventisei di dicembre, lo aveva beccato mentre la tradiva con un'altra, e lui si era giustificato dicendole che i ragazzi avevano bisogno di certe attenzioni particolari che lei non gli dava, che era sempre lontana da lui, vista la sua scuola privata per ricconi, e che ormai si comportava da snob, come se si sentisse superiore a tutto e tutti.

 

Lei lo aveva mandato, in maniera piuttosto colorita, a quel paese, e gli aveva detto di non volerlo più vedere.

Un tradimento era una cosa grave, distruggeva le fondamenta di un rapporto, le faceva diventare cenere, e faceva cadere tutto il resto, lasciando un buco nel petto.

Ti rendeva insicura sulla tua persona, sulla tua vita, sul perché delle cose, e la tua fiducia se ne andava.

Tutte le tue certezze si sgretolavano davanti ai tuoi occhi, tutto quello in cui avevi sempre creduto.

E ti rendevi conto di star crescendo, capivi che la vita era fatta anche, e soprattutto, d'ingiustizie, la tua vita cambiava, e tu con lei.

Iniziavi a capire che il principe azzurro delle fiabe era presente solo in quest'ultime, che il vissero per sempre felici e contenti era solo una frase come un'altra, che il lieto fine era un'enorme bufala, perché, effettivamente, cosa c'era di lieto in una fine?

 

E Gabriela aveva lottato, aveva lottato tanto, prima contro se stessa, poi contro quel ragazzo che un tempo aveva considerato speciale, e aveva capito che non era lei ad essere quella sbagliata, ma lui.

 

Rose, la sua migliore amica, le aveva detto che era stato lui a perderci, non il contrario.

 

Erano sempre state amiche, lei e Rose, si erano capite fin dal primo momento in cui si erano viste.

Nonostante Gabri fosse di un anno più grande, erano molto legate.

 

-Sapete di cosa ho voglia?- Chiese Gabriela alle sue tre amiche.

-Cosa?- Le chiese Dominique.

-Alcol- Roxanne la guardò con sguardo complice, mentre Rose scuoteva la testa rassegnata e a Dominique spuntava un sorrisetto sulle labbra.

Quella sera si sarebbero di sicuro divertite.

 

 

Arya nel frattempo si era momentaneamente separata da Sebastian per andar a prendere qualcosa dal tavolo del buffet.

La serata per lei stava procedendo piuttosto bene, e il fatto di non aver più nemmeno visto l'ombra di Scorpius, o di Lily Potter, aveva contribuito a rendere il tutto più spontaneo e divertente.

Ovviamente il tendone era grande, ma non così grande da poter evitare qualcuno, infatti così era stato.

Se lo ritrovò davanti e le si bloccò il fiato in gola.

Non avrebbe permesso a Scorpius di rovinarle la serata.

Erano sempre stati migliori amici, ma lei aveva sempre sperato che lui provasse per lei qualcosa in più della semplice amicizia.

Ci aveva sempre sperato.

Lui, il primo a averla vista per quella che era, e lei aveva finito irrimediabilmente per innamorarsene.

I loro sguardi s'incrociarono, e lui le si avvicinò.

-Come va la serata?- Sembrava in imbarazzo, ma lei non ci fece caso, era troppo impegnata a fingere che non le importasse nulla.

-Bene, benissimo, magnificamente, a te?- Arya era sull'attenti, e non si era mai comportata così con lui.

-Bene... Io.. Per te.. Si, per te... Non c'è problema che io sia venuto con Lily, no?- Scorpius era esitante, voleva essere contraddetto, voleva che lei gli facesse capire qualcosa, che gli desse un segno, qualcosa, qualsiasi cosa, ma non quel silenzio, quel costante dubbio

-Nessun problema, ora scusami, devo tornare da Sebastian.- Si voltò e tornò al suo tavolo, mentre dietro di lei Scorpius sospirava rassegnato.

 

Erano già passate un paio d'ore dall'inizio del ballo, gli studenti avevano cenato, e i professori, stranamente, li avevano lasciati da soli per andare a dormire.

Ovviamente avevano incaricato i Caposcuola e i Prefetti di supervisionare la serata.

Nessuno però sapeva che nei calici dei docenti era stato versato uno strano intruglio, incolore e inodore, per assicurare un sonno senza sogni, il motivo verrà scoperto in seguito.

 

I ragazzi si stavano scatenando in pista e Marion non era da meno.

Si stava divertendo come una matta con Lysander, e non aveva pensato nemmeno per un secondo a Lorcan.

Ballava come se non ci fosse un domani, scuoteva i capelli, muoveva il bacino e oscillava le braccia.

Nel frattempo Lysander le teneva la vita con le mani e ballava a tempo di musica.

Si staccò da lei e le chiese se volesse qualcosa da bere, poi si allontanò verso il tavolo dei drink, lasciandola danzare.

 

Sorrise sotto i baffi, immaginando la reazione del fratello e prese due burrobirre.

Nel momento in cui allungò la mano, toccò quella di un'altra persona, si voltò e rimase a fissare la ragazza senza parole, facendola arrossire.

 

-Prego- Disse, facendole capire di poter prendere la bibita.

Gli sorrise, e dopo aver preso la sua burrobirra fece per andarsene, ma fu trattenuta dalla mano di lui.

-Ci siamo già visti, in treno, hai fatto cadere il carrello dei dolci.-

-Beh, grazie per avermelo ricordato- Rispose lei ironica, non le andava che la gente le ricordasse quanto era imbranata.

-Scusa, non volevo metterti in imbarazzo, ci tenevo a dirti che sei molto bella stasera- Lysander era diventato paonazzo, e aveva preso a farfugliare, dandosi mentalmente dell'idiota.

Lei gli sorrise di nuovo e lui acquistò più sicurezza, ma prima che potesse chiedere il suo nome lei gli disse di dover andare.

Prima di tornare da Kile, si voltò nuovamente verso Lysander e gli sorrise.

 

Lorcan e Marion nel frattempo stavano avendo una conversazione molto colorita, che venne interrotta dall'arrivo di Lysander.

-La tua burrobirra, Marion-

Lys non seppe mai cosa si dissero i due, ma di sicuro s n'era fatto un'idea.

-Oh, burrobirre, proprio quello che volevo, grazie fratello-

Le sfilò dalle mani di Lys e s'incamminò verso l'altro lato del tendone, per poi iniziare a fissarli.

 

Dopo quindici minuti abbondanti, Lorcan li stava ancora fissando, così Lysander decise d prendere in mano la situazione.

-Ti va di farlo andare fuori di testa?- Marion inizialmente non capì la richiesta del suo accompagnatore, in realtà non ci capì proprio niente, seppe solo che ad un certo punto si ritrovò le labbra di Lysander incollate alle sue.

 

Purtroppo però, Lorcan non era l'unico ad aver assistito alla scena, bensì anche Lara.

 

 

 

Cathubovda e Gabriel erano usciti per prendere una boccata d'aria.

Si erano divertiti parecchio e avevano ancora il fiatone, causato dall'incessante danzare.

Aveva invitato la ragazza per svagare la mente, ed essendo molto simpatica, oltre che carina, non si era lasciato sfuggire l'occasione.

 

La sua fidanzata babbana, purtroppo, lo aveva tradito, con l'ex fidanzato babbano della sorella, lasciando una voragine nel petto di entrambi i gemelli.

 

L'aveva invitata come amica, non volendo rovinare la serata al suo migliore amico Alec, che aveva già un'accompagnatrice.

Avevano passato una bella serata, e nonostante si fosse accorto di Yanik, che la 'sorvegliava' da fuori il tendone, si stava divertendo.

 

Il giardino era magnifico, aveva smesso di nevicare da un po', e la neve si era già sciolta, lasciando il prato bagnato.

La luna piena rifletteva il suo bagliore nel lago nero, facendo sembrare inutili le candele che fluttuavano a mezz'aria.

E la musica, che proveniva dal tendone rendeva l'atmosfera davvero singolare.

 

Fecero qualche passo e, a causa del terreno bagnato, Cath scivolò, ma fu subito presa dalle braccia forti di Gabriel.

Non erano gli unici però ad essere usciti, poiché anche Kile e Lara si trovavano in quel bellissimo giardino, ad assistere a quell'equivoca scena.

 

 

Kile non ne poteva davvero più di quella situazione, perché conosceva Cath meglio di chiunque altro, c'era sempre stato per lei.

Allora perché era Gabriel a stringerla tra le sue braccia e non lui?

Li vide sempre più vicini, e poco prima che potesse succedere qualcosa si avventò sul ragazzo.

 

A Gabriel, prevedendo il pericolo, s'illuminò il ciuffo di capelli, e poco prima che Kile potesse colpirlo, si scansò bruscamente, lasciando la sua presa su Cath.

 

Nessuno si curò del fatto che la ragazza fosse finita a terra, solo Yanik, che le corse immediatamente accanto, facendola sorridere.

Questa volta Gabriel non riuscì a schivare il pungo di Kile, che gli arrivò direttamente nel naso, facendolo barcollare all'indietro.

Gabriel, stanco di quella situazione, contraccambiò con la stessa moneta, e sferrò un pugno in un occhio a Kile, rompendogli il sopracciglio.

 

Finirono per terra e si azzuffarono come meglio potevano, fino a quando non arrivò Lorcan, che separò i due, tenendo Kile fermo.

 

Erano conciati piuttosto male, i vestiti erano sporchi di fango, e si era creato un gruppo di curiosi intorno a loro.

-Ringrazia solo che i professori non ci siano più da un pezzo.- Sussurrò Lorcan all'orecchio di Kile, mentre quest'ultimo sputava per terra saliva mista a sangue.

 

Lanciò uno sguardo gelido a Gabriel, prima che qualcun altro gli si piombasse davanti.

Marion, in compagni di Lysander.

-Si può sapere cosa ti è preso? Pensavo che la tu storia d'amore con le risse fosse finita con la fine dello scorso anno!- Marion era furibonda, aveva le guance paonazze e una vena che le pulsava sul collo, per non parlare dello sguardo omicida.

 

-A quanto pare ti sbagliavi- Il tono di Kile era pieno di ironia, in modo quasi cattivo.

Prima che potesse ribattere, Lorcan lo fece al posto suo, facendole uscire gli occhi dalle orbite.

-Penso che ti dovresti fare gli affari tuoi, Marion, perché non torni a divertirti?- Lysander dovette trattenere la ragazza dalle braccia, altrimenti sarebbe saltata addosso gli e lo avrebbe scuoiato vivo.

 

-Non parlarle così- Disse duramente Lysander al fratello, mentre quest'ultimo si avvicinava e Lysander spostava Marion dietro di lui.

-Altrimenti?- I nasi dei gemelli si toccavano, e tutti e due avevano uno sguardo gelido impresso in faccia.

 

-Adesso basta! Perché non vedete di smetterla e tornate dentro?- Era la prima volta che Lara apriva bocca da quando era accaduto il tutto, e la maggior parte di loro si accorse della sua presenza solo in quel momento.

 

Lysander, arrabbiato com'era, non pensò nemmeno a quello che disse prima di dirlo.

-Credo che se qualcuno dovesse farsi gli affari propri quella sei proprio tu, visto che non c'entri nulla nel discorso.- Lara incassò il colpo e si ammutolì, ma Kile no.

 

Si avvicinò in fretta a Lys e lo prese per il colletto della camicia, sbattendolo contro il tronco di un albero.

-Non provare a trattarla così-

Era diventato molto protettivo nei confronti di Lara, quasi fosse una sorellina, e Lysander, parlandole in quel modo, aveva messe a dura prova la pazienza di Kile, precaria fin dall'inizio.

 

Lara era rimasta senza parole, non si sarebbe mai aspettata che qualcuno la difendesse in quel modo, tanto meno il Serpeverde.

Il suo sguardo incredulo venne intercettato dalla sua migliore amica Melody, che per non far degenerare le cose, decise d'intromettersi.

-Cosa abbiamo qui? Una rissa in piena regola, sapete che potrebbero togliervi dei punti per questo?Ma certo che lo sapete, questo non vi ferma mica però. Voi due, accanto all'albero, smettete di fare cose sconce davanti a tutti, prendetevi una stanza! E tu, tutto sporco di fango, no, no, no, non è così che ci si comporta, giovanotto. La prossima volta, invece di rotolarti sul prato, insieme al tuo amante, assicurati che non ti sostituisca così facilmente. E queste povere fanciulle qui? Abbandonate dai loro cavalieri, ma dov'è finita la galanteria? Davvero, rimango senza parole. Adesso, tutti dentro!- il discorso della ragazza traspariva sarcasmo da tutte le parti, ma incuteva comunque un certo timore, perché quando li aveva invitati ad entrare, beh, era stato più un ordine che un invito.

 

Ma prima che gli studenti potessero rientrare accadde qualcosa di strano.

I loro vestiti scomparvero, lasciandoli tutti in intimo, ma le loro maschere rimasero dov'erano.

 

Tutti alzarono gli occhi al cielo nel momento esatto in cui comparve una scritta in cielo.

 

Spritz

 

 

 

Dylan, James, Frank, Fred e Merope avevano colpito ancora.

Louis rise sotto i baffi, più per il discorso che per lo scherzo, tutti si agitavano e lui rideva.

Melody se ne accorse, e piuttosto nervosamente, con le braccia conserte, gli chiese cosa Salazar lo facesse ridere.

-Il tuo discorso, ecco cosa mi fa ridere, è stato piuttosto ridicolo, anche se ha..- Melody non gli fece nemmeno terminare la frase.

-Ah, davvero?- Disse prima di tirargli un pugno in un occhio.

D'altronde quel ragazzo aveva dei precedenti.

 

Dopo i primi secondi di smarrimento, i ragazzi iniziarono a sentirsi a disagio, fino a quando qualcuno non smorzò la tensione con un grido.

-TUTTI NEL LAGO!-

 

 

 

Tutti gli studenti, nessuno escluso, iniziarono a correre verso il lago nero, pronti a farsi un bel bagno di mezzanotte.

 

I primi a tuffarsi furono Albus e Tessa, o meglio, Albus con Tessa sulle spalle, visto che lei avrebbe preferito rimanere asciutta.

Si erano divertiti molto, aveva scherzato, ballato, insultato James e tanto altro.

 

Dopo di loro entrarono Roxanne, Dominique, Gabriela e Rose.

Rose andò a sbattere contro Dylan perdendo l'equilibrio, che la prese al volo prima che potesse cadere all'indietro.

Le sorrise mentre lei arrossiva.

 

Contemporaneamente entrarono Lara, Melody e Alice, che per non farsi pedinare dal fratello, si aggrappò a Connor usandolo come muro/scudo umano.

Lui si guardò intorno stranito, e quando il pericolo 'fratello' cambiò strada, Alice poté finalmente lasciare andare la povera serpe e scoppiare a ridere.

-Non ci siamo mai presentati noi, io sono Connor-

 

A poca distanza da loro, Frank cercava con lo sguardo la sorella, non volendo che le succedesse qualcosa di male, quando si scontrò, nel vero senso della parola con Cassiopea.

Le era finito addosso, e la poverina era inciampata in avanti.

Lui era riuscito a prenderla prima che s'immergesse completamente in acqua, con l'unico risultato di finirci anche lui.

Si era scusato più volte, facendo ridere la ragazza, poi senza nemmeno rendersene conto avevano iniziato a parlare.

Avevano molte cose in comune, ma il fatto che lei fosse in intimo non rendeva per niente le cose facili, poiché a lui ogni tanto viaggiava l'occhio.

Ad ogni modo avevano deciso di vedersi di nuovo, magari per studiare qualcosa insieme, o cose del genere.

 

Lucy Weasley invece si stava scambiando effusioni con la sua ragazza, mentre la sorella maggiore, Molly, faceva lo stesso con un ragazzo.

 

James era davvero messo male, ubriaco, abbandonato dalla propria dama, costretto a guardare Tessa divertirsi con il fratello, davvero non capiva cosa potesse andare peggio.

 

Ovviamente c'era qualcuno messo peggio di lui, ed era Lorcan, che stava avendo una conversazione con Marion, conversazione precedentemente interrotta dal fratello di lui.

 

-Lorcan, perché non la smettiamo? Perché non facciamo come tutti gli adolescenti che provano sentimenti l'uno per l'altra? - Era stanca di tutto Marion, stanca di dover fingere, di dover sopprimere il sentimento che provava per lui, aveva bisogno di risposte certe, solo così sarebbe potuta andare avanti.

-Sette lettere, tre parole, dille e sono tua-*

-Io... io... - Lorcan non se lo aspettava, il loro rapporto non era mai stato fatto di certezze, ma di sguardi, di parole non dette, di inganni, di bugie anche, ma mai, mai si sarebbe sognato che lei lo mettesse davanti ad un bivio del genere.

Prendere o lasciare, stava lì il problema, la scelta era solo una.

-Non devo sapere altro- Ma Marion non voleva insicurezze, così si rassegnò, e mentre si allontanava da lui, una piccola lacrima le rigava il viso, subito seguita da molte altre.

Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederla piangere, di vederla star male per lui.

Adesso capiva tutto, amare era distruggere**

 

 

Gli unici a cui sembrava che la serata stesse andando bene erano Merope e Fred.

Si stavano baciando con lentezza, quasi fosse stato amore, ma per loro era sempre così.

Un gigantesco punto interrogativo in mezzo ad un sacco di parole.

Era fatta di questo la loro relazione, se così poteva esser chiamata, di insicurezze, di parole non dette, di baci fugaci, di amore represso, di scherzi, di guai.

Erano questi, ma quanto sarebbe durato ancora?

Si staccarono, ancora ansanti, e si guardarono negli occhi, ancora stretti in un abbraccio.

 

-Mer, devo dirti una cosa..- Fred distolse lo sguardo, continuando a stringerla a sé, quasi avesse para scomparisse da un momento all'altro.

Lei lo incitò a continuare con il suo silenzio, e così lui fece.

-Sono stato con un'altra, qualche giorno fa.- Merope s'irrigidì.

-No, no- Iniziò ad allontanarsi da lui, poiché quel gioco non le stava più bene.

-Merope, per favore, fammi parlare..- Fred era preso dal panico, il loro rapporto stava scivolando via e lui stava cercando di afferrarlo, nonostante ci avesse buttato sopra quintali d'olio.

-Di cosa vuoi parlare? Dello schifo di rapporto che abbiamo? Del fatto che non so nemmeno cosa siamo? Di cosa?-Stava urlando, odiava urlare, ma in quel momento non poteva farne a meno.

Lui l'aveva ferita, ed era giusto che lei lo ferisse per ripicca.

-Se solo mi lasciassi spiegare...- Fred, oh, lo amava, dal primo momento in cui l'aveva visto, era sempre stato amore, lo sapeva.

Ma lui? Cosa provava lui? Questo non poteva saperlo.

-Stare con te, per me era un salto nel vuoto, come buttarsi da un precipizio e non riuscire a vedere la fine poiché troppo profondo. Sei stato un rischio, lo sapevo benissimo, e ho capito che alla fin di un bivio non ci puoi trovare un materasso che attutisce la caduta, o un trampoli che ti riporta su, ma solo terra, e cadere fa male, fa dannatamente male, Fred.- Gli stava aprendo tutta se stessa, per poi chiudersi per sempre.

Si voltò, e fece un passo avanti, poi parlò di nuovo.

-Questa cosa che c'era tra noi, dimenticala.-

-Per favore, Merope!- Continuò ad urlare il suo nome, fino a quando lei non si allontanò troppo.

 

 

Dopo esser usciti tutti dal lago, gli studenti avevano deciso di riscaldarsi intorno ad un bel falò.

I loro vestiti erano ricomparsi una volta asciutti, e le loro maschere erano scomparse del tutto.

In molti avevano bevuto, lasciandosi andare una volta tanto, e James Sirius era uno di questi.

Non riusciva a capire perché quella ragazza gli interessasse così tanto, davvero non lo capiva.

Infondo poteva avere qualsiasi ragazza con un solo schiocco di dita, eppure non voleva questo.

Lui voleva quella ragazza che si metteva i fiori tra i capelli, quella che se c'era da risponderti male lo faceva, quella che gli sapeva tener testa, lui voleva Tessa.

 

Vide il fratello alzarsi, e lasciarla sola per la prima volta in tutta la serata.

Era il suo momento, la sua occasione per farsi perdonare.

Si alzò, pronto a raggiungerla ma si accorse di star barcollando, vedeva tutto offuscato.

Le si avvicinò lentamente, poi si sedette, quasi cadendo, accanto a lei.

-Potter, cosa ci fai qui?-

-Akkora, iiiio sono ubriaco, pero tu sei belisma.- James si fermò un attimo a riflettere, poi parlò di nuovo

-Oh, Merlino, che cazzo ho detto- Tessa invece era arrossita come un peperone.

-Mi dispiace tantisssssssimo di averrrrrr detttto quele brutte, brutte, brutte parooole. Ti preeeeego, perdonamii- James aveva iniziato a piangere come un bambino, cosa che da sobrio non avrebbe ftto di sicuro.

Quell'immagine intenerì davvero tanto Tessa, a tal punto che si inginocchiò di fronte a lui e prese ad asciugargli le lacrime.

-Shhhh, a tutto bene, ti ho perdonato, ok?- Sembrava un bambino piccolo, però almeno aveva smesso di piangere.

Al momento la guardava con gli occhi sgranati, ricolmi di lacrime, poi fece qualcosa di cui nessuno si sarebbe aspettato.

Avvicinò il suo volto a quello della ragazza e le diede un casto bacio sulle labbra, poi si staccò e corse via, per quanto l'equilibrio da ubriaco glielo permettesse.

E Tessa rimase lì, stupita e senza parole.

 

 

 

Kile invece stava parlando con Cath, o meglio stava subendo un interrogatorio.

Per lei era assurdo che lui avesse fatto a botte soltanto perché l'aveva trovata troppo vicina ad un ragazzo.

Insomma, chi si credeva di essere, suo padre?

-Una semplice spiegazione, Kile, è chiedere troppo?- Stavano urlando, l'uno contro l'altra, stavano litigando perché lui non rispondeva alle sue domande e lei continuava a farle, le domande, e questo li dava sui nervi.

Cosa voleva da lui? Che le dicesse che era geloso, che le dicesse che l'idea di saperla con qualcuno che non era lui gli faceva salire il sangue al cervello? Che era dannatamente cotto di lei? Beh, non era da lui fare dichiarazioni del genere, e lei purtroppo lo sapeva bene.

Doveva tirargliele fuori con le pinze le parole.

-Non lo so, dannazione!- Urlavano e non la smettevano più, erano l'uno di fronte all'altra e urlavano lo stesso, forse perché i loro cuori non erano vicini come loro, e per arsi sentire avevano bisogno di urlare.

-Ti chiedo solo una spiegazione!- Era frustrata, voleva capire, voleva delle certezze e voleva che fosse lui a dargliele, perché era stanca di darsele da sola, illudendosi magari.

Kile le prese il volto tra le mani, e dopo alcuni istanti fece incontrare le loro labbra.

Era un bacio urgente il loro, in cerca di risposte, di sicurezze che non erano in grado di dirsi a parole.

Si fusero e diventarono un'unica cosa.

-Ti basta come spiegazione?- Le chiese Kile ansante, quando si staccarono.

Lei non rispose, ma gli tirò un pugnetto sul braccio.

 

Erano un po' tutti ubriachi, ma non aveva importanza, quella serata non l'avrebbero dimenticata.



Angolo autrice:
Salve gente, ci tengo a precisare che corregerò il capitolo DOMANI, quindi per qualsiasi orrore sappiate che domani sparirà
Questo capitolo lo dedico a Caterina, che lunedì compie gli anni :D
Sono dispponibili due posti nella storia, un serpeverde settimo anno e una corvonero settimo anno, saranno i fidanzati dei gemelli Gabriel e Gabriela per chi volesse partecipare, altrimenti li inventerò io.
Il serpeverde sarà il migliore amico di Gabriel e il suo nome sarà Alec, per il resto stupitemi.
X GinnyW

  
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