“Nicole, tutto ok?”
Nicole stava sistemando a terra alcuni materassini per l'allenamento di quel pomeriggio.
“Ma certo, Brook, perchè me lo chiedi?”
Brook si morse il labbro. Si ricordava ancora di quel che l'amica le aveva detto qualche giorno fa.
Si era seduta tranquillamente, da sola, al suo posto a biologia. Sembrava essere stata attenta per tutta la lezione ma Brook sapeva che, in realtà, c'era qualcosa sotto.
Durante una piccola pausa Brook si era alzata e l'aveva raggiunta. Nicole sorrideva, in maniera molto strana, quasi amara.
Allora le aveva toccato il braccio e, senza neanche alzare la testa, l'altra aveva mormorato: “Ha scelto.”
Quando infine erano uscite da scuola Brook l'aveva seguita ma, a parte uno sguardo strano e il solito ambiguo sorriso, non era riuscita a cavarle niente di bocca.
Solo andandola a trovare nel pomeriggio, Nicole, con gli occhi lucidi, le aveva raccontato tutto.
Dal quasi bacio, all'arrivo di Carmen, allo scontro con Edward e alla sua scelta.
“Oh, Nicole. Mi dispiace così tanto.”
Lei allora aveva scosso la testa e si era tamponata con un kleenex un lato degli occhi.
“Doveva finire così.”
Brook allora l'aveva abbracciata, avvolgendole le spalle con un braccio.
“Ma che dici, Nic? Non è affatto vero, tu sei...”
“Io sono stata terribile. E non solo per vendetta. Ho trattato malissimo Carmen e i suoi amici -e molti altri- anche quando non mi aveva fatto niente. È quello che mi merito. E lui di certo non si merita me,è giusto che sia andata così.”
Brook voleva replicare, ma Nicole aveva scosso la testa per farla tacere, sorridendo tristemente.
“Davvero Brook, è giusto così. Grazie comunque, di tutto.”
Brook aveva ricambiato il sorriso, non troppo convinta, e l'aveva stretta a sé, dolcemente. “Sei la mia migliore amica Nic. Ci mancherebbe che non ti stessi vicino.”
Nicole aveva lasciato che l'amica l'abbracciasse, pur sapendo che il dolore che provava dentro non sarebbe stato sanato così semplicemente. Poi l'aveva allontanato e con una scherzosa gomitata le aveva detto: “Ehi, non penserai che basti questo a farmi perdere il mio smalto?” Nicole aveva ancora in volto il suo amaro sorriso e Brook non se la sentì di rispondere. Sapevano tutte e due la risposta.
Infatti era passata una settimana o poco più e Brook era ferma ad osservare l'amica che sistemava i materassini a terra, utili alle tante piroette mortali di Mary Cherry.
Da quando avevano parlato, Nicole non era più la stessa. Non aveva più fatto battutine cattive, nemmeno quando Emory le era quasi caduto addosso. Non aveva proferito alcun insulto o mormorio contro Carmen che sembrava non staccarsi mai dal fianco di Edward.
“Sei sicura di stare bene?” le chiese ancora.
“Se Mary Cherry non mi cadrà addosso, starò benone.” disse lei.
Brook non volle insistere di più.
“Questo fine settimana io e Josh andiamo al cinema e prima ci facciamo un giro al centro commerciale. Sai com'è Josh, non sopporta neanche un'ora di shopping. Quindi ti va di venire con noi?”
Nicole non smise di lavorare. “Grazie dell'invito Brook, ma pensavo di rilassarmi in un centro benessere.”
“Davvero, non farai da terzo incomodo.”
“Perchè Josh chiederà a un suo compagno di football di aggiungersi o perchè Josh sbadiglierà tutto il tempo?”
Brook arrossì. “Io e Josh vorremmo solo che tu...”
Nicole si girò e per la prima volta la guardò negli occhi. “Sto bene, davvero. E tu goditi Josh.”
Sorrise ma non si poteva dire che i suoi occhi avessero fatto lo stesso. Erano quasi vuoti, tristi, feriti e... rassegnati.
“Nic...” non fece in tempo nemmeno ad avvicinarsi che un vocio femminile invase la palestra. L'allenamento stava per iniziare e non c'era più tempo per chiacchiere del genere.
“Voglio proprio andare al negozio di dischi, questo pomeriggio. Voi ragazze siete con me?” chiese Sam, addentando una mela.
Lily annuì. “Magari potrei far appendere alcuni volantini nella bacheca.”
“Mi stai forse dicendo che verresti solo per quello?”
Lily sorrise e arrossì. “No, certo. Anche per i dischi.”
“E magari per il commesso molto carino.”
Carmen aprì la bocca, sorpresa e divertita.
“Che cosa? Lily!”
Lily alzò le mani, come per difendersi. “Ehi! Io non ho detto niente!”
“No, ma la tua espressione e il tuo silenzio è stato più che eloquente.” rise Sam.
“Per non parlare del rossore...” ghignò Carmen, sbucciando un'arancia.
Lily alz gli occhi al cielo.
“Stai parlando del mio rossore? E del tuo ogni volta che guardi Edward?”
Carmen bofonchiò un “Non è vero” cercando di non strozzarsi con lo spicchio che aveva in bocca.
Sam rise. “Lily hai centrato il punto. Dov'è ora Edward? Non ti stacchi mai da lui.”
Fu il turno di Carmen per arrossire.
“Sarà da qualche parte con Harrison.” mormorò imbarazzata.
Sam rincarò: “Allora Carmen, tu sei dei nostri oppure vai a vedere il tuo ragazzo che si allena?”
“Io...”
Lily scoppiò a ridere. “Andiamo Sam! Non torturarla così. Lasciala godersi il suo campione.”
Carmen le lanciò un'occhiataccia.
“Ehi! Se fosse il mio di campione, non mi ci staccherei neanche un attimo.” Le due amiche le fecero l'occhiolino e Carmen, divertita ed anche frustrata, si alzò, lasciandole sole a ridere.
Mise a posto il vassoio e si diresse fuori dalla mensa.
Vide da lontano molte giacche blu da football e corse loro incontro, riconoscendo il profilo di Edward.
“Edward!” gli fu subito a fianco, col fiatone.
“Carmen.” disse lui, sorpreso. “Che ci fai qui?”
“Volevo... volevo chiederti se potevo venirti a vedere agli allentamenti questo pomeriggio.”
Edward sorrise. “Ma certo.” Poi, guardando i suoi compagni allontanarsi, aggiunse: “Prima però dovrei finire la relazione per biologia.”
Carmen annuì, contenta e l'accompagnò in biblioteca.
Si sedette accanto a lui e lo osservò scrivere. Le sembrava di avere delle lenti rosa addosso. Da quando stava con lui, tutto le sembrava più dolce e solare. Forse era questo il famoso effetto dell'amore che si vedeva tanto nei film. In ogni caso, qualsiasi cosa fosse, lei di certo non se lo voleva far scappare.
Lui non l'aveva lasciata, anzi si era precipitato al gruppo self-help. Nessuno, prima d'ora, l'aveva mai fatto, nemmeno i suoi amici.
E da allora l'aveva chiamata ogni sera e le aveva mandato il messaggio del buon giorno.
Era da due settimane e più che uscivano assieme e lui era sempre stato un perfetto gentiluomo.
Anche ora era completamente catturata da lui. Molte volte a lezione doveva stare attenta a non imbambolarsi troppo, era stata ripresa già troppe volte.
Stava già sognando quando qualcosa, o meglio qualcuno, la riscosse dai suoi sogni ad occhi aperti.
Nicole era appena entrata in biblioteca e si stava dirigendo verso un tavolo vicino al loro.
Stava quasi per sedersi quando gli occhi dei tre si incrociarono.
Sembrava quasi che avessero visto un fantasma. Nicole si allontanò subito ed Edward abbassò lo sguardo, si schiarì la voce e tornò a concentrarsi sulla sua relazione.
Carmen non poté fare a meno di osservarli. Stavano deliberatamente evitando di guardarsi, o per lo meno di guardare nella stessa direzione.
Di colpo si trovò a riflettere su quelle ultime settimane.
Era vero Edward aveva scelto lei e Nicole si era visibilmente fatta indietro, completamente. Non c'erano più state battutine o sguardi d'odio. Non fiatava nemmeno quando lei ed Edward erano seduti vicini a biologia. Erano cortesi, niente di più. Eppure c'era qualcosa, se lo sentiva.
Edward sorrideva, le stava accanto, la ascoltava sempre ma sembrava comunque da un'altra parte. Sembrava triste e rassegnato, pur nascondendolo. E la cosa ancora più brutta era che Nicole rispecchiava appieno tutto ciò.
Apparivano, ad occhi più attenti, come due anime vuote e allo stesso tempo in pena.
Scosse la testa. Forse non era così. Forse si stava sbagliando, stava immaginando cose che non c'erano. Dopo tutto li aveva visti quasi baciarsi, eppure lui era corso da lei, le aveva detto esplicitamente che non l'avrebbe lasciata.
Il problema però sembrava rimanere, solo che non aveva per niente intenzione di ammettere una cosa simile.
Lui l'amava? Non glielo aveva detto.
Si morse il labbro e cominciò a torturarsi le mani. Sentiva il cuore batterle sempre più forte mentre il sudore faceva capitolino sulla pelle.
“Carmen? Mi stai ascoltando?”
La ragazza si riscosse.
“Cosa?” chiese, guardandolo.
“Ti ho detto che ho finito.”
“Ah, uhm, si.” prese la borsa da terra e, dopo aver urtato la sedia, si diresse fuori dalla biblioteca, seguendo Edward.
Prima di andarsene si voltò ad osservare Nicole. La bionda però non aveva fatto cenno di aver alzato la testa. Forse si era immaginata tutto.
Sorrise e, scuotendo la testa, si convinse che la sua era solo paura, un timore infondato e leggermente paranoico.
“Aspettami, vado a consegnare la relazione e torno subito.”
Dopo pochi minuti seguì Edward fino al campo e lo salutò con un dolce bacio sulla guancia. Si separarono e, mentre il ragazzo andava a cambiarsi negli spoiatoi, lei si accomodò sulle tribune.
Prese un quaderno degli appunti, giusto per avere qualcosa in mano, sapendo benissimo che per tutto l'allenamento non avrebbe fatto altro che mangiare con gli occhi Edward.
Dopo quindici minuti il campo si riempì di caschi bianchi e maglie azzurre.
Carmen si schermò gli occhi dal sole, cercando il numero di Edward tra i tanti giocatori. Era difficile distinguerlo tra le tante magliette azzurre che correvano qua e là. Anche schermandosigli occhi dal sole, il compito si stava dimostrando arduo, tanto arduo che non si accorse subito dell'entrata in campo delle cheerleaders, anche loro con una divisa azzurra.
Carmen cercò di non dar loro troppa importanza e di concentrare il proprio sguardo solo sull'individuare Edward. Tuttavia non ci riuscì e analizzò ogni singola ragazza pon-pon che si stava preparando ai margini del campo da football.
Quando notò che Nicole non era tra loro, il sangue tornò a scorrerle nelle vene, ridonando alla pelle del volto un po' di colore.
Scosse la testa e fece un respiro profondo. Edward aveva scelto lei, e per quanto incredibile fosse, non doveva più farsi logorare dal dubbio e dalla gelosia. Era suo e non di Nicole. Non l'aveva lasciata, era rimasto con lei.
Strinse le ginocchia sotto i palmi e sorrise, cercando di pensare ad altro. Doveva stare tranquilla, non c'era nulla da temere.
Allora perchè in quel momento, in cui Nicole era appena entrata in campo e stava raggiungendo pigramente Brooke, le si era gelato il sangue nelle vene e continuava a rivedere il ricordo di Edward e della bionda cheerleader che stavano per baciarsi?
Note dell'Autrice
Eccoci ad un altro capitolo! Mi scuso per il ritardo con cui posto e spero che continuerete lo stesso a seguirmi.
Ho deciso inoltre di far finire questa fan fiction (se mi è possibile, s'intende) proprio il giorno in cui mi sono iscritta a Efp. Forse è un capriccio, ma ci tengo a festeggiare l'anniversario completando la fan fiction con cui ho iniziato, e la prima che ho scrito.
Passato alla storia in sè, questo è un capitolo tranquillo e di transizione. Volevo illustrare come si fosse evoluta la situazione (anche se, diciamocelo, non è un vero e proprio equilibrio, anzi è tutto appeso ad un filo!) dopo la corsa e la scelta di Edward per Carmen.
Non sembra molto felice, almeno agli occhi di Carmen. C'è da chiedersi se è lei che se lo immagina o se ci ha visto giusto. All'inizio ho dato spazio anche a Nicole per far vedere che ce la sta mettendo tutta, dopo la bella batosta che ha ricevuto. E soprattutto che, nonostante tutto, ha, per ora, messo da parte la cattiveria. Forse.
Le immagini all'inizio (sono riuscita a trovarne di coerenti con questo capitolo) simboleggiano, le prime, Nicole che parla con una Brook molto preoccupata, mentre le seconde raffigurano Carmen e Lily che scherzano, felici.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto lo scorso capitolo.
Alla prossima!