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Autore: _Takkun_    09/11/2014    5 recensioni
“Ace! L’avevi promesso! Mi avevi p-promesso che non saresti mai m-morto!” La vista ormai era totalmente appannata dalle lacrime. No, Ace non poteva andarsene, aveva ancora bisogno di lui, non poteva!
Ace abbozzò un sorriso, stringendo con le poche forze rimaste la camicia gialla del minore. Se la ricordava quella promessa, eccome, ma sperò che il suo adorato fratellino potesse trovare la forza di perdonarlo per non aver tenuto fede a quelle parole.
“R-Rufy…” Mormorò con voce flebile e il respiro affannato. “Ormai le forze mi stanno abbandonando, e voglio che tu riferisca a tutti… quello che sto per dirti.”
*****
È una storia idiota ma c'è comunque uno SPOILER per chi non è arrivato alla saga di Dressrosa!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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[2] Ciak! Buona la prima!
 
 
“Lo sapevo, ho sempre creduto che saresti riuscito ad arrivare fin qui sano e salvo.” La Principessa Serpente chinò il busto in direzione del ragazzo col cappello di paglia, le guance leggermente imporporate di rosso per l’emozione. Il potere che aveva l’amore era davvero qualcosa di incredibile. La profonda rabbia che aveva provato nei confronti di quel dannato Commodoro era scemata nell’attimo in cui era stata in grado di incrociare le iridi nere di Rufy. “Tieni, questa è la chiave che ti permetterà di liberare tuo fratello dalle manette.” Disse, porgendogliela sul palmo della mano, illuminando di gioia e gratitudine il viso del giovane, che l’abbracciò senza troppe cerimonie.
“Sei davvero mitica, Hancock! Grazie! Non lo dimenticherò mai!” La strinse il più forte possibile tra le braccia, facendole perdere svariati battiti inconsapevolmente.
“O-oh, s-su, non ho fatto n-niente di speciale, t-tranquillo…” Provò ad articolare con le guance in fiamme, senza riuscire a ricambiare la stretta del corvino a causa dell’agitazione. Solo lui, solamente Rufy era in grado di lasciarla completamente allo scoperto, senza alcun tipo di difesa che potesse nascondere le sue debolezze. “P-Pensa… pensa solo a sbrigarti, R-Rufy, salva tuo fratello!” Continuò, facendo scattare il giovane pirata come un razzo verso il patibolo, mentre le urlava un ultimo grazie.
In quel momento, Hancock si lasciò cadere a terra sotto lo stupore generale dei soldati attorno a lei. Si strinse con forza il tessuto del vestito all’altezza del petto, il battito cardiaco a mille accompagnato dal respiro affannato.
“Mi ha abbracciata in un modo così appassionato…” Pensò sognante, seguendo con lo sguardo la figura di Cappello di Paglia allontanarsi sempre di più.
“Forse anche io e lui, un giorno, potremo arrivare ad unire il nostro amore in quello che chiamano… matrimonio!”
 
 
“Stop! Perfetto!” Urlò d’un tratto Oda, interrompendo le riprese. “Ora dobbiamo pensare alla fantasia di Hancock riguardante il matrimonio! Trucco! Cambio d’abito! Forza, muovetevi!”
“Sì, Sensei!” Si misero sull’attenti truccatrici e costumiste, accompagnando gentilmente la corvina in camerino per poterla preparare a dovere.
“Le guerriere Kuja? Sandersonia, Marigold e Nyon?” Chiese il mangaka guardandosi attorno.
“Siamo qui, Oda-sensei, pronte per girare.” Alzarono la mano le donne, facendo annuire soddisfatto il regista.
“La controfigura di Rufy?” Chiese, ma nessuno rispose. Oda corrugò la fronte e assottigliò lo sguardo alla ricerca del ragazzo, se aspettava che quei deficienti dei suoi pseudo-attori lo aiutassero avrebbe fatto prima ad imparare l’inglese.
Ma, nonostante la sua attenta ricerca, l’unica cosa che fu in grado di individuare fu un piccolo gruppo di persone riunite in un solo punto. Il mangaka alzò un sopracciglio. Conosceva i suoi polli, e sapeva che stavano combinando qualcosa. Si alzò dalla sua postazione sospirando pesantemente, dirigendosi con un cipiglio arrabbiato verso i ragazzi, tra i quali poté intravedere persino Garp.
“Di bene in meglio…” Pensò affranto, facendosi spazio tra gli attori e individuando al centro del gruppo la sua tanto agognata controfigura.
“Che cosa sta succedendo qui?” Chiese, premurandosi di alzare anche l’altro sopracciglio nel vedere il ragazzo che doveva prendere il posto di Rufy nella scena del “matrimonio” venire stuzzicato dai due fratelloni del suo protagonista.
“U-uhm, signore, scusi se non ho risposto, m-ma ecco…” Il poveretto provò a giusificarsi, balbettando agitato, avvertendo un improvviso brivido percorrergli la spina dorsale quando Ace gli avvolse un braccio attorno al collo.
“Sensei, è serio?” Chiese il lentigginoso, indicando divertito il viso del ragazzo sotto al suo braccio.
Il quarantenne lo guardò perplesso. “Allora, lasciando da parte qualsiasi cosa tu stia insinuando con quel è serio, che cosa ci fanno il giustiziato e il vice-ammiraglio Garp…” Accentuò la voce nel nome del vecchio, fulminando sia lui che Ace con lo sguardo. “… fuori dal set? Voi due dovete rimanere sul patibolo!”
Garp roteò gli occhi al cielo. “Non farne un dramma, Eiichiro!” Gli tirò una pacca sulla spalla che, per poco, non lo fece finire a terra. “Tanto io e questo scavezzacollo non venivamo nemmeno inquadrati durante la scena!” Rise di gusto, facendo annuire il corvino.
“Prima ed ultima volta in cui dirò che il vecchio ha ragione.” Disse, evitando agilmente un pugno del marine con un salto all’indietro, ma il colpo non tralasciò una vittima, colpendo lo pseudo-Rufy sotto lo sguardo sconcertato di Oda.
“Vuoi combattere, vecchio? Fatti sotto!” Ghignò sfrontato il corvino, prendendo a scontrarsi a suon di pugni e calci con il vecchio marine.
“No!” Esclamò Oda, preoccupato più che altro per la scena a venire che per la salute del poveretto.
“Ehi, ragazzo, apri gli occhi!” Gli intimò, schiaffeggiandogli leggermente le guance, ma tutto ciò che ottenne furono dei vaneggiamenti da parte del corvino.
Zoro, Sanji, Sabo e Satch si affiancarono al Sensei per constatare le condizioni della controfigura, e Sabo non poté fare a meno di rilasciare un sospiro.
“Sensei, Ace si riferiva proprio a questo. Se deve scegliere una controfigura per Rufy, ne assuma una più realistica.”
“Il biondino ha ragione. Ha reso OOC il suo stesso protagonista, sa?” Fece Satch, sorridendo divertito.
“OO che cosa?” Lo guardò perplesso il magaka.
Out Of Character, Sensei.” Spiegò Sanji, inalando del fumo dalla fedele sigaretta. “È quando il carattere del personaggio viene stravolto totalmente dall’originale, e lei ha superato il limite con questo qui. Capisco che le fantasie di una fanciulla innamorata sul proprio cavaliere possano essere esagerate, ma lui è troppo.” Rilasciò una nuvola grigia dalle labbra.
Zoro si grattò la nuca e sbadigliò sonoramente. “Nemmeno io capisco questi termini strani, Sensei, ma se quello che ha detto il cuocastro è vero, bah, per un colpo come quello il nostro Capitano non avrebbe di certo perso i sensi.” Lanciò un’occhiata di sufficienza al ragazzo disteso a terra che aveva preso a blaterale qualcosa sul fatto di riuscire a vedere degli unicorni rosa trottargli attorno. “Sembra il Ricciolo dopo una delle sue crisi nella saga dei due anni a venire. Anzi, mi correggo, ce ne vuole ancora per superare il livello del cuoco.” Alzò un angolo della bocca con fare disgustato, venendo afferrato prontamente dal compagno per la maglietta bianca.
“Prova tu a girare delle scene con quei cosi e poi vediamo, Marimo di merda!”
“Tsk. Di sicuro non mi metterei a perdere sangue come un idiota davanti alla prima che passa!”
“Beh, non potresti, sai che OOC mostruoso?” Si mise tra i due il castano, questa volta con in mano il suo nuovo e modernissimo smartphone. “Ma credo che questa storia non si batta! Come puoi far dire al Pennuto: «Oh, sì, Baby, ti amerò per sempre, fino alla fine dei tempi! Ormai sei mia e non ti lascerò scappare, nemmeno se mi implorerai! Ma non preoccuparti, sarò un amante degno di te, bambola.»?! Dovrebbe essere illegale una cosa del genere!” Scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di Ace, ancora impegnato a vedersela con Garp.
“Cos’è che hanno scritto?!” Chiese, saltando verso l’alto per evitare un calcio diretto alle sue gambe. “Dannazione, vecchio, se vai avanti così ti beccherai un infarto.” Fece, cercando di assestargli un pugno che Garp afferrò nel palmo della sua mano senza troppe difficoltà. Un ghigno malefico si dipinse sulle labbra del marine ed Ace, inconsapevolmente, si ritrovò a deglutire.
“Un infarto, dici?” Ampliò quel sorriso sinistro. “Te lo do io l’infarto, giovane insolente!” Esclamò, sbattendo a terra il corpo del ventenne premurandosi amorevolmente di non spaccargli nessun osso. “Devono passare secoli prima che un marmocchio come te riesca a battermi! Ahahahah!”
“Dannato, vecchiaccio.” Gemette Ace, massaggiandosi la schiena dolorante.
“Te la sei cercata, fratello!” Disse Sabo, facendo alzare gli occhi al soffitto al pirata.
“Ma non finisce qui, la prossima volta giuro che te la faccio pagare cara!”
Garp sorrise e gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi. “Oooh, quanta determinazione! Chissà se ti basterà per mettermi fuori gioco!”
Ace lo guardò male, ma un ghigno carico di sfida non poté fare a meno di dipingersi sulle labbra. “Non sottovalutarmi, nonnino, e tieni sempre un occhio aperto.” Lo avvertì, sfuggendo all’ennesimo pugno carico d’amore con una scivolata all’indietro.
“Bersaglio mancato.” Lo sfotté Ace, scaturendone di nuovo le ira.
“Io ti-!” Ma il vecchio marine non fece in tempo a concludere che un improvviso attacco narcolettico lo colse, lasciando di stucco il ventenne.
“Ehi! Non puoi mica addormentarti mentre stiamo combatten-“ Allo stesso modo, il pirata di fuoco cadde fra le braccia di Morfeo.
“Possibile che nessuno si curi del dramma?! Rufy è svenuto e non ho nessun altro per la scena seguente!”
Nemmeno a farlo apposta, tra tutte le persone che potevano udire quella frase, la Principessa Serpente perse un battito a quella notizia.
Il suo Rufy era svenuto? Com’era stato possibile? Chi era il colpevole che avrebbe dovuto punire senza alcuna pietà?!
“Rufy!” Urlò, fiondandosi verso il corpo inerme del giovane non appena lo ebbe individuato. Scansò senza farsi troppi problemi il caro Oda, afferrando tra le braccia la controfigura. Lo spavento era tale che non si era nemmeno resa conto del fatto che quello non fosse il vero Rufy.
“Amore mio, riprenditi, ti prego.” Lo supplicò, accarezzandogli dolcemente una guancia. “Se te ne andassi i-io…” Gli occhi di lei cominciarono lentamente ad inumidirsi e una lacrima le solcò lentamente la pelle chiara.
Oda si portò entrambe le mani ai capelli, esasperato. Quanta demenza poteva esserci in queste persone?
In molti, tra cui uno dei suoi amici più cari, Masashi Kishimoto, gli avevano chiesto come facesse a tenere a bada quel tornado di Rufy. Oh, ma loro non sapevano, non potevano immaginare quanto il suo protagonista rappresentasse il male minore a confronto di tutti gli altri messi assieme.
Eiichiro posò una mano sulla spalla della donna, tentando in qualche modo di rassicurarla. “Hancock, quello che tieni tra le braccia non è…” Provò, ma le parole non riuscirono più ad uscire dalle sue labbra quando, con una lentezza quasi inquietante, la corvina si voltò verso di lui, dedicandogli uno sguardo carico di odio e rabbia.
“È tutta colpa tua!” Lo accusò, facendogli fare un passo all’indietro.
“S-scusami?”
“Sì, è solo colpa tua! Tu e tutte quelle dannate scene sfiancanti! Non lo vedi com’è conciato, adesso?! È persino svenuto! Quell’unico nonché insulso neurone che dovrebbe funzionarti non riesce a comprenderlo?!” Continuò urlando, colpendogli l’indice contro il petto più e più volte, facendolo indietreggiare.
“Sorellona, per favore, tranquillizzati.” Tentò Sandersonia, preoccupata per l’incolumità del mangaka.
“Non è come credi…” Fece Marigold, con calma, in modo tale che la situazione non degenerasse.
“Principessa Serpente! Tieni a bada la tua insolenza! L’uomo che stai accusando ingiustamente è il tuo superiore!” La riprese senza troppi problemi la vecchia Nyon, mandando calma e gentilezza a farsi benedire.
“Ah!” Fece Hancock, assumendo la sua posizione di massimo disprezzo sotto lo sguardo ammaliato del cuoco dei Mugiwara. “Io sono la Principessa Serpente e non ho alcun tipo di superiore! Inoltre, a me tutto è concesso perché…”
“… sei bellissima, lo so, te l’ho scritta io la battuta.” Sospirò affranto Oda, facendo rilasciare al giovane rivoluzionario, Sabo, uno sbuffo divertito.
“… io sono bellissima!” Andò avanti lei, senza prestare troppa attenzione all’interruzione di quell’inutile uomo.
Sanji, alla vista della bellezza sprigionata dalla donna, avvertì una goccia di sangue fuoriuscirgli dal naso. Si portò il dorso della mano a pulirgliela ma sapeva che sarebbe stato vano come gesto, da lì a poco un' aggressiva epistassi lo avrebbe messo k.o.
La cosa non sfuggì allo spadaccino che, pur di evitare quella stupida scenetta che ormai il cuocastro si era abituato a fare davanti ad ogni donna, era disposto a tutto… sempre nei limiti, naturalmente.
“Satch, ce l’hai sempre con te, vero?”
Il quarto comandante lo guardò serio. “Sì, proprio come mi hai chiesto. Ne hai bisogno adesso, vero?” Fece per mettere mano alla sua tasca, aspettando prima un cenno affermativo del verde. Quest’ultimo rilasciò un profondo sospiro e poi annuì, afferrando in una mano quella maledetta immagine che ritraeva lui e Sanji in un momento, come dire, non troppo casto.
“Dannate fangirl.” Sibilò a denti stretti Zoro. Tra tutti i termini strani che giravano sul web, solo uno era riuscito ad ottenere tutto il suo disprezzo: lo yaioi, ayoi, iayo… beh, quello!
“Oi, cuoco.” Lo chiamò, afferrandolo per una spalla e sbattendogli in faccia l’immagine. “Guarda un po’ come stiamo qui.” Disse come di consuetudine, facendo impallidire d’un tratto il biondo.
“Già, Sanji, tu e Zoro state facendo boonky boonky.” Infierì ulteriormente il cuoco della ciurma di Barbabianca, godendosi lo svenimento del poveretto. “Ah, deve ancora imparare a reggere simili immagini.”
“Nascondi questa cosa. Tirala fuori solo quando ne ho bisogno.” Gliela restituì, afferrando una gamba del compagno e trascinandoselo dietro, quando il rumore di uno scatto gli provocò una vena pulsante sul collo.
“NAMI!” Ringhiò in direzione della rossa che, sorridendo innocente, alzò un pollice verso il verde.
“Siete così fotogenici che non ne ho potuto fare a meno. Il cavernicolo Zoro che porta in camera da letto la sua preda! Ahhh! Bei quattrini, arrivo!” Saltellò allegra da una parte all’altra del set, seguita dallo sguardo omicida dello spadaccino.
“Oh, gliela farò pagare. Quella strega non la passerà liscia.” Assicurò parlando tra sé e sé, lasciando il cuoco da qualche parte, senza curarsene più di tanto. Era maggiorenne, poteva badare a se stesso, no?
 
“E poi il Sensei mi chiede come mai continui a venire alle riprese nonostante sia morto! Qui ci si diverte da matti!” Rise di gusto Satch, facendo a sua volta sorridere Sabo.
“Beh, di sicuro non ci si annoia.” Fu d’accordo il biondo. “Ma non mi stupirei del fatto che Oda-sensei finisca con l’avere un esaurimento nervoso.” Disse, osservando il mangaka mentre cercava inutilmente di spiegare alla pazza furiosa Hancock –come l’aveva soprannominata Ace a causa della sua ossessione nei confronti di Rufy- che quella era solo la controfigura e non il vero protagonista. E, a proposito della controfigura…
Sabo si voltò in direzione del corpo ma, stranamente, non ve ne era più traccia. Il rivoluzionario corrugò la fronte, guardandosi per un attimo attorno. Che strano.
“Ace!” Lo chiamò, ma il moro continuava a ronfare sonoramente con una bolla al naso. “Ace, hanno rapito Rufy!” Disse, fingendo una nota preoccupata nella voce, ottenendo il risultato voluto.
“Come sarebbe a dire che l’hanno rapito?!” Scattò subito sull’attenti il lentigginoso, avvicinandosi con foga al fratello. “Dobbiamo chiamare la polizia, l’FBI, la CIA, il Presidente degli Stati Uniti e- Anzi, no! Ci penso io con le mie stesse mani!” Strinse con forza i denti, pensando già a quali torture poteva far subire a chiunque avesse osato prendersi il loro Rufy.
“Ah, no, scusa, mi sono sbagliato. È la sua controfigura ad essere scomparsa, non lui.” Rimediò il biondo, tranquillizzando Ace.
“Ah. Allora non c’è nulla di cui preoccuparsi, no?”
“Piantala. Uno degli attori non c’è più e quando il Sensei lo verrà a sapere si arrabbierà non poco. Ipotesi su chi possa essere stato? Ci siamo solo noi all’interno dell’edificio, dubito che persone esterne siano riuscite ad intrufolarsi.”
Il corvino parve rifletterci un attimo e poi un’illuminazione lo colpì.
“Se Hancock è lì, c’è solo un’altra persona che può aver frainteso quel ragazzo per Rufy.” Disse, aspettando che anche il fratello capisse.
“Baracameo!” Esclamò.
“Bartolomeo, Sabo, Bartolomeo.” Lo corressero Satch ed Ace all’unisono.
“Beh, è lo stesso!” Fece, scrollando le spalle. “Hai ragione, può esserci solo lui dietro a questa sparizione. Fortuna che non si trattava davvero di Rufy.”
“Già.” Si ritrovò a scrocchiare le nocche il corvino. “Se la sarebbe vista brutta quella testa verde brillante.” Si batté un pugno contro il palmo dell’altra mano, come per dare più enfasi alle proprie parole.
“Oh, sì.” Sorrise maligno Sabo, accompagnando all’espressione uno sguardo degno di un pazzo serial killer. “Se avesse provato anche solo ad avvicinarsi al nostro fratellino, beh, avrebbe rimpianto il giorno della sua nascita.”
Satch rabbrividì. “Diamine, un fratello Tsundere e uno Yandere. Solo un demente proverebbe a sfiorare Rufy con voi nei paraggi.”
 
***
 
“R-R-R-Rufy- senpai!”
“U-uh? D-Dove mi trovo?”
“N-N-Non si p-preoccupi, S-Senpai, qui è-è al sicuro! C-con me v-vicino n-nessuno oserà farle ancora del m-male!”
“E-eh? No, io voglio andarmene! Sensei! Sensei!”
“N-N-Non urli, R-Rufy-senpai! Così ci t-troveranno!”
“Qualcuno mi aiuti! Voglio dare le dimissioni!”
“R-R-Rufy-senpai? P-Potrei avere un s-suo a-autografo? E-E magari potrei fare u-una f-foto c-con lei? O-Oppure, s-se non c-chiedo troppo, p-potrei s-stare insieme a l-lei per sempre?”
“AIUTO!”
 
***



Nel frattempo, Rufy è ormai giunto al patibolo e…
 
“Dove avete nascosto Ace?!”
“Cappello di Paglia, vedi darti una calmata! Abbiamo interrotto le riprese! È una serie televisiva, questa!” Provò a scrollarselo di dosso Sengoku, senza alcun tipo di successo. Testardo come un mulo il ragazzo, nonché dotato di una rara stupidità.
“Ho detto di dirmi dov’è Ace! Io lo salverò!”
“Eiichiro, che tu sia maledetto!”
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:

E la demenza con un po’ di inquietudine continua!
La colpa è solo vostra e delle meravigliose parole che mi avete dedicato, io non so davvero come ringraziarvi, mi avete resa felicissima! çWç
Ma passiamo oltre. Questo capitolo è un po’, come dire… non lo so. È praticamente uscito fuori da solo. Sapete, no? Una cavolata tira l’altra.
Questo capitolo è dedicato a Flame Drago del Fuoco visto che nella recensione mi aveva fatto una richiesta. Non è esattamente quello che ti aspettavi, immagino, ma spero possa esserti piaciuta ^^”
Per quanto riguarda la scommessa dei due baldi fratelli lo so che aspettate solo quello, proprio come la sottoscritta potrete sapere i risultati solo all’ultimo capitolo! XD
Quindi abbiate pazienza e vedremo chi sarà il vincitore e chi, ahimé, perderà. *3*
Se qualcun altro avesse richieste su particolari scene me le faccia pure! Da lì in poi non posso però assicurare che cosa ne verrà fuori! XD
Un grosso bacione e alla prossima! :33
  
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