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Autore: little styles    09/11/2014    1 recensioni
Le storie di 3 ragazze con un passato difficile,troveranno l'amore,l'amicizia e la loro buona dose di cuori infranti,lacrime e sogni non realizzati,ma tutto questo per trovare quello che davvero vogliono dalla loro vita.
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"A me tu piaci veramente"
quelle cinque parole bastarono a farmi perdere il fiato,la seconda scelta era diventata la prima fottuta scelta.
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"Non è vero che da innamorati non si vedono i difetti, io li vedo i tuoi difetti. Il problema è che mi piacciono"
ed era proprio vero.Scrissi quelle parole senza pensarci un attimo,consapevole dei cambiamenti che avrebbe portato.Io sapevo tutto di lui,i suoi segreti,i suoi difetti,sapevo tutto e continuava a piacermi così.Niente avrebbe potuto dividermi da lui.
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Non dirmi che sarà per sempre, dimmi ‘a domani’, ma dimmelo sempre.Dimmi che mi ami,dimmelo ogni secondo della nostra vita,che se non me lo dici me lo dimentico.Dimentico per cosa sto lottando,dimentico il nostro "noi" quindi dimmelo,dimmelo sempre che mi ami.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 1

Guardo l'orologio e.. Cazzo!Sono già le 7 e mezza!

Oramai sono abbonata alla seconda ora e all'auto delle 8

Arrivo a scuola alle 8 e mezza passate,le professoresse iniziano a rompere dicendo che chiameranno a casa,come se questo mi importasse.

Non mi importa neanche più dei due,a che servono i voti?A che serve giudicarci?Una volta ho anche preso coraggio e durante il compito di italiano sui promessi sposi scrissi una piccola domanda al mio caro professore

“Salve, professore. Potrei farle una domanda ipotetica? Io sono una sua alunna, quella che si nasconde dietro all'ultimo banco, quella che sorride e le dice "Buongiorno, prof! Come sta, oggi?"; quella che non va bene a scuola, lei, che dovrebbe insegnarmi a sopravvivere in questo mondo, cosa farebbe per far smettere ai mostri di nutrirsi delle mie paure, delle mie lacrime, dei sogni che tutti mi hanno detto di dimenticare? Cosa farebbe ipoteticamente parlando?”

Consegnai dopo 20 minuti,consapevole che mentre le altre persone della mia classe stessero scrivendo 3 pagine sull'inutilità dei promessi sposi io scrissi davvero qualcosa di sensato in poche righe,qualcosa che valeva il due,volevo solo avere una risposta.

Dopo una settimana il prof ci riportò i compiti.C'era un post-it attaccato al mio

Era la risposta del professore.

In classe?

Niente.

Tu, da sola, sei quell’alunna va bene?

Ed io, quando entro in classe, vedo te.

Poi vedo lo studente che so avere problemi familiari, e che la notte non riesce a dormire.

Poi vedo lo studente che si taglia, lo riconosco da come indossa le felpe, o da come non si vuole levare la giacca.

Vedo la ragazza che è vestita con tutte le cose di marca, e so che è così solamente perchè i genitori non hanno il tempo di amarla, e compensano solamente con regali su regali.

Vedo il ragazzo che si droga.

Vedo il ragazzo che ha il padre che beve.

Vedo la ragazza che rischia l’anoressia.

Vedo quella che ha tentato il suicidio

Vedo tutti loro, assieme a te.

Tu, entri in classe, e l’unica persona che vedi sono io, come insegnante. Ed è a me che chiedi aiuto.

Io, quando entro, vedo ognuno di voi alunni, ognuno col loro problema, e tutti chiedono a me aiuto.

Ed io so che dentro la classe, se porgessi la mano ad una di quelle persone, le altre la guarderebbero come si guarda una persona che ha avuto qualcosa che a loro è stato negato.

Tu saresti quella che io ho aiutato, e loro sarebbero stati quelli - per quel giorno - senza risposta.

Ed allora la ragazza che ha tentato il suicidio penserà “perchè no”
Quello che si taglia, tornerà a casa e si taglierà.
Quello con problemi familiari rischierà di urlare a suo padre, e voleranno schiaffi.
Quello che si droga prenderà una dose di troppo.
Quello che ha il padre che beve, forse deciderà di imitarlo.

E così via, come piccoli pezzi di domino, crollati uno dopo l’altro perchè il gesto che serviva a loro, lo hai ricevuto te, al posto di altri.

Stai immaginando la scena?

Perchè voglio che davvero ti rimanga impressa nella testa.

Voglio - se devo insegnarti davvero a vivere - trasmetterti questa prima lezione: 

C’è sempre una conseguenza a tutto quello che facciamo.

E la nostra felicità, spesso, sarà fonte di dolore per gli altri.

E chi è troppo chiuso a pensare che basti un singolo gesto d’aiuto per creare un’atmosfera felice, chi davvero crede che basti un sorriso ad una singola persona, in certi momenti, per rendere tutti gli altri felici, spesso crea più distruzione che supporto.

Ora che hai immaginato questa scena, ecco cosa farei:

Quando la lezione è finita. Quando sono riuscito - a fatica  - a tenere in equilibrio ognuna di quelle vite, senza sbilanciarmi troppo su uno, o troppo sull’altro, senza far sì che nessuno si sentisse escluso e tradito, mi dirigerei non da te, a fine lezione, quando tutti stanno uscendo.

Ma mi dirigerei da quello che ne avrebbe davvero più bisogno.

E sì, potresti essere te, ma potrebbe essere un’altra persona.

Tu non puoi saperlo, perchè quando si sta male conta solo il proprio dolore.

Io devo saperlo, perchè questo fa parte dei miei compiti.

E darei quell’abbraccio a lui, non a te.

Potrebbe venire anche il giorno in cui mi accorgerò che i tuoi fantasmi, quella mattina, saranno più pesanti di quelli degli altri.

E quel giorno ti accorgerai che è così, perchè io sarò lì, quando non ci sarà nessuno a guardare che possa sentirsi tradito.”

Ma che cazzo di risposta era?Tutti così gli adulti,aggirano una domanda con una mezza risposta.

E allora non me le pongo più queste domande,a che scopo poi?Per avere una mezza risposta che non può essere neanche definita tale?

Guardo fuori dalla finestra per 5 interminabili ore immaginando di essere da qualche altra parte.Poi esco dalla classe e trovo lui.Lorenzo.Mi scruta con i suoi bellissimi occhi neri che dicono più di quanto degli occhi azzurri possano dire. “Io e te dobbiamo parlare” mi dice,e lo so,so che io e lui dobbiamo parlare,ma di cosa?Di quello che potevamo avere ma non abbiamo avuto? Vorrei dirglielo,ma sono capace di dirgli soltanto “Ok.Quando?” “Oggi pomeriggio.Alle 4.Al parchetto”.E me lo dice così,con una voce senza amore.Ne parlo con Giulia e Laura sull'auto che dicono “Ma sì,vi farà bene parlare” e ci spero,tanto peggio di così. Arrivano le 4.Vado al parchetto e lo trovo lì,ad aspettarmi.

“Perchè mi hai fatta venire qui?”

“Non ti ricordi?Il nostro primo bacio.”

“Me lo ricordo.Ma sto cercando di dimenticare.”

“Perchè?Perchè vuoi dimenticare noi?”

“Tu hai scelto di non avere più un noi,non io.Cioè io ti amavo,tu mi amavi,noi ci amavamo,perchè hai voluto farci questo?”

“Perchè a volte l'amore non basta.” però nel frattempo mi prende il viso tra le mani e mi bacia,e penso che l'amore basterebbe se lui se lo facesse bastare.

SPAZIO AUTRICE:

Ciao ragazze!Ecco il primo capitolo,non è granchè,ma ci ho provato!Vi piace?Dieci paroline potete farmele per sapere se vi è piaciuto?Daii <3


 

 

  
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