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Autore: Prongs4    09/11/2014    3 recensioni
Dal prologo:
"Man mano che ripercorreva i passi che lo avevano portato lontano, i connotati della sua vita andavano delineandosi nuovamente.
Il ricordo avrebbe perso la sua essenza di passato, e tutto si sarebbe concretizzato, attualizzato.
Il Lucius Malfoy che era stato fino a qualche anno prima sarebbe tornato. Più adulto, più deciso, più affascinante, ma pur sempre lui.
Era già per strada, e stava arrivando.
[...]
Narcissa Black desiderava che il suo cuore si fosse fermato.
Avrebbe dato qualunque cosa, qualunque, pur di morire con la consapevolezza che il suo desiderio più intenso si era avverato.
Lucius era tornato.
Forse per lei c’era ancora speranza.
Forse non era tutto perduto.
Forse il suo cuore avrebbe ripreso a battere, e forse avrebbe continuato a pompare felicità allo stato puro invece del sangue."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO VIII

“Mia adorata Narcissa,
ti scrivo ben sapendo che forse non leggerai affatto queste parole. Probabilmente quando vedrai il mio nome sulla busta la straccerai, ma dopotutto tentar non nuoce.
L’altra sera, al ricevimento a casa Lestrange, ho provato ad avvicinarti di continuo, e sarei un ipocrita se ti dicessi che non comprendo il perché della tua riluttanza a parlarmi. Meriti una spiegazione per quello che hai sentito dire alle Burke la settimana scorsa, ed io voglio avere la possibilità di fornirtela; ecco il perché della lettera.
Mi piacerebbe rassicurarti che si è trattato di un malinteso, e che fra mio padre e il loro non vi è stato alcun incontro, ma purtroppo non è così.
Voglio ribadire sin da subito, però, che non sono stato minimamente coinvolto nella faccenda!
I miei genitori vogliono un erede, Narcissa. Nel momento in cui si sono accorti che non ero intenzionato a fare una scelta, hanno deciso di prenderla al posto mio.
Da quando sono tornato, ho ribadito loro più volte cosa volevo, o meglio chi volevo.
Ma non ti nascondo che la decisione di tuo padre di mettere fine all'implicita promessa che legava le nostre famiglie, ha irritato non poco il mio. Abraxas si è sentito offeso dalla sua scelta, e a quanto pare adesso sei in buona compagnia nell'andarmi contro, Cissy.
Come ho già detto a te, e come ho ripetuto più volte a mio padre, gli ostacoli non mi spaventano, e li eliminerò uno ad uno per raggiungere il mio obiettivo. Letteralmente.
Sai che non mi faccio molti scrupoli: per quel che mi riguarda il fine giustifica i mezzi.
Speravo di non dover arrivare a dirti questo, e forse sarebbe più saggio non aggiungere altro, ma non voglio nasconderti nulla.
Se fossi un uomo romantico, continuerei a scriverti come se si trattasse di una lettera d’amore. Ti fari notare che sarebbe una follia da parte tua rinunciare a noi, e lo sarebbe di sicuro, visto quello che abbiamo vissuto e quello che potremo vivere insieme; aggiungerei anche che, qualunque sia il dubbio che ti frena, ci amiamo in maniera così palese che ci basterebbe questo per essere felici; continuerei dicendoti che è impensabile che noi due, Lucius Malfoy e Narcissa Black, plasmati dal nostro sangue e dal nostro nome in maniera inverosimilmente perfetta l’un per l’altra, rinunciassimo ad essere quello che siamo.
Potrei dirti tutto questo, ma so che sono cose che sai già: io te le leggo negli occhi, Narcissa.
E qui si arriva al punto: il tempo stringe e, per quanto a volte fastidiose, le pressioni di mio padre sono comprensibili.
E ti ripeto, se fossi un uomo romantico ti direi di mettere ancora una volta alla prova il nostro rapporto, ma non lo sono mai stato e non lo sono tutt’ora. Sono Lucius Malfoy, ed ecco cosa ti dico: rifletti, Narcissa. Pensa in termini di convenienza, analizza la questione da ogni punto di vista, anche pratico, e soprattutto tieni presente questo: combatto quotidianamente contro nemici che attentano alla mia vita, e se fin’ora sono sopravvissuto è grazie al mio sangue freddo. Per eliminare un inetto come Fawley mi basterà appena una goccia di quello stesso sangue che mi sostiene ogni giorno.
Se desideri risparmiargli il piacere di una mia visita, non devi far altro che tornare sui tuoi passi. Una resistenza da parte di entrambi alle nostre rispettive nozze risolverà la questione rapidamente, e senza bisogno di presenziare a un funerale.
E se metti ancora in dubbio la mia sincerità, spero la rivaluterai nel momento in cui ti renderai conto che considero.. che considero il nostro amore tanto importante al punto da oppormi e lottare, se necessario, anche contro la mia famiglia.
Starò via per qualche giorno per sbrigare alcuni affari che richiedono la mia presenza in Irlanda, e ti prego di approfittare di questo lasso di tempo per prendere una decisone.
Tuo, come sempre,
Lucius.”



Le mani di Narcissa avevano ripercorso la lettera così tante volte da renderla quasi consunta, accarezzando quelle parole elegantemente vergate come se avesse potuto memorizzarle col tatto.
Dopo averla riletta per l’ennesima volta, appoggiò il viso ad una vetrata della sua stanza, sospirando.
Probabilmente Lucius avrebbe ucciso Fawley se lei non avesse ceduto spontaneamente.
Non che le importasse più di tanto di Stephen, ma si chiedeva cosa sarebbe accaduto dopo.
Erano molti i gentiluomini “in fila” che aspiravano ad unirsi alla famiglia Black, e uno dopo l’altro si sarebbero fatti avanti; Lucius li avrebbe eliminati uno ad uno, fino a quando non fosse rimasto l’ultimo purosangue del mondo magico? Oppure avrebbe deciso che era meglio rinunciare?
Nessuna di queste opzioni le andava bene, soprattutto l’ultima.
Certo, gli aveva detto che desiderava essere lasciata in pace, ma dentro di sé non esisteva altro se non quell’incessante lamento, quel bisogno pulsante, quella voce incrinata che sussurrava: “Voglio Lucius”.
La piuma era a pochi centimetri di distanza: le sarebbero serviti trenta secondi al massimo per prendere un pezzo di pergamena, scrivergli che lo amava e mettere fine a tutto.
Così prese un foglio di pergamena, intinse la piuma nella boccetta, e rispose con quelle brevi e chiare parole che avrebbero chiarito una volta per tutte ciò che voleva:

“Non mi serve neanche un attimo per riflettere. La risposta è rimasta invariata da quando sei tornato. Non desidero sposarti, questo è quanto.
Narcissa”


Rilesse la lettera velocemente, e con uno scatto la stracciò, facendola a pezzi.
Poi sussurrò 'incendio', restando ad osservare la fiamma che lambiva delicatamente i contorni della pergamena, facendola accartocciare e scomparire, eliminando per sempre quell'abominio.



***

Tic tac. Tic tac. Tic tac. Tic tac. Tic tac. Tic tac. Tic tac.
Il tempo rappresentava da sempre per Narcissa un grande nemico. Le faceva paura.
Temeva il pensiero di quella forza inarrestabile che pian piano la portava alla decadenza, che trasformava lentamente il suo corpo.
Ogni istante che passava l’avvicinava alla morte, le toglieva battiti del cuore, ma, soprattutto, attimo dopo attimo sentiva incombere su di sé – sempre di più – quel macigno orribile che le gravava sul petto, quel blocco che le impediva di respirare, quell’asfissia che le ricordava la sua incapacità di bloccare il corso della vita, di ritardare quel giorno fatidico in cui avrebbe vissuto una sorte peggiore della morte.
Perché lei ne era ormai certa: quel 23 luglio, mentre sarebbe avanzata verso l’altare con lo stesso viso di una vittima sacrificale, il suo cuore si sarebbe spezzato.
Spezzato in due metà perfette, costringendola a portarselo dietro in quel modo fino al benedetto momento in cui non si fosse fermato. Ed ecco che il tempo diventava bivalente: boia e salvatore, sofferenza e sollievo.
Eppure come le rimbombava nelle orecchie quel suono tartassante che scandiva i minuti, come la rintontiva il movimento del pendolo del suo salotto, e come l’abbatteva la voce di sua madre nelle orecchie che definiva i dettagli delle nozze con la signora Fawley!

L’orologio batté le 17.00, e appena un minuto dopo l’elfo di casa Black comparve sulla soglia col vassoio del the.
Narcissa cercò di isolare quel suono dalle suo orecchie, e riprese lucidità per sorseggiare la sua bevanda ed ascoltare ciò che la sua futura suocera stava blaterando.
Aveva una voce fastidiosamente frivola, e (forse per presa di posizione), Narcissa non ricordava di essere mai stata d'accordo con lei su niente.
Dopo l'ennesima espressione di cattivo gusto di Agnes Fawley, le tre donne caddero in un silenzio imbarazzante, che Narcissa si decise a infrangere suo malgrado.
“Quando ha detto che sarebbe arrivato Stephen?”
“Presto, ne sono certa. E’ da ieri che non lo vedo in effetti, è occupatissimo per via di un disguido alla Gringott. Ma ho lasciato detto all’elfo di ricordargli del the non appena l’avesse visto. Sarà qui a momenti” assicurò con la voce incrinata dal disagio.

Tic tac. Tic tac. Tic tac. Tic tac. Tic tac. Tic tac. Tic tac.
Stephen Fawley non si fece vedere quel pomeriggio, e nemmeno l’indomani, alla festa per il ventesimo compleanno di Narcissa.


*ANGOLO AUTRICE*
Merito di morire, lo so. Anzi no, di essere cruciata fino allo sfinimento. Chiedo umilmente perdono! Non aggiorno da un'eternità :( ma, ahimé, l'ispirazione era scomparsa, completamente volatilizzata!
Scusate scusate scusate. Mi impegnerò perché non accada più!
Quanto al capitolo, sono che è di passaggio e un po' isignificante, ma era necessario. Farò in modo che il prossimo sia più interessante:)
Eeeeh.. partono le scommesse su Fawley!
Giuro che adesso non sparirò più e ricomincerò ad aggiornare con regolarità.
Grazie a quelle anime sante che nonostante tutto spero vorranno seguirmi ancora!
Un bacio da una dispiaciutissima Prongs4.
  
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